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Fenomeno homeschooling in Italia.

Post n°1941 pubblicato il 13 Settembre 2015 da melen.me
 

Cosa e' una moda?

Un rifiuto del tradizionale percorso previsto dalle istituzioni?

Una scelta di nicchia?

Sul fenomeno dell'homeschooling in Italia non si hanno dati precisi ma secondo Erika Di Martino, pioniera dell’educazione parentale e amministratrice del sito Controscuola, "sono circa un migliaio le famiglie che hanno scelto di non mandare a scuola i propri figli.

Un'alternativa alla formazione ordinaria e' la scuola parentale.

 Per sceglierla basta inoltrare una dichiarazione al dirigente scolastico in cui si precisa di “essere in grado, in termini di competenze tecniche e di possibilità economiche, di garantire per il proprio figlio l’adempimento dell’obbligo di istruzione e formazione” dai 6 ai 16 anni.

Spiega Di Martino. “La maggior parte delle coppie che sceglie la scuola parentale sono insegnanti, sinonimo che il malessere non riguarda solo gli scolari ma anche maestri e professori.

Riteniamo che la scuola non sia in grado di assolvere i doveri educativi e che il sistema sia antiquato: programmi ministeriali serrati, regole, disciplina, punizioni, voti e giudizi non sono tarati sulle esigenze dei piccoli e la scuola sembra sempre di più un’azienda invece che un istituto formativo”, continua Di Martino.


Luisa Piarulli, presidente dell’Anpe, Associazione nazionale pedagogisti italiani, è più cauta sull’argomento. Come esperta dell’ambiente educativo ritiene che uno dei problemi principali sia proprio la mancanza di sinergie tra insegnanti e famiglie.

La scuola, ammette Piarulli, “è piena di problemi, ma questo modo di spianare la strada ai propri figli togliendo gli ostacoli è deleterio,evitare l’ambiente scolastico è un modo di chiudere un bambino in una campana di vetro. Senza un confronto, il bambino si trova sprovvisto di quelli che sono dei riferimenti sia positivi che negativi ed è importante per costruire una concezione di sé.

Litigare fa bene, scoraggiarsi è normale, se si riesce a creare un’empatia tra alunno, insegnante e famiglia si costruisce un modello che sarà sempre dalla parte dei piccoli, ma allontanarli da quello che è il loro ambiente naturale non li protegge, li penalizza.

 


Secondo me...

BUONGIORNO.

 

 
Rispondi al commento:
arw3n63
arw3n63 il 13/09/15 alle 13:54 via WEB
Ecco mi domando ma questi insegnanti che vanno contro le istituzioni tanto da voler essere gli educatori esclusivi dei propri figli....ma per chi lavorano? Sono insegnanti statali i cosa? Sono dipendenti statali che prendono uno stipendio o cosa? Per cambiare le cose non basta prendersi lo stipendio statale e lamentarsi di ciò che non va. Ai tempi in cui i miei andavano a scuola alle superiori c'erano insegnanti di laboratorio che avevano una propria attività privata, mancavano da scuola spesso e volentieri, nelle ore disponibili per colloqui con i genitori si facevano i cavoli loro non erano presenti a scuola ma...prendevano ogni mese lo stipendio statale. Ora perché non aprivano una scuola o un corso privato? Così non pesavano sulle casse statali? Non parlo della scuola dell'obbligo ma istituti superiori. Francamente ritengo che la scuola italiana avrà un sacco di problemi bisogna cambiarla ma non credo che diventare unici educatori dei propri figli sia un bene per i figli stessi. I bambini, i ragazzi devono vivere nella realtà che li circonda, subire anche frustrazioni, litigare avere a che fare con bambini che hanno difficoltà e disabilità, bambini di altri paesi e culture anche se rallentano il programma. Metterli sotto la campana di vetro secondo me non insegna a vivere e confrontarsi con la realtà. Io per i miei ho scelto a suo tempi la scuola pubblica e statale, i bambini cresciuti in una scuola privata fin dall'asilo non avranno la reale percezione e esperienze di vita che hanno gli altri bambini, certo saranno più preparati a livello nozionistico....umano non lo so. Ciao Melì :-)
 
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