Creato da AIUTACI.AD.AIUTARLI il 05/04/2006
Gli animali non possono parlare, ma come possiamo io e te non parlare per loro e astenerci dal rappresentarli? Ascoltiamo, noi tutti, il loro silenzioso pianto di agonia e aiutiamo quel pianto a essere ascoltato nel mondo. *Rukmini Devi Arundale*
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SANGUE E DOLORE SULLA TUA COSCIENZA
La crudeltà che sappiamo usare verso chi non ha difese è vergognosa e terribile. Nessuna sensibilità e compassione per coloro che vengono sacrificati in nome della nostra tavola. Carne senza anima, morti ancor prima di vivere. Eppure hanno occhi che atterriti ci guardano, mentre i loro corpi sussultano di dolore sotto le percosse inflitte. Tremano e soffrono. Piangono e si disperano. Hanno uno spirito e provano sentimenti, proprio come noi. Ma il nostro cuore ormai di pietra non sa ascoltare. Dorme nello stagno putrido dell'indifferenza, coperto dal bieco cinismo che la vigliaccheria insegna ad usare.
L'uomo demonio
Non Uccidere? non si applica all'omicidio di una sola specie, bensì a tutti gli esseri viventi e questo comandamento fu scritto nel cuore dell'uomo molto prima di essere proclamato sul Sinai.
Lev Tolstoj
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Pellicce = Brutta Morte
LA REALTA' DEGLI INSERTI DI PELLICCIA
Pellicce, colli di pelliccia, giacche a vento con cappucci in pelo, parka, riverstimenti interni, sciarpe, calzature, guanti, cappelli, capi d'abbigliamento con ritagli di pelo vero, portachiavi in pelliccia, giocattoli per bambini ed animali, soprammobili e tutto ciò che si presta ad essere fatto di pelliccia o ornato con essa: pensaci prima di fare certi acquisti.
Milioni di volpi, conigli, procioni, visoni, cani e gatti allevati in condizioni orribili, storditi a percosse e scuoiati vivi...
Avviene in Cina, Corea, Tailandia, Filippine... ma NOI siamo complici, NOI acquistiamo quelle pellicce e quel che è davvero allucinante è che NON NE SIAMO CONSAPEVOLI. Vedere per credere.
ADOTTA UN ANGELO :-)
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Gabbie vuote è il blog per chi vuole adottare un grande amico per la vita.
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Grazie alla collaborazione di Cani&Ga.
L'URLO DEGLI ANIMALI AL CIELO
Quando
la carne
urla!!!
Scariche elettriche,
testicoli strappati
e tosature chimiche,
prima di finire sui
banconi dei negozi.
Ci sarebbero meno bambini martiri
se ci fossero meno animali torturati,
meno vagoni piombati che trasportano
alla morte le vittime di qualsiasi dittatura,
se non avessimo fatto l'abitudine ai furgoni
dove gli animali agonizzano senza
cibo e senz'acqua diretti al macello.
Marguerite Yourcenar
No al latte
Non molti lo sanno ma anche le mucche e i vitellini sono uccisi nel processo di produzione del latte. Le mucche vivrebbero venti anni, ma negli allevamenti sono macellate quando la loro produzione di latte diminuisce, in genere dopo cinque-sei anni. I vitellini, strappati alla madre subito dopo la nascita, sono destinati al mattatoio a pochi mesi di vita (carne di vitella) o fatti ingrassare per essere macellati dopo due anni (carne di manzo). Le mucche sono inseminate artificialmente: se non mettessero al mondo i vitelli destinati al macello non produrrebbero latte. Inoltre sono geneticamente selezionate per aumentare la loro produttività, anche se questo induce negli animali tare genetiche che causano loro grandi sofferenze. I vitellini sono isolati in box, legati a catena, sottoposti a una dieta carente di ferro che li rende deboli e anemici: così viene prodotta la carne bianca tanto apprezzata dai consumatori. Ecco perché i vegan rifiutano latte e derivati. Non importa se il formaggio contenga o meno caglio animale (ottenuto dallo stomaco degli animali macellati): i latticini, anche se biologici, derivano comunque da un ciclo produttivo che prevede la sofferenza e la morte degli animali.
Tratto da www.saicosamangi.info
No alle uova
Ogni anno miliardi di pulcini e polli muoiono sgozzati e tritati vivi
Tacchino che lotta per vivere
Ti prego non uccedermi!
Una scelta etica, per il rispeto della natura e di tutti gli esseri viventi.
GLI ORRORI DELLA PESCA
«I pesci, che poche ore prima nuotavano nell’acqua, giacevano sul fondo della barca con gli occhi vitrei, la bocca ferita e le squame ricoperte di sangue. I pescatori, ricchi che pescavano per sport, pesavano i pesci e si vantavano delle loro prede. Ogni volta che Hermann assisteva alla macellazione di animali o alla pesca, compiva sempre la stessa riflessione: nel loro comportamento verso queste creature, tutti gli uomini erano nazisti.»
LA TERRA DIVORATA
Impatto ambientale dell'industria zootecnica
Tutti devono sapere la verità
C'era una volta un angelo
Ho amore e pietà,per questi miei fratelli,quando vanno a dissetarsi,sostano senza bere x illudersi di placare l’arsura del male, che corrode le loro viscere,poi si adagiano e si lasciano morire.Guardateli negli occhi,non abbandonateli,quello sguardo vi accompagnerà per tutta la vita!
A-MORE BESTIALE
Documentario inchiesta sulla liberazione animale - Amore bestiale
Molto bello e commovente!
Tutti gli animalisti dovrebbero essere come quei bravissimi attivisti!
L'orrore della vivisezione
Il vivisettore, o è un tarato psichico, un debole di mente oppure, se si vuol considerarlo normale, è un autentico criminale. Nel primo caso il suo posto è il manicomio; nel secondo il carcere
Tu scopri in lui gli stessi organi di sentimento che sono in te. Rispondimi, vivisettore, la Natura ha dunque combinato in questo animale tutte le molle del sentimento perché non senta???
Se li conosci li eviti
Tutto ciò accade nei laboratori PROCTER & GAMBLE produttrice delle linee IAMS e EUKANUBA!
Boicottali tutti!!
A CHI INDOSSA UNA PELLICCIA, ECCO COSA MERITA...
Questa è la fine che dovrebbero fare tutta la massa di vigliacchi che indossano cadaveri
SALVIAMO LE PECORE
Tutta la verità su come vengono trattate le pecore usate per la produzione di lana e come terminano la loro infelice e breve vita.
Ci sono tanti tipi di vestiario che possono sostituire e riscaldare anche più della lana!!Ad esempio il Il pile, caldo e morbido, ha soppiantato la lana nell'abbigliamento sportivo oppure
il velluto, microfibre, pile, ciniglia, caldocotone, cotone felpato, acrilico..
per quanto riguarda gli indumenti intimi, ottima alternativa è il cotone invernale, nella cui trama si trovano microscopiche camere d'aria che isolano perfettamente dal freddo, o la spugna di cotone.
Per le imbottiture, lasciamo alle oche le loro piume, possiamo acquistare prodotti fatti con Hollifill.
Oltre ai materiali citati ve ne sono numerosi altri senza crudeltà, vegetali o sintetici, come per es: cotone, lino, viscosa, acrilico, canapa, fustagno, goretex, nylon, poliestere. thinsulate, polarguard, fibrefill, cordura, durabock, pelltech, aitech. Boicottate la lana e tutti gli altri derivati animali.
NO ALLA LANA, NO ALLE PIUME, NO ALLE PELLICCE, NO ALLE PELLI E NO ALLA SETA!
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Post n°163 pubblicato il 27 Luglio 2007 da AIUTACI.AD.AIUTARLI
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Post n°162 pubblicato il 27 Luglio 2007 da AIUTACI.AD.AIUTARLI
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Rapporto di Legambiente e Movimento difesa del cittadino: in un anno oltre 200 mila ispezioni dei Nas. Chiuse o bloccate oltre 1.300 strutture, soprattutto nel settore carni e allevamenti. Ma le paure degli italiani restano. |
RICEVO E GIRO: Comunicato stampa: DERATTIZZAZIONE SENZA VELENI Il controllo demografico attuato tramite rodenticida/topicida
Il continuo fallimento delle tradizionali derattizzazioni, NO DERATTIZZAZIONE che si offre come servizio questo sotto invece per liste e forum: Messaggio per le liste animaliste
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Post n°159 pubblicato il 02 Luglio 2007 da simoveganblu
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Post n°158 pubblicato il 15 Giugno 2007 da simoveganblu
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Post n°157 pubblicato il 23 Aprile 2007 da AIUTACI.AD.AIUTARLI
Molte persone amano la compagnia di cani e gatti, animali che furono addomesticati tra i 5.000 e 10.000 anni fa. Col passare del tempo, l'uomo ha manipolato la riproduzione degli animali per produrre certe caratteristiche fisiche, col risultato di ottenere le diverse razze di cani e gatti che oggi conosciamo.
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Ciao a tutti, perdonatemi se sono in ritardo, sto avendo molti problemi, spero di risolverli al più presto e al meglio! Vi invito a guardare questo link non sono immagini forti... nel senso che non si vede sangue, ma è comunque un messaggio di speranza... colgo l'occasione di dire che la Pasqua è simbolo di pace verso tutto il creato, ma non a tavola, dove di regola vengono offerti piatti con cadaveri a base di agnello, capretto e altri animali che vengono sacrificati barbaramente per i nostri peccati di gola... facciamo che questo giorno dove si festeggia la pace, possa essere senza morte ne alcuna sofferenza sulla nostra coscienza, e che non venisse ricordato solo nel giorno di Pasqua ma per sempre. Auguro una Buona vita a tutti. Voglio e desidero che la Risurrezione possa smuovere le coscienze dei malvagi torturatori di animali e dei bambini... Tanti auguri a tutti! Ogni anno con l’avvicinarsi delle festività pasquali si è costretti ad assistere all’uccisione di centinaia di migliaia tra agnelli e capretti, sacrificati in nome di una tradizione che li vede vittime di suntuosi pasti organizzati per celebrare la ricorrenza. Sono felice di non contribuire a questo massacro...ma basta poco per diventare vegetariani... PRIMI PASSI VERSO IL VEGETARISMO!!!! VEG is Better |
Mi chiedo spesso se la Pasqua è una festa di pace o di terrore e agonia? Per me queste feste significano solo terrore e atroce agonia. Dopo averli separati dalla loro mamma, li caricheranno su un camion e, come accade a milioni di altri agnellini, (e altri animali come i polli, conigli, mucche, maialini ecc.) saranno condotti verso il mattatoio. Durante l'attesa vedranno i loro fratellini e compagni agonizzare e quando arriverà il loro turno, mentre urleranno di terrore, gli taglieranno il collo, la sua morte sarà lenta e atroce. Con che cuore li mangerete? RICORDATE... Milioni di agnelli ogni anno pagano con una morte atroce il prezzo di assurde tradizioni, immobilizzati, sgozzati e fatti morire lentamente dissanguati. Quest'anno festeggiate Pasqua senza agnello e nessun altro animale nel piatto, non è una tradizione, ma una strage di innocenti. Contribuite ad evitare l'ingiusto |
Ciao a tutti, scusate se sono sparita, ma in questo periodo sono molto triste e per questo motivo non sono riuscita a collegarmi. Spero di riacquistare un pò di energia per riprendere il blog. Vi lascio con un articolo molto riflessivo, (sperando che faccia cambiare stile di vita) A presto, Alisya
Allevamenti e Macelli Dietro un hamburgher, o un piatto di pesce, si nascondono atroci sofferenze: gli animali d'allevamento, comprese le galline ovaiole e le mucche da latte, trascorrono tutta la loro breve vita in allevamenti intensivi, veri e propri lager per animali. Cosa si può fare per evitare tutta questa sofferenza? Per l'ambiente e per combattere la fame nel mondo Per vivere meglio e più a lungo Cosa puoi fare tu - Diventare vegetariano! Nel corso della tua vita, salverai la vita a quasi 1400 animali!!! Le fibre vegetali e sintetiche sono di ottima qualità ed hanno un minor impatto ambientale. |
Per chi ancora non l'avesse letto è on line il libro di Hans Ruesch L'APPARECCHIATURA Ogni nuovo esperimento, ogni tortura inedita, ispira legioni di vivisettori in altre parti del globo a provarle a loro volta, a procurarsi o perfezionare nuovi attrezzi. Oltre a tutta la gamma di vari "apparecchi di contenzione", che formano il vanto di ogni laboratorio "bene attrezzato", esistono congegni di particolare originalità, conosciuti col nome dei loro inventori. interne, largamente usato dagli sperimentatori fin dal 1942, anno in cui venne ideata a Toronto da R.L. Noble e J.B. Collip e descritta dagli stessi inventori in Quarterly Journal of(vol. 31, N° 3, 1942, p. 187). Nelle parole dei suoi creatori, il suo scopo è Experimental Physiology «la produzione di shock traumatico sperimentale senza emorragie in animali non anestetizzati». In questi tamburi rotanti a velocità regolabili, gli animali . di solito gatti o topi . vengono scagliati da una protuberanza all'altra. Alcuni gatti, con tutte le ossa infrante, sono morti dopo quattro, altri dopo cinque giorni di questa ininterrotta tortura. Ai topi che riuscivano a saltare da una protuberanza all'altra evitando cosi i colpi, gli inventori . si legge nelle loro relazioni . immobilizzavano le zampine con nastro adesivo. Poi c'è la Blalock Press, inventata dal dott. Alfred Blalock del celebre Istituto Johns Hopkins di Baltimora, per schiacciare gli arti dei cani senza rompere le ossa, esercitando pressioni varianti dai 250 ai 2.000 chili. E una ganascia simile alle presse usate all'inizio dell'arte della stampa, con un piano di ferro che scende sul piano corrispondente mediante un congegno di viti. Senonché i piani della Blalock Press non sono lisci, bensì provvisti di denti d'acciaio. C'è la Ziegler Chair, descritta in Journal of Laboratory and Clinical Medicine (sett. 1952), inventata dal tenente James E. Ziegler del Corpo Medico della marina statunitense di Johnsville, Pennsylvania: ingegnosa sedia metallica che immobilizza le scimmie in qualsiasi posizione, anche a testa in giù, per un periodo di tempo che può durare anni. C'è la Collison Cannula, che viene impiantata permanentemente nella cavità cranica, soprattutto di scimmie, gatti e conigli, per facilitare il ripetuto passaggio di siringhe, elettrodi, sensori e così via, nel cervello dell'animale pienamente cosciente. La cannula viene fissata all'osso con cemento acrilico ancorato mediante quattro viti di acciaio inossidabile avvitate nel cranio; dopo di che occorre dare all'animale una settimana di tempo per riprendersi, prima che possano iniziare gli esperimenti veri e propri, come descritto ad esempio in Journal of(ott. 1972). Physiology C'è l'apparecchio "stereotassico" Horsley-Clarke, ideato da Horsley e Clarke per immobilizzare i gatti durante l'incannulazione e l'inserimento di elettrodi nella cavità cranica, per i soliti esperimenti sul cervello, che non hanno mai portato al minimo risultato pratico tranne quello di procurare il premio Nobel al prof. Walter R. Hess dell.Università di Zurigo, nonché importanti sussidi a svariati suoi colleghi in tutto il mondo. Sarà bene ricordare che i premi Nobel in biologia, fisiologia e medicina vengono bensì consegnati dal re di Svezia ma vengono assegnati da commissioni di altri biologi, fisiologi o medici, i quali di solito o sono già stati similmente favoriti dai colleghi oppure si aspettano di essere ripagati con favori analoghi in futuro. Quanto agli "scienziati" che raccomandano sussidi 5 statali per colleghi in vena di esperimenti animali, essi hanno a loro volta già ricevuto sussidi grazie ai loro raccomandati, oppure se li aspettano. Indubbiamente, lo smaliziato lettore italiano avrà già afferrato il funzionamento del sistema. |
La scienza medica attuale sotto accusa PARTE PRIMA Si squarta una cagna Una équipe di cosiddetti scienziati paralizza un branco di gatti, sega via la volta cranica e stuzzica il cervello mentre le Com'era da aspettarsi, gli animali trattati col farmaco agonizzano più a lungo degli altri. Migliaia di topi, conigli e cani, per lo più I 7 gatti che sopravvivono hanno dovuto sopportare 95 di tali scosse, gli altri 5 «studiare la delinquenza minorile». Un altro luminare scopre nientemeno che versando acqua bollente su di un gatto «questo diventava molto irrequieto ed emetteva miagolii». Fatti unici? Casi limite? Magari! ("Il bisturi"), la più autorevole di tutte. |
Post n°150 pubblicato il 10 Febbraio 2007 da AIUTACI.AD.AIUTARLI
La sovrastruttura che anestetizza la responsabilità
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Vigliacchi! é già una vergogna la macellazione con lo stordimento, ma questa rituale è ancora più insopportabile. Disumani preistorici! Vi segnalo anche il video trasmesso da studio aperto: Video ISLAM, ANIMALI MACELLATI CON LA FIAMMA OSSIDRICA Milano: È sempre più un orrore senza fine il rito della macellazione islamica in Lombardia. A testimoniarlo le sequenze filmate mandate in onda ieri da Telepadania nel corso del Tg Nord. Il filmato arriva da Parabiago in provincia di Milano dove, sabato 30 dicembre, una cinquantina di islamici hanno celebrato, a modo loro, la festa del sacrificio: «Aid al Adha”. Il cineoperatore Amedeo Latino ha fissato sulla pellicola l’ultima parte del rito che, proprio nella cittadina del milanese ha avuto una conclusione da film dell’orrore. Gli islamici, infatti, muniti di fiamma ossidrica, hanno bruciato, all’aperto le teste delle capre e delle pecore che, poco prima, avevano sgozzato con il terribile rito tradizionale dello sgozzamento. Viene inquadrata una lunghissima pensilina dove sono appese decine e decine di carcasse. Vicini ci sono i tagliatori di teste che imbrattati di sangue degli animali si danno un gran d’affare a scuoiare le pecore. Lunghi coltelli si alternano con forza nei cadaveri delle pecore. I resti vengono gettati in mezzo ad un prato nelle vicinanze del ristorante Pioppeto e quindi comincia l’incredibile falò di carni. Almeno una decina di giovani arrivano con alcune bombole di gas. Collegano un tubo con una sorta di lancia al termine assolutamente uguale ad una fiamma ossidrica. Scatta la fiamma e si accende immediatamente una lunga lingua di fiamme che incendia le teste degli animali in una visione quasi da bolgia dantesca. Nelle vicinanze gruppi di bambini giocano sporcandosi le mani nelle ampie chiazze di materiale ematico lasciato in mezzo al prato. C’è anche chi non gradisce la presenza del cineoperatore e allora pensa bene di sparare qualche colpo d’arma da fuoco in aria. Le forze dell’ordine guardano con attenzione ma intervenire risulterebbe un po’ troppo pericoloso. E così il filmato prosegue inquadrando altri islamici che imitando il sacrificio di Abramo, tagliano altre decine di testa di agnello in barba a tutte le disposizioni che lo stato ma anche la regione Lombardia hanno emanato per evitare la barbaria del rito. Ma è evidente che delle norme poco importa. Nel prato di Parabiago sono state violate tutte le regole vigenti che impongono, ad esempio, la macellazione in una struttura sanitaria controllata. Del resto proprio le amministrazioni periferiche, proprio per rispettare il rito in sé assolutamente crudo, mettono a disposizione i macelli pubblici. Ma quello che conta per gli islamici di Parabiago è chiaro: rispettare solamente la legge coranica prevede che l’uccisione venga compiuta senza stordire l’animale. Una tecnica che, formalmente, è vietata in Italia, ma che ha subìto delle concessioni quando lo sgozzamento, come in questo caso avviene per motivi strettamente religiosi sia per la confessione islamica, sia per la confessione ebraica. Dopo una parziale tolleranza, la deroga proprio per gli islamici è arrivata direttamente anche dal parlamento nazionale che ha dovuto recepire una normativa della Cee che, in Europa, ha acconsentito di non stordire gli animali prima di ucciderli con un colpo di lama. Negli anni scorsi, i carabinieri dei nuclei antisofisticazioni del ministero della salute, soprattutto in Lombardia, hanno compiuto decine di interventi, denunciano all’autorità giudiziaria moltissimi magrebini per violazioni in materia di regole non rispettate nei luoghi di macellazione. Di volta in volta sono stati scelti, come macelli abusivi, baracche sugli argini che costeggiano le rive del fiume Po, piuttosto che alcuni campi desolati nelle vicinanze delle cascine. Anche qui il rito è avvenuto all’interno di qualche baracca costruita per la circostanza. Non sono mancati anche i casi di macellazione avvenuta all’interno delle abitazioni. Sono state scelte o il bagno dove è più facile far scorrere e liberarsi del sangue dell’animale o addirittura in cucina dove, sotto il collo del montone o della pecora, viene collocata una bacinella. Sul fiume Po, nei parchi pubblici delle metropoli e anche nei bagni e nelle cucine delle abitazioni. Anche in questo caso sono intervenuti, ma solamente a posteriore gli uomini dei carabinieri dei Nas che ora stanno indagando su quanto è accaduto sabato. Sarebbero già pronte le segnalazioni alla procura della Repubblica. articolo di Roberto Fiorentini tratto da "LaPadania" Protestiamo tutti a questi indirizizzi e-mail: comune@comune.parabiago.mi.it,sindaco@comune.parabiago.mi.it, amministrazione@comune.parabiago.mi.it,biblioteca.parabiago@csbno.net, casadiriposo@comune.parabiago.mi.it,ced@comune.parabiago.mi.it, demografici@comune.parabiago.mi.it,difensore.civico@comune.parabiago.mi.it, finanziario@comune.parabiago.mi.it,sindaco@comune.parabiago.mi.it, pol.municipale@comune.parabiago.mi.it,servizi.persona@comune.parabiago.mi.it, servizisociali@comune.parabiago.mi.it,segreteria@comune.parabiago.mi.it, segretariogenerale@comune.parabiago.mi.it,settore.tecnico@comune.parabiago.mi.it, tributi@comune.parabiago.mi.it,sport.cultura@comune.parabiago.mi.it Prendete spunto da questa protesta: Egregio signor sindaco, Siamo venuti a conoscenza della pratica di macellazione rituale, che si svolge irregolarmente nel comune di Parabiago. E’ indescrivibile questa crudeltà e comporta una lenta e dolorosa agonia per gli animali, portando il nostro Paese indietro di decenni sulla strada della civiltà e del rispetto verso gli stessi. La deroga sulla macellazione rituale, consentita con il decreto n. 333/98, che stabilisce che "lo stordimento dell'animale prima della macellazione o l'abbattimento istantaneo non si applicano alle macellazioni che avvengono secondo i riti religiosi" ed "elegge ad autorità competente per le macellazioni l'autorita' religiosa" è anacronistica e lontana anni luce dalla nuova sensibilità emergente verso la sofferenza degli animali. Il giusto e civile rispetto per le tradizioni religiose degli altri popoli non può e non deve tuttavia lasciare deroghe alla crudeltà ed all'inutile sofferenza, quando presenti. La pratica della macellazione rituale non può trovare spazio in un paese civile - come il nostro ritiene di essere - e tanto meno al di fuori del suo contesto storico di origine, in cui sicuramente non veniva praticata a livello industriale ed in cui era contemplato il rispetto per l'animale prima e durante il rituale (rif. Talmud), cosa invece totalmente assente nella moderna macellazione (anche rituale) che mantiene invece unicamente i presupposti più crudeli della stessa (tra cui la dolorosa agonia del lento dissanguamento attraverso il taglio della giugulare SENZA STORDIMENTO PREVENTIVO) a discapito di altri aspetti ugualmente previsti che invece IN OGNI CASO vengono a mancare (tranquilizzazione e accarezzamento dell'animale, assenza del sangue di altri animali, spazio per il movimento di una zampa lasciata appositamente libera, ecc.), presupposti che chiaramente in una catena di macellazione non possono essere rispettati. Lo stordimento preventivo delle vittime non comporta in ogni caso la rinuncia tout court alla tradizione religiosa del dissanguamento, evitando quantomeno la sofferenza più straziante da parte degli animali. Le chiediamo quindi di impegnarsi a far rispettare le regole di legge n. 5236 del 21.9.98 "Disposizioni per il divieto delle macellazioni effettuate secondo i riti religiosi", che abolirebbe questo inaccettabile privilegio. Chiediamo inoltre al vostro comune Che gli animali siano storditi in modo corretto senza eccezioni religiose. Certi che concederete la giusta attenzione che questa grave questione comporta e che saprete portare avanti le ragioni della civiltà e del rispetto - fortunatamente sempre più diffusi a tutti i livelli - verso gli animali a discapito della lenta e dolorosa agonia loro destinata, con l'occasione porgiamo distinti saluti. ----------------------------- Nome cognome e Città |
Post n°148 pubblicato il 29 Gennaio 2007 da AIUTACI.AD.AIUTARLI
Un video di un minuto per fare la differenza
Non ha commenti parlati, ma solo poche parole scritte lungo il video, in inglese. Le parole dicono:
Clicca qui per visualizzare il video Diffondetelo, grazie! Ps:
- Non comprare oggetti che usino prodotti derivanti dalla macellazione; NB. Come riconoscere le scarpe veg Per riconoscere le scarpe acquistabili nei negozi non specializzato in scarpe vegetariane occorre far riferimento all'etichetta che contiene le informazioni sulla composizione delle 3 parti della calzatura: tomaia, rivestimento della tomaia e suola interna, suola esterna. I simboli dei materiali utilizzati generalmente nel commercio di calzature sono quattro: il primo identifica il cuoio ed è costituito dal disegno in miniatura di una pelle conciata intera. Il secondo identifica il cuoio rivestito (è considerato un materiale più scadente) ed il simbolo è un disegno in miniatura di una pelle conciata intera con un buco romboide al centro. Il terzo identifica le materie tessili naturali e sintetiche o non tessute. E' costituito da un disegno raffigurante una specie di reticolato. Il quarto identifica ogni altro materiale come para o gomma. E' costituito da un semplice rombo. Solo questi ultimi due simboli identificano dunque dei componenti non animali. Il problema è che le informazioni devono riguardare l'80% del materiale mentre per il restante 20% non è necessario specificare il materiale usato. In molti casi vengono utilizzati sottopiedi che contengono polveri di cuoio, come pure i puntali e i contrafforti che, essendo inseriti tra la tomaia e la fodera non possono essere individuati. Una calzatura che presenti l'etichetta dell'immagine a lato, potrebbe quindi contenere il 20% di materiale di origine animale! E' importante quindi cercare di capire "a occhio" se è possibile che essa lo contenga, e se non si è sicuri è meglio non acquistare il prodotto. [Il testo di questo paragrafo, e le immagini usate, sono stati tratti dal sito "... di Romeo", www.diromeo.it ] |
Cari animalisti, in merito agli inauditi maltrattamenti sugli animali che avvengono nel Comune di Castellamare di Stabia, vi informo che ho inviato un’e-mail di protesta agli amministratori del suddetto Comune e alla Provincia di Napoli. Protestiamo in tantissimi, solo così otterremo qualcosa. Di seguito vi riporto l’elenco (già pronto per la spedizione) degli indirizzi e-mail a cui inviare la protesta. Grazie del vostro aiuto! Ricevo e giro: Turisti sconvolti a Castellamare di Stabia Sono Giulia da Roma e ti scrivo per segnalarti una situazione assolutamente assurda di maltrattamento di animali. Sono stata di recente in vacanza a Castellamare di Stabia, città turistica molto famosa per le sue bellissime terme. Il mio soggiorno lì doveva essere paradisiaco, ed invece è stato un vero INCUBO!!!! Lì i cani randagi vengono barbaramente ammazzati dai cittadini incivili, insofferenti e sadici, che sottopongono le bestiole alle più atroci torture: li avvelenano, li buttano giù dai palazzi, li uccidono di botte e addirittura li impiccano!! Questo infausto evento si è verificato proprio mentre mi trovavo lì. La cosa ha suscitato tanto clamore in città, che non ho potuto far a meno di chiedere informazioni alle persone del posto….Ebbene, mi è stato detto che a Castellamare c’è un’Associazione Animalista che si chiama A.D.D.A. “associazione Difesa Diritti Animali” , che da circa 20 anni opera sul territorio. Questa associazione ha pure un sito internet www.dirittianimali.blogspot.com e fa tantissimo per combattere il randagismo e sensibilizzare i cittadini, tempo fa ha addirittura organizzato un funerale simbolico in memoria di tutti i randagi morti ammazzati, ma senza risultato… sapete perché? Perché il Comune della città, se ne strafrega dei propri randagi, addirittura non ha neppure una convenzione con un canile perché non vuole spendere soldi!!!!!! Da circa 20 il comune non fa altro cheriempire l’ADDA di false promesse, di bugie!! E’ una vergogna! Io non andrò mai + in vacanza a Castellamare ,almeno finchè le cose non cambieranno! Tutti gli amanti degli animali sono avvisati : Se andare in vacanza a Castellamare ve la inguaiate a causa della cattiveria e della strafottenza del Comune nei confronti dei suoi poveri randagi!!! Il fax del comune è: 0813900205 TURISTI PROTESTIAMO TUTTI INSIEME!! Saluti, Giulia E-mail per protestare: sindaco@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-urbanistica@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-legalita@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-trasparenza@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-cultura@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-lavoripubblici@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-servizisociali@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-finanze@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-fondieuropei@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-ambiente@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ass-scuola@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; presidente@comune.comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; difensorecivico@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; informagiovani@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; pg2000@libero.it; Direzionegenerale@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; segreteriagenerale@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; personale@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; affarigenerali@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; cultura@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; servizifinanziari@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; urbanistica@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; lavoripubblici@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; servizisociali@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; poliziamunicipale@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; ambiente@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; legalita@comune.castellammare-di-stabia.napoli.it; presidentedipalma@provincia.napoli.it; gonsalez@provincia.napoli.it; vicepreside@provincia.napoli.it; info@provincia.napoli.it; g.allodi@provincia.napoli.it; informagiovani@provincia.napoli.it; beniculturali.mare@provincia.napoli.it; pol.form@provincia.napoliit; assessoratoagricoltura@provincia.napoli.it; lavoro@provincia.napoli.it; ambiente@provincia.napoliit; pres.con@provincia.napoliit; ediliziascolasticatre@provincia.napoli.it; dp.comunitarie@provincia.napoli.it; protciv@provincia.napoli.it; rguarracino@provincia.napoli.it Lettera tipo, (da personalizzare): Per conoscenza riporto la lettera di una turista sconvolta dai maltrattamenti perpetuati contro animali indifesi nel vostro Comune. Come amministratori pubblici, mi auguro che vogliate al più presto mettere fine a questa situazione incivile, barbara e vergognosa. Cordiali saluti. (NOME COGNOME E CITTA') |
Articolo di Massimo Tettamanti, gennaio 2007 I ricercatori del Diabetes Research Institute dell'Università di Miami e del dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Stoccolma hanno pubblicato nel febbraio 2006 un articolo in cui spiegano che la struttura del tessuto umano responsabile della produzione di insulina è fortemente diversa da quello dei roditori, animali normalmente utilizzati per studi sul diabete. Dopo trent'anni ci danno di nuovo ragione. Da tempo il movimento scientifico antivivisezionista sostiene che le differenze genetiche, biochimiche e metaboliche tra le specie animali non consentono di utilizzare risultati ottenuti su animali per migliorare la ricerca medica. Da qualche anno arrivano critiche puntali e precise anche da ricercatori che hanno in passato usato o sostenuto la sperimentazione su animali. Il caso in esame riguarda i ricercatori del Diabetes Research Institute dell'Università di Miami e del dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Stoccolma che hanno pubblicato nel febbraio 2006 un articolo dal titolo "The unique cytoarchitecture of human pancreatic islets has implications for islet cell function". Gli autori dell'articolo hanno scoperto e dimostrato che la struttura del tessuto umano responsabile della produzione di insulina è fortemente diversa da quello dei roditori, animali normalmente utilizzati per studi sul diabete. Per piu' di 30 anni è stato commesso il solito errore metodologico: assumere che le cellule, i tessuti e le reazioni biochimiche dei roditori fossero simili e/o confrontabili con quelle umane. Da un punto di vista pratico questo si traduce in:
Gli autori della ricerca concludono che non bisogna continuare a utilizzare animali per questo tipo di studi in quanto falserebbero per la ricerca scientifica. Uno degli autori, il prof. Per-Olof Berggren, professore presso il Diabetes Research Institute di Miami e presso il Rolf Luft Center for Diabetes Research di Stoccolma, dichiara esplicitamente: "La nostra maggiore scoperta è che il tessuto pancreatico umano ha una struttura totalmente unica e ha una modalità di funzionamento diversa rispetto a quello dei roditori. Non possiamo piu' continuare a basarci su studi condotti su topi e ratti. E' imperativo ora focalizzarci sui tessuti umani perché, alla fine, è l'unico modo che abbiamo per capire come funzionano." Semplificando l'aspetto tecnico del discorso, si possono spiegare le differenze fondamentali tra i tessuti pancreatici che regolano il livello di glucosio nel sangue, dicendo che ci sono 4 tipi di cellule coinvolte: cellule alfa (glucagone), beta (insulina), delta (somatostatina) e PP (polipeptidi pancreatici). Nei roditori il tessuto è formato da un nucleo di cellule beta circondate in vario modo dalle altre cellule mentre negli uomini tutte le 4 tipologie di cellule sono mescolate insieme con un contatto intercellulare molto maggiore. Nei roditori le cellule beta sono il 77% delle cellule mentre nell'uomo solo il 55%. Il 71% delle cellule beta nei roditori sono "legate" a cellule beta confinanti mentre nell'uomo, dove le cellule sono molto piu' mescolate, solo il 29% lo sono. A seguito di questo studio è stato quindi possibile, con un ritardo di decenni, capire meglio il funzionamento dei tessuti, le modalità di produzione dell'insulina e le risposte cellulari ai diversi livelli di glucosio. Il dr. Camillo Ricordi, chirurgo, direttore scientifico del Diabetes Research Institute sostiene che "Bisogna sottolineare l'importanza della difficoltà di estrapolazione dei risultati nel passare dai roditori all'uomo. Usando tessuti umani e sistemi modello possiamo trasferire nuove scoperte in trattamenti innovativi per pazienti in un modo piu' veloce, efficiente e sicuro." Fonte The unique cytoarchitecture of human pancreatic islets has implications for islet cell function (2334-2339, Proceedings of the National Academy of Science, 14 Febbraio 2006, vol. 103, no. 7). |
Li ha ridotti a larve, veri scheletri viventi, li ha affamati fino a fargli spuntare decine d’ossa spigolose da una pelle tirata come un tamburo, vicina a rompersi per la sottigliezza. Si chiamano Lisa e Zucchero. Anzi, lei si chiamava Lisa, perché è morta. Erano due Grehyhounds salvati, come decine di altri ogni anno, dal GACI (Greyhound Adopt Center Italy), l’associazione nota per “le donne dei levrieri”. Fondata da Elisa Manna e Chiara Ottolini, la GACI ha sede a Modena e si occupa di recuperare i levrieri da corsa inglesi (Greyhounds) e i levrieri da caccia spagnoli (Galgos), prima che vengano soppressi e spesso impiccati, nelle campagne iberiche, perché non sono più utili per correre dietro una lepre, finta nei cinodromi o vera, nella campagna spagnola. L’associazione oggi s’è ingrandita e, grazie ai numerosi volontari, è arrivata a salvare le centinaia di levrieri destinati a misera fine, dopo il fallimento dei cinodromi di Roma e Napoli. http://www.adozionilevrieri.it/index1.htmlSe andate sul sito della GACI troverete oggi un annuncio che, in sostanza, se non blocca le adozioni, le limita ad esami severissimi dei richiedenti, perché è accaduto un episodio che sembra uscito da un racconto di Stephen King. Una giovane e bravissima (tutti 30 e lode) studentessa, iscritta al TACREC, Tecniche di Allevamento del Cane di Razza ed Educazione Cinofila, presso la facoltà di Veterinaria di Pisa, chiede in affido all’associazione due Grehyhounds, Lisa e Zucchero. Quale miglior persona cui affidarli, visto che la studentessa è attiva anche nel mondo televisivo e scrive articoli per riviste specializzate con, a fianco, la firma di docenti universitari? Le credenziali ci sono tutte e i due cani le vengono affidati. L’associazione controlla periodicamente le persone che ricevono i levrieri. Esige giustamente di essere rassicurata sul loro stato di salute. I primi colloqui con l’adottante sono telefonici e la studentessa, vicina al diploma, riferisce notizie confortanti e si dilunga su episodi idilliaci tra lei, Lisa e Zucchero. L’associazione le chiede qualche foto, da tenere in archivio. Non arrivano. Qualcuno s’insospettisce sulla base di voci che parlano di una studentessa molto brava a scuola, un po’ meno con i cani. Si cerca di formalizzare un incontro con una volontaria che vada a controllare. Nulla da fare. A questo punto interviene il presidente della GACI, Dario Ferrario, che si rivolge ai carabinieri. Quando entrano nella casa, a qualcuno viene il vomito. Urina ovunque, due centimetri di escrementi sul pavimento, puzza, sudiciume e due scheletri con brandelli di pelle addosso, uno dei quali (Lisa) in stato comatoso. Vengono immediatamente portati alla Clinica Cascina di Fornacette (Pisa) dove tutto il personale si mobilita, per giorni, al fine di salvarli. “Quando li ho visti” mi dice l’internista della Clinica, Francesco Carrani” mi sono venute in mente le immagini dei campi di concentramento e ho avuto finalmente chiaro cosa voleva dire quella cachessia (il dimagrimento scheletrico di un corpo malato N.d.A.) che abbiamo studiato sui sacri testi”. Dopo quindici giorni di cure assidue sembrano farcela entrambi e Lisa viene affidata a due persone di Modena, dove muore all’improvviso, tra le loro braccia, stroncata da una trombosi. Zucchero sta bene. Se osservate la dolcezza dello sguardo che ha un levriero e pensate a quanto hanno lavorato per salvarli, capirete perché veterinari, avvezzi al dolore e alla morte ogni giorno, hanno pianto, sapendo della morte di Lisa. La storia fa il giro del Net e il preside della facoltà di Pisa è costretto a pubblicare una lettera in risposta alle centinaia di mail che adombrano una qualche responsabilità dell’ateneo. Giungono messaggi anche dall’estero. Non affidate a quella donna neanche un moscerino. Si chiede che le venga impedito di laurearsi. In questo episodio mostruoso, se non c’è di mezzo la follia c’è veramente da avere paura della mente umana. PROTESTATE TUTTI: LETTERA TIPO al ministro pecoraro scanio
(se potete scrivete qualcosa di vostro pugno) ---------------------- |
In questi giorni si e' molto parlato in giornali e telegiornali della terribile situazione delle mucche "a terra", animali cosi' sfruttati e debilitati che non sono piu' in grado di tenersi in piedi e vengono trascinati e caricati a forza nei camion verso il macello. Ma quel che non e' stato detto, mai, in questi servizi, ne' nelle dichiarazioni di chi ha denunciato l'orribile situazione, e' di chi e' la colpa e che cosa puo' fare ciascuno di noi per evitarlo. Forse perche' e' troppo "scomodo" dirlo ed e' piu' semplice dare la colpa agli "allevatori cattivi", nella speranza che vengano controllati e puniti, e tutti possiamo continuare la vita di prima con la coscienza a posto? Peccato, non e' cosi' semplice! E se stringe il cuore vedere quelle povere mucche stremate da anni di sfruttamento per la produzione di latte, col cuore spezzato, di anno in anno, per il vitellino che viene loro strappato a pochi giorni dalla nascita (uno ogni anno, appunto), vederle cercare di camminare, non farcela, cadere, venir trascinate malamente nei camion, giacere in mezzo al fango incapaci di alzarsi... se stringe il cuore, vedere tutto questo, e' bene sapere che la soluzione NON e' quella di ammazzare le mucche sul posto, anziche' trasportarle, cosi' come richiederebbe la legge! Ammazzare le mucche sul posto non cambia di una virgola la loro vita precedente, piena di sofferenza e sfruttamento, non cambia il fatto che dopo 6-7 anni di vita vengono ammazzate per farne hamburger (in natura vivrebbero da 20 a 40 anni), non rende giusto quel che viene fatto loro, non restituisce loro i figli che sono state costrette a partorire e che sono stati portati via a pochi giorni di vita per finire imprigionati in un allevamento intensivo e macellati a 6 mesi per diventare "carne bianca". E quindi, non sono colpevoli solo gli allevatori, che sono esecutori e basta, ma sono piu' colpevoli i mandanti, cioe' chi, comprando i prodotti di questo sfruttamento e questa morte, implicitamente da' l'assenso a questo comportamento. O credete che sia possibile continuare a consumare carne, latte, formaggio ai livelli attuali, e a basso costo, senza che questo genere di allevamento diventi obbligatorio (sia per le quantita' prodotte che per il basso prezzo di vendita)? Se lo credete: sveglia, siamo nel mondo reale! Nel mondo reale questo e' possibile facendo fare alle mucche questa "vita": Filmato sul sito del Corriere della Sera E allora, se, nel mondo reale, volete, anziche' contribuire a questo massacro e dar soldi a chi lo compie, cercare di diminuirne la portata, c'e' una cosa, una cosa sola da fare. Non controlli della polizia, non leggi dello Stato, che non cambiano nulla, perche' tutto continuera' come ora finche' i livelli di consumo saranno questi. Una cosa sola, che potete fare voi, senza che nessuno debba dare il benestare dall'alto: diminuire i consumi di tutti i prodotti animali. Tutti. Diminuire quanto? Piu' che potete. Piu' queste immagini vi fanno male, piu' vi fanno crescere dentro lo sdegno per una sofferenza e una morte gratuite, non necessarie, piu' sentite, in voi, l'empatia verso questi animali che non hanno mai fatto male a nessuno, e che sono in grado di soffrire come ciascuno di noi, come il nostro cane, come il nostro gatto.... piu' sentite questo, piu' facile vi sara' evitare di comprare e consumare prodotti che hanno causato la loro sofferenza e la loro morte. Quando avrete diminuito questo consumo del 100% sarete vegan. Ma anche prima, prima di arrivare al 100%, avrete fatto qualcosa per questi animali, ne avrete salvati, diminuendo i consumi. Consigli pratici per iniziare a fare questa scelta: http://www.vegfacile.info. Chi questa scelta l'ha gia' fatta, per favore, scriva alla redazione dei TG o dei giornali che hanno riportato questa notizia, testimoniando che l'unica possibile soluzione e' quella di diminuire i consumi. Perche' la denuncia di questo stato di cose ha senso solo se serve a far capire alle persone cosa possono fare per evitarlo, altrimenti e' solo un'occasione sprecata! Fatevi sentire, per favore, e' importante! Potete scrivere a: Grazie! Questo destino non capita solo alle mucche, ma a tutti gli animali, specie i bovini, che essendo piu' grossi e pesanti risentono di piu', al momento del trasporto, dell'incapacita' di muoversi. Esiste un nome, per tutti questi animali, si chiamano "downers" (in italiano si traduce con "a terra"), e il loro destino e' uguale in tutto il mondo. Qui sotto riportiamo un racconto, che abbiamo tradotto diversi giorni fa da un sito americano, e oggi e' il momento giusto per pubblicarlo, dato l'argomento. La vicenda si svolge negli USA, ma potrebbe benissimo svolgersi qui, come avete visto dai filmati: ogni posto del mondo e' uguale, per gli animali allevati per essere uccisi. Racconto: Una mucca "a terra": questa storia vi cambierà la vita Il camion che trasportava questa mucca fu scaricato al Walton Stockyards nel Kentucky una mattina di un giorno di settembre. Dopo che gli altri animali furono fatti scendere dal camion, lei era rimasta indietro, incapace di muoversi. I lavoratori del mattatoio le applicarono come d'abitudine il pungolo elettrico sulle orecchie per spronarla ad uscire dal camion, poi la picchiarono e le tirarono calci sul muso, nelle costole, sulla schiena, ma lei non si mosse. Allora le strinsero una corda attorno al suo collo, legarono l'altro capo ad un bastone piantato nel terreno, e fecero avanzare il camion. La mucca fu trascinata sul pavimento del camion e cadde a terra, rompendosi entrambe le zampe posteriori ed il bacino. Rimase lì fino alle sette e mezza del pomeriggio. Per le prime tre ore, rimase lì, urlando sotto il sole cocente. Ogni tanto, dopo aver urinato o defecato, si trascinava con le zampe anteriori sul sentiero di ghiaia per spostarsi in un posto pulito. Provò anche a spostarsi verso una zona ombreggiata, ma non riuscì ad arrivare così lontano. Dopotutto, poteva muoversi solo per una decina di metri. Gli operai del mattatoio non le diedero bere, e l'unica acqua che la mucca ricevette le fu data da Jessie Pierce, un'attivista locale. Era arrivata verso mezzogiorno, dopo essere stata avvisata da una testimone che aveva assistito all'accaduto. Dato che i lavoratori non si dimostrarono disposti a collaborare con lei, chiamò la polizia della contea di Kenton. Il poliziotto che arrivò era stato avvisato dai suoi superiori di non fare nulla; se ne andò verso l'una del pomeriggio. Un operaio del mattatoio avvisò l'attivista che aveva ricevuto dalla compagnia di assicurazioni l'autorizzazione per abbattere la mucca, ma che non l'avrebbe fatto finché lei non se ne fosse andata. Jessie era dubbiosa sul fatto che l'operaio avrebbe mantenuto la parola, ma se ne andò verso le 15. Quando tornò, verso le 16:30, trovò il mattatoio deserto. Tre cani stavano attaccando la mucca, che era ancora viva. Aveva subito numerose ferite, e l'acqua da bere le era stata portata via. Jessie contattò allora la polizia di stato. Quattro ufficiali arrivarono alle 17:30. L'agente Jan Wuchner avrebbe voluto sparare alla mucca, ma gli fu detto che sarebbe arrivato un veterinario ad ucciderla. I due veterinari dello stabilimento si rifiutarono di praticarle l'eutanasia; dissero che per preservare il valore della carne, la mucca non avrebbe dovuto essere uccisa. Un macellaio finalmente arrivò alle 19:30 e sparò alla mucca. Il suo corpo fu venduto per 307 dollari. Quando un operaio del macello fu intervistato da un reporter del Kentucky Post, disse: "Non le abbiamo fatto nulla, dannazione!", e definì le attenzioni rivolte alla mucca dagli altri operai e dalla polizia come "stronzate". Rise durante tutta l'intervista, dicendo che non c'era nulla di male nel modo in cui la mucca era stata trattata. Ogni anno, milioni di polli, tacchini, maiali e mucche arrivano nello stabilimento o già morti oppure troppo malati o feriti per camminare. Questo non è un caso isolato. È molto comune che arrivino animali in questo stato, tanto che è esiste un termine ben preciso per definirli, "downer", cioè animali feriti, che non sono in grado di alzarsi e camminare (NdT in italiano si possono definire animali "a terra"). Secondo le statistiche rese disponibili dalla stessa industria della carne, ogni anno milioni di polli, tacchini, maiali e mucche arrivano nei macelli o morti o troppo malati o troppo feriti per camminare. Gli animali spesso si azzoppano o si ammalano dopo una vita di sfruttamento negli allevamenti intensivi, e dopo un viaggio in condizioni disumane verso il mattatoio, viaggio che spesso avviene in qualsiasi condizione climatica e senza cibo né acqua. Gli allevamenti non forniscono cure mediche individuali o eutanasia agli animali malati: è molto più economico lasciar soffrire, ed infine morire, gli animali. La sofferenza causata dai metodi di allevamento, che hanno lo scopo di contenere i costi della carne, delle uova e dei latticini, è enorme. L'industria delle uova, per esempio, confina tra cinque ed undici galline in piccole gabbie in batteria, senza curarsi del fatto che le condizioni di affollamento causano malattie e morte a molti dei volatili. L'esperto di industria aviaria Bernard Rolling riassume il semplice e freddo ragionamento degli operatori di queste industrie con la frase "i polli sono economici, le gabbie costose". |
Inviato da: milanicinzia1975
il 19/06/2020 alle 10:32
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il 24/08/2016 alle 23:47
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il 18/02/2016 alle 12:48
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il 27/01/2016 alle 14:29