Post n°17 pubblicato il 17 Aprile 2008 da persa_nel_buio
I giorni successivi furono splendidi, Enrico mi veniva a prendere a lavoro, ed ogni giorno pranzavamo e cenavamo insieme, io non mi sentivo piu' sola, ed avevo una ragione in piu' nella mia vita. Giocavamo come due ragazzini, rivivevamo un'infanzia che non c'era stata, lui era premuroso e gentile con me, ed io lo adoravo. Passaro due settimane vissute intensamente, l'azienda per cui lavoravo chiudeva un mese per le ferie estive, ed io chiesi ad Enrico, di abbandonare l'albergo, evitando cosi' di buttar via dei soldi, e di trasferirsi a casa mia, che oramai era anche la sua. Non ci penso' due volte, lo stesso giorno ci recammo in un centro commerciale, comprammo un divano letto a due posti, Enrico prese anche dei separe' cinesi, laccati di nero e intarziati con della madreperla, che raffigurava villaggi orientali. Cosi' in un angolo della sala da pranzo ricavammo un delizioso spazio, la camera di Enrico, dietro a quei deliziosi separe' che nulla facevano intravedere. Enrico adorava cucinare, e lo faceva anche molto bene, mi stupiva il suo modo fantasioso, nel presentare ogni pietanza, era una delizia guardare quei piatti, ed assaporarli era ancora piu' piacevole. Lo chiamavo il Mago dei Fornelli, e lui sorrideva, ma guai entrare in cucina se c'era lui, era geloso del suo lavoro, e non si poteva metter mano. Nel frattempo Monica la mia vicina di casa, aveva notato la presenza maschile nella mia casa, ed io troppo presa da questo incontro, mi ero dimenticata di avvertirla, cosi' una sera mi chiamo' e con una scusa mi chiese di andare da lei. "Disgraziata ti sei fidanzata e non mi hai detto nulla?! dai raccontami! chi e' quel gran pezzo di figliuolo che hai in casa?!! " cosi' mi accolse, io scoppiai a ridere, e risposi "Non posso nascondere nulla, e' il mio ragazzo, l'ho consciuto in spiaggia ti piace?" "Ma che gran fondo schiena, perche' io non faccio mai di questi incontri? Mi piace?! ma quello nn e' un uomo e' un Angelo....pero' son felice per te credimi lo dico davvero" e mi abbraccio' le presi le mani, la guardai e con un sorriso gli dissi, "Calma Monica, scherzavo, e' solamente mio cugino, mi e' venuto a trovare........" I suoi occhi uscirono dalle orbite, tu hai un cugino cosi' e non me lo presenti?! " mi disse, "Scusami Monica, riparero' ogni cosa, domani sei invitata da noi a cena, cosi' avrai modo di conoscerlo, e mi perdonerai...." conclusi. Monica non era piu' in se', era strafelice, mi abbraccio', e ci mettemmo d'accordo per la sera seguente, tornai a casa da Enrico, e gli dissi che il giorno dopo, avremmo avuto un'ospite a cena, non mi chiese neache chi fosse l'invitato, ma ribatte' dicendomi.... "Devo chiederti un favore, ma sappi che non devi dirmi di si per farmi piacere, mi ha chiamato un'amico, mi son dimenticato di parlarti di lui e' il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme, arrivera' domani dall'africa, ...........possiamo ospitarlo?!?" Non tentennai neanche un attimo, " I tuoi amici sono anche amici miei, vorra' dire che domani sera ceneremmo in 4 perche' viene a cena una mia amica, e tu cucinerai sappilo..." si mise a ridere, e mi rispose "ok domani ti butto giu' dal letto e andiamo a far spesa al mercato, cena a base di pesce, puo' andar bene?! Tu penserai ad apparecchiare.... mi potro' fidare?!....mha' " poi mi strinse a se e sussurro " Ti voglio bene...." |
Post n°16 pubblicato il 08 Aprile 2008 da persa_nel_buio
Non riuscivo a crederci, quello sconosciuto, era mio cugino!!! L'ultimo sguardo allo specchio, una rinfrescata al trucco, ed aprii la porta.. Lui era li', illuminato dal sole, era addirittura piu' bello, un'attimo, un solo istante in cui a parlare erano i nostri occhi, uno difronte all'altro, gli occhi brillano, di lacrime di gioia, due grandi sorrisi, le sue braccia si allargano, ed io mi abbandono tra di esse, lui mi solleva e mi fa girare, pronunciando di seguito il mio nome, "JENNY JENNY JENNY JENNY" La gioia, che bel sentimento, il cuore che impazza di felicita', proprio quando oramai pesavo di essere SOLA........... invece c'era lui ENRICO. Ci avviammo verso un ristorante, potrei giurare che non camminavamo, ma volavamo, la sua mano stringeva la mia, e subito dopo la stessa mano, mi stringeva le spalle, ogni tanto si fermava mi guardava e diceva, "Jenny mia cugina....ma ti rendi conto? sei mia cugina?!" La sua voce era incredibile, mi entrava dentro facendo vibrare, ogni parte di me. Un sentimento delicato, un'emozione mai provata prima, il mio sangue era uguale al suo, ed io lo sentivo. Avevamo voglia di dirci mille cose, venni' a sapere cose che neanche immaginavo, che mio zio si era separato 10 anni prima, ma che non aveva voluto mettere al corrente mio padre, e che oramai aveva un'altra compagna, cosi' come sua moglie aveva una nuova famiglia, Enrico mi raccontava questo, con un'amarezza legato ad un dolore passato oramai, ma ancora vivo nella sua anima. Mi parlo' dei suoi progetti, sarebbe rimasto in Italia, e la mia gioia era sconfinata, non l'avrei riperso...... Il tempo volava in fretta, e ogni cosa che ci raccontavamo era nuova, il pranzo fini' e il tempo era stat troppo poco, dovevamo dirci ancora migliaia di cose. Lui mi disse "Hai impegni? " la sua domanda era una chiara richiesta di allungare i tempi, ma non aveva fatto altro che leggere anche il mio pensiero, così gli proposi di rilassarci a casa mia, lui accetto' la proposta. Sul divano ci raccontammo ancora migliaia di cose, ogni tanto ironizzavamo e riempivamo la camera, di grasse risate, eravamo li' con i nostri cuori tra le mani, incuranti del mondo intero, in quel momento, senza finti atteggiamenti, eravamo due bambini, stavamo recuperando l'infanzia perduta. Enrico mi disse che alloggiava in albergo, e che si sarebbe trattenuto un mese a Gallipoli, dopodiche' si sarebbe dovuto trovare una sistemazione a Milano, tramite conscenze italiane in Africa, sarebbe stato assunto nella grande citta, in una grossa azienda, il mio sorriso si spense, lo avrei riperso, certo Milano non e' l'Africa, Milano era la mia citta che avevo lasciato, per dimenticare........... |
Post n°15 pubblicato il 04 Aprile 2008 da persa_nel_buio
Ero agitatissima, ma colma di felicita', avrei voluto chiamarlo subito, ma era molto tardi, e mi fermai. Mi adagiai sul letto, le braccia sotto la testa, fissai il soffitto, cercai di ricordare le vecchie foto ingiallite, e ricordai lo Zio un uomo non troppo alto, e dei capelli nerissimi con brillantina, il suo viso era buffo, mi ricordava un po' Macario quello dei vecchi film in bianco e nero. Chissa' se Enrico gli somigliava?! Mi addormentai serenamente, con il desiderio di incontrare presto mio Cugino, adoravo quella parola, mio CUGINO CUGINO CUGINO ..... Era Sabato mi svegliai, quando la luce del sole, riuscì a trapassare tra le fessure delle persiane, presi subito la lettera di Enrico, e composi il suo numero, la sua voce fece tremare la mia, "Ciao sono Jenny" gli dissi , con una gioia pari alla mia, mi grido' la sua felicita', il suo accento era particolare, parlava l'italiano ma si sentiva il suo accento inglese, Entrambi volevamo parlare, avevam tante cose da dirci, quella telefonata fu' molto lunga, finche' ci decidemmo a darci un'appuntamento, per pranzare assieme. Mi rendevo conto, che avevo ancora, un legame con il passato, e questo si chiamava Enrico. Mi preparai, come oramai non facevo piu' da un bel po', volevo che mio cugino, mi conoscesse al meglio . Io ho sempre fatto parte di quel 20% di donne che non arriva mai in ritardo, ma sempre in anticipo, sono un ansiosa di carattere, e odio pensare che qualche d'uno perda del tempo aspettandomi, quindi preferisco aspettare, l'appuntamento era alle dodici, per un aperitivo in un bar al centro di Gallipoli. Erano le undici ed io ero gia' pronta, cercai di attendere ancora un po', ci avrei messo dieci minuti ad arrivare, ma non ci riusci'. Andai decisa verso il bar, erano le 11:15 avrei dovuto attendere ancora tanto quindi mi accomodai, all'esterno, ordinando un caffe'. Di fronte a me era seduto un ragazzo bellissimo, uno di quelli che non credi che esistano davvero, quelli che vedi nei giornali di moda, era splendido, un'apparizione divina. Era vestito di bianco, sembrava fuori luogo, si notava tra 100.000 persone, era vestito tutto di bianco, e leggeva un giornale, mentre sorseggiava un aperitivo, ed io lo osservavo gustandomi quella bellissima immagine, facendo bene attenzione, di abbassare lo sguardo quando lui lo alzava. Il cameriere porto' il caffe', e mentre lo assaporavo, per un attimo i miei occhi si specchiarono nei suoi, per un attimo pensai che anche lui era attratto da me, ma subito dopo mi convinsi che non poteva essere, era davvero troppo bello. Guardai l'ora erano le 11:35 incominciai, a guardare in lontananza il corso, con la speranza di intravedere una figura, che potesse essere quella di Enrico. Al telefono ci eravamo limitati a darci l'appuntamento, ma non ci eravamo dati indicazioni, sul come eravamo fisicamente. Erano le 12:00 e nel bar oltre a qualche coppietta, e qualche anziano, non avevo notato nessuno che poteva essere mio cugino, avra' avuto un contrattempo?! Il bello e impossibile, si alzo' ed entro' nel bar, io non sapevo cosa fare, per un caffe' ero stata seduta 45 minuti, sfogliando un giornale. Mi alzai, erano le 12:15 e lui non si era visto, incominciai a camminare lungo il corso, facevo finta di guardare le vetrine, mentre lo sguardo era rivolto all'entrata del bar. Alle 12:20 vidi l'uomo in bianco superarmi, e perdersi tra i passanti. Alle 12:30 decisi di tornare a casa, delusa, e triste. Alle 13 squillo il telefono, era Enrico, "Hai avuto problemi?" mi disse "IO?" risposi Gli spiegai che ero stata li' un'ora, gli dissi anche come ero vestita, scivolai con la schiena contro il muro, fino a sedermi per terra, mi aveva appena detto, che lui era li' vestito di bianco, e scoppio a ridere........... "Eravamo entrambi li', un difronte all'altro e non ci siamo riconosciuti, non sentivi il mio sangue chiamare il tuo?" Non potevo dirgli l'unica cosa che avevo sentito, si in effetti il sangue che ribbolliva, ma non di certo per i motivi da lui detti. "Cosa aspetti esci dai che facciamo ancora in tempo per il pranzo, ma non ti muovere dalla tua porta, passo a prenderti questa volta nn voglio perderti"... |
Post n°14 pubblicato il 03 Aprile 2008 da persa_nel_buio
Chi mai poteva avermi messo una lettera, sotto la porta? ! Pensai subito a Gianni, ma la cosa non mi faceva piacere, aprii la lettera con calma, e con indifferenza, pensavo ad una lettera di scuse, che proprio in quel momento non desideravo leggere. Lo avevo cancellato, e non volevo doverlo ricordare...... "Ciao Jenny, scusa se irrompo in questo modo, nella tua casa, ma sono passato tre volte e non avendoti mai trovata, questo e' l'unico modo che mi rimane per comunicare con te. Ti starai chiedendo chi sono, sono Enrico, noi non ci siamo mai conosciuti, tuo padre e il mio, erano fratelli, sono il figlio di tuo zio Giacomo....Ricordi?!? Abbiamo vissuto in Africa per molti anni, per questo motivo non ci siamo mai conosciuti, io sono tornato qui' da un mese ed ho saputo che tu sei qui'. Vorrei tanto conoscerti e abbracciarti, ma soprattutto, ritrovare mia cugina. Questo e' il mio numero telefonico .............. chiamami ti prego a presto, un abbraccio sincero Enrico"
Lo stupore e la felicita', invase ogni muscolo, del mio corpo, Enrico, mio cugino. La mia famiglia era molto piccola, mia madre era figlia unica, ed i suoi genitori , i miei nonni, li ricordavo appena, avevano raggiunto il paradiso quando ero molto piccola. Mio padre invece aveva un fratello, piu' grande, che si trasferi' in Africa, quando aveva circa venti anni, e li' si fece poi famiglia, mia zia non la conoscevo, tantomeno mio cugino. Mio padre e mio zio, purtroppo quando morirono i nonni, ebbero profonde discussioni, il tutto telefonicamente, per questioni di eredita', in effetti i nonni lasciarono quel poco che avevano a mio padre, che era stato l'unico ad averli accuditi, e zio Giacomo rivendicava la sua parte, cosi', anche i rari contatti telefonici, smisero. In quel momento a me non interessava nulla, delle questioni economiche, avevo un cugino che aveva il mio stesso sangue, avevo ancora qualche d'uno, ed io gli volevo gia' bene senza neanche conoscerlo, ad un tratto mi sentì la donna piu' felice del mondo........... UNA LUCE NEL BUIO........................... |
Post n°13 pubblicato il 01 Aprile 2008 da persa_nel_buio
Per tre mesi avevo sognato lui, per tre mesi mi ero ancorata a quel sogno, per soccombere i miei incubi, per aggrapparmi al futuro che non avevo, ed ora mi sentivo uno straccio, uno stupito straccio, sporco, da gettare via. Non andai piu' al Bar di Paolo, ci passavo solo al mattino per una colozione veloce, a pranzo tornavo a casa, tanto la voglia di mangiare non c'era. Tuttavia, una sera dopo aver sentito sbattere la portiera di un'auto, incuriosita spiai tra le fessure delle mie persiane, appena mi resi conto, che quella figura era Gianni, mi allontanai dalla finestra, oramai avevo cancellato ogni emozione legata a lui, ero riuscita a cancellare ogni cosa, con rancore nell'animo. Abbandonai anche il mio mare, ce l'avevo anche con lui. Le giornate passavano come treni in corsa, ed io le riempivo con il lavoro, e con una passione arrivata tutta d'un tratto, la pittura, una pittura senza talento, una pittura fatta di lacrime dolori pianti, passato e nubi tante nubi. Roky sembrava capire il mio stato d'animo, e sempre piu' spesso veniva a trovarmi, Monica la vedevo poco, non la evitavo, ma mi sentivo sporca e poco vera nei suoi confronti, tenermi quel segreto per me, era indice di poca sincerita' nei suoi confronti. Le uscite con i colleghi erano rare, ed io facevo di tutto per non farmi amicizie, e imparai ad amare la solitudine. Passarono i mesi, ed arrivo' l'estate, un'estate colma di turisti, di musica e spettacoli, mercatini zeppi di oggetti in coccio, che mi ricordavano, il passato, dei fischietti in coccio, rappresentati da personaggi di ogni genere, li adoravo da bambina, e mio padre non mancava mai di accontentarmi comprandomene uno, riempiendomi di gioia. Tutto mi ricordava i tempi passati, le luminarie che in quei posti, sono direi esagerate, ma fantastiche. La gente in quelle serate sembra davvero cambiare, sfilate di bellissimi vestiti, capelli acconciati in modo perfetto, ero io questa volta a non seguire la moda, con i miei jeanz sbiaditi, e una magliettina anonima, osservavo e pensavo, ero li' ma nello stesso tempo, mi sentivo simile ad un fantasma, seguivo piccole discussioni qui' e la', tra amiche che sghignazzavano parlando di qualche bel ragazzo, mariti e mogli che discutevano, nonni che sgridavano i nipoti, ed io li' donna invisibile. Presi a costeggiare il mare, mi appoggiai con le braccia su un muretto, e sotto vidi il mare borbottare, la luna era rossa, le stelle luccicavano , e tutto si rifletteva nel mare, nel mare che urlava, un pescatore in silenzio, appostato su uno scoglio, faceva abboccare i pesci all'amo, luci d'argento assassinati, ed io come loro morivo dentro. Arrivai a casa, a tarda serata, aprii la porta, e inciampai su una busta bianca, che era stata spinta da sotto la porta, ............................................................ ............Di chi era quella lettera!!!!!!!!! |
Post n°12 pubblicato il 30 Marzo 2008 da persa_nel_buio
I giorni sembravano non passare mai, ed ogni giorno entravo nel bar, con la speranza di trovare Gianni. Andavo ogni giorno in spiaggia, affidavo le mie paure, le mie gioie ed i miei dolori, al mare al vento alla sabbia, ammiravo l'infinito, mi ponevo domande a cui non sapevo dare risposte. Gianni entro' nel bar dodici giorni dopo, ed io ero felice, felice nell'anima nel cuore nel corpo, i miei occhi luccicavano, mi saluto' con un bacio sulla guancia, e quel giorno si soffermo' tanto tantissimo, mi accompagno' in spiaggia, prese anche lui una sdraio e si rilasso' accanto a me, per un attimo i nostri occhi si fusero, lui era in me io in lui, le sue labbra umide sulle mie, non stavo sognando questa volta no lui mi baciava davvero, era realta'. Un bacio, un solo timido bacio, un semplice bacio, eppur il mio cuore sembrava scoppiare. Quella notte quel bacio si ripete' per miliardi di volte nella mia testa, il sapore delle sue labbra, era rimasto in me. Il giorno dopo Gianni non c'era, ma questa volta lo sapevo, me lo aveva detto che l'indomani era impegnato e non sarebbe venuto, ma io continuai a baciarlo, non smisi mai , neanche per un minuto. La sera tornai a casa, ed incontrai Monica, aveva tanti pacchetti in mano, andai da lei per aiutarla, e lei mi disse che stava organizzando una piccola festicciola per la sera stessa in onore del compleanno della sorella, ma era preoccupatissima, perche' doveva fare mille cose, ed aveva fatto tardi, mi invito' per la serata, ed io mi offri di aiutarla. Fortunatamente aveva comprato, cibarie gia' pronte, dovevamo solo sistemarle con gusto sui vari vassoi, Dopo circa due ore avevamo preparato il tutto e Ritornai a casa per una veloce doccia, e per vestirmi in modo piu' adatto alla circostanza, Monica mi aveva detto che saremmo stati una decina di persone, una cosa carina e intima. Tornai a casa di Monica, mi spiego' che pian piano sarebbero arrivati tutti, e che il ragazzo di sua sorella, era nostro complice, ed era con lei, sarebbero rincasati alle ventuno, e tutti noi nascosti, gli avremmo fatto una sorpresa inaspettata. Arrivo' Giulio, un ragazzo sui trentasei anni, con la sua barbetta rossa e gli occhi azzurri, era strana la sua pelle chiara, in quel posto erano tutti molto scuri di carnagione, lui sembrava uno straniero. Anna e Giusy arrivarono assieme, erano due colleghe di Barbara, la prima una miniatura di donna, la seconda molto alta, era uno spettacolo vederle assieme. Franco ed Alex dopo poco suonarono il campanello, entrarono portando con loro, una sorta di sole, erano di una simpatia incredibile. Infine arrivo' Carlo e Giada, una coppia di fidanzati a vita, Monica mi aveva spiegato che erano assieme da almeno undici anni, ma Carlo che studiava da medico, voleva terminare gli studi per poi pensare ad un futuro piu' concreto con Giada, erano una bella coppia. Monica mi presento' a tutti con entusiasmo, e tutti mi accolsero come se fossi una vecchia amica, nell'attimo in cui ci ritirammo in cucina per prendere gli aperitivi da offrire, Monica mi confido' di essere molto attratta da Giulio, ma continuo' dicendomi che per Giulio non era la stessa cosa, sembrava anzi che lui proprio non la vedesse Monica, desolata fece un sospiro e mi disse che prima o poi, avrebbe trovato la sua anima gemella, sorridendo gli dissi "sicuramente piu' prima che poi........" Stava per giungere l'ora dell'arrivo di Barbara, Monica spense le luci, e tutti noi ci accovacciammo, dietro il lungo divano del soggiorno, aspettando che arrivasse, ogni secondo Alex e Franco, facevano battute e tutti scoppiavano a ridere in modo silenzioso. La chiave giro' nella porta, Barbara e il suo ragazzo entrarono in casa ed appena accesero la luce in soggiorno, noi uscimmo fuori battendo le mani e cantando "Tanti Auguri a te", anche io le battevo, le battevo forte, per spegnere il dolore, il pianto del mio cuore, gli urli della mia anima, insieme a Barbara di fronte a me c'era Gianni che le cingeva la vita....... C'era la musica, c'erano le risate, ma io avevo il silenzio in me, lui mi Guardo' con aria stupita', io non lo guardai, quando Monica ci presento', io non volevo essere li', io volevo scappare urlare piangere. Quella serata la odiavo, e volevo solo che finisse al piu' presto quella tortura, notai che Gianni si sforzava ad essere normale, ma che l'imbarazzo si era impossessato del suo corpo. A meta' serata, mi inventai un forte mal di testa, feci ancora gli auguri a Barbara, salutai tutti e me ne andai a casa. La mia casa dei pianti, e dei sogni infranti.............. |
Post n°11 pubblicato il 23 Marzo 2008 da persa_nel_buio
Le settimane scorrevano veloci, io ero contenta del mio lavoro, ed i miei colleghi erano persone splendide. Oramai avevo preso le mie abitudini, nelle tre ore di pausa pranzo, non andavo mai a casa, non amavo prepararmi da mangiare, e quindi mi fermavo in un bar, dopo il caffe' se il tempo era bello, mi dirigevo in spiaggia. Le sdraio accantonate per l'estate, di colore verde e giallo a strisce, mi tornarono utili, ne presi una e mi sistemai, in un corridoio formato dalle cabine di cambio estive, che mi proteggevano dalle giornate ventose. Da li osservavo il mare, e come al solito mi perdevo tra le onde, in quel momento una figura che a me sembrava addirittura irreale, correva sulla battigia, mi apparse come un Dio del mare, un dipinto etereo, ci misi un po', ma ero certa, era LUI, il mio Uomo sconosciuto. Inerte impassibile, cosa potevo fare?! corrergli dietro?! era impossibile, non ebbi il tempo di riflettere, lui era gia' una minuscola figura lontana...........troppo lontana da me. Ogni giorno su quella spiaggia, vivevo nella speranza di rivederlo, ma non successe piu'.......... Passo all'incirca un mese, stavo gustando il mio panino con pate' di olive spek e brie', quando entro' "Gianni sei ancora vivo? " grido' Paolo il padrone del piccolo bar, girai la testa per guardare con chi parlava, il pezzo di pane mi rimase fermo in gola, era Lui..... sollevai il bicchiere d'acqua, per aiutarmi a deglutire quel pezzo di pane, i miei occhi non riuscivano a staccarsi, da quella figura, se solo quell'uomo avesse potuto leggermi dentro, avrebbe carpito tutti i miei sogni erotici, dove Lui era proprio il protagonista. Prese un caffe' al bancone, mentre continuava a parlare con Paolo, ora sapevo il suo nome, Gianni, nel bar eravamo in tre, e Paolo si fece un caffe', e mentre continuava a chiacchierare con Gianni, si sedette al mio tavolo, dove invito' anche Gianni, "Ti presento Jenni, un nuovo aquisto della Cruiser" disse (la Cruiser era il nome della azienda in cui lavoravo) " L'ho sempre detto che il vecchio Rocco ha intuito " sorrise ammiccando un occhiolino a Paolo poi continuo' "comunque piacere io sono Gianni" ed allungo' la sua mano verso la mia che tremava in modo smisurato, cosi' come le mie gambe, che non riuscivano a fermarsi e dondolavano sotto il tavolo. Dissi qualche parola ma non ricordo cosa, avevo avanti a me un sogno, cercai di essere il piu' naturale possibile, ma non so se ci riuscii. Da quel giorno Gianni lo vidi per una settimana di seguito tutti i giorni in quel bar, e pranzava con me, ma stava molto meno tempo, si fermava un'oretta, parlavamo scherzavamo, era splendido vederlo ridere, aveva una fossetta sul mento che lo rendeva ancora piu' bello, e dei denti bianchi come la neve, che illuminavano la sua pelle ambrata. La settimana seguente, lavoravo pensando solo a Gianni, e soprattutto speravo che la mattinata volasse, per poter andare in pausa e vedere Gianni, ma Gianni non si presento' al bar, cercando di essere il piu' indifferente possibile, dissi a Paolo, "Oggi Gianni, ti ha cornificato" e lui rispose "No lui viene solo una settimana al mese, non te l'ha detto! fa l'avvocato a Lecce, ma qui' ha uno studio con dei soci e lo segue quando puo'...." Mi resi conto che non avevamo fatto discorsi seri, nella settimana precedente, ed in effetti non sapevo nulla di lui come lui non sapeva nulla di me.... Continuai a pensare a lui, ma ora conoscevo la sua voce, i suoi gesti, i suoi sorrisi, non c'era dubbio Gianni era gia' nel mio sangue..... |
Post n°10 pubblicato il 22 Marzo 2008 da persa_nel_buio
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Post n°9 pubblicato il 18 Marzo 2008 da persa_nel_buio
Il mio amico Spenk, ogni giorno mi faceva visita, Ma lui non si dimentico' mai di me. Fu cosi' che un giorno, la noia o la curiosita', mi fecero balzare in mente Si infilo in una strada, guardai in alto e lessi ^ Via della Gatta ^ |
Post n°8 pubblicato il 17 Marzo 2008 da persa_nel_buio
"Le faremo sapere..." cosi' mi congedo' la giovane donna Decisi di tornare a casa dalla spiaggia, Un ragazzo molto giovane di 16 anni o giu' di li', Mi torno' utile Gian Luca un ragazzino di 5 anni piu' grande di me, Mi senti' impotente, e nello stesso tempo viscida, Un lampo di genio, Mi avvicinai al ragazzo sussurrai "Mi spiace..." Arrivai a casa, e sotto la doccia piansi,
Mi spiego' che li' le cose erano cambiate, Preparai degli spaghetti in modo veloce, |
Post n°7 pubblicato il 14 Marzo 2008 da persa_nel_buio
Dopo circa tre settimane, feci il punto sulla mia situazione, Fu' cosi che decisi di andare a trovare Monica, Fu nel blue di quella stanza, che Monica, Fu lei a consigliarmi dove rivolgermi per il lavoro, Il giorno seguente, mi alzai di buon'ora Il ticchettio dei tacchetti delle mie scarpe, Mi distrasse un bimbo che piangeva Ci misi poco a comprendere, che per quella gente Per quel motivo , arrivata innanzi l'entrata dell'agenzia, Camminando velocemente, In quell'attimo mi scontrai contro |
Post n°6 pubblicato il 11 Marzo 2008 da persa_nel_buio
Ero convinta di ricordare ogni strada ogni piazza ed ogni vicolo, Entrai nella piccola cittadina, e mi stupii nel non ritrovarmi piu', Non sarei riuscita a trovare la casa dei nonni, Dopo aver chiesto ad alcuni passanti riuscì a trovare la casa dei nonni, Ma certo che stupida Monica, Mi congedai promettendo a Monica di pranzare o cenare assieme, Un mattino verso le sei, decisi di farmi una passeggiata in spiaggia lo chiamai SPENK come un cartone animato che vedevo da ragazzina.... |
Post n°5 pubblicato il 01 Marzo 2008 da persa_nel_buio
L'asfalto grigio scorreva velocemente sotto le ruote della mia auto "Alzati Stellina che andiamo al mare.....o non vuoi venire?" Mentre ricordavo mi scappo' il primo sorriso,
L'auto era sempre stracarica, credo che fosse la cosa che odiavo I miei ricordi si annebbiarono alla vista del panorama che cambiava |
Post n°4 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da persa_nel_buio
Erano passati 15 giorni ed io ero ormai certa su cio' che avrei fatto, la mia decisione era presa avrei lasciato la mia Citta', quella citta' che mi aveva visto crescere, e mi aveva donato molto, ma cio' che mi aveva tolto era molto di piu' ed io sentivo forte in me il desiderio di andarmene. Feci delle brevi considerazioni, su cio' che lasciavo e mi resi conto che avevo migliaia di conoscenze, ma nessun legame, l'unica persona che mi dispiaceva lasciare era la mia vicina di casa, venti anni piu' grande di me, l'ho sempre considerata la sorella maggiore che non avevo mai avuto, ed era stata lei che in quei giorni mi era stata piu' vicina. Le confidai il desiderio di andarmene, lei mi appoggio' , e mi incoraggio', ricordandomi che ovunque sarei andata lei ci sarebbe sempre stata, mi fece giurare di chiamarla almeno una volta al mese, ci guardammo ed io piansi tra le sue braccia, le uniche braccia che sapevano ancora donarmi Amore. Sul mio letto tre valigie erano pronte per essere riempite, infilai dentro tutto cio' che credevo in quel momento potesse essermi utile in una casa chiusa da circa quindici anni. Ero riuscita a riempire i sedili posteriori e il baule della mia piccola opel corsa. Lasciai le chiavi alla mia vicina, che si prese l'impegno di occuparsi della posta e delle varie bollette, oltre a aereggiare la casa che avrei lasciato vuota per un bel po'..... La salutai , e senza voltarmi indietro scesi di corsa le scale mi accomodai in auto pronta per una nuova vita...... |
Post n°3 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da persa_nel_buio
Quella fu' la notte dei "PERCHE'" |
Post n°2 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da persa_nel_buio
Camminai per ore o forse giorni o magari mesi, Una voce nel buio, una voce senza volto,
Da quella notte, nessuno piu', Persa nel Buio
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Post n°1 pubblicato il 23 Febbraio 2008 da persa_nel_buio
Il vento freddo come una lama tagliente, Le mani chiuse a pugno, laceravano la fodera il vuoto, l'odio, il dolore,
Era notte notte fonda, una notte senza stelle, I tacchi dei mie stivali, erano come tamburi, Una notte senza paura, proprio io che dormivo ancora |
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