Creato da: diefrogdie il 27/09/2007
Diario politicamete scorretto di un catto-democratico.
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DIEFROGDIE?Perchè DIEFROGDIE? La storia è lunga. La si può sintetizzare nel modo seguente: tutto sembra nascere da un verso di una poesia (l'immortale "Se questo è un uomo" di Primo Levi). Il verso è "Vuoti gli occhi / e freddo il grembo / come una rana d'inverno", verso successivamente ripreso nella poesia di Scardanelli "Canto di Azatoth II" (http://blog.libero.it/scardanelli), nella quale poesia la rana diviene il simbolo della morte, della sconfitta, del tradimento. Allora muori (DIE) rana (FROG) muori (DIE), perchè la vita nonostante tutto deve continuare. Il curatore del blog
LA MALATTIA DELL'ISLAM
Post n°215 pubblicato il 14 Aprile 2012 da diefrogdie
Tag: Abdennour Bidar, islam, islamismo, Mohammed Merah, Padre Samir Khalil, salafiti, strage di Tolosa Mohammed Merah, un mostro creato dalla malattia dell'islam. Mohammed Merah, ucciso a 23 anni, è tristemente famoso per aver compiuto, lo scorso 19 marzo, la strage dei bambini ebrei davanti alla scuola di Tolosa (Francia) e per l'uccisione giorni prima di alcuni parà francesi a Montauban. Assediato per ore dalla polizia nella casa dove si era rinchiuso, è morto in uno scontro a fuoco lo scorso 22 marzo. Abdennour Bidar è un filosofo francese musulmano, che ho avuto la gioia di conoscere. Il 23 marzo scorso, egli ha pubblicato un articolo sul quotidiano "Le Monde", dal titolo: "Merah, un monstre issu de la maladie de l'islam (Merah, un mostro creato dalla malattia dell'islam ) ". Vista la sua importanza, vorrei presentarlo qui. "Dopo che l'uccisore di Tolosa e di Montauban è stato identificato come 'salafita jihadista'... il discorso dei dignitari dell'islam in Francia è stato quello di evitare ogni 'amalgama' fra la radicalità di questo individuo e la 'comunità' pacifica dei musulmani di Francia" per ben "distinguere fra islam e islamismo, islam e violenza". Rimane però una grave questione : " Nel suo insieme, la religione islam può essere sdoganata da questo tipo di azione radicale ?... Non vi è comunque in questo gesto l'espressione estrema di una malattia dello stesso islam ? ". Bidar ricorda che nell'islam esiste una " degenerazione " che prende delle forme multiple : " ritualismo, formalismo, dogmatismo, sessismo, antisemitismo, intolleranza, incultura o 'sottocultura' religiosa sono i mali da cui è incancrenita ". Queste malattie sono diffuse, ma si trovano anche " musulmani moralmente, socialmente, spiritualmente illuminati dalla loro fede ". Non si può dunque dire che " l'islam è per essenza intollerante ". Si può però dire che l'islam contiene - affianco a esigenze morali certe - anche elementi di intolleranza che riappaiono a periodi in diverse circostanze. E aggiunge : " Tutti questi mali che ho enumerato alterano la salute della cultura islamica in Francia e altrove ". Di fronte a una simile situazione, i musulmani devono reagire con coraggio. L'autore dice che l'islam deve riconoscere " che questo tipo di gesto, pur essendo estraneo alla sua spiritualità e alla sua cultura, è comunque il sintomo più grave, più eccezionale, della profonda crisi che esse attraversano ". E si domanda : " Chi avrà questo coraggio ? Chi si prenderà questo rischio ? " Ci si può chiedere perché l'autore parli di coraggio. Il motivo è che "da diversi secoli" l'islam è bloccato nelle sue certezze. Non osa rimettersi in questione. Si accontenta di affermare e riaffermare la sua "verità". È questa la malattia dell'islam: "considerare in modo paranoico che ogni messa in causa dei suoi dogmi è un sacrilegio. Nella loro maggioranza, i musulmani negano a chiunque di poter rimettere in questione le loro tradizioni, i loro riti, i loro costumi o abitudini. Essi si sono murati nel loro mondo proprio, che assolutizzano, sacralizzano, dichiarano sacro. Essi sono rimasti attaccati a queste tradizioni, stabilite nel 7° secolo, in un contesto beduino, e "non si rendono conto nemmeno loro stessi che sempre più sovente, le loro rivendicazioni hanno cambiato natura". I valori che essi sostengono come autenticamente musulmani, perché fedeli alla pratica degli "Antichi" (i salaf, da cui la parola salafita), non corrispondono più del tutto ai criteri attuali degli stessi musulmani, criteri stabiliti "in nome di valori del tutto profani: diritto alla differenza, alla tolleranza, alla libertà di coscienza". E il nostro autore aggiunge: "Come stupirsi se in questo clima generale di civilizzazione, congelato e schizofrenico, qualche spirito malato trasformi e radicalizzi questa chiusura collettiva in fanatismo assassino?". [...]
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Inviato da: Nicole
il 10/05/2011 alle 21:04
Inviato da: claudio
il 02/03/2011 alle 16:36
Inviato da: Antonio
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Inviato da: luca
il 16/11/2010 alle 21:59
Inviato da: luca
il 26/10/2010 alle 17:24