Creato da: diefrogdie il 27/09/2007
Diario politicamete scorretto di un catto-democratico.
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DIEFROGDIE?Perchè DIEFROGDIE? La storia è lunga. La si può sintetizzare nel modo seguente: tutto sembra nascere da un verso di una poesia (l'immortale "Se questo è un uomo" di Primo Levi). Il verso è "Vuoti gli occhi / e freddo il grembo / come una rana d'inverno", verso successivamente ripreso nella poesia di Scardanelli "Canto di Azatoth II" (http://blog.libero.it/scardanelli), nella quale poesia la rana diviene il simbolo della morte, della sconfitta, del tradimento. Allora muori (DIE) rana (FROG) muori (DIE), perchè la vita nonostante tutto deve continuare. Il curatore del blog
11 SETTEMBRE - SIAMO TUTTI AMERICANI
Post n°122 pubblicato il 11 Settembre 2009 da diefrogdie
Oggi anniversario della data che ha cambiato la storia del mondo. Senza alcuna ipocrisia e con forte orgoglio, ripeto il grido che fu urlato da tutti subito dopo l'orrendo attacco all'Occidente tutto, anche se dopo troppo spesso dimenticato in nome del politicamente - islamicamente? - corretto. Il grido: Cosa resta dell'11 settembre Otto anni dopo, il mondo sta dimenticando perché siamo in guerra Oggi è l’ottavo anniversario degli attacchi islamisti dell’11 settembre 2001, ma le recenti polemiche sulle cosiddette “torture” ai prigionieri di al Qaida, che in realtà nascondono una critica alla strategia politica, militare e liberatrice scelta da Washington subito dopo il crollo delle Torri, rischiano di far dimenticare quale sia il vero motivo per cui una vasta coalizione internazionale da otto anni è impegnata a cacciare i talebani dall’Afghanistan e da sei a costruire un nuovo Iraq privo del despota Saddam. Otto anni sono tanti. C’è la fisiologica tendenza a rimuovere il ricordo delle stragi di New York e Washington, favorita da un periodo di relativa serenità occidentale – con le eccezioni degli attacchi a Londra e Madrid – resa possibile proprio dalla strategia adottata dalla Casa Bianca e oggi messa in discussione. Politici e commentatori di destra e sinistra chiedono di fare un passo indietro, si accapigliano su aspetti burocratici che non tengono conto delle ragioni della missione in Afghanistan e anticipano così l’annunciata offensiva di autunno del fronte neopacifista. Il paradosso è che a non cedere, e a far rivivere lo spirito post 11 settembre, al momento c’è proprio Barack Obama, il presidente che secondo il pensiero unico vigente nelle redazioni occidentali avrebbe dovuto cancellare con un tratto di penna le sporche avventure mediorientali di Bush. Christian Rocca - www.ilfoglio.it
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Inviato da: Nicole
il 10/05/2011 alle 21:04
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