Creato da: diefrogdie il 27/09/2007
Diario politicamete scorretto di un catto-democratico.
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DIEFROGDIE?Perchè DIEFROGDIE? La storia è lunga. La si può sintetizzare nel modo seguente: tutto sembra nascere da un verso di una poesia (l'immortale "Se questo è un uomo" di Primo Levi). Il verso è "Vuoti gli occhi / e freddo il grembo / come una rana d'inverno", verso successivamente ripreso nella poesia di Scardanelli "Canto di Azatoth II" (http://blog.libero.it/scardanelli), nella quale poesia la rana diviene il simbolo della morte, della sconfitta, del tradimento. Allora muori (DIE) rana (FROG) muori (DIE), perchè la vita nonostante tutto deve continuare. Il curatore del blog
I fatti di Milano sono assurdi. Basta. Basta. Basta.
Post n°154 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da diefrogdie
I fatti di Milano sono assurdi. Basta. Basta. Basta.
Allora che fare? Il lassismo di sinistra ed il terzomondismo di bandiera è ridicolo, ed anti-storico. Mira a proteggere i più deboli, ma chi sono i più deboli? Gli arroganti maomettani che in spregio ad ogni legge fanno i cazzi loro? O forse i vecchietti di tante periferie abbandonate delle nostre città che vorrebbero solo vivere in pace? Forse, seppur nello sconforto generale, la posizione politica più realista è quella della Lega - se almeno si liberasse dal nano, avrebbe sicuramete il mio voto!!! Ma questa è l’Europa, oggi, con i suoi 8 milioni di extracomunitari senza permesso di lavoro e di residenza. Questa è l’Unione Europea, i cui 27 Paesi faticano a consolidare una legislazione comune, omogenea, su come affrontare le sfide dell’immigrazione extracomunitaria. È almeno dal 2004 che si cerca di raggiungere questo risultato, e molti passi avanti sono stati fatti, se non altro sulla carta (come quello della «carta blu», il sistema simile alla «green card» americana che dovrebbe attirare l’immigrazione altamente qualificata): ma nei fatti, il panorama legislativo attuale è ancora come l’abito di Arlecchino. E il prezzo più alto lo pagano i laboratori sociali dove si compie (e spesso fallisce) l’esperimento dell’integrazione: le città. Ma che la clandestinità non sia più una condizione angelica, come pensano tanti illusi (Gad Lerner, Fini e altri), bensì un’infrazione: questo è logico, e socialmente giusto. Voglio chiudere con un commento di un visitatore del blog, che si definiva semplice "uomo di strada": “Basta così, c’è un limite a tutto! Questo è il nostro Paese, questa è la nostra cultura, e chi non l’accetta è pregato di andarsene. Non costringiamo nessuno a venire nel nostro Paese, ma se l’ospite vuole vivere con noi, deve accettare le nostre regole, stabilite ormai da lungo tempo. Non desideriamo trasformarci in un Paese multiculturale e chi non intende accettare il nostro modo di vivere, non si meravigli se sarà accompagnato alla porta”.
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Inviato da: Nicole
il 10/05/2011 alle 21:04
Inviato da: claudio
il 02/03/2011 alle 16:36
Inviato da: Antonio
il 14/01/2011 alle 23:28
Inviato da: luca
il 16/11/2010 alle 21:59
Inviato da: luca
il 26/10/2010 alle 17:24