Creato da: diefrogdie il 27/09/2007
Diario politicamete scorretto di un catto-democratico.

Area personale

 

...si avvicinano le elezioni

 

...le elezioni sono sempre più vicine

 

Contatta l'autore

Nickname: diefrogdie
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 47
Prov: PS
 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 5
 

Ultime visite al Blog

cianchonicolettipaolo74eracristianaajdgl7pillipilli0bock0oldanianiellovittosp89alfar0elubinmdfacsmenevadoalmareadrogenfedericosimpatiavitolopez
 

Ultimi commenti

Thanks for taking this opportunity to discuss this, I feel...
Inviato da: Nicole
il 10/05/2011 alle 21:04
 
C'è una cosa che, soprattutto, mi ronza in testa e...
Inviato da: claudio
il 02/03/2011 alle 16:36
 
immigrati maledetti pezzenti, ladri e scrocconi... si stava...
Inviato da: Antonio
il 14/01/2011 alle 23:28
 
FREE ASIA BIBI! luca
Inviato da: luca
il 16/11/2010 alle 21:59
 
Condivido in toto ed auspico che, ammanaite le bandiere di...
Inviato da: luca
il 26/10/2010 alle 17:24
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« I fatti di Milano sono a...IL CRIMINALE ISLAMICO (E... »

Come si difende un quartiere

Post n°155 pubblicato il 16 Febbraio 2010 da diefrogdie
 

Un ottimo articolo non demagogico, serio ed intelligente a firma Angelo Panebianco sul fenomeno dei ghetti, di cui ci si è già occupati

Come si difende un quartiere

Lo scontro interetnico di via Padova a Milano ha portato nuove sofferenze a due categorie di persone, del tutto incolpevoli: i vecchi abitanti della zona e gli immigrati che vorrebbero lavorare in pace.

Gli italiani di via Padova,
esasperati, e impossibilitati ad andarsene (anche, probabilmente, in molti casi, a causa del deprezzamento subito dai loro alloggi), denunciano le condizioni di degrado e la mancanza di sicurezza.
Ma anche gli immigrati che lavorano hanno la loro pesante dose di disagi. Non sono, presumibilmente, leghisti quegli immigrati che a Gianni Santucci (sul Corriere di ieri) dicevano: «A distruggere le vetrine c'erano troppe facce che vedo in giro a non far niente tutto il giorno » oppure «Devono prenderli e mandarli a casa».

Ci sono in gioco due questioni, difficili da gestire.
La prima riguarda la clandestinità, la sua frequente connessione con attività criminali, nonché il ruolo di primo piano che i clandestini svolgono sempre nelle rivolte urbane.
La seconda riguarda la formazione di ghetti multietnici all' interno delle città.
Come ha scritto Isabella Bossi Fedrigotti, sempre sul Corriere di ieri, ciò che è successo in via Padova può accadere in altri quartieri di Milano e in tante altre città.
Combattere l'immigrazione clandestina è difficilissimo. Ma lo è ancora di più se tanti operatori, religiosi e settori di opinione pubblica mostrano un'indulgenza che sfiora la complicità verso il fenomeno. Come è fin qui accaduto.
Che senso ha, in nome di una sciatta e del tutto ideologica «difesa degli ultimi », disinteressarsi delle gravissime conseguenze che la clandestinità porta con sé e che sono destinate a pesare sia sugli italiani che sugli immigrati regolari?
Le probabilità di scontri etnici, quanto meno, diminuiscono se la clandestinità viene arginata e i facinorosi allontanati.
E migliora, per tutti, la vivibilità dei quartieri.

La seconda questione riguarda la formazione di ghetti multietnici. E' un problema ancora più difficile da risolvere di quello della clandestinità.
A causa del fatto che i ghetti si formano quasi sempre in modo spontaneo, seguendo dinamiche che sono proprie del mercato (degli alloggi). Il ministro degli Interni Roberto Maroni, nella sua intervista al Corriere di ieri, ha detto cose responsabili e condivisibili.
Ma ha forse sopravvalutato la possibilità di impedire per il futuro eccessi di concentrazioni etniche nelle aree urbane.
I ghetti si formano perché l'afflusso di immigrati spinge le persone che temono un deprezzamento eccessivo della loro proprietà a vendere. E quando il deprezzamento è compiuto, il quartiere si riempie di immigrati poveri. E' difficile bloccare questi processi.
In un bel film che circola in questi giorni nelle sale, An education, due allegri mascalzoni sbarcano il lunario prendendo in affitto appartamenti in quartieri di soli bianchi e poi subaffittandoli a famiglie di colore. Le vecchine del quartiere si spaventano, svendono di corsa case e mobilio. E i due mascalzoni arraffano tutto l'arraffabile.

Forse, consistenti sostegni economici alle persone che, a causa del flusso immigratorio, vedono deprezzate proprietà ed esercizi commerciali, servirebbero di più che non tentativi di pianificazione nella distribuzione urbana dei vari gruppi etnici. Alleviando il danno, ciò forse contribuirebbe anche a ridurre il rancore verso gli immigrati.

Angelo Panebianco - www.corriere.it 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963