Disputationes

IRLANDA 2005 Westport

Domenica 14 Agosto

Ore 8:21
Ieri pomeriggio ci siamo poi trovati con Federico, dove lui diceva e abbiamo girellato nella parte Nord di Dublino e all’improvviso è partita quest’idea: una carbonara fatta in casa in compagnia.
E così è stato. Solo che oltre a mezzo chilo di carbonara ci siamo fatti fuori 3 pizze e 6 birre! Alle otto e mezza eravamo già fuori dell’ostello, con l’intento di andare a Bronze Street, ove una giovane mantovana, che Federico corteggiava, l’aspettava alle 21:00.
Arrivati lì abbiamo atteso fino a che un SMS ha avvisato la gentile clientela di un ritardo, così dopo una visitina a Temple Bar, l’abbiamo incontrata: carina…
Vederli che si baciavano mi ha messo addosso una malinconia nostalgica notevole, che ho cercato di annegare in un ultima Guinness. E’ stata quella dal “Flowin Tide” l’ultima bevuta a Dublino. Città splendida, colorata, accogliente, ma sta diventando un po’ troppo turistica, e cara arrabbiata.
Dopo un quarto d’ora ci siamo salutati calorosamente e siamo tornati all’ostello. Stamani ci siamo alzati presto dopo una belluina colazione siamo partiti per Westport alle 8:00.
Il viaggio dura due ore circa.

Ore 9:54
Siamo quasi arrivati, e solo ora mi rendo conto d’essermi scordato di ricaricare l’iPod, che ora mi si è spento! Zozza la miseria!
Il cielo è moooolto nuvoloso e il paesaggio è abbastanza monotono, ma apprezzabile: sotto questa sterminata distesa di nubi al di sotto vi sono illimitate quantità di campi pianeggianti, ma pieni di dosi e colli, divisi da rigagnoli dai quli spuntano in linee rette perfette alberi e cespugli.
I campi sono punteggiati da mucche dai variopinti colori, corvi neri, capre e molte pecore.

Ore 10:27
Athlone.
Cambiamo pullmann e si parte finalmente per Westport, ma poco prima di montare sul pullmann ho rischiato il linciaggio: mi sono ricordato Il Conte di Montecristo nel bagaglio che avevo già imbarcato e perciò ho spostato gli altri con cauta accortezza e preso il libro. Ho riposto quindi tutto dov’era.
Mi sono rimesso in fila ed un ciccione di almeno 200 kg, baffetti, pizzetto, occhialini scuri e tondi, cappello da giubba rossa canadese mi ha iniziato a sbraitare contro, dicendo ( credo ) che dovevo fare più attenzione e che non dovevo trattare così i bagagli altrui. Mi accusava di aver bistrattato il suo. Ho chiesto scusa, ma lui m’ha detto che non avevo capito nulla di ciò che diceva, io ho confermato.
Mi fa chiesto da dove venissi e io ho risposto fieramente: “Italy!”. Allora lui ha emesso un “Ah!” di quello che capisce di aver a che fare con un rozzo babbeo.
Alché avrei voluto spaccargli quella sua testaccia anglosassone con l’ascia di sicurezza, ma invece sono montato sul pullmann, proponendomi di vendicarmi con l’arma che ferisce di più: la penna!

Ore 14:53
Siamo a Westport dalle 13:10 e in questo preciso istante nell’ostello, Mattia al bagno e io sul letto a castello a fare l’appello di tutto il materiale.
Westport, per quello che ho visto è carina, turistica più che altro, ordinata.
E’ situata alle falde del monte di S. Patrizio del qual santo c’è una statua nel centro.
E’ stata dura all’inizio orientarsi poiché non c’erano riferimenti nella cartina oltre ad una “Clock Tower”, una torre dell’orologio; perciò noi guardavamo, cercavamo di scorgere questa benedetta torre oltre i tetti, che svettasse sulla cittadina..
Cammina cammina, scopriamo che era in fondo alla strada: una sorta di lampione orologio alto si e no 5 metri.
Si farà una girata per la città e stasera si mangerà qua, visto la graziosità dell’ostello, che è decisamente migliore di quello dublinese.
Siamo in uno stanzone da 18 letti, ma ci sono solo altre 4 persone oltre a noi.
Una delle ragazze che gestiscono il luogo, sa un po’ l’italiano, perciò dobbiamo stare attenti alle infamate e agli sfottimenti gratuiti.