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LA DIPLOMAZIA DI BELLACHIOMA.

Post n°111 pubblicato il 30 Marzo 2006 da obellaciao
Foto di obellaciao

CORTEGGIAMENTO STRETTO
Tarja Halonen
è la presidente della Finlandia che a giugno del 2005 Berlusconi dice di avere «corteggiato» per far assegnare a Parma l'autorità alimentare europea. La battuta diventa un caso diplomatico. La Finlandia convoca il nostro ambasciatore.


BACIAMANO PROIBITO
Bilal Erdogan
, è il figlio del premier turco Erdogan che ad agosto del 2003 sposa la diciassettenne Reyyan Uzer. Berlusconi è il testimone di nozze di Bilal. Davanti a 14 mila invitati il premier italiano si avvicina alla sposa, coperta con il copricapo musulmano, e le bacia la mano. Atto di galanteria in Europa e di grande scorrettezza in Islam.


IL DEPUTATO KAPO'
Martin Schulz, è il deputato tedesco della Spd a Strasburgo che ha un forte contrasto con Berlusconi. E' il luglio del 2003 e il premier gela l'aula quando dice : «Signor Schultz in Italia c'è un produttore che sta preparando un film sui campi di concentramento , la proporrò per il ruolo di kapò».


PIU' BELLO DI CACCIARI
Anders Fogh Rasmussen
è il primo ministro danese. Berlusconi lo incontra a Palazzo Chigi nel 2002. Durante la conferenza stampa Berlusconi sorprende tutti e dice: «Rasmussen è il primo ministro più bello d'Europa. Penso di presentarlo a mia moglie perché è anche più bello di Cacciari... Con tutto quello che sidice in giro... Povera donna».


BAMBINI BOLLITI IN CINA
Al Convegno di Forza Italia a Napoli (26 marzo) il premier afferma: «Mi accusano di aver detto più volte che i comunisti mangiano i bambini: leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi Ancora oggi nell'opposizione ci sono tre partiti che orgogliosamente si dichiarano comunisti».

 
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SENZA PIETA'

Post n°110 pubblicato il 29 Marzo 2006 da obellaciao
Foto di obellaciao


29.03.2006
Prodi querela Berlusconi per le accuse dette durante Ballarò
di 
red

 La polemica politica tra Silvio Berlusconi e il professor Prodi rischia di passare dagli schermi televisivi al tribunale. Il leader dell’Unione, infatti, decide che la misura è colma e fa sapere: lo querelo. Il teatro dello scontro è stato, martedì sera, lo studio della trasmissione Ballarò. Si parla di condono del quale, secondo il presidente del Consiglio, avrebbero usufruito «l'Unità, l'Unipol e una società con i familiari di Prodi». Giovanni Floris, il conduttore, cerca di intervenire ma Berlusconi insiste: «Credo che Prodi abbia diverse società...». Poco dopo la fine della trasmissione, una nota di Silvio Sircana, portavoce del Professore: «È totalmente priva di fondamento la notizia che Romano Prodi possieda alcuna società. Il leader dell'Ulivo e dell'Unione si riserva inoltre, dopo un'attenta verifica di quanto affermato dai due esponenti della Casa delle libertà, di procedere con azioni legali».

Gaffes, attacchi, accuse, brutte figure, richiami del presidente, denunce. Questi alcuni dei risultati riportati dal cavaliere, durante la campagna elettorale. Ma soprattutto molte polemiche. E ad ammatterlo sono i suoi alleati. «Polemiche? Io ho subito le polemiche di Berlusconi, non le ho fatte. E davanti a polemiche reiterate ho risposto con un dignitoso silenzio e l'impegno contro il centrosinistra e Romano Prodi, che è il nostro unico avversario politico». Così il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ospite di "Radio anch'io", risponde ad un ascoltatore che gli chiede un commento sulle tensioni che da tempo si registrano nel suo rapporto con il presidente del Consiglio. «Io ho subito e sto subendo. Per senso di responsabilità non rispondo e continuo la mia campagna per far vincere i moderati e il centrodestra».

Un’aria pesante quella che si respirava martedì nello studio di Floris. Silvio Berlusconi si è accomodato nello studio di “Ballarò” quando ha ritenuto opportuno, a sipario aperto. Per far capire chi comanda. Emma Bonino (Rosa nel pugno), Fausto Bertinotti (Rifondazione Comunista) e Gianfranco Rotondi (Nuova Dc) ad aspettare l’entrata del premier che si è vantato di aver detto di no alla presenza in trasmissione di Massimo D’Alema «per puntiglio». E che puntualmente attacca il quotidiano l’Unità. «Un giornale – dice Berlusconi - che ogni giorno massacra la realtà». E a questo punto invece del conduttore, è intervenuto Fausto Bertinotti a difendere i giornalisti dal consueto e costante attacco smodato del premier. «Chiunque venga attaccato in una trasmissione senza essere presente - ha detto il leader di Rifondazione- ha tutta la mia solidarietà». Berlusconi ha reagito stizzito: «È ridicolo. Non consideriamo tutte le volte in cui attaccano me, “Ballarò” compresa, con me assente».

La trasmissione è andata avanti in una contrapposizione sempre più forte. Floris a dirigere l’orchestra in un difficile spartito. A fare domande scomode al premier dal quale si è guadagnato un «fazioso». Gli è stato chiesto di spiegare delle promesse non mantenute fatte nella stessa trasmissione un anno fa fino all’evolversi delle vicende giudiziarie e all’origine del suo patrimonio. Berlusconi si è ostinato a raccontare un Paese che non c’è e a rivendicare il diritto ad intervenire «quando gli altri dicono delle frottole». «Un altro film» come hanno detto gli esponenti del centrosinistra e Rotondi che ha cercato di scippare il tempo anche al suo leader per dimostrare che «la Dc è tornata».

La trasmissione poteva sfuggire di mano. È andata avanti. Secondo il canovaccio fissato che ai colonnelli di Berlusconi non è piaciuto. Bertinotti ha espresso il suo «disagio» nei momenti di maggiore sovrapposizione. Berlusconi ha detto di non provarlo «perché io in tv non ci vado mai». Poi si è alzato cercando di insegnare al conduttore il suo mestiere pur di guadagnarsi un’inquadratura in più. Bonino l’ha placcato e si è messa dalla parte di Floris ed ha rinfacciato al premier la sua nota misoginia: «Ma impari come ci si comporta. Lei non ama le donne, tanto meno in politica e se hanno carattere. Lei mi definì “la protesi di Pannella”. Si ingoierà questa espressione». E poi gli ha chiesto: «Ma la sua politica estera è la stessa di Calderoli e Giovanardi?»

Tasse, sviluppo, numeri, Istat. I dati forniti dagli esperti, «cosiddetti» secondo Berlusconi, sono stati tutti contestati dal premier perché nessuno, proprio nessuno, gli ha dato ragione quando ha parlato di tutto il bene che il suo governo ha fatto. E che non deve essere granché neanche per lui se l’unico tasto su cui insiste ormai è la paura per il futuro se per caso dovessero vincere «i comunisti» andando a rispolverare i bambini bolliti della Cina e i cento milioni di morti dello stalinismo esibendo il consueto «populismo» che questa volta è tutto appannaggio di chi è al governo e sotto le cui macerie «lei perderà» ha detto Bertinotti.

Contrapposizione. Anche forte. A volte al limite della rottura. Berlusconi e il suo sodale pronti ad elencare i danni che deriverebbero agli italiani se vincesse il centrosinistra. A lamentarsi della magistratura e della sinistra che tenterebbe di togliergli le sue aziende. A paventare la fuga dei capitali all’estero e un aumento insopportabile delle tasse. Ad attaccare Prodi che «ha usato il condono fiscale per una sua società». Bertinotti e Bonino a cercare di riportare la discussione nell’alveo di un confronto sui fatti.

La speranza è che Berlusconi si riposi. Glielo ha augurato Emma Bonino. «Presidente, io vorrei che lei si riposasse così campiamo meglio noi e campano meglio anche moltissimi italiani». Ma lui non molla. Al centrosinistra e agli alleati conferma: «Resterò capo dell’opposizione».

Ma il cavaliere non dà tregua e il giorno dopo, martedì, va avanti senza prender fiato, con le polemiche e le accuse erga omnes. Prima contro il professore leader dell'Unione. «Prodi usa la tecnica comunista, quando gli oppositori e gli avversari venivano tacciati di follia e rinchiusi nei manicomi quando gli andava bene, altrimenti venivano fatti fuori». Così il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha risposto alla domanda di un giornalista straniero che chiedeva un commento sulle parole del leader dell'Unione secondo cui il premier sarebbe affetto da "instabilità mentale"».

Poi è la volta di Floris. «Uno spettacolo faziosissimo, con un conduttore di una faziosità senza pari». Il presidente del Consiglio racconta così ai delegati del Ppe la sua esperienza «nella fossa dei leoni» a cui è stato «costretto ieri sera per poter tornare a parlare in televisione». Il premier ha raccontato alcuni passaggi che lo hanno visto tra i protagonisti di Ballarò, nella puntata di martedì, sottolineando che comunque «quella che io chiamo la fossa dei leoni mi ha trovato indigesto e allora ho vinto io,
come al solito».


 
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IL CAIMANO

Post n°109 pubblicato il 28 Marzo 2006 da obellaciao
Foto di obellaciao

Coccodrilli di carta
Marco Travaglio


Che Bellachioma non andasse a vederlo era prevedibile: a 69 anni suonati non ha ancora risolto il conflitto con lo specchio. Comprensibile anche la prudenza di Rutelli, che "Il Caimano" lo vedrà solo dopo il 10 aprile, per non farsi influenzare: teme, vedendolo prima, di votare Forza Italia. E non sarebbe carino. Perché un fatto è certo, almeno a leggere i commenti di gran parte della politica e della stampa (la prosecuzione della politica con altri mezzi): il film di Moretti "è un boomerang per la sinistra" e "fa il gioco di Berlusconi", come il film di Moore ebbe "nefaste conseguenze" per Kerry contro Bush: lo scrive il Corriere, dunque dev'essere vero. Infatti Paolo Guzzanti si frega le mani: "Sarà un boomerang, sposterà voti a nostro favore". Ma poi, anziché gioire, s'incazza: "Un'intimidazione elettorale, un'esca per tendere un agguato allo spettatore. Da voltastomaco". Guzzanti senior deplora "le allusioni alla mafia" (come se lo stalliere mafioso l'avesse assunto Moretti). E rivela che prima di candidarsi "indagai sull'origine delle fortune di Berlusconi" e scoprì che era tutto regolare (i primi miliardi li aveva portati la cicogna), ma si scordò di comunicarlo al Cavaliere che, ancora ignaro della provenienza dei suoi capitali, continua ad avvalersi della facoltà di non rispondere. "Le riunioni dei giornalisti ad Arcore - giura Guzzanti - non sono mai esistite" (purtroppo c'erano, come han raccontato Montanelli, Orlando, Mentana e Costanzo, solo che lui non era invitato). "Ridicola" per Guzzanti la scena del riciclaggio dei soldi a San Marino ("patria esclusiva del riciclaggio comunista"): il poveretto non sa che i 20 miliardi dei conti All Iberian usati per pagare Craxi e i giudici passarono di lì, prima che gli spalloni li portassero da Segrate in Svizzera.
Pure Emilio Fede dice che il film è un boomerang per la sinistra, ma stranamente non lo nomina neppure nel suo tg-cabaret: "Ho rinunciato a vederlo per ragioni di sicurezza personale". Teme di essere costretto a pensare e, non essendo abituato, rischia un'ernia al cervello. Resta insomma da capire perché mai, se il film fa il suo gioco, Bellachioma sia così furente, e i suoi cari anche. E perché Mediaset non dedichi al Caimano una serata non stop a reti unificate, reclutando in studio i "demonizzatori" alla Biagi, Santoro, Luttazzi che, com'è noto, fecero vincere Berlusconi nel 2001 nonostante l'immensità di Rutelli. Perché i soliti vigilantes di San Macuto, da Bonatesta a Lainati a Jannone, strepitino come vergini violate per il temibile sbarco di Moretti a Che tempo che fa. Il Caimano fa vincere Bellachioma, ma lui non ne approfitta. Forse non vuole maramaldeggiare.
Prodi non ha ancora deciso, ma spera che "il film non sia dannoso per la campagna elettorale". E già il fatto che si ponga il problema dimostra che non è affatto un parroco democristiano: è un leninista ultraortodosso. È tipico del leninismo, infatti, giudicare la cultura e l'arte in funzione alla bottega elettorale. Ma sono tanti i leninisti più o meno inconsapevoli fatti emergere dal Caimano. Anche se è difficile distinguerli da un'altra categoria, anch'essa piuttosto nutrita: quella dei cretini.
Il Riformista, nel suo piccolo, l'aveva scritto prim'ancora dell'uscita nelle sale: "Nove su dieci non sarà un bel film". Primo caso di recensione preventiva della storia. Il Tempo invece, che fa ancora più ridere, ha atteso almeno che uscisse: poi ha stabilito che fa schifo ("gelida accoglienza"), ma curiosamente gli ha dedicato l'apertura, con uno strepitoso titolone cubitale a tutta prima pagina: "Mancavano solo le bombe". Editoriale a cura di Mauro Mazza, il direttore del Tg2 che, avendo deciso di non parlarne nel suo tg per evitare lo spiacevole fastidio di dare una notizia, ha fatto come Fantozzi quando si martella un dito in piena notte montando una tendina canadese e trattiene il dolore correndo per un quarto d'ora nel bosco per non svegliare gli altri, e alla fine urla dove non lo sente nessuno.
Il Platinette Barbuto invece è entusiasta: l'Italia caimanizzata è il suo sogno della sua vita, i testi del Presidente Imputato che pretende di essere "giudicato solo dai miei pari" (cioè da nessuno) e va in tribunale a proclamarsi "un cittadino più uguale degli altri" sono tutti suoi. Sul Foglio, intanto, Annalena Benini trova che il Caimano è pure "un film sui valori, il ritratto minimale di una famiglia in un interno". Una versione di celluloide del Pera-pensiero.
Strano, perché James Bondi non ha gradito per nulla: "Pellicola di regime che nasce da una cultura fascista e comunista fuse insieme" (parola di un ex comunista alleato dei nazifascisti). Naturalmente anche il Pallore Gonfiato ripete la litania del boomerang: "Il Caimano si ritorcerà contro la sinistra: nasce dalla cultura dell'odio". È quel che sostengono anche le menti più illuminate dell'Unione. Come Capezzone (Rosa nel Pugno), che paragona il film di Moretti alla maglietta di Calderoli: "Un colpo alla Tafazzi, una ciambella di salvataggio a Berlusconi". Lui non distingue un regista da un ministro: promette bene.
Geniale anche Beppe Fioroni, andreottiano della Margherita: "Rischia di far danno, questa è intelligenza col nemico, un gioco a carte truccate e io coi falsari non gioco" (e a lui l'intelligenza - col nemico o con l'amico poco importa - comprensibilmente lo spaventa). Gli fa eco un altro sagace margherito, Renzo Lusetti: "Andiamoci cauti, mandare nelle sale un film così sotto elezioni non è opportuno. Più rendiamo Berlusconi vittima, più lui ci sguazza". Ecco, la prossima volta i cartelloni dei cinema li facciamo decidere dalla Margherita. Per Diliberto, quello che vorrebbe Andreotti agli Esteri, il Caimano "distrae l'attenzione dai veri problemi del Paese": per esempio, lui.
Così alla fine sono proprio i nemici trasversali di Moretti a confermare che, su quest'Italia irrimediabilmente caimanizzata, ha ragione lui. Par di vederlo, il Caimano, appostato sulla spalla del politico intelligente e del critico geniale mentre gl'infila la cannuccia nella scatola cranica e gli beve il cervello. Sono trent'anni che lo fa.

 
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COME MUORE UN OPERAIO

Post n°108 pubblicato il 28 Marzo 2006 da obellaciao
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Incidenti lavoro: due operai morti in cella frigo In Alto Adige, procuratore di Bolzano apre inchiesta (ANSA) - BOLZANO, 28 MAR - Due operai rumeni, addetti a lavori edili, sono morti per asfissia in una cella frigorifera la notte scorsa a Plaus, in Alto Adige.Sulla vicenda il procuratore della Repubblica di Bolzano ha aperto un'inchiesta. I due operai, con un loro compagno, erano addetti a lavori di pavimentazione di un magazzino. Durante una pausa dei lavori, svolti di notte nella locale Cooperativa Frutticoltori, sono entrati in una cella frigorifera ma sono rimasti asfissiati.

 
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Una, 500, 250.000...discese in campo.

Post n°107 pubblicato il 27 Marzo 2006 da obellaciao
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Sono una cittadina italiana seriamente preoccupata per il destino della nostra nazione.

Ciò che ha stimolato in me il bisogno di scendere in campo ed essere voce critica è stata L'ANOMALIA ITALIANA: la figura di un imprenditore che, entrato in politica con la promessa di rinnovare il sistema Italia, ha generato a suo uso esclusivo leggi che lo hanno favorito in tutti i settori.

Negli ultimi 5 anni, con la scusa di non poter intervenire in un sistema di libero Mercato, ha lasciato che i grandi gruppi (gli stessi che hanno fatto crescere la raccolta pubblicitaria dei suoi media) facessero lievitare i costi in maniera ingiustificata.

Ha concentrato tempo e spazio alla risoluzione dei suoi problemi.

Ha adoperato soldi dello Stato per i CONTRIBUTI al digitale terrestre, favorendo i propri familiari produttori del decoder.

Ha generato leggi sulle telecomunicazioni a lui favorevoli.

Ha modificato la giustizia a proprio favore e a favore dei suoi amici.

Riducendo le aliquote ha favorito solo i grandi contribuenti.

Ha trasferito tasse ai governi locali tanto da far sembrare che la pressione fiscale fosse calata.

Ma ciò che più desta in me sconcerto è che la classe politica che ha governato, non paga di aver mal gestito il Paese (e tutti gli indicatori economici ne confermano il fallimento) ha deciso di truccare le carte delle prossime elezioni: come se l'ingovernabilità del Paese potesse favorire il popolo Italiano.

In un momento in cui l'Euro ha permesso il calo dei tassi d'interesse, L'ANOMALIA ITALIANA non ha minimamente aiutato la ripresa economica.

Il Paese si è così spaccato: da una parte, pochi ricchi molto più ricchi; dall'altra, una moltitudine di gente che fatica ad arrivare alla fine del mese. Il ceto medio è scomparso!

Non sono fra quelli che hanno visto penalizzato il proprio tenore di vita, grazie a capacità gestionali proprie, fortuna e quant'altro.

Ho però ben presenti le difficoltà in cui versa buona parte della popolazione Italiana.

E il mio senso etico e solidale non può non tenere conto di ciò.

Credo che l'elemento fondante di una nazione siano la solidarietà e il senso civico e non il proprio tornaconto personale.

Non mi rende felice sapere che molte persone vivono disagiatamente.

Il mio timore è che possa vincere nuovamente il miglior sistema di marketing messo in campo dai gestori della pubblicità.

Ho ricordato, però, che Davide riuscì a sconfiggere il gigante Golia e ciò mi ha dato il coraggio di scrivere questo appello.

Penso che in Italia, in questo particolare momento, ci siano parecchie persone confuse ed affrante e che forse non si riconoscono negli schieramenti che si alternano nei confronti televisivi.

Vorrei suggerire a tutti di guardare al nocciolo della questione. Un sano sistema economico si fonda sul potere d'acquisto del più ampio numero di popolazione, restituendo forza economica si mette in circolo una condizione concatenante di benessere e di ottimismo in grado di perdurare nel tempo. E' esattamente ciò che la coalizione che ci ha governato non ha favorito.

La campagna elettorale fatta dal governoi è fatta di aggressioni e spauracchi, tale da indurre nel cittadino confusione e incertezza.

Ignorando i reali problemi e disegnando un'Italia inesistente, ricca al punto da investire tutti i propri soldi in borsa. L'arricchimento, in questi anni, di pochi approfittatori non è garanzia di equilibrio ed equità.

L'Italia deve ripartire tutta ed un serio sviluppo va ridisegnato per tempi e moduli credibili.

La maggioranza non accetta di perdere le elezioni e infiamma i toni; quando l'alternanza sarebbe il naturale senso democratico da desiderare per la propria nazione.

Un principio di libertà è manifestare civilmente le proprie opinioni senza temere critiche.

Ora ti spiego che cosa ho fatto: ho stampato una risma (500 copie) di questa lettera, è anonima perciò, se ne condividi il contenuto, diffondila allo stesso modo:

500 X 500 = 250.000

250.000 x 500 = 125.000.000

Con un pò di fortuna potremmo farne arrivare anche un pò in Francia, in Austria, in svizzera ma anche, perchè no... in U.S.A!

Consegnala personalmente agli amici; è garanzia di serietà.

Il resto falla circolare nei condomini e nei luoghi pubblici. Non temere di esporti troppo. Recuperiamo il senso della politica diventando un pungolo per questa o quella forza politica.

Per Te, che 5 anni fa hai creduto alle parole di chi prometteva miracoli, desidero una ritrovata lucidità: L'ESPERIENZA CONDUCE ALLA SAGGEZZA.

A Te che forse hai la convinzione che il Paese si trovi in splendide condizioni, auguro ogni bene, affinchè nel bene Tu comprenda l'esistenza dell' ALTRO.

A Te, che mi hai letto fino alla fine, anche se in fondo non te ne importava niente, OGNI RESPIRO CHE PRENDIAMO VA RESTITUITO, non esiste isolamento : LA VITA E' PARTECIPARE anche con il voto.

Non ti chiedo di votare per questo o quel partito, ma di riflettere coscientemente fuori dalla bagarre politica, consapevole che stai decidendo per Te e per gli ALTRI il destino del Tuo paese.

 
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