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GENOA

 

UN AMORE GRANDE

La sera di giovedì 7 settembre, il portone del civico numero 10 di via Palestro, nel nuovo cuore della città di Genova edificato poco più di una decina d'anni prima, era aperto. Alla spicciolata arrivarono dei singolari personaggi che, a vederli oggi, si sarebbe detto fossero appartenuti al Circolo Pickwick. Se l'aspetto tradiva la loro provenienza, i loro cognomi - come si seppe più tardi - non potevano che confermarla: Charles De Grave Sells, S.Green, G.Blake, W.Riley, D.G.Fawcus, Sandys, E.De Thierry, Jonathan Summerhill Senior e Junior, e soprattutto Charles Alfred Payton. Questi, futuro baronetto dell'Impero Britannico, era il Console generale di S.M. la Regina Vittoria a Genova. E l'appartamento (all'interno 4) che accolse l'allegra compagnia d'Albione era proprio la sede del Consolato inglese nella Superba. La cerimonia che stava per andare in scena era l'ufficializzazione del circolo sportivo che da oltre un anno svolgeva una indefessa attività, àuspici e protagonisti i residenti britannici nel capoluogo ligure: il Genoa Cricket and Athletic Club.

 

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« IO CREDODall'Italia Caruso »

Dai BASTONI ai MANGANELLI

Post n°323 pubblicato il 27 Giugno 2007 da riddik61

Cambiano i fattori, ma la sostanza non viene modificata. Invece di approfondire le responsabilità della mattanza genovese, viene data una mano di bianco, dichiarando che il nuovo capo della polizia era, in quel periodo, in ferie. Come se bastasse questo a tranquilizzarci, a convincerci di avere forze dell'ordine democratiche. Non voglio generalizzare, sono convinto che esistano uomini come si deve che sanno gestire una piazza e una manifestazione, il problema è che non contano un cazzo. Devono andare a fondo al problema, cambiare radicalmente il rapporto ordine e manifestazioni, pensionare o emarginare quelle sacche reazionarie che ieri e oggi sono nei vari posti di comando. Porcate come a  Napoli, Genova e manifestazione pensionati di Roma, non devono più accadere. Ma con questo ceto politico passeremo  soltanto dai bastoni ai manganelli.

Saluti

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Commenti al Post:
ilBriganterosso
ilBriganterosso il 01/07/07 alle 11:18 via WEB
Ciao, scusa se scrivo qui anche se non centra nulla con l'argomento. Se vuoi passa sul mio blog e leggi il post "E se facessimo una rivista?". Personalmente credo e spero che tu possa essere dei nostri. Saluti a pugno chiuso!
 
beba1957
beba1957 il 04/07/07 alle 12:48 via WEB
Vedo che sei stato profetico con questo post. Ieri e' stato nominato il nuovo capo della polizia: "MANGANELLI" un nome una garanzia!!! ciao Beba
 
suresh.06
suresh.06 il 05/07/07 alle 16:12 via WEB
Roba da non credere un Manganelli a capo della polizia. Incredibile! E incredibile pure che de Gennaro il blue bloc sia stato promosso a capo gabinetto del ministero della difesa. Ciao.
 
driver64
driver64 il 09/07/07 alle 21:51 via WEB
Come stiamo vedendo dalla cronaca il guasto non solo è profondo,ma è vecchio come la nostra democrazia. Quello che mi ha reso repellenti esercito (Mi scuso solo con quei soldati mandati a morte sicura nei luoghi contaminati dall'uranio impoverito) e forze dell'ordine è stato il loro schierarsi sostanziale e strutturale con il potere democristiano e reazionario.
 
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Un blog di: riddik61
Data di creazione: 28/06/2005
 

CHE GUEVARA

 

HO SENTITO CHE NON VOLETE IMPARARE NIENTE

Ho sentito che non volete imparare niente.
Deduco: siete milionari.
Il vostro futuro è assicurato - esso è
Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
Hanno fatto sì che i vostri piedi
Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
Imparare niente. Così come sei
Puoi rimanere.

E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
Come ho sentito, sono insicuri
Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
Ciò che devi fare affinché stiate bene.

Essi hanno letto i libri di quelli
Che sanno le verità
Che hanno validità in tutti i tempi
E le ricette che aiutano sempre.

Dato che ci sono così tanti che pensano per te
Non devi muovere un dito.
Però, se non fosse così
Allora dovresti studiare.

-Bertolt Brecht

 

UN DOVEROSO RICORDO

immagine

www.uaar.it

Campagna di “sbattezzo”


Il più importante riconoscimento giuridico ottenuto dall’UAAR.

In risposta all’arroganza delle gerarchie ecclesiastiche, abituate a millantare cifre fantasiose sul numero dei proprî fedeli basate sui battesimi, l’UAAR ha sensibilizzato i proprî soci a chiedere alle parrocchie la cancellazione del proprio nome dai registri dei battezzati.

L’indisponibilità dimostrata dal clero cattolico ad accogliere questa richiesta ha spinto l’UAAR a presentare un’istanza al Garante per la tutela della privacy: quest’ultimo, nel settembre 1999, si è pronunciato sull’argomento riconoscendo il diritto di ogni cittadino a veder annotata la propria volontà di non essere più considerato un fedele della Chiesa cattolica. Il 21 novembre 2002 la Conferenza Episcopale Italiana, riunita in seduta plenaria, ha preso ufficialmente atto della legittimità delle richieste di cancellazione degli effetti civili del battesimo formulate dai soci UAAR.

Da allora, migliaia di cittadini italiani si sono “sbattezzati”, anche se nel frattempo l’obiettivo “statistico” è venuto meno (le cifre diffuse sui battesimi sono comunque non vere).

Il timore di subìre pratiche religiose quando non si hanno più le forze per impedirle; la spinta a uscire da un’organizzazione sempre meno religiosa e sempre più politicizzata, mandandole un segnale molto forte; la volontà di non essere più considerato, da un punto di vista legale, subordinato alle gerarchie ecclesiastiche; la scelta di essere coerenti fino in fondo; l’orgoglio di rivendicare la propria identità atea: tutte queste motivazioni hanno creato un vero e proprio fenomeno di costume, che ha attirato l’attenzione di diversi media.

Per maggiori dettagli consultate la scheda relativa: troverete anche un modulo pro-forma da compilare e spedire per cancellare ogni effetto civile derivante dall’appartenenza alla Chiesa cattolica.

 

QUARCöSA


Aldo Gennaro

Ho bezëugno de credde
in quarcösa
co no segge lontan
comme o çê.
Quarcösa co segge ciù vixin,
ciù concreto,
co me parle, co me stagghe a sentî.
Co me dagghe amicizia, emoziôin, amô.
Co me fasse sognà.
Che insemme se posse
giöi, soffrî
de tûtto quello che o futuro
da vitta o l'avià da parte pe noî.
E questo quarcösa
vêuriae che ti fosci tì.

 
 

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