ROY1978

Anche per questo tema sono uscito fuori traccia,poiché bisognava usare alcuni testi letterari e tre di-pinti come”coordinate”onde evitare il rischio della retorica,o di  parlare delle proprie esperienze personali(di prima e seconda mano),o di pontificare tentando la sintesi estrema di una materia tanto vasta e varia quale è in effetti l’amore. Beh,ormai il dado è tratto…Ma come sempre,le critiche sono le benvenute.Purché motivate,anche quando si è d’accordo.

AMORE ODIO PASSIONE

L’amore e le sue varianti è in assoluto l’argomento più liso, su cui si è detto tutto e il contrario di tutto,ma forse proprio perché così fecondo.Sembra assurdo visto che gli artisti di ogni tempo l’ han-no espresso così bene dando voce a pensieri ed emozioni uguali in ogni epoca;tuttavia ancora cer-chiamo qualcuno che ci riveli in confidenza la formula magica per farlo durare,o scriva(in una po-esia o in una canzone)la parola definitiva su questo argomento,dandone una volta per tutte la giusta definizione.

Si continua a parlare dell’amore perché è un problema sempre attuale,e perché non reca solo gioia.

Anzi,spesso tutt’altro. Anzitutto,esclusi artisti e filosofi,si parla dell’ amore solo quando non c’è e lo cerchiamo,o quando non è corrisposto,o viene ferito, calpestato, deluso. O quando finisce, ma solo per l’altro.Quando la nostra storia d’amore va a gonfie vele non ne parliamo,ma pensiamo solo a goderci il momento finché dura,sperando sia per sempre.Non ci interroghiamo in nessun caso sul-le ragioni della nostra felicità se non quando questa scema o s’interrompe.

Dubito molto della sincerità di un sentimento quando un’unione viene sbandierata sui giornali di gossip con il benestare degli interessati.

Ma perché l’amore finisce?Oggi la scienza ci dice che la passione non dura che sei mesi. Dopodi-ché,se a parte il sesso non c’era altro,cerchiamo altrove chi ci dia di nuovo le stesse emozioni.

Nelle”Memorie di Adriano”della Yourcenar l’anziano imperatore si chiede come ci si possa saziare di una persona,quando l’intera vita non basta a scandagliare fino in fondo nemmeno noi stessi. Questo è vero ma è anche vero che chi sta insieme tutta la vita ama il progetto di vita in comune, prima che il partner,e allora è spinto a cercare,e magari a vederle anche se non ci sono,altre virtù oltre quelle effimere dell’avvenenza giovanile,nel coniuge,per rendere più facile la riuscita del progetto. Banalizzando,direi che”volere è potere”,ma dev’essere un desiderio reciproco.

Ora:può durare un’unione senza punti in comune oltre al desiderio di voler passare la vita insieme? Io personalmente non credo nemmeno nell’amicizia se non ci sono più idee in comune che in anti-tesi.Credo che con la stragrande maggioranza delle persone che incontriamo nella vita,facciamo al massimo un tratto di strada,interrotto da scelte diverse,litigi,o-naturalmente- dalla morte.Mi spingo a dire che le cose che durano per sempre mi spaventano.Sarà perché sono troppo disincantato e la promessa di felicità mi appare sempre come una bugia mirata ad illudermi per poi colpirmi al cuore a tradimento.Volendo fare della filosofia spicciola possiamo considerare l’amore come un malanno al pari di altri,invalidanti,che ci costringono a dipendere da terzi,togliendoci l’autonomia.Del resto già i filosofi greci avevano capito che esistono uomini d’amore e uomini di libertà.Non è possibile ottenere entrambe le cose.

La verità è che senza amore non c’è vita,ma che è limitato pensare al matrimonio come al solo con-testo legale ed etico entro cui esprimere i propri sentimenti.Benché cattolico penso che se voglio stare con una persona non devo renderne conto né allo stato né alla chiesa,ma solo alla mia lei. E così come non potrei promettere a lei di amarla per sempre,non mi sognerei mai di chiederle lo stesso.Per questo motivo, escluderei la possibilità di avere dei figli,perché in quel caso bisogna ga-rantire loro una sicurezza economica ed affettiva che la convivenza non può assicurare,per la sua natura instabile e transitoria. Certo,com’è noto io sono un cattolico e un comunista atipico,e non faccio testo.Mia madre a volte mi intima di tacere su questo argomento in presenza dei miei cugini più giovani perché potrei influenzarli in maniera negativa,ma a parte il fatto che il mondo mi pare continui tranquillamente a sposarsi,figliare e divorziare,non credo che la mia parola avrebbe abba-stanza peso da convincere un solo individuo,su questo argomento. A meno che questi non lo maturi già da tempo in sé e aspetti solo l’avallo di qualcuno che lo liberi dalla convinzione(e dalla paura)di essere unico.

Io,insomma,preferisco un’unione breve ma sincera ad una lunga e fasulla.Che duri pure poco,l’ a-more,ma che sia vero,e a quel punto ci si lascerebbe persino senza rancore.Da amici.Dove sta scritto che l’amore divenuto amicizia rappresenti un’involuzione?Il sesso completa l’unione ma ne è anche il limite.

Trovo l’idea del matrimonio meno romantica di quanto appaia alle ragazzine che sognano l’abito bi-anco.Ecco la definizione che ne darei io,se dovessi aggiornare il dizionario:la forma dell’unione di due cuori sancita da un contratto(a scapito della sostanza)finalizzata alla quantità(e non alla qualità) degli anni vissuti sotto lo stesso tetto.

Libero Bovio dice che il matrimonio senza figli è un libro con le pagine bianche.Io invece penso che i figli dovrebbero essere una conseguenza dell’amore e non una voce del contratto.Se vengono, bene. Sennò, pazienza.Ci sono sempre le adozioni. Anzi,apro una parentesi:io interpreto la sterilità di tante coppie come uno sprone di Dio all’adozione degli orfani.E’altresì vero,come disse una volta Nino Manfredi che i figli sono la scusa per campare,ma-aggiungerei-solo se riteniamo che procreare sia il solo contributo che possiamo dare al mondo.

Più sopra accennavo a diversi altri contesti in cui esprimere amore.Uno di questi per me è quello che comunemente s’intende per”passione”.Nel mio caso è l’arte.Trovo che sia il mio modo di a-mare,anzitutto perché per me amare significa comunicare,e mi riesce meglio farlo attraverso la scrittura,le note musicali o i colori di una tavolozza. E’ tutto lì ciò che vale la pena conoscere di me e che posso offrire.Io faccio quello che sono,anche se per la gente sono ciò che faccio,e mi ap-prezza o disprezza in base a questo.

Se la chiesa e lo stato si aspettano da me che io mi lasci accalappiare da una donna facendo una scelta avventata e poi mi pieghi a fare un lavoro che non mi piace solo perché c’è scappato un be-bè,allora hanno sbagliato persona e indirizzo.Da questo punto di vista,il matrimonio non è che un altro mezzo di controllo,con cui si spera di tenere a bada la gente.Un giogo per cavalli,che tirano l’aratro e ingravidano giumente quando è il periodo della monta.

Riguardo all’odio ho un’idea diversa da quella corrente.Per me coincide con la vendetta,mentre il perdono coincide con l’oblio verso la persona che mi ha fatto il torto.Non dimentico invece il  torto, perché reca sempre in sé un insegnamento.

Il vero contrario dell’amore è l’indifferenza,e non sono io il primo a dirlo.Quello che accade agli al-tri non può non colpirmi,perché anch’io partecipo della razza umana.

Hemingway direbbe,citando a sua volta John Donne:”Non mandare mai a chiedere per chi suona la campana:essa suona per te”.