ROY1978

Olimpiadi:un cronista che debba battere un articolo su uno sport che non sia emozionante come il calcio,il basket o la pallavolo,tanto per citarne alcuni,cosa può riportare se non i tempi da cui si ottiene la graduatoria?Subisco il fascino di sport come il lancio del disco del martello e del giavellotto,ereditati dalle Olimpiadi dell’antichità,assieme alla lotta greco-romana,anche se dubito della sua efficacia contro un avversario che pratichi il tae-kwan-do,che reputo superiore anche al judo,fatto solo di proiezioni e nessun colpo.Il judo poi a parità di preparazione risulta anche più noioso e grezzo a vedersi:è difficile che uno dei due contendenti riesca ad atterrare l’altro con una mossa bella anche a vedersi,e questo perché le mosse sono sempre in risposta a degli attacchi,e quindi i lottatori costretti ad attaccare appaiono esitanti perché sanno a cosa vanno incontro.Darebbe forse più spettacolo un incontro tra due lottatori di diversa categoria,ma sarebbe un confronto impari e ingiusto.La scherma potrebbe regalare più emozioni se non ci fosse l’esigenza,data dalla velocità di esecuzione,di registrare le stoccate andate a segno.Sogno di assistere a un duello da film,senza interruzioni,ma ne immagino già l’esito,che esclusa la morte di uno dei spadaccini dovrebbe terminare o con il disarmamento dell’avversario,o con l’interruzione per le troppe ferite riportate da uno dei due.De Coubertin,insomma,si rivolterebbe nella tomba,e a ragione.Avanzo una proposta:accanto alla scherma europea con spada sciabola e fioretto io aggiungerei il kendo alle competizioni olimpiche. E’una tecnica che completa le altre.Anche tutti i diversi stili di lotta sono singolarmente efficaci ma lo sarebbero di più se si riunissero in quello che nelle antiche olimpiadi era il pancrazio:un tipo di lotta che escludeva solo il morso e che non di rado aveva esito letale.Con il corredo di opportune protezioni si potrebbe introdurre il jeet-kun-do messo a punto da Bruce Lee:pessimo attore ma genio della lotta.Non mi piace vedere le donne alle prese con sport mascolini che ne deprezzano la femminilità. Non penso di essere maschilista per questo,visto che non dubito che ne siano capaci.Il mio giudizio è più estetico che etico.La donna che fa sollevamento pesi o spara con la carabina mi fa rabbrividire,e in una certa misura anche quelle che fanno arti marziali.Trovo soavi le giovanissime ginnaste,candide Lolite,e le sirenette del nuoto,se non mi soffermo troppo su quelle spalle mascoline,e m’incantano le squadre di nuoto sincronizzato,sempre sorridenti mentre il trucco su occhi e labbra non sbava mai,tanto che sembra tatuato.Molto carine anche le tuffatrici,benché mi chieda che sport sia fare capriole in aria prima di impattare con l’acqua della piscina.Trovo poi assurdo che le acrobazie aeree contino meno rispetto all’ acqua che schizzano,ai fini del punteggio.La pallavolo mi è sempre piaciuta più del basket,e ricordo che a scuola mi divertivo a giocare con le mie compagne,di classe e non solo:era un gioco che aggregava,e a me è sempre piaciuto stare fra le ragazze.Lo trovo uno sport molto femminile,ma me ne fregavo se dall’esterno questa mia preferenza potesse sembrare poco virile.Il basket invece mi sembra proprio uno sport da uomini, soprattutto perché vi riescono meglio i longilinei,e la miglior squadra femminile non potrà mai riportare un risultato migliore di quello della miglior squadra maschile.Per quanto alte possano essere,non supe-reranno certo gli uomini in centimetri.Anche il beach-volley lo trovo più adatto alle donne che agli uomini,non foss’altro per la tenuta succinta che impone per muoversi meglio sulla sabbia.Il mio dubbio su questo sport verte semmai sul fatto che meriti di essere una competizione olimpica.Mi pare una variante che nulla aggiunge alla pallavolo tradizionale.E veniamo allo sport che più detesto:il tennis.Non lo sopporto proprio,sia che lo pratichino gli uomini che le donne.E meno male che la telecamera è posta sempre alle spalle di uno dei due gioca-tori,o riuscirei a seguirlo per un tempo anche inferiore a quello cui resisto ora,già esiguo,con gli occhi costretti a saettare da destra a sinistra.Non è come il calcio,dove la miglior visuale è quella che si gode in tribuna o nei distinti,ma in curva.Ancor meno mi piacerebbe praticarlo,ma a questa mia antipatia aggiungo anche una riflessione: è uno sport incompleto,che sviluppa bene un solo braccio,che alla lunga danneggia.Anche in passato ho seguito qualche incontro solo perché da tifoso speravo in una vittoria che arricchisse l’italico medagliere,o me ne sarei astenuto.Ricordo che un’altra condizione imposta agli atleti per volere di De Coubertin era che fossero tutti dei non professionisti,e infatti per molte edizioni,gli USA in special modo hanno selezionato gli studenti universitari;ma ricordo il Dream-Team Americano di basket che qualche anno fa partecipò e stravinse,e quello non era certo formato da carabinieri o finanzieri.E’comunque difficile se non impossibile che un arciere possa vivere dello sport che pratica,quindi è naturale che se vince una medaglia gli si possa offrire di fare da testimonial per un prodotto commerciale.A questo punto,però,benché si tratti di uno sport"povero"si può ancora dire che non rappresenti una fonte di guadagno per l’atleta?Non è a questo punto che egli diviene un professionista?E,se ho ragione,rientra ancora nei canoni di De Coubertin?Ma non voglio processare i Giochi, che adoro.Oltretutto non credo di avere talento come P.M.Qui mi piaceva solo evidenziare certi aspetti che mi sembrano anomali,come quest’ultimo che lascio alla riflessione del lettore:perché negli sport ippici la medaglia non viene data al cavallo?