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PRIVACY

Post n°208 pubblicato il 24 Giugno 2012 da rosarioforino

I miei genitori una volta lessero il mio diario.O meglio il diario in cui annotavo mie poesie tanto biografiche e sincere che quando dissi che non le avevo scritte io non mi crederono.In esse lessero alcune frasi che intese alla lettera potevano far credere che non li amassi abbastanza e che a scuola ci andassi tanto per farli contenti.In realtà avevo solo espresso in rima un certo disagio adolescenziale, vedendomi un po’ incompreso da loro.Col senno di poi mi rendo conto che ero abbastanza suscettibile nei loro confronti perché c’era già la scuola a innervosirmi.Vedevo il sistema scolastico ottuso e burocratico non sapendo adattarmi ad esso pur se in apparenza riportavo buoni voti.Ma questa è un’altra storia.

Per qualche giorno mi tennero il muso,ma poi passò e non abbiamo mai più rivangato quell’ episodio.Non gliene ho mai voluto per aver violato la mia privacy,anche perché la colpa fu di mio fratello,che scovato il mio diario lo aveva letto e gliel’aveva mostrato per fargli capire che il loro prezioso primogenito non era poi il figlio perfetto che credevano.

Non potendo competere in altro modo con me,mio fratello preferiva screditarmi. E’la tattica dei mediocri.Negli anni seguenti è ricorso spesso al mio aiuto,ma la soddisfazione maggiore fu sentirgli dire:”Non facevi nulla di male.Le cose che hai fatto tu in quegli anni,poi le ho fatte anch’io”.

Non so di preciso a cosa si riferisse circa le cose che avrei fatto anch’io a sedici anni,ma quella mi sembrò un’ammissione di colpa e insieme una richiesta di scuse per quella lontana bassezza.

Il comportamento dei miei genitori nel caso descritto sarebbe condannato da uno psicologo che non li conoscesse quanto me.Secondo la psicologia(e il buon senso),infatti,per capire un figlio non bisogna ricorrere a mezzucci sleali come la lettura di nascosto del diario,ma bisogna saper cogliere i segnali più eloquenti di un eventuale disagio dal suo comportamento in casa e(quand’è possibile)fuori casa.Oltre a non ritornare mai più su quell’episodio,i miei non hanno mai più nemmeno letto le mie agende.Vero è che non le ho più lasciate in giro,ma credo che anche se ne avessi lasciata una aperta sulla scrivania non l’avrebbero letta.Forse perché dopo quell’episodio si sono resi conto che la discrezione va messa in atto,prima di esigerla.Ricordo bene una volta in cui da bambino mamma mi rimproverò per aver letto le lettere e le cartoline che da fidanzati si scambiava con papà.

Ma forse lei e papà non hanno più sbirciato fra le mie carte anche per timore di nuove delusioni da parte mia. Brutte nuove che potrebbero imbrattare il quadro perfetto che hanno di me,tanto lontano da me quanto quello che voleva dipingere mio fratello.

 
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