Adolfo Rebecchini

«È meglio seguire la strada, anche zoppicando, che correre fuori di essa. Perché chi continua a zoppicare sulla strada, benché avanzi poco, si va avvicinando alla meta; ma chi cammina fuori strada, quanto più corre tanto più si va allontanando dalla strada» (San Tommaso d'Aquino, Coment. Evang. S. Juan, 14,2).

 

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Shampoo alla cenere

Post n°145 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da REBECCHINI
 
Foto di REBECCHINI

Dalla testa ai piedi

Quello «shampoo alla cenere», rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame già cadute dalle croste del nostro peccato.

 

 Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi.

 Tra questi due riti, si snoda la strada della quaresima. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.

 A percorrerla non bastano i cinquanta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala.

 Pentimento e servizio. Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perché espresse con i simboli, che parlano un «linguaggio a lunga conservazione».

 È difficile, per esempio, sottrarsi all’urto di quella cenere.

Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta: «Convertiti e credi al Vangelo».

 Peccato che non tutti conoscono la rubrica del messale, secondo cui le ceneri debbono essere ricavate dai rami d’ulivo benedetti nell’ultima Domenica delle Palme. Se no, le allusioni all’impegno per la pace, all’accoglienza del Cristo, al riconoscimento della sua unica signoria, alla speranza di ingressi definitivi nella Gerusalemme del cielo, diverrebbero itinerari ben più concreti di un cammino di conversione.

 Quello «shampoo alla cenere», comunque, rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame già cadute dalle croste del nostro peccato.

 Così pure rimane indelebile per sempre quel tintinnare dell’acqua nel catino. È la predica più antica che ognuno di noi ricordi. Da bambini, l’abbiamo «udita con gli occhi», pieni di stupore, dopo aver sgomitato tra cento fianchi, per passare in prima fila e spiare da vicino le emozioni della gente.

 Una predica, quella del giovedì santo, costruita con dodici identiche frasi: ma senza monotonia. Ricca di tenerezze, benché articolata su un prevedibile copione. Priva di retorica, pur nel ripetersi di passaggi scontati: l’offertorio di un piede, il levarsi di una brocca, il frullare di un asciugatoio, il sigillo di un bacio.

 Una predica strana. Perché a pronunciarla senza parole, genuflesso davanti a dodici simboli della povertà umana, è un uomo che la mente ricorda in ginocchio solo davanti alle ostie consacrate.

 Miraggio o dissolvenza? Abbaglio provocato dal sonno, o simbolo per chi veglia nell’attesa di Cristo? «Una tantum» per la sera dei paradossi, o prontuario plastico per le nostre scelte quotidiane?

 Potenza evocatrice dei segni!

 Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale, sospeso tra cenere e acqua. La cenere ci bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnerne l’ardore, mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare… sui piedi degli altri.

 Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa.

 Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi.

 

 

don Tonino Bello, Vescovo

5 Febbraio 1989

 

Fonte: http://www.donboscoland.it

 
 
 

Quaresima: «La giustizia ha bisogno di radici»

Post n°144 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da REBECCHINI
 

 La Quaresima per noi cristiani è da sempre un tempo importante che ci porta ad un'intensa riflessione anche sul tema della della giustizia: dietro ai gesti del digiuno e dell'elemosina c'è anche l'invito per creare rapporti giusti tra gli uomini e tra i popoli, evitando lo scandalo della disuguaglianza tra chi ha troppo e chi non ha nulla. Ma che cosa c'è alla radice della nostra sete di giustizia? È il tema che Sua Santità Benedetto XVI mette al centro del suo Messaggio per la Quaresima 2010.  «La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo» (Rm 3, 21-22), con questa frase di san Paolo, il Papa propone una riflessione sulle origini dell'ingiustizia e sul legame profondo che esiste tra l'amore di Dio e la giustizia verso il prossimo. È illusorio ricercare le cause dell'ingiustizia, dello sfruttamento, dell'egoismo - spiega il Papa - in elementi esterni al cuore dell'uomo. È solo quando ci riconosciamo amati da Dio che diventiamo capaci di costruire rapporti di giustizia tra le persone.

 

 

 
 
 

San Valentino

Post n°143 pubblicato il 11 Febbraio 2010 da REBECCHINI
 
Foto di REBECCHINI

 

Oggi la festa di San Valentino è celebrata ovunque come Santo dell’Amore. L’invito e la forza dell’amore che è racchiuso nel messaggio di san Valentino deve essere considerato anche da altre angolazioni, oltre che dall’ormai esclusivo significato del rapporto tra uomo e donna. L’Amore è Dio stesso e caratterizza l’uomo, immagine di Dio. Nell’Amore risiede la solidarietà e la pace, l’unità della famiglia e dell’intera umanità. ( http://www.diocesi.terni.it )

 

 

 

 
 
 

Beati voi...

Post n°142 pubblicato il 10 Febbraio 2010 da REBECCHINI
 

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,

Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:

«Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.

Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.

Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.

Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione.

Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.

Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”.

Lc. 6, 17.20-26

 
 
 

Seguitemi, vi farò pescatori di uomini

Post n°141 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da REBECCHINI
 

Domenica 7 febbraio 2009

 

 

 

 
 
 

SAN GIOVANNI BOSCO

Post n°140 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da REBECCHINI
 

giovanni_bosco.jpg

31 gennaio, SAN GIOVANNI BOSCO.

“Essere santi vuol dire fare bene
tutto ciò che si deve fare.
Il demonio ha paura della gente allegra”

 
 
 

Angeli con un'ala soltanto

Post n°139 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da REBECCHINI
 

 

Angeli con un'ala soltanto

(Tonino Bello)

Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita.

Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte nei momenti di confidenza oso pensare, Signore, che anche Tu abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta... forse per farmi capire che Tu non vuoi volare senza me.

Per questo mi hai dato la vita, perché io fossi tuo compagno di volo.

Insegnami allora a librarmi con Te perché vivere non è trascinare la vita, non è strapparla, non è rosicchiarla: vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebbrezza del vento; vivere è assaporare l'avventura della libertà, vivere è stendere l'ala, l'unica ala con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore: Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello, e aiutarlo a volare. Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi: non farmi più passare indifferente davanti al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te: soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un'ala di riserva.

 
 
 

La Tua Parola fonte di vita!

Post n°138 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da REBECCHINI
 
Tag: Parola, Vita


http://www.graficapastorale.it/

 

 
 
 

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Post n°137 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da REBECCHINI
 

Dal 18 al 25 gennaio 2010
Il tema della Preghiera per l'unità dei cristiani del 2010 si collega al ricordo della Conferenza missionaria internazionale di Edimburgo che viene riconosciuta come l'inizio ufficiale del Movimento ecumenico moderno. Nei giorni 14-23 del giugno 1910, oltre mille delegati, appartenenti ai diversi rami del Protestantesimo e dell'Anglicanesimo, a cui si unì anche un ortodosso, si incontrarono nella città scozzese per riflettere insieme sulla necessità di giungere all'unità al fine di annunciare credibilmente il Vangelo di Gesù. A cento anni di distanza la tensione missionaria che riunì quei cristiani può aiutarci a riflettere sul legame che c'è tra missione e comunione nella vita dei cristiani. Sappiamo bene, infatti, che l'evangelizzazione è tanto più efficace quanto più i discepoli di Gesù possono mostrare la loro comunione, la loro unità. Del resto lo stesso Maestro li aveva avvertiti: "Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri". Queste parole del Signore fanno emergere ancor più la contraddizione che c'è tra le divisioni dei cristiani e l'obbligo che comunque essi hanno di un annuncio credibile. D'altra parte non possiamo certo rinviare la comune testimonianza evangelica fino al giorno in cui sarà ristabilita la nostra piena comunione. E comunque sappiamo anche che la prima testimonianza è la nostra comunione. Nel sito internet www.chiesacattolica.it/ecumenismo tutte le informazioni riguardanti il momento celebrativo.
 
 
 

Papa: non manchi la solidarietà internazionale per Haiti

Post n°136 pubblicato il 13 Gennaio 2010 da REBECCHINI
 

“Caos totale” nella capitale Port-au-Prince. Migliaia di sopravvissuti girano per la città in cerca di aiuto. Haiti è il Paese più povero dell’emisfero nord. Il 78% vive con meno di 2 dollari al giorno. A Taipei è pronta una squadra di 140 vigili del fuoco e 8 cani, specializzata nelle emergenze.

Appello di Benedetto XVI per la popolazione dell’isola devastata dal terremoto.

Haiti, più di 100mila vittime, tragedia peggiore dello tsunami

La Croce rossa parla di 3 milioni di persone fra morti, feriti e senzatetto. I sopravvissuti scavano a mani nude fra le macerie alla ricerca di parenti e amici. Mancano medici e medicine, la gente intona canti tradizionali e preghiere. Fonti di AsiaNews: situazione drammatica, impossibile sapere il numero delle vittime.

Fonte: http://www.asianews.it

 Il corpo senza vita di monsignor Serge Miot, arcivescovo della capitale Port-au-Prince, è stato ritrovato sotto le macerie dell'arcivescovado. Lo hanno riferito alla MISNA i missionari della Società di Saint Jacques, presenti in Haiti da oltre 40 anni. Si è inoltre senza notizie del vicario generale, Monsignor Benoit.

Fonte: http://www.misna.org/

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 02/10/2009
 

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