Adolfo Rebecchini«È meglio seguire la strada, anche zoppicando, che correre fuori di essa. Perché chi continua a zoppicare sulla strada, benché avanzi poco, si va avvicinando alla meta; ma chi cammina fuori strada, quanto più corre tanto più si va allontanando dalla strada» (San Tommaso d'Aquino, Coment. Evang. S. Juan, 14,2). |
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Post n°167 pubblicato il 27 Marzo 2012 da REBECCHINI
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La Giornata Internazionale della Pace viene celebrata il 21 settembre di ogni anno. È stata istituita il 30 novembre 1981 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/67. L'Assemblea dichiarò che il Giorno sarebbe stato osservato, il terzo giovedì di settembre ogni anno, come un giorno di pace e di non-violenza, e volse un invito a tutte le nazioni e persone a cessare le ostilità durante il giorno. La risoluzione invitava tutti gli stati membri, organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, organizzazioni regionali e non governative ed individui a commemorare il giorno in maniera appropriata, sia attraverso l'educazione e la consapevolezza pubblica, sia nella cooperazione con le Nazioni Unite per la pace globale.
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"Verranno molti popoli "Le armi, "MA IO VOGLIO DAVVERO LA PACE?"
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Post n°163 pubblicato il 28 Giugno 2010 da REBECCHINI
Non ti auguro un dono qualsiasi. |
Post n°162 pubblicato il 25 Maggio 2010 da REBECCHINI
Lo schema preparato per la processione si può scaricare su:
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Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: "Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?" "Gridano perché perdono la calma" rispose uno di loro. "Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?" disse nuovamente il pensatore. "Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti" replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: "Allora non è possibile parlargli a voce bassa?" Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: "Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro. D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano." Infine il pensatore concluse dicendo: "Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare." Mahatma Gandhi (Da " ●fσℓℓєттσ● ") |
Grazie mamma, |
TRASMETTERE LA SUA LUCE «Una grande gioia non si può tenere per sé, bisogna trasmetterla», ha detto Benedetto XVI ai giovani della GMG a Colonia. Trasmetterla con la parola ma, soprattutto, con la vita! E chi ha una notizia più bella, più importante e urgente da comunicare di chi ha “incontrato” Cristo?! È l’incontro decisivo che rischiara e orienta la vita. E, se vissuto con coerenza, dà il coraggio necessario per le grandi scelte. Rende testimoni luminosi, che riflettono la Sua luce.
sr. Maria De Luca ap Fonte: www.diocesi.parma.it/ |
Tra i segni più evidenti che richiamano il Vangelo si evidenziano sulla fronte, sulla nuca e lungo i capelli «colature di sangue ad andamento sinuoso che sgorgano da ferite da punta di piccolo diametro, ferite disposte a raggiera intorno al capo che sembrano provocate dall’imposizione di un casco di aculei acuminati». A dieci anni dall’Ostensione del Giubileo, la Sindone torna visibile. Per la prima volta senza le toppe che furono applicate dalle Clarisse di Chambéry dopo l’incendio che la colpì nel 1532 e adagiata su un nuovo telo di supporto che ha sostituito il precedente «telo d’Olanda» su cui le Clarisse l’avevano fissata. I pellegrini si troveranno così di fronte alla Sindone in cui «ciò che è cambiato – spiega il professor Bruno Barberis, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino – non è la nitidezza dell’impronta, che non è stata in alcun modo toccata dall’intervento conservativo, ma la visibilità dell’immagine. La rimozione delle toppe ha infatti permesso di liberare alcuni pezzi di tessuto, aumentando così la superficie visibile e ora il Telo appare come doveva mostrarsi subito dopo l’incendio del 1532». «La Sindone, come era da attendersi – scrisse al termine dell’intervento Mechthild Flury-Lemberg – si mostra ora in una luce nuova. I buchi dell’incendio sono vuoti e suscitano l’impressione di un telo ferito. L’assenza delle toppe libera maggiore quantità di telo di quanto potessimo attenderci. La figura di un uomo sofferente è divenuta riconoscibile in modo più pieno, perché la continuità delle linee non è più interrotta dalle toppe. Le drammatiche lesioni dell’incendio rispecchiano letteralmente la piegatura d’allora del Telo». Il Telo sindonico – tessuto di lino a spina di pesce delle dimensioni di circa 4,41 per 1,13 metri le cui prime irrefutabili testimonianze storiche risalgono alla metà del 1300 – presenta la doppia immagine – la cui formazione resta ancora un mistero inspiegabile per la scienza – accostata per il capo del cadavere di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocifissione. Un rimando così diretto e immediato al lenzuolo citato nei Vangeli che servì per avvolgere il corpo di Gesù nel sepolcro e soprattutto alla drammatica realtà della Passione di Gesù, che Giovanni Paolo II, nel corso della sua visita nel 1998, definì «specchio del Vangelo». Tra i segni più evidenti che richiamano il Vangelo si evidenziano sulla fronte, sulla nuca e lungo i capelli «colature di sangue ad andamento sinuoso che sgorgano da ferite da punta di piccolo diametro, ferite disposte a raggiera intorno al capo che sembrano provocate dall’imposizione di un casco di aculei acuminati». E ancora: la cute del dorso e del tronco presenta «oltre un centinaio di ecchimosi escoriate» riconducibili a lesioni provocate dal flagello, mentre sul polso sinistro è evidente una chiazza di sangue determinata da una ferita di forma ovale «riconducibile alla lesione da uno strumento da punta, quale un chiodo, sul quale sia stata esercitata una trazione. La Sindone viene presentata ai pellegrini in un’apposita teca che fu realizzata per l’Ostensione del 1998 e del 2000 dalla ditta Bodino. Proprio dal 1998 – a seguito di appositi studi scientifici – la Sindone non è più custodita arrotolata ma distesa e dal 2000 è stata realizzata un’apposita teca, a cura di Alenia Spazio e Microtecnica che ne garantisce la conservazione in un ambiente ottimale e sicuro. http://www.avvenire.it autore: Federica Bello |
Inviato da: Barbara
il 18/03/2018 alle 21:16
Inviato da: REBECCHINI
il 08/12/2011 alle 00:05
Inviato da: Erika
il 21/10/2011 alle 19:12
Inviato da: Principessa.Smeralda
il 21/09/2010 alle 09:51
Inviato da: REBECCHINI
il 21/09/2010 alle 09:47