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evenementistica storica in un incrocio di reti - a cura di Oscar Brambani
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Angelo Ratti e l'inferno di Gusen
Post n°63 pubblicato il 15 Novembre 2007 da reticolatistorici
Difficile leggere questa testimonianza, una delle tante si potrebbe dire, ma che mi ha colpito molto per il passo che riporto: Ma ti devo dire che il momento più brutto della deportazione di Gusen 2 è stata la disinfezione del campo. Ora io mi meraviglio perché tanti libri parlano di disinfezione ma non entrano nei particolari come adesso io vi racconterò. Perché questo? Perché in Gusen 2 c’era il pericolo del tifo petecchiale. Sporcizia. Non c’era la possibilità di lavarsi. Si tornava a casa dal lavoro pieni di terra. Quindi, non ti lavavi. E le SS cominciano a preoccuparsi di questo tifo qui, perché se ti prende il tifo petecchiale non è che prende solo il campo ma bensì va oltre, a dieci chilometri all’esterno. E allora cosa decidono i comandanti del campo? Di disinfettarlo. Allora viene il momento della disinfezione. Questo è stato uno dei momenti più tristi e cruciali di Gusen 2. Questo succede il 5 gennaio 1945. La mattina, noi non sapevamo niente, quattro e mezza, tutti fuori dalla baracca. “Svestitevi”. Faceva un freddo cane. Nudi completamente. Ci danno una coperta in quattro. I vestiti vengono raccolti da un carro e li portano via. E ci hanno lasciati lì, dalla mattina alle quattro e mezza fino alla sera alle sei. Quindi io non ti dico i morti che vedevo vicino a me. Uno crollava, l’altro… era una cosa indescrivibile. Era un campo di battaglia, mitragliato completamente. E quei pochi rimasti lì con questa coperta, aspettare alla sera che da Gusen 1 che c’erano i macchinari, arrivavano i vestiti già disinfettati. Non ti dico la tragedia per trovare la tua, perché la tua giacca dove avere il tuo numero. Quindi, anche lì è stata una disperazione. Lasciamo perdere il momento di quando arrivano i vestiti. Il momento triste è quando noi entriamo nella baracca. La baracca era mezza vuota e ci guardiamo in giro; e degli amici che non trovavano più gli amici. E tanta gente che piangeva dalla disperazione perché diceva: “Ma dove sono andati a finire?” Erano là tutti nel cortile morti. Quello è stato uno dei momenti veramente… Quando te entri, come dire, entri in casa, hai la famiglia, hai i figli, hai la moglie. Entri il giorno dopo, non c’è più nessuno. Quindi medita un attimo cosa puoi provare. Gente che piangeva disperata perché non trovava più… ecco, io devo dire che questa disinfezione qui è stato l’inferno di Gusen 2. Pare in linea di massima che siano morte circa 5.000 persone. Consiglio vivamente la lettura integrale su un sito che veramente merita attenzione. |
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