Post n°325 pubblicato il 08 Luglio 2013 da lauro_58
Dalla terrazza vedo il mare di notte. A piedi nudi sento le mattonelle di gres ancora calde di sole. E’ bello stare a piedi nudi . Quando ho le batterie scariche è come se il calore le rigenerasse un po’. Capita spesso che il giorno di festa dia fondo a tutto quello che ho. Forse la domenica è più facile raschiare il fondo, soprattutto se sono solo e il faccia a faccia con me stesso è simile allo sguardo che indugia sul panorama notturno sul lungomare. La costa puttana e puntiforme è bellissima ed è come se mi carezzasse senza rimorsi dopo avermi demolito. |
Post n°324 pubblicato il 14 Giugno 2013 da lauro_58
La strada è un misto d’estate e inverno, ha un concerto alla moda per coda e tentacoli multiformi come testa. La strada è sangue e saliva di gente senza pudore che viene incontro la mia bocca come una betoniera piena di pece bollente. Poi dicono che divento scortese e guardo le persone di lato. Non ho paura se il braccio va a sbattere su un ferro arrugginito e mi taglio. Mica mi lamento … ci sputo sopra e sorrido. Sorrido e cerco di farlo sempre. Per il resto signori, il mostro ha bisogno di vomitare prima di parlare! Non è la colpa di nessuno se gli anni finiti sottopelle, gli abbracci rimangiati, le belle parole sono solo schifose bugie dette a fin di bene. Infondo ci sarà pure un motivo se passando davanti un fioraio alcuni fiori odorano di marcio! Ci sarà pure un cazzo di motivo, no? “Che hai?” mi chiede Manuela mentre mi allunga una tazza di tè. Manuela … ma chi cazzo è Manuela! E’ sbucata fuori dal nulla e mentre la guardo, dimentico la gola secca nella sua scollatura.
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Post n°323 pubblicato il 31 Maggio 2013 da lauro_58
La serata è agitata appena da una brezza che tira di lato e smuove il vestito di seta che mi accarezza leggero; la sensazione è quella di indossare il niente sorretto da spalline sottili, in realtà concedo al visibile vaghe trasparenze di me. Agosto sta volgendo alla fine cosi come l’estate, io invece sono nel bel mezzo di un ricevimento in cui non conosco nessuno tranne il mio uomo; chissà dov'è ora! |
Post n°322 pubblicato il 24 Maggio 2013 da lauro_58
Poi si fece largo in me una consapevolezza strana. Sembrava che muffa, polvere e acqua stagnante fossero odori familiari, che rendevano il luogo così arredato un posto in cui poter stare bene. Trovavo confortevoli tutti gli ambienti che gli altri preferivano evitare. Era una sensazione nuova, che vivevo come una disperazione. Ma il disagio è come il dolore, dopo un po’ smette di fare male e diventa altro. C’è chi si ammala, che diventa pazzo, io ho solo seguito il mio istinto. Infondo non sarebbe stato peggio che truccarsi come una femmina, amare una puttana, quasi ucciderla e subito dopo farci l’amore. Non sarebbe stato nemmeno peggio dell'essere perennemente agitato, patologicamente ansioso, mai in pace con me stesso. Come se non trovassi ne il modo ne il posto giusto in cui stare su questa terra. Come se fossi in transito per un viaggio di cui non conoscevo la partenza, ne la destinazione. Così accettai di buon grado quella consapevolezza. Una predilezione per i posti angusti e umidi. La prima volta che assecondai il richiamo dell’istinto fu una notte in fabbrica. Ero solo nel reparto quando infilai la testa in un tombino di scolo per vedere cosa non andasse nello scarico delle acque piovane. Da li vidi una tubazione e mi ci infilai, attratto da una voglia di umido insopprimibile. Poi entrai in un cunicolo, scivolando quindi in altro più stretto. Non mi fermai guadagnando posti sempre più scuri. La sorpresa non fu quando mi resi conto che le dimensioni dei pertugi non erano un problema e il buio non si mutava in tenebre, ma quando abbandonai quello che ora chiamo travestimento, lasciando che la pelle smunta lasciasse il posto a squame nere e verdi e che le cellule si modificassero, cambiando la struttura del corpo. Sentii la conformazione ossea trasformarsi e le viscere correggere il loro percorso. Ero pervaso da un diffuso senso di sollievo, come se non avere più a che fare con quelle maledette ghiandole sudorifere, per esempio, fosse una liberazione. Nemmeno gli effluvi che si alzavano dai cumuli di sporcizia erano così insopportabili e disgustosi come gli umori acri che secernevano gli umani. Ho sempre pensato di puzzare peggio delle bestie, nonostante coprissi le mie emanazioni con ogni tipo di profumo. Mi sentivo tanto repellente quanto lo è il mondo, così pieno di fumi di scappamento, ciminiere, spazzatura. Avevo un corpo impossibile da vivere, così come i vicoli stretti e palazzi talmente ammassati da rendere difficile persino al vento di passare e portare un po’ d’aria pulita. |
Post n°321 pubblicato il 06 Maggio 2013 da lauro_58
(Atto unico in più parti)
Parte prima: |
Inviato da: comelunadinonsolopol
il 14/02/2015 alle 19:24
Inviato da: lisalibera
il 31/12/2013 alle 18:57
Inviato da: lisalibera
il 08/12/2013 alle 08:18
Inviato da: lauro_58
il 15/10/2013 alle 11:31
Inviato da: lauro_58
il 15/10/2013 alle 11:29