Creato da 82val82 il 23/05/2006
Sono convinta che troppo spesso ci dimentichiamo dei momenti belli che viviamo. Troppo spesso il tempo sbiadisce i ricordi, la mente li sporca con frasi o gesti che avremmo voluto fare, dire, ricevere o ascolare. Per questo scrivo. Per ricordare i veri ricordi.

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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 25 Maggio 2007 da 82val82
 

E ieri corro fuori dall'ufficio, mi preparo e mentre mi faccio bella mi chiama un ragazzo che come troppo spesso accade, si è accorto tardi che gli sono scivolata via tra le mani. Non m'importa esser carogna, non m'importa prendermi la rivalsa. io mi sto preparando per te. Un paio di jeans, una maglietta, le scarpe da tennis ed un foular come cintura. E quando arrivi salto in auto. Ti bacio, hai il viso stanco, sei nervoso. Mangiamo, poi la telefonata con tuo padre. Quando riattacchi vuoi fumarti una sigaretta. La fumiamo assieme e poi mi abbracci. Mi dici che non sai come fai. Che da solo ti saresti mandato già a cagare. Ti ricordo che sei fortunato. Mi dai ragione. Mi abbracci forte, come piace a me, come ad aggrapparti a me. Poi mi confessi che l'altro giorno ti sei davvero ingelosito. Oggi parti per Roma. Vai a trovare un amico. Sei stanco ma volevi vedermi prima di partire. Oggi ci vedremo in stazione, vengo a salutarti. Vorrei cacciarti fuori dai miei pensieri a pedate. E' pericoloso il legame che stiamo creando tra noi. Dolcezza. Passione. Appartenenza. Confidenza. Possessività. Abbandono. Follia. Instintività. Con te che sei ipocondriaco. Con me che sono insicura. Con te che soffri di depressione. Con me che sono lunatica. Con te che sei anarchico. Con me che sono di destra. Con te che in un abbraccio mi confessi che da quando sono entrata nella tua vita ti senti meno giù. Che in un sussurro mi dici che ti faccio star bene anche quando non siamo assieme. Con noi che ci sentiamo in paradiso se siamo in sieme. Con me che non riesco a non pensarti. Con me che sto dimenticando la mia insicurezza. Ho una fottuta paura. Ho paura di te, di me, di noi. Ma la gioia che provo è incredibile.

Ed è fantastico fare l'amore con te, il modo che hai di farmi sentire bellissima, desiderabile, femmina, tua, sensuale... E la voglia di me, la tua voglia di me che pare insaziabile. Perchè dici che non ti basto mai. E i nostri corpi sudati. Le tue dita che scorrono sul mio viso. Le mie che accarezzano il tuo per poi scivolare sulle spalle. E rimanere lì, nudi, sdraiati a guardare il nulla mentre ci raccontiamo di noi. E il tuo modo di controllare se qualcuno mi guarda troppo. Perchè me lo dici che se qualcuno mi da fastidio non devo far altro che dirtelo che ci pensi tu. Perchè sei geloso e fatichi ad ammetterlo. E alla mia domanda "Ma eri geloso" rispondi chiedendomi che ne pensassi. Ti dico che secondo me lo eri. E ribatti sorridendomi "Hai bisogno di conferme". Scoppio a ridere, mi fai l'occhiolino. Mi prendi il viso tra le mani mentre ancora sorrido e mi baci. E quando mi baci lo vedo che hai gli occhi chiusi. Li tieni chiusi. Delicatamente chiusi. Invece quando facciamo l'amore non fai altro che specchiarti nei miei. Perchè per quando siano scuri ci leggi dentro come se fosse una fonte cristallina. E lo so. E mi fa paura. E noi che viviamo tutto questo d'istinto. Senza programmi. Senza promesse. Senza se. Senza ma. Se un giorno ci leggessi amore nei miei occhi che faresti? Se un giorno mi accorgessi si amarti? Che faresti? Che farei? Io forse cercherei di scappare. E tu? Tu mi fermeresti?

 
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Scritto nel cuore

Post n°19 pubblicato il 21 Maggio 2007 da 82val82
 

Venerdì esco dal lavoro, puntuale come quasi mi era successo da quando lavoro qui.

Corro a casa, faccio tutto quello che dovevo, me preparo e prendo l'auto. Appuntamento per le 21. Sono in ritardo. Anche quando non è mio proposito esserlo almeno 5 min li faccio sempre. Arrivo, parcheggio e tu sei lì nei tuoi jeans, nel tuo giubbottino, coi capelli un po' sconvolti e la barba incolta. Mio dio, sei così bello che non mi pare vero d'esser fuori con te stasera. Ci siamo i tre bacini e parliamo...così vicini. I nostri visi sono ad una spanna l'uno dall'altro e mi piace terribilmente come mi guardi gli occhi e il sorriso. Entriamo in pizzeria, ridiamo e scherziamo, nonostante la scollatura che indosso il tuo sguardo non si sposta mai dal mio viso...

Usciamo, accendiamo una sigaretta e ci dirigiamo con calma verso l'auto. siamo fermi al semaforo. Penso di non aver mai adorato tanto un semaforo rosso. Mi avvicino a te, alzo il viso e lo avvicino al tuo collo e mi accorgo che è buonissimo il profumo della tua pelle. Tu fai lo stesso e la mia pelle è un brivido unico.

Scatta il semaforo e attraversiamo. Poi ci fermiamo nuovamente. Poi finalmente arriviamo all’auto. Decidiamo di andare verso i navigli. Durante il tragitto avvicino più volte il mio viso alla tua spalla o al tuo collo, appoggio la mano sul braccio. Ridi, mi dici che ti distraggo. Arriviamo e scendiamo dall’auto. Vieni dalla mia parte, mi abbracci e mi fiori il viso con le labbra. Faccio lo stesso, poi le labbra s’incontrano e in quel bacio sarei potuta morire senza rimpianti. Adoro i baci così: attesi, desiderati, dolci, passionali, spudorati.

Ci dirigiamo verso i navigli fermandoci di continuo a baciarci. Mi abbracci da dietro, mi baci il collo e le spalle e sono un brivido unico. E mi piace il modo in cui mi abbracci quando noti qualcuno che poggia lo sguardo su di me… O forse è solo una mia convinzione. Abbiamo percorso pochissima strada, ci fermiamo nuovamente a baciarci. Poi ti fermi all’improvviso. Mi domandi se avevi chiuso o meno l’auto. Non ricordo, torniamo indietro. L’auto era aperta. Ci eravamo distratti. Mi baci nuovamente. Mi abbandono ai tuoi baci, sono stufa di comportarmi da brava ragazza, si vive una volta sola nella vita. E io voglio assaporarti… Mi sussurri che non te ne frega nulla d’andare ai navigli. Sorrido e ti confesso che neppure a me importa molto. Saliamo in auto. Un paio di telefonate e decidiamo di andare a casa tua. Entriamo, ci sdraiamo e lui comincia a baciarmi. Nonostante tutto mi sembrava la cosa più naturale del mondo, come se non fosse la prima volta in cui lui vedeva il mio corpo. E’ riuscito in un piccolo miracolo, mi ha fatto sentire bella senza riserve. Senza timidezza, senza nascondermi alla luce della lampadina sul comodino. Nelle sue braccia, nei suoi occhi, nelle sue braccia mi sentivo, donna, amante, cucciola… Una sensazione magnifica. La cosa più bella è stata mentre stavamo per far l’amore, mi ha guardato, mi ha accarezzato la fronte e mi ha detto “Io ti rivedo vero?”. In quel momento mi sono sentita in paradiso. La cosa più brutta della serata è stato doverlo salutare. Non avrei mai e poi mai voluto salutarlo…

Il giorno dopo ci sentiamo nel pomeriggio, alcuni mes. Poi decidiamo di annullare i rispettivi impegni e ci vediamo dopo cena. Stavolta è stato lui ad arrivare con due minuti di ritardo. Spengo la sigaretta e salto in auto. Andiamo di nuovo a casa tua. E non m’importa di andare in giro con te… Tu non sei come gli altri! Non sei una preda da mostrare, nonostante tu sia bellissimo. Arriviamo a casa tua e ci buttiamo sul letto, parliamo, mi parli di te. E avevo paura. Più paura della sera precedente. Avevo paura di non piacerti più, paura di non so ché. Mi parli delle tue passioni, ti ascolto cercando di assorbire ogni singola parola come fa una spugna asciutta al primo contatto con l’acqua. Non mi fermerei mai. Poi ti parlo di me, di libri che amo. So che non sono l’unica persona a cui piace leggere ma io ho un rapporto tutto mio coi libri del cuore… Poi mi baci e le tue mani corrono sulla mia pelle. La stanza attorno a noi scompare. Rimani tu con il tuo respiro, il tuo profumo, la tua presenza dolce e decisa, forte e delicata. E mi perdo in te… Nei tuoi occhi che mi fanno sorridere il cuore, un sorriso che affiora fino alle labbra... E poi mi parli di te, della tua vita e Vorrei farti mille domande ma non voglio essere invadente e sono felice perché penso che raccontare sé stessi non sia facile. E ora che ti sei fidato ho ancora più paura di deluderti.

E non ti chiedo nulla, ho paura di deluderti, ho paura di dire cazzate, non voglio accelerare con te, non voglio perdermi o forse sì. Ma di sicuro voglio viverti!

 
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Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 17 Maggio 2007 da 82val82
 

I nostri sguardi si sono incrociati mentre la band sul palco faceva risuonare i Metallica... sussurro ai miei amici ed esco dal locale, non resisti e mi segui... Faccio finta di nulla e mi accendo la sigaretta. Ti avvicini e mi chiedi d'accendere. Scusa vecchia ma sempre efficace. I convenevoli e poi torno dentro ma prima di allontanarmi troppo mi giro e a gesti ti dico di vederci nuovamente per una sigaretta a fine dello spettacolo.

Spettacolo magnifico davvero ma aspettavo la fine... Mi avevi colpito, con quel fisico asciutto, alto tanto quanto basta, i capelli scuri scompigliati...ti avevo visto e avevo pensato "Bello e Dannato, soggetto da cui stare alla larga" ma si sa quando si deve evitare una cosa poi ci si va a sbattere contro... Più o meno volontariamente!

Esco, l'aria è fresca. Accendo una sigaretta e ti avvicini tra le persone che si riversano fuori dal locale. Non aspetto che sia tu a chiedermelo, ti accendo la sigaretta. Facciamo due parole poi i miei amici mi richiamano. Ti lascio il mio numero, ti sorrido e me ne vado.

Ed arriva lunedì, è da poco che sono in ufficio e mi arriva un tuo mes, mi inviti su msn. Accedo e cominciamo a parlare di tutto, di nulla.

Passano così, lunedì, martedì e mercoledì. Poi decido che ho voglia di rivederti e ti dico di passare a salutarmi. Sarei stata fuori a cena. Speravo maledettamente di spagliarmi sul ricordo di te. Invece esco e ti vedo lì. Capello sconvolto, quel nasino perfetto, gli occhi piccoli e lo sguardo dolce, le labbra sorridono sottili ma non troppo a scoprire i denti bianchi e perfetti. La barba leggermente incolta. Mi avvicino e ci diamo i 3 bacini. Parliamo e mi dimentico dei colleghi che stanno cenando.

E ora che sono in ufficio penso a come mi baceresti, immagino la tua mano infilarsi nei miei capelli lisci con dolcezza e decisione, avvicinarti a me e darmi un bacio morbido, invadente, passionale, immagino il tuo braccio che mi cinge attorno alla vita... Il cuore che batte per l'eccitazione. Ecco come m'immagino un tuo bacio... Chissà se avrò modo di rimanere delusa o invece se sarai all'altezza delle aspettative.

 
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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 23 Aprile 2007 da 82val82
 

Martedì ci siamo visti, vieni verso di me, io rimango appoggiata al paletto, mi abbracci. Quando mi abbracci sembra quasi tu ti stia aggrappando a me anche con il pensiero e non solo con il corpo. Andiamo in auto e ci mettiamo in un posto semi tranquillo. Metti nella radio un cd, selezioni la canzone e mi tieni stretta tra le tue mani la mia mano e cominci a cantarmi la canzone guardandomi dritto negli occhi con quell'espressione così dolce...

E' notte alta e sono sveglio
sei sempre tu il mio chiodo fisso
Insieme a te ci stavo meglio
e piu' ti penso e piu' ti voglio
Tutto il casino fatto per averti
per questo amore che era un frutto acerbo
e adesso che ti voglio bene io ti perdo..
Ancora
ancora
ancora
perche' io da quella sera
non ho fatto piu' l'amore senza te
e non me ne frega niente senza te
anche se incontrassi un angelo direi:
Non mi fai volare in alto quanto lei
E' notte alta e sono sveglio
e mi rivesto e mi rispoglio
mi fa smaniare questa voglia
che prima o poi faro' lo sbaglio
di fare il pazzo e venir sotto casa
tirare sassi alla finestra accesa
prendere a calci la tua porta chiusa chiusa..
Ancora
ancora
ancora
perche' io da quella sera
non ho fatto piu' l'amore senza te
e non me ne frega niente senza te
Ancora
amore
ancora
ancora
ancora
ancora
ancora

E quasi mi vien la pelle d'oca. Poi abbasso il volume della radio e non so come sono tra le tue braccia. Mi stringi, mi divincolo e poi tenendo le mani unite alle tue ti parlo senza però riuscire a guardati dritto neglio occhi. Ti dico che per quanta attrazione fisica ci possa esser tra noi, per quanta intesa si sia instaurata, per quanta elettricità si avverta nell'aria...non si può. Siamo come il latte e l'olio, non si riescono a mescolare. Ti ricordo che hai una ragazza ed è giusto che tu viva il tuo amore con lei, più simile a te, meno disillusa di me. Ti rassicuro, non mi perderai. Ci sarà sempre come amica. Ma ora non posso esser nulla di più. Rimaniamo abbracciati, mi dici che capisci. Che ho ragione. Ti accompagno al pullman per tornare a casa. Torno a casa.
Ma forse le mie parole non sono state molto convincenti, e venerdì ci rivediamo, andiamo a sdraiarci in riva al fiume e mi abbracci, mi sfiori il collo e io cerco sempre di sdrammatizzare, di sivincolarmi e alla fine ti ridico nuovamente che tutto ciò è sbagliato. Tu non puoi darmi ciò che voglio proprio per la tua giovane età.
Probabilmente come ogni ragazzo di 18anni tu ascolti ma non recepisci le mie parole. Mi chiami la sera e alla fine ci vediamo anche sabato sera. Una serata a passeggiare in centro, a ridere e a squadrare le persone che passavano, alcune già in tenuta mare altre con ancora il maglione di lana... Poi rimaniamo da soli e sono stanca, mi sento sola perchè ogni tanto ci si sente così, perchè si ha il bisogno di sentirsi coccolati e ci baciamo. E' stato un bacio bellissimo. T'interrompo e ti dico che è basta. Che è sbagliato. Che devi smetterla di comportarti così altrimenti comprometterai l'amicizia. Non ci sentiamo da sabato notte. Ed è giusto così. Devi farti passare la cotta per me e dedicarti solo alla tua ragazza. Non voglio distruggere il vostro sogno per un mio capriccio. non è giusto. E forse l'hai capito anche tu.

 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 17 Aprile 2007 da 82val82
 

Ti avevo visto un paio di volte nella sede del partito, arrivavi verso la fine delle riunioni, aspettavi che finissero e te ne andavi subito dopo con tuo padre. Eri carino ma non ti avevo notato.
Dopo un mese vieni ad uno dei nostri banchetti, proprio il giorno prima di Pasqua. Ci salutiamo e giuà nel primo sguardo che si siamo scambiati abbiamo inteso qualcosa...poi tutto il pomeriggio a far propaganda. Tu che scherzavi con me, mi prendevi in giro e poi mi abbracciavi. Andiamo a fare un giro io, te e un altro ragazzo. Tu continui a sfiorarmi le mani, le braccia. Contatto visivo costante. E poco m'importava se hai 19 anni e io 25. Stavamo solo scherzando... Poi a fine giornata mi abbracci e mi prometti ci saremmo visti presto... E dev'essere in quel momento che il profumo della tua pelle è arrivato al mio cervello, così, prepotente.
Nei giorni successivi rintraccio tuo fratello e chiedo il tuo numero con una scusa. So che hai la ragazza ma non m'importa. In quel momento pensavo solo al partito. No non è vero, in quel momento ero anche una donna che si sente terribilmente sexy e decisa. Quando rispondi e senti la mia voce rimani sorpreso. So che hai la ragazza e non m'importa. O forse sì. Parliamo. Tu che sussurri al telefono con la tua voce, un po' troppo profonda per i tuoi 19anni. Forse la cosa che mi attira è che sarebbe tutto fuori dagli schemi. Forse il fatto che sei meridionale come me. E noi che abbiamo il sole che scorre nel sangue siamo diversi dai milanesi. Ci sentiamo attratti tra di noi... Chissà poi perchè. Chiudiamo la telefonata promettendoci che ci saremmo visti il lunedì sera alla riunione.

Tu arrivi e mi fai lo squillo, io sono in ritardo. Arrivo con il mio passo. Corto ma deciso tutta via delicato. E tu sei lì fuori dalla sede ad aspettarmi. Arrivo e mi abbracci... ma va bene mi abbracciano tutti per salutarmi quando arrivo. Ma tu hai quel modo di abbracciare che avvolge e tu non dai i 3 bacini accennandoli, appoggi sulle mie guance le labbra morbide in un gesto così delicato eppure appare quasi intimo. E sì non ci siamo più abituati a impiegare il tempo anche per salutare....
Fumiamo una sigaretta facendo quattro chiacchere con tutti e non stacchi gli occhi da me, mi sento un po' in imbarazzo, oddio un po' tanto... Poi entriamo tutti in riunione e io e te siamo gli ultimi. Mi afferri per il braccio mi giro e sei con il tuo viso a pochi centimetri dal mio. Sorrido e ti sussurro "dai andiamo" e ti siedi accanto a me. Io tra te ed Ema. Lui un amico con il quale ridere e scherzare senza malizia alcuna. Solo tanto affetto e simpatia. E tu, tu con quegli occhi così profondi e scuri. E il mio cervello che mi dice di non civettare con te. Sei piccolo. Hai 6 anni meno di me. Non va bene. Tu hai una ragazza che ha più o meno la tua età. E mi basterebbe poco per far crollare la vostra storia. Mi basterebbe giocare un po' di più con te. E distruggerei i sogni di quella ragazzina. E non lo so, ma durante la riunione si parla e si discute, tu ti inclini appena verso di me con la testa e mi sussurri che hai caldo...Sorrido e un filo arrossisco...Seduti l'uno accanto all'altra con braccia incrociate le nostra dita giocano, si sfiorano, di prendono e poi è come sentire i tuoi pensieri su di me. Tu ti alzi e vai in bagno, io vado fuori a fumarmi una sigaretta all'aria aperta...Tu mi raggiungi e mi guardi, mi dici che ti piacio, che non è giusto ma mi pensi, che avevi voglia di vedermi e mi fa strano che un ragazzino mi dica queste cose. Finisco di fumare e butto via il filtro, butti via anche tu la sigaretta anche se non è finita, in un attimo mi afferri per i passanti dei jeans e mi attiti a te, non so come siamo abbracciati, appoggi appena le tue labbra al mio collo e un brivido mi percorre la schiena. Faccio per allontanarmi e mi trattieni...stiamo giocando con il fuoco, ti chiamo per nome "non è il caso, è meglio tornare dentro, hai la morosa e non è giusto". Sti cazzi alla mia coscienza... Torniamo dentro, prima io e mentre rientro escono altri, poi rientrate tutti insieme. Io che vorrei alzarmi e chiederti di smetterla di guardarmi così. Finisce la riunione e tu e tuo padre ve ne andate subito. Prima saluti tutti, mi abbracci e mi dai un altro di quei baci morbidi. Mi sussurri "ci sentiamo". La riunione finisce, ci ritroviamo tutti in strada a parlare. Tu mi chiami su cel. Sei in crisi. Sensi di colpa. Diviso tra l'affetto che provi per la tua ragazza e l'attrazione che provi per me. E io che faccio? Bho.
anche stamattina mi cerchi. Ci vediamo al mio rientro dal lavoro. Dici che vuoi parlarmi. Stronzate lo so che vuoi vedermi. Vedremo che cosa accadrà...

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 02 Agosto 2006 da 82val82

I giorni successivi si susseguirono senza particolari avvenimenti. Il lavoro, la famiglia, le uscite con le amiche, le chiacchere al telefono. Tutto scorreva tranquillamente. Di tanto in tanto, nei momento più tranquilli, magari mentre raggomitolata sul divano sfogliavo un libro mi veniva in mente lui senza alcun motivo apparente. Allora controllavo il cellulare. Da perte sua nessun segno di vita. Quindi neppure da parte mia ci sarebbe stato. Passò anche il weekend. Tornare al locale dove l'avevo conosciuto fu meno traumatico del previsto. Appena arrivata lo cercai istintivamente con lo sguardo. Impossibile vederlo. Ricominciò poi un'altra settimana. D'inverno il tempo riesce a scorrere uguale, lento e veloce allo stesso tempo. Senza accorgertene ti ritrovi in primavera.

Poi un pomeriggio, due settimane circa il nostro incontro, mentre mi affrettavo per recarmi alla fermata del pullmann per tornare a casa dopo il lavoro il cellulare cominciò a squillare insistentemente. Annoiata, quasi infastidita comincia a frugare nella borsa. Quando l'afferrai, guardai il display m'immbolizzai per un istante smettendo quasi di respirare. Era lui. Mi stava chiamando. Risposi. Sentire la sua voce fu un dolce dolore al cuore. Non speravo m'avrebbe chiamato. Parlammo del più e del meno. Mi accuso di non averlo cercato prima e io feci lo stesso. Era fine febbraio eppure l'emozione, l'andrenalina, il sangue che pulsava nelle vene mi scaldò facendomi arrossare le guance. Parlammo fino a quando non arrivai a casa, ti salutai con la promessa che ti avrei chiamato io in serata. Lo feci. Ti chiamai e parlammo per ore. Fino a notte fonda. Parlammo come se ci conoscessimo da sempre, come se fossimo l'uno di fronte all'altra. Parlammo e ci promettemmo di sentirci ancora.

Ancora ignoravamo fino a che punto ci saremmo lasciati coinvolgere l'uno dall'altra. Entrambi con un passato scomodo alle spalle. Entrambi feriti e inariditi dalla vita. Forse fu quello che ci spinse ad avvicinarsi.

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 08 Giugno 2006 da 82val82

Quando arrivammo dove avevo lasciato la macchina parcheggiò, spense l'auto e mi accompagnò alla mia. Sulla strada le macchine sfrecciavano. Qualche passante sul marciapiede. L'aria fredda. Apro la macchina, appoggio al sedile la borsa poi mi volto e lo guardo. E penso che è stato bello conoscerti e assaggiarti. Ma da domani tu tornerai alla tua città e alla tua vita. Io sono già nella mia città, riprenderò la mia vita. Non ti ho neppure chiesto se avessi qualcuna ad aspettarti. Non importava poi molto. Le nostre vite si eran incrociate per un istante ma ora basta.

Mi accarezza il viso mentre gli sorrido dolcemente poi ci baciamo. Gli auguro un buon viaggio per il giorno successivo. Salgo in macchina e chiudo la portiera, lui rimane lì a guardarmi attraverso il finestrino. Abbasso il vetro. Si china nuovamente e mi bacia. Mi dice che ci sentiremo. Ma chiamerò io o lui? E a che pro? Per cosa? Annuisco, accendo il motore e parto.

Una volta arrivata a casa trovo un messaggio sul cel, è suo, mi augura la buonanotte. Gli rispondo e mi metto a dormire. E' stato un bel weekend ma nulla di più.

Domenica mi sveglio che è ormai ora di pranzo. Inganno il pomeriggio facendo zapping alla tv. Mi preparo per l'aperitivo e raggiungo le mie amiche. Valeria è la più curiosa del gruppo. Anna e Diana invece ascoltano senza tartassarmi di domande. Ma metto in chiarò che non lo cercherò, non m'interessa. Troppi chilometri la motivazione che fornisco. Una piccola avventura nulla di più. Infrango le loro aspettative e salvaguardo il mio cuore. Sì, la scelta migliore.

 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 05 Giugno 2006 da 82val82

Interrompei il bacio separando qualche millimetro le mie labbra dalle sue. Sorrisi. Poi le ribaciai. Poi in un sussurro glii dissi "Pensavo non mi avresti più baciato". Lui sorride, soddisfatto, divertito. Mi guardava, quel suo sguardo furbo per poi rispondermi "Avevi fretta?". Scuoto appena il capo a dinego, porta la sua mano dietro il mio capo e torna a baciarmi. Non so dire per quanto tempo siamo rimasti al freddo, appoggiati alla macchina a baciarci. Il tempo di un bacio, anzi il bacio. Perchè di baci così non se ne ricevono molti nella vita. Interruppi il bacio e presi il pacchetto di sigarette dalla tasca, ne estrassi una e l'accesi. Lui fece lo stesso. Silenzio. Non una parola. Solo le nuvole di fumo che si disperdevano nell'aria e il traffico attorno a noi. Di tanto in tanto i nostri sguardi si cercavano per poi sfuggire a quello dell'altro.

Buttai la sigaretta, salii in macchina, dopo qualche istante salì anche lui. Ci guardammo e ci baciammo nuovamente. Dolcezza. Passione. Delicatezza. Ho mai provato tanto in un bacio? Non penso. Lui accese la macchina e percorse a ritroso la strada fino alla mia macchina, parcheggiò poco più avanti. Rimasi decisamente sorpresa, delusa, stranita. Lo guarda con aria interrogativa. Poi mi chiede "Vuoi andare a casa? O vuoi passare un po' di tempo con me?". Sorrisi divertita per poi rispondere "Direi la seconda". Cavolo, non l'avrei più rivisto se dovevo assaporarlo solo per una sera che almeno fosse una cosa ben fatta! Accese la macchina e si diresse in una zona isolata, parcheggiò, ci chiudemmo nella macchina, la spense.

Spensi la radio. Silenzio. Ci sorridemmo. Entrambi sfoggiavamo il nostro sguardo più furbo. Mi sorprese la complicità. Lui mandò indietro il sedile e mi attirò a sè. Mi sedetti sulle sue gambe e cominciammo a baciarci. Ci accarezzammo senza mai violare l'intimità dei nostri corpi. Mi aspettavo che mi proponessi di fare del sesso ma non lo fece. Anche questa cosa mi sorprese. Penso sapesse che mi sarei lasciata andare senza troppi problemi. Mi sorprese per l'ennesima volta. Quando guardai l'orario mi accorsi che erano le 3 di notte passate. Tornai al mio posto. Con un sorriso e forse anche con un po' di rimpianto gli dissi di accompagnarmi alla macchina. Lui mi tirò a sè dandomi l'ennesimo bacio. Poi sistemò il sedile e partì.

 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 05 Giugno 2006 da 82val82

La serata trascorse così bene, nel locale dove ci fermammo a bere ci fu dato un tavolo in un angolo, appartato. Abbiamo parlato e riso per tutta sera. Mi sorprese l'intesa che si era creata. Eppure sapevo che era solo per una sera. Nulla di più. Di tanto in tanto scendeva per qualche istante il silenzio tra noi, i nostri sguardi s'incrociavano, afferravo tra le mani il bicchiere e sorseggio con calma per lasciare che fosse lui a rilanciare la conversazione. Fisso le sue labbra e mi piaciono. Così. Carnose. Di tanto in tanto le nostre mani si sfiorano.

Per tutta la serata nessun vero contatto tra noi. Non sapevo esattamente come intendere il suo agire. Il suo comportamento, i suoi sguardi mi facevano intendere tutt'altro. Ma mi andava bene così, non ho mai amato le effusioni in pubblico e non avrei cominciato certamente ora.

Ormai era la una e ci alzammo diretti alla macchina, fu lì mentre parlavamo accanto alla sua portiera che accadde. Gli sfiorai la mano, poi avrei fatto il giro per salire sul lato passeggiero, invece mi afferrò per il polso ma senza farmi male, con decisione e gentilezza facendola poggiare sul suo fianco. Di riflesso appoggiai anche l'altra. Lui mi cinse i fianchi con le sue mani. Rimanemmo in istante così a fissarci poi mossi appena il capo verso di lui, lo vidi socchiudere gli occhi, stava per baciarmi. Feci lo stesso.

Ed ero lì invasa dal suo profumo, dalla sua essenza, i nostri corpi stretti, le sue labbra che giocavano con le mie. Mi spinse contro la portiera. Il bacio si fece più deciso e passionale, le sue mani salirono ad accarezzarmi i capelli. mentre le mie fecero altrettanto accerezzando i suoi capelli spettinati e il collo liscio.

 
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 01 Giugno 2006 da 82val82

Quando salii in macchina le mie amiche mi tartassarono di domande. Io sorridevo felice. Raccontai loro come si chiamava, di dov'era, di cosa avevamo parlato senza scendere troppo nei dettagli. Sorridevo. Quello lo ricordo bene. Ma ricordo ancora meglio le loro facce quando dissi "Io domani sera non sono dei vostri".

Rimasero perplesse, non era da me. Soprattutto perchè erano mesi che uno degli animatori mi chiedeva di uscire e rifiutavo con mille scuse. Denise mi disse mentre fissa la strada "Ma neanche lo conosci? Io non ti capisco. E poi puoi avere di meglio". Scossi la testa, mi accesi una sigaretta per poi rispondere "Neppure io mi capisco" .

Sabato mi alzai poco prima di mezzogiorno, trascorsi la giornata come mio solito. La sera prima di cena ricevetti un suo messaggio, ora e luogo dell'incontro. Risposi semplicemente "OK". Feci la doccia, lavai i capelli, indossai stivali e minigonna, un maglione dal collo ampio, i capelli li lascia mossi che ricadevano sulle spalle, un trucco leggero ed ero pronta.

Arrivai all'appuntamento con un leggero ritardo, ovviamente voluto. Nonostante questo non mi aveva cercata. Come faceva ad esser sicuro che non sarei mancata non lo so, ma mi piaceva questa sua sicurezza. Parcheggiai e scesi dalla macchina. Portavo un cappotto beige che copriva l'abbigliamento lasciando scoperte le gambe.

Ancora oggi non posso scordare il suo sguardo, diceva molto più di quello che avrebbero potuto le parole. Abbassai il capo mentre ci venivamo incontro, un po' imbarazzata dal suo sguardo su di me. Ci salutammo con i tre bacini, le sue mani sulla mia vita e io la mano destra sulla sua spalla. In quel momento potei sentire distintamente il profumo della sua pelle misto al suo profumo. Era fantastico.

Salimmo sulla sua macchina e ci dirigemmo verso i navigli. Mi raccontò della giornata trascorsa con sua sorella. Parcheggiammo. Nonostante fosse gennaio non faceva particolarmente freddo. Camminavamo fianco a fianco, attorno a noi altre persone passavano, coppie, gruppi più o meno chiassosi. Di tanto in tanto portavo lo sguardo su di lui per poi distoglierlo subito.

 
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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 30 Maggio 2006 da 82val82

Non avevo nessuna chiamata sull'altra linea, solo la fretta di rivestirmi. Infilo le calze, i jeans, le scarpe e la maglietta. Sbatto l'asciugamano, lo libero con cura dalla sabbia. lo spiego e lo sbatto nello zaino. Con me non ho il cambio per passare la notte fuori quindi di fretta mi allontano dalla spiaggia ed entro in uno dei negozi del lungo mare, un completo intimo, spazzolino, dentrifricio, una spazzola. Non mi serve altro. Per pigiama posso usare una sua maglietta.

Torno frenetica alla moto, slego il catenaccio infilo il casco il giubbotto e l'accendo. Un rombo del motore e parto. Lo so, è una follia, non so neppure come reagirai nel rivedendomi. I miei capelli non sono più biondi come l'ultima volta che ci siamo visti. Sono castani. Mi hai visto così solo in una foto che ti avevo mandato. Sfreccio veloce tra le vie e riprendo l'autostrada. Imbocco l'A14 a tutta velocità mentre la mia mente torna veloce, forse troppo al nostro primo incontro.

I miei capelli lunghi, scioli sulle spalle, la pelle leggermente sudata, mi appoggio al bancone e richiamo l'attenzione di Felipe, il mio barista.
prendo sempre il solito concentrato di frutta in quel locale, è troppo buono.
E la tua voce che profonda commenta ironica . Lui ti guarda con aria interrogativa non ti conosce, mi volto verso di te, il tuo accento così diverso da quello milanese, quella strafottenza che solo i romani possono avere nel tono della voce. Ti squadro e non sei bello, ci sono un mare di ragazzi più belli di te eppure qualcosa in te attira la mia attenzione, forse i capelli corvini, forse gli occhi nocciola, forse i tuoi lineamenti marcati, forse il tuo sguardo furbo. Non lo so. Ma ci ritroviamo a parlare. Tu che sei capitato per caso in questo locale.

Sorseggio il mio cocktail e ci sediamo a parlare su un divanetto, alcune mie amiche mi vedono ferma e mi guardano stranite. Faccio finta di nulla. Mi racconti solo che sei salito a trovare tua sorella, che domenica riparti per Roma. E io guardo i tuoi occhi mentre parli, le tue labbra mentre sorridi appena, il tuo pizzetto ben curato. Io parlo e gesticolo. Forse la cosa che mi ha colpito di te la tua sicurezza e a fine serata ti domando che avresti fatto la sera successiva. Tu, quasi arrogante mi dici che saresti uscito con me. Mi sorprendi. Non sei decisamente come gli altri. Ci scambiamo il numero di cellulare. Salgo con le mie amiche e tu mi segui. Fuori dal locale fumiamo una sigaretta insieme. Ti auguro la buona notte mentre le mie amiche e i miei amici si fermano qualche mentro più il là. Loro non mi hanno mai visto dare tanta confidenza. Ma con te è così facile. Mi avvicino per darti i tre bacini di congedo e tu ricambi poggiando per la prima volta le tue mani sui miei fianchi. Quel tocco che ora rimpiango, quel tocco che al solo pensarci mi vengono i brividi. E tu non ci provi neppure a baciarmi. Ecco cosa mi è piaciuto di te.

Raggiungo quasi di corsa le mie amiche, sento il tuo sguardo accompagnare ogni mio passo. Ora non dico loro nulla, non voglio che tu carpisca neppure una parola. Mi volto un solo istante prima di svoltare l'angolo e tu sei lì fermo a guardarmi sicuro di te, non distogli lo sguardo. Ti sorrido e sparisco dalla tua vista.

 
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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 30 Maggio 2006 da 82val82

E fermo i miei passi nell'acqua, 4 ore e rivederti e so che sei a casa, che non sei in vacanza. E' sabato e posso permettermi di non rientrare a casa in giornata. Potrei allungare la strada, correre da te. E tu sai che quando dico correre voglio dire correre. Mi volto di scatto e quasi corro verso l'asciugamano. Mi stendo a pancia in giù frugo nella tasca dello zaino ed afferro il cellulare. Ti chiamo. In fondo dall'ultima volta che ci siamo visti ci siamo sentiti ogni tanto, quindi perchè non chiamarti. Il cellulare suona, una, due, tre volte.
Squilla una quarta e sto per riattaccare quando sento la tua voce rispondermi mezza assonnata <Bimba, ciao come stai?>
E io quasi ho un mancamento, forse il caldo, forse la tua voce <Bene, sto al mare e volevo salutarti. Come va?>
<Sto sdrumato, fortuna che stasera faccio un salto al locale per l'apertura e poi me ne torno a casa a dormire, gli altri non ci sono. In casa da solo, 'na meraviglia>
Scoppio a ridere nel sentire il tono della tua voce poi mi ricompongo <Sicuro d'esser solo?>
<Certo, vuoi venire a controllare?>
Non avrebbe mai dovuto dire quelle parole. In quel momento ho deciso che sarei scesa da lui. <Non è da escludere. Ascolta, devo andare ho una chiamata sull'altra linea. Ti chiamo stasera.>
Ci salutiamo. E lui non immagina neppure che stasera lo chiamerò da fuori il suo locale. Forse è una follia. Ma io sono così.

 
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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 29 Maggio 2006 da 82val82

Mi perdo nell'osservare il moto delle onde, sempre uguale e diverso. Tolgo le cuffie e spengo il lettore. Chiudo con cura lo zaino e mi alzo in piedi, comincio a passeggiare sulla sabbia umida dove solo poche onde si spingono. I bambini a quest'ora giocano all'ombra degli ombrelloni, i ragazzi fanno il bagno e altre persone come me passeggiano.

Mentre i passi si susseguono mi sposto fino a dove l'acqua arriva al mio ginocchio. Continuo a camminare, incurante delle persone che incrociano il mio cammino.

Sono sempre stata così. Dura, andare avanti sempre, nonostante tutto e tutti. Anche quello in cui abbiamo creduto si dissolve come alcuni ricordi che si confondono con la fantasia e a distanza di anni non sappiamo più se certi accadimenti si sono realmente verificati oppure no.

E siamo nuovamente io e te, abbracciati sulla spiaggia in silenzio, non è la stessa spiaggia dove sono ora, sono lontana da te, almeno 500km. 4 ore. ma forse anche meno. Alzo lo sguardo verso il sole, devono essere circa le 2 del pomeriggio. Se partissi ora sarei da te giusto in tempo per una doccia e la cena. Sei bravo a cucinare.

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 26 Maggio 2006 da 82val82

Un colpo secco alla tempia. Apro gli occhi di scatto e torno seduta. Al mio fianco un pallone colorato. Porto entrambe le mani sul pallone mentre lo sguardo  guarda accanto ad esso e vedo dei piedini abbronzati, lo sguardo sale lungo le gambe magre, un costumino a slip verde, il busto magro, il viso abbronzato come il resto del corpo. Il bambino mi guardo sorridendo un po' preoccupato, lo sguardo vispo di bambino e la sua voce squillante:
<Scusi non volevo colpirla!>
Oddio, mi ha dato del Lei! Sono un dinosauro rispetto a loro. 
Quindi noto alle sue spalle altri ragazzi. Sorrido sollevando da terra il pallone
Il bambino l'afferra correndo poi via insieme agli amici.
Rimango seduta, alzo per un istante gli occhi al cielo, il sole spende altro. Deve essere all'incirca mezzogiorno. Mi alzo dopo aver frugato nello zaino alla ricerca del portafoglio. Mi dirigo verso il bar, una bottiglia di te fresco. La bevo a piccoli sorsi. Il refrigerio che mi procura è una piacevolissima sensazione. Butto la bottiglietta nel cesto e muovo alcuni passi per tornare all'asciugamano, la sabbia è bollente e io sono a piedi nudi. Affretto il mio passo e giunta all'asciugamano mi siedo nuovamente incrociando le gambe. Butto nello zaino il portafoglio ed estraggo il lettore MP3, le dolci note di Bob Marley risuonano nella mia mente ora. Osservo il mare, la sua superficie brillante, l'orizzonte, la superficie leggermente increspata e poi le onde, la risacca, la schiuma, la sabbia, i castelli costruiti dalle bambine.

Ricordo quando ero piccola, al mare coi miei genitori. Io e mia madre poco distanti dal bagnasciuga a costruire enormi castelli di sabbia, io ero la principessa. Li decoravamo con conchiglie raccolte al momento, il fossato attorno al castello e mio padre che alla fine dell'opera mi scattava una foto accanto al capolavoro. Distruggerlo con loro a finegiornata. Già perchè è diverso distruggerlo da soli e lasciare che sia qualcunaltro a distruggerlo.

 
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 25 Maggio 2006 da 82val82

 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 25 Maggio 2006 da 82val82

Sollevo appena il capo, l'ultimo tiro di sigaretta e la spengo immergendola nella sabbia calda.
Poi mi sdraio nuovamente. Dalla mia mente cerco di escludere tutti i rumori che mi circondano, li filtro lasciando scorrere nella mia mente solo il moto ondoso del mare, un lungo sospiro per poi inspirare il profumo del mare, la sua essenza di dolcezza e libertà. Chiudo gli occhi, i miei respiri si fanno più regolari, il battito cardiaco rallenta...

Un leggero sonno mi avvolge e i miei pensieri sono ancora lì ad accarezzarmi corpo ed anima, i ricordi mi riportano a tutto quello che è accaduto nei mesi precedenti, quando ancora il caldo non sfiancava i nostri respiri. Ed ecco che rivivo tutto come in un sogno. Potrei svegliarmi. Ma perchè negare al mio cuore d'essere felice anche se solo per i ricordi che conserva così gelosamente.

Ed è il tramonto, ho indosso il giubbotto di jeans e il piumino smanicato, i miei jeans un po' larghi e strappati, le scarpe da gym blu, sotto il giubbotto la maglia a righe bianca e rossa. Quando mi avevi visto indossarla mi avevi ricordato ridendo che eravamo a Roma e non a Venezia. Cammino avanti a te, il vento è abbastanza intenso e mi annoda i capelli, gli occhiali da sole mi riparano gli occhi dalla sabbia. Mi volto e ti vedo seguirmi con lo zaino sulle spalle, anche tu lo sguardo nascosto dagli occhiali da sole, i tuoi jeans simili ai miei e il tuo maglione verde. Sorriso mentre cerco il tuo sguardo, non abbiamo bisogno di levarci gli occhiali per capire che ci rivolgiamo sguardi carichi d'affetto. Mi fermo a pochi passi dal bagnasciuga e ti guardo raggiungermi mentre i capelli si agitano e alcune ciocche si sistemano sulle mie guance e sul mio viso. Ora smetto di sorridere e mi faccio seria mentre ti vedo raggiungermi e fermari a un passo da me, ad una spanna dal mio viso. Il sole ormai sta facendo l'amore con il mare, il mare arrossisce, il cielo geloso perde le tinte dell'amore per incupirsi. Che silenzio che ci avvolge. Un silenzio che urla tanto da far male ai timpani.

Di getto ti butto le braccia al collo, non ti bacio, appoggio il mio capo alla tua spalla destra lasciando che le mie labbra si fermino a poco dal tuo collo. Respiro il tuo profumo mentre i miei capelli continuano a danzare. Ti sento sospirare mentre poggi le tue mani sui miei fianchi. Quel tocco leggero ma fermo che conosco così bene. E riamiamo così non ricordo per quanto tempo, respiriamo il profumo dell'altro, viviamo di emozioni, ci nutriamo di gesti, siamo noi.

 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 24 Maggio 2006 da 82val82

 
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Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 24 Maggio 2006 da 82val82

Giro la chiave e il motore s'arresta, scendo e la sistemo sul cavalletto. Slaccio il casco e lo sfilo. Lego la moto con la catena e poi slego il nodo della sciarpa leggera, slaccio giubbotto, lascio cadere a terra lo zaino, vi appoggio sopra il casco. Lascio scivolare giù dalle mie spalle il giubbotto per poi ripiegarlo con cura. Il mio sguardo nascosto dagli occhiali da sole, lo alzo ed ecco davanti a me il mare, questa distesa d'acqua che brilla come se sulla superficie vi fossero mille fili d'oro e d'argento. Sospiro appena per poi inspirare la dolce aria salmastra. La brezza soffia leggera verso la costa, sembra una carezza delicata che prima sfiora impaurita la guancia per poi perdersi nei capelli arruffati...

Raccolgo lo zaino e vi caccio dentro il giubbotto, lego il casco allo zaino e scendo in spiaggia, una delle poche rimaste libere... E' solo metà mattinata ma molte famiglie si sono già accaparrate un lembo di sabbia, sistemato gli ombrelloni, i frigo all'ombra e le sdraio al sole. Sorrido, un sorriso di circostanza come se qualcuno mi stesse guardando. La sabbia morbida e calda sotto le mie scarpe, il piede in parte vi affonda, dopo alcuni passi mi fermo ed individio un posto non troppo lontano dal bagnasciuga, la marea ora è alta quindi non dovrò spostarmi per tutta la giornata. Estraggo dallo zaino l'asciugamano e lo stendo con cura a terra mentre a pochi metri da me una mamma stende sul proprio bambino la crema protettiva. Sfilo le scarpe senza slacciarle, slaccio il bottone dei jeans e la cerniera per poi sflarli e cacciarli alla rinfusa nello zaino, slaccio la maglia che finisce a far compagnia ai jeans. Mi straio e dalla tasca più piccola dello zaino estraggo l'elastico con cui legare i capelli, una sigaretta e l'accendo. Mi straio, toglo gli occhiali da sole, fumo e chiudo gli occhi. Attorno a me qualche stridere di gabbiani, il moto perpetuo delle onde, i bambini che si ricorrono, le mamme che tentano di sedarli, i padri che discutono di Formula 1, il traffico che arriva dalla strada.

E chiudo gli occhi, inspiro veleno e lascio che i caldi raggi del sole accarezzino ma mia pelle non sapendo se sperare o meno che arrivino a scaldare il mio cuore.

 
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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 23 Maggio 2006 da 82val82

I chilometri si susseguono, il sole comincia a riscaldare il mio corpo, le mani salde sul manubrio, il gas aperto...Lascio alle mie spalle la pianura e i miei pensieri, davanti a me il mare, ancora non lo si può vedere eppure mi sembra di sentirne il profumo. So bene che è un'illusione, uno scherzo della mente. In un istante i pensieri che avevo abbandonato alla partenza sono di nuovo qui ad avvolgermi come in una spirale.

Accellero, la lancetta del contachilometri s'inclina ulteriormente ad accarezzare i 150, manca ormai poco alla meta. I cartelli che scorrono accanto alla carreggiata segnelano la presenza di un'autogrill, uno sguardo rapido allo specchietto retrovisore, il passaggio di corsia ed eccomi entrare nell'area di servizio.

Fermo l'incedere ora lento della moto accanto a delle altre dove altri motociclisti bivaccano, una comitiva numerosa, composta per la maggior parte da coppie che devono avere all'incirca la mia stessa età. Abbasso il cavalletto e con gesti lenti slaccio il casco per poi passare la mano nei capelli, la mia attenzione viene catturata da una ragazza bionda, sorride mentre abbraccia il proprio ragazzo; abbasso appena il capo come a voler scacciare i pensieri. Dalla strada odo i rombi dei motori che veloci si rincorrono, attorno a me voci sconosciute che si chiamano tra loro, entro nell'autogrill, caffè.

Lo bevo in un sorso per poi tornare fuori, sottobraccio il casco. Appoggio lo zaino alla sella, da una tasca estraggo il pacchetto di sigarette e ne accendo una. Inspiro veleno, sul pacchetto troneggia la scritta "il fumo uccide", un sorriso ironico affiora sulle mie labbra mentre penso che ci sono parecchie cose che uccidono, questa non è l'unica. Fumo lentamente la sigaretta per poi spegnerla sotto le scarpe da gym nere e rosse. Salgo nuovamente sulla moto, dopo aver infilanto nuovamente zaino e casco, pronta a ripartire e fermarmi solo quando sarò sul lungomare.

 
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Corro

Post n°1 pubblicato il 23 Maggio 2006 da 82val82
Foto di 82val82

con cura avvicino i lembi del giubbotto nero, faccio correre la zip, lo chiudo. Al collo lego la sciarpa rossa...salgo a cavalcioni sulla moto, la mia moto, l'accendo...Sulle mie spalle il peso dello zaino. Infilo il casco, l'allaccio con cura. Una spinta e sono giù dal cavalletto. Tra le mie gambe sento vibrare il motore, ingrano la marcia e via...percorro alcune vie ed occomi fuori dalla città, l'aria fresca scivola sul mio corpo con maggior violenza, imbocco l'autostrada.

La mia mente si libera dai pensieri, i mille pensieri che l'affollano e che raramente mi regalano pace. Sfreccio tra le poche auto in corsa.

I miei capelli lisci lottano tra loro sostenuti dal vento, il cielo sta perdendo i toni pastello dell'alba, si sta tingendo di turchese. Aumento la velocità...tra un paio d'ore vedrò il mare...

 
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