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« Il Buco NeroDeiezioni Spaziali »

Messaggere interstellari

Post n°160 pubblicato il 06 Maggio 2019 da robertocass
 
Foto di robertocass

 

 

 

 

Negli anni Novanta le sonde Pioneer 10 e 11, lanciate la prima nel marzo del 1972 la seconda nell'aprile del 1973, furono le prime missioni robotiche ad affacciarsi oltre Nettuno.

Nel 2012 e nel 2018 le sonde Voyager 2 e 1, lanciate ad agosto e settembre del 1977, attraversarono l'eliopausa, varcando così ufficialmente il confine con lo Spazio interstellare, e presto saranno seguite dalle due Pioneer.

Le quattro sonde, su strade diverse, prima o poi potrebbero raggiungere altri sistemi solari con il loro carico speciale: nessuna potrà più comunicare con la Terra (le Pioneer sono già isolate), ma potranno raccontare a chiunque ci sia là fuori da dove sono arrivate e com'è la vita sul pianeta da cui sono partite.

Le sonde furono concepite proprio per diventare messaggeri interstellari e dopo aver dato un'occhiata ai pianeti esterni del nostro sistema, portano dei messaggi su placche per le Pioneer e su videodischi per le Voyager che mostrano a un eventuale navigatore extraterrestre qual è la posizione del nostro pianeta nella Galassia e come è fatta la vita sulla Terra.

Videodischi con immagini, parole e musiche del nostro pianeta.

Ma quali stelle e sistemi visiteranno le sonde nei secoli e nei millenni a venire?

Le proiezioni sul viaggio delle sonde sono state elaborate utilizzando i dati estremamente precisi di posizione e velocità di 7,2 milioni di stelle rilevati dal satellite Gaia e di velocità di altre 220.000 stelle registrate nel database astronomico Simbad.

Le Pioneer e le Voyager continueranno a vagare per miliardi di anni nella nostra galassia ed è improbabile che impattino con qualche oggetto ma al limite potrebbero risentire della gravità di qualche astro ed essere deviate dalla traiettoria ipotizzata

I dati mostrano che le viaggiatrici avranno più di una possibilità di passare vicino a più di una stella a meno di 3 anni luce da loro da qui alla fine del millennio.

Entrambe le Voyager e la Pioneer 11 si avvicineranno infatti a Proxima Centauri, il sistema stellare a noi più vicino (4,3 anni luce), che ha anche un pianeta potenzialmente abitabile Proxima b e almeno un altro pianeta, di recente scoperta, Proxima c.

Un'altra destinazione futura, tra centinaia di migliaia di anni, sarà la stella Ross 248, una nana rossa, a circa 10 anni luce dalla Terra nella costellazione di Andromeda: Voyager 2 e Pioneer 10 dovrebbero transitare a circa 2,8 anni luce dalla stella.

Gliese 445, un'altra nana rossa a 17,6 anni luce dalla Terra, nella costellazione Camelopardalis, attende invece Voyager 1 e Pioneer 11: "attende" per modo di dire, visto che viaggia in direzione del Sole e va loro incontro a 400.000 chilometri all'ora.

Quando si parla di astronomia le distanze diventano enormi, infinite.

Studiamo oggetti che vediamo o che ipotizziamo, coscienti che sono immagini partite milioni di anni fa e che noi vediamo oggi, dopo un viaggio che la luce ha compiuto per arrivare a noi.

Viviamo in un universo con miliardi di pianeti dove la vita può essersi sviluppata in modi diversi dal nostro, una vita che potrebbe essere arrivata ad un livello per noi inconcepibile.

Civiltà però che devono aver risolto il problema delle distanze che, anche viaggiando alla velocità della luce, sono comunque enormi e non gestibili per la nostra durata della vita.

Ma l'uomo ha voglia di scoprire e già più di 40 anni fa ha fatto partire quattro sonde messaggere della nostra civiltà.

Anche altre civiltà ci stanno cercando?

Riusciremo mai ad incontrarci?

 

Parte del testo ed immagini ripresi dalla Rete

 
 
 
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