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Sicurezza sul lavoro

Post n°28 pubblicato il 26 Aprile 2009 da siamo_vivipuglia
 

Sicurezza sul lavoro - Multe dimezzate e niente arresto per i responsabili

Il profitto vale piú della vita umana, questo il senso del DDL proposto dal ministro Sacconi

domenica 29 marzo 2009 di Carmine Colacino

Il nuovo decreto privilegia il "rischio di impresa" (cioè il rischio - eventuale - di avere un profitto un po’ piú basso) sul "rischio" che possano avvenire incidenti sul lavoro (cioè che qualcuno possa morire, cosa che avviene normalmente diverse volte al giorno, ogni giorno ogni anno, in Italia).

Evidentemente la vita a certi legislatori interessa solo se è un mezzo per imporre scelte fideistiche ai suoi cittadini (cosa lecita se l’Italia fosse uno Stato confessionale, come l’Iran per esempio, e non piuttosto uno Stato che si professa laico).

Causare la morte di un lavoratore per inosservanza accertata delle norme sulla sicurezza, quindi, non porterà piú il colpevole in prigione, che invece pagherà una sanzione finanziaria alleggerita dallo stesso provvedimento che qui si riporta.

Il provvedimento, messo a punto dal ministro del welfare (malfare?) Maurizio Sacconi ovviamente ha lo scopo dichiarato di voler migliorare la funzione prevenzionistica della legge attualmente in vigore. Ai malpensanti potrà sembrare il completamento delle norme che già hanno abbassato i livelli di sicurezza, per esempio nelle discariche controllate dai militari, e la preparazione allo scempio che si farà con il nucleare.

Finché si confonderà il "rischio di impresa" con il rischio di infrangere la legge per fare piú profitti (illegalmente) sulla pelle dei lavoratori, non credo sia possibile aspettarsi leggi differenti da questo governo. E prepariamoci a vedere e sentire sui media il solito coro di osanna per questo decreto veramente innovativo e che mette l’Italia al passo con la normativa europea (non è vero, ma tanto si dice sempre cosí e nessuno lo contraddice).

Le anticipazioni sui contenuti della bozza del DDL che sarà portata in Consiglio dei ministri la prossima settimana.

21 Marzo 2009 — Multe dimezzate; eliminazione dell’ipotesi dell’arresto a favore di un sistema che privilegi l’applicazione di sanzioni, che prevedono l’alternativa tra arresto e ammenda; rimodulazione degli obblighi per il datore di lavoro; potenziamento del ruolo della bilateralità; introduzione di misure di semplificazione relative, per esempio, alle comunicazioni dell’Inail, modalità della formazione e utilizzo del libretto formativo del cittadino, procedure e condizioni di operatività dello strumento della sospensione dell’attività imprenditoriale: sono queste le principali ’novità’ introdotte dal nuovo testo unico in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro (Dlgs), messo a punto dal ministro del welfare Maurizio Sacconi, che approderà la prossima settimana in consiglio dei ministri.

Le disposizioni ’integrative e correttive alla legge numero 123 del 3 agosto e i provvedimenti di attuazione del decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008 rappresentano l’ideale completamento del processo di riforma intrapreso’ come si legge nella relazione di accompagnamento, sono raccolti in un nuovo testo che conta oltre 170 articoli. Le correzioni al testo del Governo dovrebbero entrare in vigore a fine luglio.

In materia di sanzioni il Governo osserva che ’non è certo introducendo la sanzione dell’arresto che si realizza l’obiettivo di innalzare i livelli di tutela negli ambienti di lavoro’. L’esecutivo si propone, pertanto, di ’eliminare le ipotesi del solo arresto a favore di un sistema che privilegi l’applicazione di sanzioni che prevedono l’alternativa tra arresto e ammenda e alle quali si applica la procedura della prescrizione obbligatoria ex dlgs n. 758/1994, la quale opera in funzione prevenzionistica permettendo al soggetto inottemperante di regolarizzare le condizioni di tutela degli ambienti di lavoro usufruendo, in caso di corretto adempimento dell’ordine impartito dall’organo di vigilanza, della possibilità di pagare un’ammenda ridotta rispetto al massimo edittale’.

In sostanza, risulterà assai piú difficile effettuare l’arresto, anche per i casi di aziende ad elevato rischio industriale come quelle sottoposte alla ’direttiva Seveso’. Per esempio: centrali termoelettriche, impianti e installazioni dove è presente il rischio di radiazioni ionizzanti, fabbriche di esplosivi, miniere con più di 50 addetti, case di cura e ricovero con oltre 50 addetti, cantieri temporanei con più di 200 uomini-giorno e attività che espongono a gravi rischi biologici, ad agenti cangerogeni e all’amianto.

 


 
 
 
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