Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi di Aprile 2018

Misteri della Croara, i miracoli “laici” della Madonna dei Boschi

Post n°1102 pubblicato il 30 Aprile 2018 da fabbri.giancarlo
 

Collage 02 Mingozzi

In alto due foto scattate nel 1937 da Estenio Mingozzi, in basso due sugli stessi temi scattate qualche anno fa

San Lazzaro (Bologna)

Pensandoci bene non è consueto, considerando i molti oratori di San Lazzaro pochi noti e molti ignoti, che quello della Croara dedicato alla Madonna dei Boschi abbia un fascino particolare con l’icona della madre allattante venerata da due parrocchie. Forse la sua collocazione in un gradevole ambiente tra affioramenti selenitici, accanto a una quercia plurisecolare ora morta, e cinta da un bosco di roverelle.

Anche il poeta, giornalista, docente e uomo politico bolognese Enrico Panzacchi (1840-1904) ne fu affascinato dedicandole una lunga poesia a titolo “Madonnina dei Boschi e Prete Santo” di cui i primi versi sono: «D qui la vedo: una chiesetta antica,/mezzo ascosa nel bosco dei quercioli,/e una piccola grotta in cima al monte./In certi dì, nella stagione estiva/ella vien fuori dal suo cheto ostello e muove a visitare il Prete Santo». Infatti nei mesi estivi, in giugno per la parrocchia di Santa Cecilia della Croara e in settembre per quella di San Pietro di Rastignano (ma in luglio fino a prima della seconda guerra mondiale), l’immagine identica a quella dell’affresco dell’oratorio ornata da una infiorata veniva portata in processione nelle due chiese. Sennonché il Panzacchi era dichiaratamente laico, liberale moderato, e vicino alla massoneria anche se non ne fu mai materialmente affiliato. Sapendolo, come mai questo poetico sentimento verso quella Madonna?

E perché mai due persone, dopo la seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso, si diedero da fare affinché venisse avviato il recupero e dell’oratorio tra l’altro invisibile da chi passa nella sottostante via Madonna dei Boschi, e il restauro dell’affresco della “Virgo Lactans”? E dire che quelle erano: una un agnostico vagamente panteista (per dirla alla Guccini) e l’altra un amico ateo convintamente socialista. Il primo, allora collaboratore de “il Resto del Carlino”, venne a sapere della donazione dell’oratorio al Parco regionale dei Gessi da parte della nota famiglia Artelli. Ne accennò all’amico architetto, poeta e scrittore socialista Estenio Mingozzi (1921-2015) che fu colto da immediato entusiasmo. «E’ una notizia bellissima che mi riporta alla giovinezza» – confidò all’amico giornalista – «Pensa che nel 1937, avevo 16 anni, mi fu regalata la prima macchina fotografica e scattai le mie prime foto in occasione di una festa con processione proprio all’oratorio della Madonna dei Boschi. Un luogo suggestivo che amo tuttora. Fammi una cortesia, riferisci ai dirigenti del Parco che se ci sono problemi nel reperimento delle risorse sono disponibile già oggi, gratuitamente, a eseguire i rilievi tecnici e fotografici, e a elaborare anche i progetti preliminare ed esecutivo per recuperi e restauri».

Ovviamente l’amico giornalista si recò subito alla sede del Parco dei Gessi, nell’ex scuola elementare di Idice, ma non fu creduto. Più volte fece il pendolare tra architetto e Parco finché finalmente si misero in contatto tra loro con grande soddisfazione dell’anonimo giornalista. Anche quello fu, forse, un miracolo “laico” della Madonna dei Boschi.

 
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Colombazzi alla scoperta dei castelli della Val di Savena

Post n°1101 pubblicato il 24 Aprile 2018 da fabbri.giancarlo
 

Collage Colombazzi

Pianoro (Bologna)

Alle 16 di domenica 29 aprile la sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando 2 a Pianoro, ospiterà la presentazione dell’ultimo libro di Romano Colombazzi, “Alla scoperta dei Castelli perduti nella Valle del Savena”, con la partecipazione dello scrittore e storico Adriano Simoncini. Libro edito dall’associazione culturale “Il Nido della Valle”, di Scascoli, e dal Gruppo di studi “Savena Setta Sambro”, di Monzuno, che è possibile acquistare in alcune edicole della Valle del Savena o riceverne copie in contrassegno facendone richiesta a: romanocolombazzi@virgilio.it. Il costo del volume è di 20 euro a copia.

Successivamente il libro di Colombazzi sarà presentato, con la partecipazione dell’assessore alla cultura del Comune di Monzuno Ermanno Manlio Pavesi, alle 16 di venerdì 4 maggio a Bologna nella biblioteca “La casa di Khaoula” in via di Corticella 104. E alle 17 di sabato 26 maggio nella biblioteca di Loiano, al piano terra del municipio, con l’assessore del Comune di Loiano Karmen Ogulin.

Nel libro grazie a una paziente ricerca dell’autore sarà possibile scoprire il nome e la collocazione di ventitré castelli sull’ampio territorio della Vallata del Savena. Il primo di cui si racconta è il Castello di Miserazzano, a sud di Bologna, dopo il ponte di San Ruffillo. Percorrendo le strade che costeggiano il torrente Savena si arriverà infine a Castel dell’Alpi nell’alta Valle del Savena. Di ciascun castello l’autore racconta l’affascinante storia, ripercorrendola sui testi classici che ne hanno trattato. Una serie di carte topografiche e di foto d’epoca corredano il libro e documentano i luoghi. Luoghi dove c’erano antichi castelli che i lettori hanno la possibilità di ritrovare.

 
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Giochi di strada, sabato 28 aprile, al Museo di Arti e Mestieri

Post n°1100 pubblicato il 24 Aprile 2018 da fabbri.giancarlo
 

A Tiro Fune 01

Pianoro (Bologna)

Causa maltempo l’iniziativa “I giochi di strada”, inizialmente prevista per domenica 15 aprile, è stata rinviata a sabato 28 aprile. Infatti dalle 15 alle 19 di sabato prossimo al Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro, in via del Gualando 2, tornano i tradizionali giochi che una volta davano a bambini e ragazzi spazio all’agonismo, alla fantasia e alla creatività. E anche in questa occasione festosa tutti: bambini, ragazzi, genitori e nonni (di ambo i sessi) sono invitati a cimentarsi nei giochi di una volta con fionde, tirini, cerbottane, archi, e tanti altri. I bambini potranno sfidare la fortuna cercando di colpire, bendati, la pentolaccia, mentre i più grandi si potranno divertire con gare di zacâgn (piastrelle di sasso), tiro alla fune e corsa nei sacchi. E alle 19 ci saranno premi per i vincitori e una merenda per tutti.

L’evento, in quest’epoca di giochi tecnologici, elettronici e digitali, intende avvicinare i giovani a un mondo della cultura popolare fatto di giochi e giocattoli in cui i bambini ne erano spesso costruttori e, a volte, inventori con varianti di attrezzi già usati dai bimbi in epoche antiche. Infatti in passato, fino al boom economico, poche famiglie potevano permettersi di acquistare giocattoli per i propri bimbi. Da qui la necessità di doverseli costruire utilizzando materiali di recupero.

Per info: 051.776927; 051.6529105; info@museodiartiemestieri.it; www.museodiartiemestieri.it; facebook.com/museodiartiemestieri.

 
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Al museo la “Festa della Liberazione 2018”

Post n°1099 pubblicato il 19 Aprile 2018 da fabbri.giancarlo
 

Via Chiesa 02

Pianoro (Bologna)

Sabato 21 aprile alle 15.30 nell’ambito della “Festa della Liberazione” nella sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando 2 a Pianoro, si inaugura una mostra fotografica a titolo “Borghi di Pianoro, ieri e oggi”. Esposizione di foto scattate da Cecilia Biagini, Romano e Sara Colombazzi, e Andrea Vivarelli, che documentano come è cambiato il paesaggio naturale e urbano del territorio pianorese. La mostra sarà visitabile fino a domenica 6 maggio: dalle 15 alle 18 in aprile e dalle 16 alle 19 in maggio. A seguire, alle 17, la Compagnia teatrale del Corso metterà in scena un’esilarante commedia dialettale, giocata sull’equivoco, a titolo “Staran a vadder” della durata di un’ora e cinquanta minuti.

Sempre al Museo di Arti e Mestieri di Pianoro alle 16.30 di mercoledì 25 aprile ci sarà la proiezione del film “Vincere” di Marco Bellocchio con Giovanna Mezzogiorno. Filmato che nel 2010 è stato premiato con ben otto David di Donatello fra i quali anche quello per la migliore regia. Le vicende narrano del ricorso al manicomio da parte di Mussolini, duce del dittatoriale regime fascista, per liberarsi di chi era diventato troppo invadente e imbarazzante.

Per informazioni: 051.776927 (museo); 051.6529105 (municipio); info@museodiartiemestieri.it; www.museodiartiemestieri.it; www.facebook.com/museodiartiemestieri.

 
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I misteri della Croara e i miracoli della Madonna dei Boschi

Post n°1098 pubblicato il 17 Aprile 2018 da fabbri.giancarlo
 

ZZ Collage 01

San Lazzaro (Bologna)

Per centinaia di anni si è data per certa, e tramandata dagli storici locali, che l’origine del secentesco suggestivo oratorio della Madonna dei Boschi, alla Croara di San Lazzaro, sia dovuta al ringraziamento dei fedeli delle confinanti parrocchie di Santa Cecilia della Croara e dei Santi Pietro e Girolamo di Rastignano per essere scampati alla pestilenza del 1630. Un’epidemia, descritta da Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, che solo a Bologna città fece quindicimila morti. Ma sembra sia tutta un’altra storia, anche questa miracolosa, che ha portato all’erezione nel XVII secolo della chiesetta e alla sua dedicazione alla Madonna dei Boschi, nella materna icona di Virgo Lactans, venerata dalle due parrocchie.

Infatti qualche mese fa ne “il Bollettino” periodico della parrocchia di Rastignano si racconta invece in modo anonimo tutta un’altra storia. «La devozione – si legge – ha invece origine dal prodigio ottenuto nel 1657 da Maria Casarini, riportato negli atti del notaio Carlo Monari relativi al contenzioso tra Antonio Cuppardi, affittuario del terreno, e don Benedetto Piovani, curato della parrocchia di Santa Cecilia della Croara, conservati nell’archivio della parrocchia stessa. Lungo la strada, che allora passava più in alto sulla collina, sorgeva un’edicola dedicata alla Madonna. Da tre anni impedita a camminare da gravi problemi, forse sciatica, la giovane Casarini aveva implorato un miglioramento, promettendo di andare in pellegrinaggio all’edicola. (…) Maria partì dalla sua casa la mattina presto, con due stampelle, e solo nel pomeriggio giunse alla meta; erano appena 800 metri ma per lei era stato un lungo viaggio, Dunque trovò alloggio per la notte nella casa chiamata il Castello, quella attraversata dall’attuale via Madonna dei Boschi, che distava un centinaio di metri. La mattina dopo la ragazzina stava incredibilmente meglio, tornò a visitare l’immagine della Madonna e ripartì aiutandosi con un piccolo bastone, dopodiché non ebbe mai più difficoltà a camminare. La cosa si seppe tra gli abitanti che cominciarono a visitare numerosi l’edicola, inducendo il Cuppardi a chiedere il permesso di costruire la cappella. Il parroco della Croara si oppose perché nel suo territorio sorgevano già tre chiese e cinque oratori, e le offerte dei fedeli sarebbero risultate ancor più frazionate. Ma il Cuppardi insistette fino a portare la cosa davanti all’arcivescovo Girolamo Boncompagni che alla fine dette il benestare, accreditando così la guarigione prodigiosa».

Quindi un’altra storia, sempre miracolosa, per questo gioiellino nascosto tra le roverelle, sul bordo della Dolina della Spipola, sorto su un affioramento gessoso di proprietà dei Maccaferri che passò poi ai Gualandi, e infine agli Artelli che lo donarono al Parco dei Gessi. Ente che ne consentì il restauro e una nuova inaugurazione avvenuta nel 2003. Ma in realtà la storia era già conosciuta, sin dal 1997, grazie alle ricerche della dottoressa Maria Grazia Bollini che poi consegnò i risultati, senza pubblicarli, a Soprintendenza, Parco del Gessi e Parrocchia. Un altro miracolo fu quello che in occasione di messe nere l’interno dell’oratorio fu imbrattato da scritte sataniste eccetto il dipinto della Madonna allattante. E di un altro ancora, sempre della Madonna dei Boschi, ne scriveremo in seguito.

 
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