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L’unica parola che mi viene in mente oggi: il rispetto.

Post n°10 pubblicato il 11 Giugno 2012 da ScrocchioCarroccio

E’ facile dirla ma realizzarla nella vita è difficile o sarebbe facile, semplice, conoscere ciò che ci circonda e se stessi. Crescere, esistere, protagonista o satellite, spettatore o attore.
Nessuno può sapere che cos’è il rispetto se non vive la circostanza, il luogo, le persone e l’ambiente, il rispetto è fatto della continua materia mutevole di conoscenza dell’istante, della meditazione, della saggezza opportuna, dell’arte di osservare, capire e comprendere, sfruttare la cultura dei libri per comprendere e saper leggere in quell’istante di vita, capire se esistere o meno, capire quando si può essere protagonisti o meno, crescere. Dare forma a se stessi e a qualsiasi cosa che ci circonda, perché se non si conosce non ne potremmo mai averne rispetto, così è anche per la propria vita e se stessi, se non si conosce se stessi non potremmo mai rispettarci e non potremmo neanche farci conoscere per essere rispettati. E’ in questo contesto l’onestà e la lealtà, perché qualche cosa di disonesto (che non è lo sbaglio, tutti si sbaglia, ma la negazione di questo). Così è anche per l’ambiente, per gli esseri viventi, per le persone.
Non penso che ci siano manuali dove impresse nella carta si trovino le scelte giuste e sbagliate, le indicazioni, i libri, la cultura, i manuali ci formano ma non possono scrivere il presente, non ci può essere scritto il presente, dove lo dobbiamo leggere noi, nelle circostanze della vita, in quei tanti presenti che dovremmo cercare di conoscere, strumenti che ci aiutano a leggere la vita che viviamo.
Caos, confusione, cose che crollano o delusione, è quando si smette di conoscere o si perde il filo, di se stessi, degli altri, delle case e dell’ambiente, dei sogni, delle fantasie.

Qualche anno fa ero convinto che ho fatto bene a perdere, per me stesso si, perché mi sono liberato di tantissime cose! Poi mi colpevolizzavo perché non la vedevo come scelta complessiva utile, si è stata utile per me ma non per altri, e allora dovevo Vincere! Ma poi sono risposte così, buttate la.
Qualche giorno fa ero convinto che dovevo vincere, ma poi alla realtà non conoscevo bene le cose. In questi giorni mi sono invece dato risposte, ho capito gli sbagli, messo in dubbio “un bene comune”, perché anche il bene o ciò che si fa di bene ha bisogno della strada maestra scritta nel rispetto, nel rispetto delle relazioni, delle amicizie, dei legami di parentela, dei legami affettivi, di tutto quel mondo umano che arriva fino ai vertici della politica.

Leggo i commenti… parola… profitti che non rispettano, profitti che non conoscono, profitti che non conoscono se stessi e così inopportuni e senza “rispetto”.

Io esisto, ma dove? Attraverso il buonismo? O dove è più inopportuno esistere? O dove è più opportuno esistere? Opportuno o inopportuno dipende dal contesto, dipende da quanto riesco a disegnare le circostanze più fedelmente possibile, ma è molto ma molto più facile farlo che scriverlo.

I miei sbagli li ho visti e purtroppo li ho fatti, colpevolizzare non mi è servito a nulla tranne che annebbiarmi la vista,
Un esempio: la troppa disponibilità (buonismo) ha creato nel mio lontanissimo passato legami forti che non era logico che esistessero, un esistere, un essere protagonista dove era sbagliato esserlo, una gratificazione così, senza né arte né parte, senza rispetto, senza conoscere che quel legame forte e quasi quotidiano non ha permesso di fare “crescere” un altro legame che aveva tutte le ragioni di esistere, mentre io dovevo essere un satellite, interpersonale e/o occasionale o rendermi partecipe a fare nascere e crescere un legame che avrebbe risparmiato tantissime cose e strade sbagliate con risvolti non belli. Ma anche questo è solo un esempio, non è una perla di saggezza, non è dottrina, perché sta a noi capire, nel rispetto della propria vita, senza mischiare l’egoismo con il proprio rispetto (onestà e lealtà nei propri confronti) e la generosità con il rispetto di altre persone (onestà e lealtà nei confronti degli altri).

I bambini ci insegnano a meravigliarsi del mondo, di tutto quello che è una novità, di tutto quello che per noi è scontato ma per loro è un “Nuovo”, imparano a rispettare il mondo, conoscendolo.

Stalking, il bene si realizza nel conoscere e comprendere, onestamente e lealmente. Difendere è improprio e sinceramente non so se è la strada risolutiva. Onestamente e lealmente, nella maggioranza dei casi, la donna psicologicamente è la più forte, psicologicamente è il sesso più forte, in grado di essere più autonoma. Onestamente e lealmente, nella maggioranza dei casi, il maschio psicologicamente è il più debole, psicologicamente è il sesso più debole, non molto in autonomia se traballa il terreno. Non è il problema di distruggere, è il problema di costruire, al maschio gli possono servire gli amici più che mai, la donna per difendersi dovrebbe favorire le amicizie all’uomo se è debole, “un costruire” (perché rispetta) il terreno stabile all’uomo per distruggere lo Stalking ma costruire l’uomo.




 
 
 
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Un blog di: ScrocchioCarroccio
Data di creazione: 31/07/2011
 

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