Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

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Saper chiedere scusa..

Post n°7678 pubblicato il 10 Settembre 2016 da nina.monamour

Quante volte nella nostra vita siamo riusciti a dire: "Scusa, ho sbagliato?", quante volte non essere riusciti a pronunciare queste tre semplici parole, dopo una discussione o un litigio, ha incrinato irreparabilmente rapporti anche importanti per noi? Quante volte non riusciamo a mettere da parte l'orgoglio e continuiamo a pensare con ostinazione: "Ho sbagliato io?"

 


Eppure, se uno assiste dal di fuori ad una discussione fra due persone, sembra molto facile capire dove stanno i torti e le ragioni; ma la cosa non è affatto altrettanto chiara per chi nella discussione ci sta in mezzo. Chi discute è come fosse sotto una campana di vetro che fa rimbombare solo le sue parole e le sue asserzioni; si diventa il "referente" di se stessi, si hanno orecchie solo per se stessi. Alla fine le proprie convinzioni assumono proporzioni smisurate e ci autoconvince a tal punto di avere ragione che prevaricare l'altro diventa l'unica opzione possibile, poco importa persino della verità.

Diventa ad un certo punto solo una questione di orgoglio e di potere, soprattutto se uno dei due ha un ruolo preponderante rispetto all'altro, pensiamo a quello che accade a volte tra genitori e figli. Un genitore non nasce genitore, ma impara ad esserlo facendo esperienza mentre li cresce. Sbagliando si impara, si dice, quindi anche un genitore può sbagliare e non riconoscerlo ne indebolisce il ruolo.

Forse un genitore non ammette i suoi errori per paura di perdere credibilità ma non farlo può trasformarsi in un autogol; infatti, se insegniamo ai nostri figli che per imparare è necessario fare esperienza e apprendere dai propri errori, anche i genitori devono per primi applicare questa regola a se stessi. Non farlo è segno di poca coerenza, ovvero si predica bene e si razzola male.

E se c'è una cosa su cui un genitore è perdente, è proprio la mancanza di coerenza; immaginate, per esempio, un genitore che vuole insegnare al figlio che la violenza è da condannare e poi, durante una discussione con lui, gli molla un ceffone, giustificando il suo gesto con la scusa che il figlio gli ha fatto perdere la pazienza.




Così facendo gli darà un messaggio poco coerente affermando che, in situazioni estreme, è lecito ricorrere alla violenza, saper dire "ho sbagliato" è invece un modo per ristabilire un contatto con l'atro, dirgli che abbiamo considerazione dei suoi sentimenti. A volte non si può chiedere scusa subito, bisogna aspettare il tempo giusto, far raffreddare le cose perchè le scuse arrivino con una convinzione piu' profonda.

E se alla fine chiediamo scusa, non ci devono essere dei "ma tu", perchè non ha senso cercare nell'altro il motivo per giustificare il proprio sbaglio.

Altrimenti, come nel gioco dell'oca, si torna al punto di partenza e le scuse non valgono piu'; insomma chiedere scusa non è un segno di debolezza, ma di forza. Nessuno è infallibile e chi è senza peccato scagli la prma pietra, è stato detto duemila anni fa ma è sempre così vero..

 

 

 
 
 
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