Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 14/02/2018
Post n°8306 pubblicato il 14 Febbraio 2018 da nina.monamour
L’amore è un sentimento universale ma San Valentino no, San Valentino è un martire troppo cristiano per incarnare il simbolo dell’amore globale e così, per il secondo anno di fila, oggi in Pakistan non si festeggia. Lo hanno deciso le toghe dell’Alta Corte di Islamabad. Era il 13 febbraio di due anni fa quando il giudice Shaukat Siddiqui ha messo fine al dibattuto incendiario sulla presunta immoralità della festa degli innamorati con il suo verdetto: “Nessun evento si terrà a livello ufficiale e in qualsiasi luogo pubblico”. Così è deciso e così sarà anche quest’anno. E l’autorità che regola le telecomunicazioni Pakistane prende nota e avverte l’intero circuito mediatico che le prescrizioni sono ancora in vigore. Né la carta stampata, né la televisione o la radio potranno fare propaganda anti-islamica oggi. Sì perché è proprio di questo che si sta parlando, d’altronde è nato tutto dal ricorso di un cittadino pakistano che si era rivolto alla Suprema Corte sostenendo che la festa degli innamorati andrebbe “contro gli insegnamenti dell’Islam”. Sull’argomento si era espresso anche il presidente Mamnoon Hussain affermando che il giorno di San Valentino non ha alcun legame con la nostra cultura e dovrebbe essere evitato. Cos’altro avrebbero potuto fare i giudici di Islamabad?
Padre Nasir Williams, direttore della Commissione per le comunicazioni sociali della diocesi di Islamabad-Rawalpindi, ha spiegato ad AsiaNews che il bando è l’ultimo esempio di ignoranza. Nel nostro Paese la libertà di pensiero è già limitata. Il ban è stato salutato con entusiasmo dal partito talebano “Jamiat Ulema-e-Islam” e dalle frange più conservatrici della popolazione che da sempre osteggiano la ricorrenza e chi la difende. Nel 2015 l'attivista SabeenMahmud era a Karachi, a bordo dell’auto che l’avrebbe condotta a casa, quando è stata freddata da un fanatico proprio per aver criticato pubblicamente i tentativi di censura della festività. Ma non tutti si arrendono ai divieti e alla paura, e le ragioni sono diverse.
Per commercianti di fiori e gadget è questione di business, per i giovani è un grido di libertà. “Io festeggerò comunque”, ha confidato alla Reuters un studente di ventuno anni.. “È una mia scelta”.
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