Creato da amaitti il 28/08/2011

La vita

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Va pensiero.

Post n°691 pubblicato il 29 Marzo 2020 da amaitti
 

VA PENSIERO

Quella che stiamo vivendo non è solo una parentesi,

ma una cesura epocale. Chi pensa che tra qualche mese

si potrà tornare allo status quo ante sta facendo finta

di non capire o ha semplicemente bisogno ancora

di qualche giorno per elaborare quanto sta accadendo.

Tutti continuiamo a vivere e a respirare, ad avere voglia

di combattere, perché non è il momento di arrendersi.

Così i musicisti riprendo a suonare insieme sulle piattaforme,

i letterati a scambiarsi poesie e consigli, i cinefili a recuperare

il tempo perduto. Ma la verità è che facciamo fatica

a concentrarci su qualcosa che non sia il cambiamento in atto.

Non è il caso. Il nostro istinto ancestrale ci invita a stare all’erta,

come tutti gli animali quando il pericolo è in agguato.

Ma allora cosa fare? Riesce facile lasciar viaggiare l’immaginazione,

pensando a quel che cambierà e a quello che ognuno

di noi potrà fare per contribuire a determinare

l’esito di questa fase storica. Siamo tutti isolati,

ma mai come in questo momento ci rendiamo

conto dell’importanza di condividere un progetto

collettivo per il futuro.

In realtà eravamo isolati anche prima che si manifestasse

questa epidemia, ognuno concentrato su stesso, a testa bassa.

Questi giorni di estrema sofferenza per le vittime e per tutto

il dolore che stiamo respirando, ci rendono consapevoli

del comune destino dell’umanità. Ignorare i segnali

di allarme lanciati dagli scienziati si è dimostrato essere

poco lungimirante. Nell’ottobre 2019 si è svolta a New York

una simulazione scientifica nell’ambito di “Event 201”,

organizzato dal “Johns Hopkins Center for Health Security”

in collaborazione con il “World Economic Forum”

e la “Fondazione Bill & Melissa Gates”. La conclusione

di questo esperimento è stata che il mondo non sarebbe

stato pronto ad affrontare una pandemia. I complottisti

hanno immediatamente gridato allo scandalo,

pensando che questi scienziati fossero degli stregoni

al soldo di chissà quale potere forte. In realtà la scienza

ha la capacità di prevedere alcuni fenomeni,

ma gli interessi economici finiscono puntualmente

per prevalere quando la politica deve effettuare delle scelte.

Stiamo verificando che neanche i morti in casa riescono

a farci aprire gli occhi.

Ecco, riesco ad arrivare al punto di

che questa tragedia possa servirci da lezione, per la prossima volta

in cui la scienza porterà alla nostra attenzione una simulazione

di scenari futuri. In realtà la scienza già da tempo ci segnala

un rischio che potrebbe portarci dritti all’estinzione,

ovvero quello del cambiamento climatico.

Tutte le simulazioni portano a conclusioni che descrivono

scenari apocalittici, chi più, chi meno. Ma i governi negano,

come hanno fatto nei confronti di questa pandemia,

fino all’ultimo giorno utile, avvalendosi anche di autorevoli

e prezzolate voci pronte a correre in loro soccorso.

Sono convinto che da questa esperienza non potremo

uscire tornando alla dimensione precedente ed in estrema

sintesi vedo all’orizzonte due scenari ipotetici:

1) un salto indietro di più di settant’anni,

con un quadro economico paragonabile a quello del secondo

dopoguerra, cosa che ci porterà a lavorare per decenni

prima di tornare ad una condizione di benessere

paragonabile a quella precedente;

2) un salto in avanti di 30 anni, con la costituzione

degli Stati Uniti d’Europa e l’anticipazione dell’agenda

2050 al 2022. Sogno non irrealizzabile, ma che prevede

in principio un processo di redistribuzione

della ricchezza inedito nella storia.

In questo momento è facile avere la tentazione di cedere

al catastrofismo, ma mai come adesso è importante

pensare a come agire appena il campo tornerà praticabile.

Organizzando una risposta articolata ed ampiamente condivisa.

Anche se i leghisti hanno indebitamente provato ad appropriarsi

di quella che per me resta la più bella aria di Giuseppe Verdi,

penso che il nostro popolo in questo momento dovrebbe accantonare

l’idea di esser pronto alla morte, per farsi ispirare dalla potenza

lirica del Va pensiero.

fonte: web

 
 
 
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