Pensieri e parole...
Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce
NON SONO GLI EVENTI A PORTARE LA FELICITA', MA E' LA FELICITA' A PORTARE EVENTI POSITIVI.
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CI SONO DIVERSI TIPI DI SORRISO. SI PUO' DECIDERE DI SORRIDERE CON GLI OCCHI, CON LA BOCCA O CON IL CUORE. E POI C'E' QUEL SORRISO CHE LI CONTIENE TUTTI.
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Messaggi del 11/03/2022
Post n°1212 pubblicato il 11 Marzo 2022 da scricciolo68lbr
Come curare le nostre ferite emotive? Tutte le ferite d’amore non risanate al nostro interno, si traducono inevitabilmente nel mondo esterno, sotto forma di competizione, di dominio del più forte sul più debole. Quando un bambino nasce è un piccolo nucleo di energia in espansione. La sua anima è pura e governa in maniera sapiente la mente e i pensieri. È innocente, radiante ed aperto all’amore. Ciò di cui ha bisogno per svilupparsi in maniera sana è di incontrare anime disposte come la sua, a comunicare e scambiare amore. Un’anima anch’essa pura e radiante come quella del bimbo e queste sono nei primi anni di vita, le anime dei genitori. Se le anime dei genitori sono equilibrate e ben disposte a questo scambio di amore, si genera una relazione sana tra figli e genitori, priva di qualsiasi ferita, che consente così alla piccola anima di crescere ed espandersi, via via che il bimbo diventa adulto. Se le cose, tuttavia, vanno diversamente e la relazione è guastata dall’ego dei genitori, o anche di uno soltanto, la forza depressiva e quella narcisistica inquineranno la relazione generando nell’anima del bimbo ferite emotive. Avremo così un bimbo che crescerà nel desiderio della competizione, del dominio sugli altri, della prevaricazione o al contrario, un bimbo incapace di esprimere il proprio amore, che crescerà scontento e depresso. Curare le ferite emotive quindi, è fondamentale perché cicatrizzino bene. Crescendo la vita di una persona scontenta, subirà altre ferite che andranno ad accumularsi sempre più. Ad un certo punto dovremo fare i conti con esse, senza timore. Non dobbiamo vergognarcene, ma dobbiamo accettare quello che la vita ha proposto ed andare avanti.
Quante volte siamo usciti feriti da una certa situazione? Le ferite emotive sono incidenti di percorso da curare: a volte è difficile, il dolore persiste, ci fa soffrire troppo e ci segna per sempre. Alcune ferite emotive sono più profonde di altre. Alcune guariscono senza lasciare segni, altre lasciano una cicatrice indelebile. Altre ancora, non si chiuderanno mai... almeno è quello che pensiamo. Forse siamo convinti che la nostra vita sarebbe più bella se non soffrissimo mai, se niente e nessuno ci potesse toccare. Ma tutto questo fa parte del nostro processo di apprendimento, ci trasforma e ci fa crescere. Tutte le esperienze, positive ma soprattutto quelle che noi chiamiamo negative, solo perché sono andate diversamente da come immaginavamo (quindi negative non sono), ci segnano e alcune lasciano in bocca un gusto amaro. Oggi parliamo di come sanare le nostre ferite emotive in modo costruttivo: a chiuderle ed a trasformarle in un’esperienza di vita come le altre.
Curate le vostre ferite perché cicatrizzino bene.
Le ferite emotive sono peggiori delle ferite fisiche, ma vanno trattate nello stesso modo. I passi da seguire sono simili a quando curiamo un taglio o quando riceviamo un urto. Il fatto che questo tipo di ferita sia invisibile a volte ci porta ad ignorare il nostro dolore, a voltarci dall’altra parte; rischiamo, così, che la ferita emotiva “si infetti”, non si rimargini bene e che finisca per lasciarci ancora più rimpianti.
Ecco quali sono i passi da seguire nel processo di guarigione. Per prima cosa, dobbiamo individuare la ferita, il motivo di questo dolore emotivo. Invece di ignorarlo, guardiamoci dentro e se necessario, parliamone, cerchiamo aiuto. A volte, non riusciamo a capire da soli e abbiamo bisogno di aiuto. Non dobbiamo avere timore di sentirci vulnerabili, non vergogniamocene. Una volta trovata la ferita e compreso il motivo, si prosegue. Quanto è grave la ferita? Una volta individuata la nostra ferita dobbiamo capirne la gravità. A volte fa più male di quello che pensavamo, altre volte è un dolore che creiamo noi stessi nella nostra mente. Analizziamo la ferita per poterla curare nel migliore dei modi, per trovare la medicina più adatta. Non ignoriamola, accettiamola. Poi arriva il momento di curarla. Questa è la fase più dolorosa; avete presente quando versate l’acqua ossigenata o il disinfettante su un taglio? Brucia, vero? Bene, anche le nostre ferite emotive si comportano così, sono dolorose da curare. È importante andare avanti, a tutti i costi, perché sarà un punto di svolta che ci mette alla prova. A volte la cura consiste nell’aprire gli occhi alla realtà, altre risolvere una situazione dolorosa, tagliar corto o, semplicemente, piangere. Il tempo necessario perché una ferita rimargini dipende dalla sua gravità. Certo, non sarà qualcosa che accade dal giorno alla notte, richiede il suo tempo. È normale che sia faticoso e che faccia male, ma dobbiamo accettare che la vita va avanti e che ci riserva ancora molto altro. Non lasciamo che il nostro pensiero venga offuscato dalla negatività. Lasciamo cicatrizzare la ferita, guardiamo avanti e sorridiamo alla vita. È un allenamento.
“Per tutte le ferite dell’anima, per profonde che siano, il tempo, questo grande consolatore, ha il suo balsamo”. Cristoph Martin Wieland
Non vergogniamoci delle nostre ferite: a tutti succede di soffrire, prima o poi. Il vero problema è accettarle, credere che il tempo le guarirà. È vero che il tempo e le distrazioni aiutano a curarle ma solo se, prima di tutto, le abbiamo scoperte, osservate, comprese e chiuse. Non si tratta neanche di chiudere un capitolo della nostra vita per non ritornarci più sopra; la questione è, piuttosto, lasciare che la ferita rimargini, affinché, voltandoci indietro, non faccia più male.
Prenderci cura delle nostre ferite ci permetterà di trasformarle in un’occasione per imparare e, soprattutto, di superare la paura che le ha causate. |
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