Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

 

ASTRAZENECA RITIRA IN FRETTA E FURIA IL SUO VACCINO DAL MERCATO!

Post n°1817 pubblicato il 04 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

ARTICOLO TRATTO DAL QUOTIDIANO LA VERITÀ DI SABATO 4 MAGGIO 2024.

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UNA MOSSA CHE AUMENTA I DUBBI SULLA GESTIONE DELLA PANDEMIA: ASTRAZENECA RITIRA IL SUO VACCINO!

In gran segreto la casa farmaceutica ha chiesto all’Ema di revocare la commercializzazione del preparato anti-Covid oggetto di numerose cause giudiziarie per effetti avversi anche mortali. Entro giugno doveva presentare un rapporto sul rischio trombosi.

Astrazeneca teme l’ondata di cause e ritira nel silenzio il suo vaccino.

La revoca concessa dall’Ue sarà attiva dal 7 maggio 2024 ma Aifa l’ha già fatto sparire. Intanto un cavillo frena il processo in Uk.

 

di PATRIZIA FLODER REITTER

 

Nel silenzio pressoché generale, Astrazeneca ha chiesto e ottenuto la revoca dell’autorizzazione a immettere in commercio il vaccino Vaxzevria. Mentre nel Regno Unito l’Alta corte sta esaminando le denunce contro il colosso anglo svedese da parte di vittime degli eventi avversi di questo anti Covid riunite in una class action da 100 milioni di sterline, l’azienda si è mossa per toglierlo da mercato. Ha presentato domanda il 5 marzo 2024 e la Commissione europea ha concesso la revoca lo scorso 27 marzo. Fine ingloriosa di un vaccino che sembra aver provocato troppi danni per restare in circolazione. Astrazeneca ottenne dall’Ema l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata il 29 gennaio 2021, il rinnovo annuale venne rilasciato nel novembre 2021 e il 31 ottobre 2022 fu concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio «standard». In quell’arco di tempo furono circa 68,8 milioni le dosi di Vaxzevria somministrate a over 18 in Europa, tra segnalazioni di lotti difettosi, allarmi puntualmente ridimensionati sui rischi di trombosi che invece provocarono la morte di diverse persone, sospensione delle somministrazioni e altre caotiche indicazioni. Pochi giorni prima dell’assemblea degli azionisti dell’11 aprile scorso, che ha dato il via libera all’aumento della retribuzione all’amministratore delegato Pascal  Soriot (quest’anno arriverà a guadagnare fino a 18,7 milioni di sterline, equivalenti a 21,8 milioni di euro), Astrazeneca otteneva di far sparire il vaccino forse più contestato durante la pandemia. Sandra Gallina, direttore generale per la Salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea, ha firmato il documento nel quale si legge che la revoca «è applicabile a decorrere dal 7 maggio 2024». Però sul sito dell’Aifa, Vaxzevria figura già «revocato». La pagina relativa al prodotto risulta aggiornata al 7 aprile scorso, quindi l’Agenzia italiana del farmaco si sarebbe mossa per tempo eliminando l’imbarazzante vaccino dall’elenco degli anti Covid disponibili. Una fretta un po’ sospetta, bisognava forse interrompere i legami con Vaxzevria prima che si tentino cause nei confronti di Astrazeneca? È vero che nel Regno Unito almeno 12 famiglie avrebbero abbandonato l’azione legale, scoraggiate dalla prospettiva di perdere contro l’azienda perché l’esistenza di un volantino, circolato al culmine della pandemia, che avvertiva di rari effetti collaterali associati al vaccino, potrebbe scagionare il colosso farmaceutico.

Ma ci sono sempre altre 50 denunce di danneggiati nei mesi precedenti (quando il foglio illustrativo ignorava la possibile l’insorgenza di coaguli di sangue e l’abbassamento del numero delle piastrine), a rappresentare un bel problema per Astrazeneca.

L’azienda ha presentato il suo «portafoglio di vaccini e terapie immunitarie» al recente Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid) di Barcellona, ovvero Sipavibart, un anticorpo monoclonale sperimentale a lunga durata d’azione contro il Covid 19, e Beyfortus, un medicinale per l’immunizzazione passiva dei bambini contro la malattia del tratto respiratorio inferiore da virus respiratorio sinciziale (Rsv).

Due medicinali in fase 3, ma quello che sta più a cuore ad Astrazeneca è il nuovo vaccino anti Covid a mRna, Vlp, ancora in «fase 1». Ricerca e mercato saranno sempre più orientati verso i farmaci a mRna e il colosso non vuole restare indietro. Togliersi di torno Vaxzevria significa dare un taglio a un farmaco che ha prodotto solo 1,8 miliardi di entrate nel 2022, mentre nel primo trimestre 2024 i ricavi totali sono aumentati del 19% grazie soprattutto a una crescita delle vendite dei prodotti per l’oncologia (+26%), di quelli respiratori e immunologici (+17%) e di quelli cardiovascolari, renali e metabolici (+23%).

Significa anche non dover più fornire dati sulla sicurezza. Nell’ultimo «Piano di gestione dei rischi dell’Unione europea (Rmp) relativo a Vaxzevria», del settembre scorso, si leggeva che Astrazeneca era impegnata in uno studio sulla sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Proprio quell’evento avverso che solo da poco l’azienda ha riconosciuto possibile. «Può provocare, in casi molto rari» Tts, è l’ammissione fatta nel Regno Unito, la prima che avviene in una corte di giustizia. Ebbene, lo studio era una valutazione della relazione tra l’esposizione ai vaccini Covid 19 e il rischio della sindrome trombocitopenica trombotica. Uno studio retrospettivo che utilizza database secondari collegati in Inghilterra attraverso l’Nhs digital trusted research environment (Tre), fornendo la copertura dei dati nazionali di tutti i pazienti relativi ad assistenza primaria, vaccinazione, ricovero ospedaliero, risultati dei test Covid19, dati sulla mortalità. Tappe fondamentali dello studio erano una relazione sullo stato di avanzamento, nel primo trimestre 2023 e la «presentazione del rapporto finale dello studio nel secondo trimestre 2024».

Con la revoca della commercializzazione del vaccino, Astrazeneca non sarà più obbligata a presentare i risultati di quello studio che poteva dare risposte ancora più preoccupanti sulla frequenza della Tts nei vaccinati con il suo farmaco. Ai danneggiati ha detto: «La sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e le autorità di regolamentazione hanno standard chiari e rigorosi per garantire l’uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini». Invece, sui suoi standard calerà l’oblio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 
 
 

ASTRAZENECA RITIRA IN FRETTA E FURIA IL SUO VACCINO DAL MERCATO!

Post n°1816 pubblicato il 04 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

 

ARTICOLO TRATTO DAL QUOTIDIANO LA VERITÀ DI SABATO 4 MAGGIO 2024.

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UNA MOSSA CHE AUMENTA I DUBBI SULLA GESTIONE DELLA PANDEMIA: ASTRAZENECA RITIRA IL SUO VACCINO!

 

In gran segreto la casa farmaceutica ha chiesto all’Ema di revocare la commercializzazione del preparato anti-Covid oggetto di numerose cause giudiziarie per effetti avversi anche mortali. Entro giugno doveva presentare un rapporto sul rischio trombosi.

Astrazeneca teme l’ondata di cause e ritira nel silenzio il suo vaccino.

La revoca concessa dall’Ue sarà attiva dal 7 maggio 2024 ma Aifa l’ha già fatto sparire. Intanto un cavillo frena il processo in Uk.

 

 

di PATRIZIA FLODER REITTER

 

Nel silenzio pressoché generale, Astrazeneca ha chiesto e ottenuto la revoca dell’autorizzazione a immettere in commercio il vaccino Vaxzevria. Mentre nel Regno Unito l’Alta corte sta esaminando le denunce contro il colosso anglo svedese da parte di vittime degli eventi avversi di questo anti Covid riunite in una class action da 100 milioni di sterline, l’azienda si è mossa per toglierlo da mercato. Ha presentato domanda il 5 marzo 2024 e la Commissione europea ha concesso la revoca lo scorso 27 marzo. Fine ingloriosa di un vaccino che sembra aver provocato troppi danni per restare in circolazione. Astrazeneca ottenne dall’Ema l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata il 29 gennaio 2021, il rinnovo annuale venne rilasciato nel novembre 2021 e il 31 ottobre 2022 fu concessa l’autorizzazione all’immissione in commercio «standard». In quell’arco di tempo furono circa 68,8 milioni le dosi di Vaxzevria somministrate a over 18 in Europa, tra segnalazioni di lotti difettosi, allarmi puntualmente ridimensionati sui rischi di trombosi che invece provocarono la morte di diverse persone, sospensione delle somministrazioni e altre caotiche indicazioni.

Pochi giorni prima dell’assemblea degli azionisti dell’11 aprile scorso, che ha dato il via libera all’aumento della retribuzione all’amministratore delegato Pascal  Soriot (quest’anno arriverà a guadagnare fino a 18,7 milioni di sterline, equivalenti a 21,8 milioni di euro), Astrazeneca otteneva di far sparire il vaccino forse più contestato durante la pandemia. Sandra Gallina, direttore generale per la Salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea, ha firmato il documento nel quale si legge che la revoca «è applicabile a decorrere dal 7 maggio 2024». Però sul sito dell’Aifa, Vaxzevria figura già «revocato».

La pagina relativa al prodotto risulta aggiornata al 7 aprile scorso, quindi l’Agenzia italiana del farmaco si sarebbe mossa per tempo eliminando l’imbarazzante vaccino dall’elenco degli anti Covid disponibili. Una fretta un po’ sospetta, bisognava forse interrompere i legami con Vaxzevria prima che si tentino cause nei confronti di Astrazeneca? È vero che nel Regno Unito almeno 12 famiglie avrebbero abbandonato l’azione legale, scoraggiate dalla prospettiva di perdere contro l’azienda perché l’esistenza di un volantino, circolato al culmine della pandemia, che avvertiva di rari effetti collaterali associati al vaccino, potrebbe scagionare il colosso farmaceutico. Ma ci sono sempre altre 50 denunce di danneggiati nei mesi precedenti (quando il foglio illustrativo ignorava la possibile l’insorgenza di coaguli di sangue e l’abbassamento del numero delle piastrine), a rappresentare un bel problema per Astrazeneca .

L’azienda ha presentato il suo «portafoglio di vaccini e terapie immunitarie» al recente Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive (Eccmid) di Barcellona, ovvero Sipavibart, un anticorpo monoclonale sperimentale a lunga durata d’azione contro il Covid 19, e Beyfortus, un medicinale per l’immunizzazione passiva dei bambini contro la malattia del tratto respiratorio inferiore da virus respiratorio sinciziale (Rsv).

Due medicinali in fase 3, ma quello che sta più a cuore ad Astrazeneca è il nuovo vaccino anti Covid a mRna, Vlp, ancora in «fase 1». Ricerca e mercato saranno sempre più orientati verso i farmaci a mRna e il colosso non vuole restare indietro. Togliersi di torno Vaxzevria significa dare un taglio a un farmaco che ha prodotto solo 1,8 miliardi di entrate nel 2022, mentre nel primo trimestre 2024 i ricavi totali sono aumentati del 19% grazie soprattutto a una crescita delle vendite dei prodotti per l’oncologia (+26%), di quelli respiratori e immunologici (+17%) e di quelli cardiovascolari, renali e metabolici (+23%).

Significa anche non dover più fornire dati sulla sicurezza. Nell’ultimo «Piano di gestione dei rischi dell’Unione europea (Rmp) relativo a Vaxzevria», del settembre scorso, si leggeva che Astrazeneca era impegnata in uno studio sulla sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Proprio quell’evento avverso che solo da poco l’azienda ha riconosciuto possibile. «Può provocare, in casi molto rari» Tts, è l’ammissione fatta nel Regno Unito, la prima che avviene in una corte di giustizia. Ebbene, lo studio era una valutazione della relazione tra l’esposizione ai vaccini Covid 19 e il rischio della sindrome trombocitopenica trombotica. Uno studio retrospettivo che utilizza database secondari collegati in Inghilterra attraverso l’Nhs digital trusted research environment (Tre), fornendo la copertura dei dati nazionali di tutti i pazienti relativi ad assistenza primaria, vaccinazione, ricovero ospedaliero, risultati dei test Covid19, dati sulla mortalità. Tappe fondamentali dello studio erano una relazione sullo stato di avanzamento, nel primo trimestre 2023 e la «presentazione del rapporto finale dello studio nel secondo trimestre 2024».

Con la revoca della commercializzazione del vaccino, Astrazeneca non sarà più obbligata a presentare i risultati di quello studio che poteva dare risposte ancora più preoccupanti sulla frequenza della Tts nei vaccinati con il suo farmaco. Ai danneggiati ha detto: «La sicurezza dei pazienti è la nostra massima priorità e le autorità di regolamentazione hanno standard chiari e rigorosi per garantire l’uso sicuro di tutti i medicinali, compresi i vaccini». Invece, sui suoi standard calerà l’oblio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

 

 
 
 

LA STORIA APPROFONDITA DIETRO IL MITO DEL CLIMA DEL 97% DEGLI SCIENZIATI

Post n°1815 pubblicato il 03 Maggio 2024 da scricciolo68lbr

PARTE SECONDA.

 

Narratore

Un altro sondaggio apparso nel 2013, dal ricercatore australiano John Cook e dai suoi coautori, in cui hanno affermato di aver esaminato circa 12.000 articoli scientifici relativi al cambiamento climatico e hanno scoperto che il 97% approvava l’opinione comune secondo cui i gas serra erano almeno in parte responsabili del riscaldamento globale. Questo studio ha generato titoli in tutto il mondo, ed era quello a cui si riferiva il tweet di Obama.

John

Ma anche in questo caso, le apparenze ingannavano.

Due terzi dei documenti esaminati da Cook e dai suoi colleghi non esprimevano alcuna opinione sul consenso. Del restante 34%, gli autori hanno affermato che il 33% ha approvato il consenso. Dividi 33 per 34 e ottieni il 97%. Ma questo risultato è essenzialmente privo di significato, perché hanno fissato l’asticella così in basso.

Gli autori del sondaggio non si sono chiesti se il cambiamento climatico fosse pericoloso o “causato dall’uomo”. Hanno solo chiesto se un determinato documento accettasse che gli esseri umani abbiano qualche effetto sul clima, il che, come già notato, non è controverso. Potrebbe significare poco come accettare l’effetto “isola di calore urbana”.

Quindi una domanda di gran lunga migliore sarebbe: quanti degli studi hanno affermato che gli esseri umani hanno causato la maggior parte del riscaldamento globale osservato? E stranamente, lo sappiamo. Perché sepolta nei dati degli autori c’era la risposta: solo 64 su quasi 12.000 articoli! Non è il 97%, è la metà dell’uno per cento. È uno su 200.

E c’è di peggio. In uno studio di follow-up, il climatologo David Legates ha letto quei 64 articoli e ha scoperto che un terzo di essi non diceva nemmeno ciò che Cook e il suo team affermavano. Solo 41 hanno effettivamente approvato l’idea che il riscaldamento globale sia per lo più causato dall’uomo. E non siamo ancora arrivati al fatto che sia “pericoloso”. Quella parte dei risultati del sondaggio è stata semplicemente inventata da politici e attivisti.

Altri ricercatori hanno condannato lo studio di Cook anche per altri motivi. Ad esempio, l’economista Richard Tol ha mostrato che più di tre quarti dei documenti che contavano come approvazione, anche il consenso debole in realtà non diceva nulla sull’argomento. E in seguito sono emerse prove che gli autori dell’articolo stavano redigendo comunicati stampa sulle loro scoperte prima ancora di iniziare a fare la ricerca, il che indica un livello allarmante non di riscaldamento o di consenso, ma di parzialità.

La realtà è che né questo studio, né una manciata di altri simili, dimostrano che il 97% degli scienziati crede che il cambiamento climatico sia per lo più causato dall’uomo, per non parlare del fatto che si tratti di una crisi. Il fatto che le persone che pretendono di mettere un tale peso nella “scienza consolidata” accettino un così ovvio hocus pocus statistico è sia sbalorditivo che deludente.

Narratore

Cosa ne pensano davvero gli esperti del clima? L’anno prima che Obama inviasse il suo tweet, l’American Meteorological Society (AMS) aveva intervistato i suoi 7.000 membri. Hanno ricevuto circa 1.800 risposte. Di questi, solo il 52% ha dichiarato di pensare che il riscaldamento globale nel corso del 20° secolo sia avvenuto e sia per lo più causato dall’uomo. Il restante 48% pensa che sia successo ma è per lo più naturale, o non è successo, o non lo sa. E mentre è possibile che i tre quarti di coloro che non hanno risposto si dividano allo stesso modo di quelli che lo hanno fatto, è anche possibile che gli allarmisti impegnati siano più propensi a rispondere a tali sondaggi. In ogni caso, si tratta di un piccolo campione, anche di membri dell’AMS, per non parlare degli scienziati di tutto il mondo.

John

Qualche anno dopo, l’Agenzia olandese per l’ambiente ha condotto un altro sondaggio che affermava che il 66% degli esperti del clima riteneva che gli esseri umani fossero i principali responsabili del riscaldamento dal 1950. Che è ben al di sotto del 97% anche se supera gli altri studi.

Uno psicologo sociale di nome Jose Duarte, specializzato nella progettazione di sondaggi, ha pubblicato un’analisi di quello, sottolineando che hanno diluito il campione includendo un gran numero di psicologi, filosofi, scienziati politici e altri non esperti, rendendo i loro risultati privi di significato come misura di ciò che pensano gli scienziati. Così come scoprirete che le persone che citano quel numero del 97% non sono per la stragrande maggioranza scienziati qualificati, certamente non statistici qualificati.

Narratore

Quindi non siamo più avanti di quando abbiamo iniziato. La maggior parte degli esperti concorda sulle basi, vale a dire che l’anidride carbonica è un gas serra e probabilmente provoca un certo riscaldamento e che gli esseri umani hanno un certo impatto sul clima, probabilmente incluso un certo riscaldamento. Ma discutono attivamente sul resto: quanto riscaldamento ci sarà? È un problema? Dovremmo cercare di fermarlo, o adattarci, o aspettare e vedere? Queste sono tutte domande importanti e abbiamo bisogno di buone risposte.

John

E c’è l’affermazione che molte delle accademie scientifiche nazionali del mondo, che rappresentano centinaia di migliaia di scienziati in tutto il mondo, hanno rilasciato dichiarazioni a sostegno del consenso sul riscaldamento globale e chiedendo sforzi governativi per ridurre le emissioni. Il problema è che nessuna di queste società ha fatto un sondaggio tra i propri membri prima di rilasciare le proprie dichiarazioni a nome dei propri membri. Le dichiarazioni sono state rilasciate da un piccolo numero di attivisti che hanno usato le loro posizioni di comitato per far sembrare che le loro opinioni fossero condivise da tutti gli esperti del mondo. Ma se lo sono, perché questi autori non hanno intervistato i loro membri prima di pubblicare le dichiarazioni?

Ci sono un paio di altri studi che hanno affermato di dimostrare un consenso. Ma si imbattono negli stessi problemi. Tutto ciò che mostrano è un ampio accordo sulle parti non controverse. Non offrono alcuna informazione sul fatto che la maggior parte degli scienziati pensi che il riscaldamento globale sia una crisi. E poi vengono spinti all’impazzata da non-scienziati per dirci cose che non cominciano a dire, spesso su questioni che non hanno nemmeno tentato di indagare.

Il problema non è solo che non sappiamo quale percentuale di scienziati sia d’accordo con questa o quella affermazione sul riscaldamento globale. È qualcosa di molto peggio. Tutto questo parlare di un consenso del 97% equivale a una campagna di bullismo disonesto per soffocare il dibattito scientifico proprio quando ne abbiamo più bisogno, perché la questione incombe così tanto nelle politiche pubbliche.

Come disse una volta il fisico Richard Feynmann: “Preferirei avere domande a cui non si può rispondere piuttosto che risposte che non possono essere messe in discussione”. E questo è particolarmente vero quando ci viene chiesto di intraprendere azioni drastiche sulla base di queste risposte.

Non molto tempo fa, l’esperto di sondaggi che ho menzionato prima, Jose Duarte, ha messo in guardia i suoi colleghi scienziati sulle conseguenze negative della rivendicazione del consenso. Ha detto:

“E’ sconsigliato riportare un consenso come se si trattasse di un’aggregazione di giudizi indipendenti. Gli esseri umani sono una specie ultra sociale, e il dissenso è molto più costoso dell’assenso a una maggioranza percepita. Uno scienziato che contesta la narrativa prevalente sul riscaldamento causato dall’uomo, o che si limita a produrre stime più piccole, probabilmente finirà in una lista nera maccartista di “negazionisti”. Gli scienziati del clima che si autodefiniscono mainstream rimandano il pubblico a tali liste, implicitamente avallando la diffamazione dei loro colleghi. Questo è inquietante e inaudito in altre scienze”.

La sfortunata verità è che c’è una forte pressione politica affinché gli esperti del clima non mettano in discussione le affermazioni di una catastrofe imminente. Coloro che lo fanno affrontano costi personali e professionali elevati, tra cui una raffica di abusi che possono essere molto spiacevoli per le persone che per lo più volevano dedicare la loro vita alla tranquilla ricerca della conoscenza, non a rumorose polemiche. E questo significa che dovremmo ascoltarli attentamente quando si sentono in dovere di parlare comunque.

Che rappresentino il 50%, il 10% o il 3% degli esperti, ciò che conta sono le prove che portano e la qualità delle loro argomentazioni.

E su questo, spero che ci sia accordo al 100%.

Per il nesso di discussione sul clima, sono John Robson.

Fonte : WUWT

 
 
 

LA STORIA APPROFONDITA DIETRO IL MITO DEL CLIMA DEL 97% DEGLI SCIENZIATI.

Post n°1814 pubblicato il 03 Maggio 2024 da scricciolo68lbr
 

Questa presentazione di quattro anni fa del Dr. John Robson indaga le origini malsane e l’inesattezza fondamentale, persino la disonestà, dell’affermazione che il 97% degli scienziati, o “gli scienziati del mondo”, o qualcosa del genere concordano sul fatto che il cambiamento climatico è causato dall’uomo, urgente e pericoloso.

Per una trascrizione di questo video che includa i link ad alcune delle fonti, visita https://climatediscussionnexus.com/videos/the-97-consensus-slogan/

 

TRASCRIZIONE

Ci sono così tanti slogan vuoti là fuori che vorrei poterli affrontare tutti in una volta. Ma il “97% degli scienziati è d’accordo” è sicuramente l’elefante nella stanza. Molte persone hanno cercato di confutarlo respingendo la nozione stessa di consenso, o lodando gli esempi storici di scienziati rinnegati che sono andati contro un consenso prevalente e si sono rivelati nel giusto. Ma questo ammette inutilmente l’affermazione principale stessa, che l’evidenza mostra semplicemente non essere vera. Spero che il video vi piaccia e che lo condividerete ampiamente.
-JR

Narratore

L’affermazione che il 97% degli scienziati di tutto il mondo è d’accordo è praticamente l’asso di trionfo nell’intero dibattito sul clima. Dopotutto, chi può obiettare contro un consenso così forte, sostenuto da così tanti esperti. Ma su cosa dovrebbero essere d’accordo esattamente? Se si guarda dietro le quinte, nessuno sembra sicuro di ciò che gli esperti hanno effettivamente detto. O chi sono. O… qualsiasi cosa.

John

A prima vista sembra abbastanza semplice. Nel 2013 il presidente Barack Obama ha twittato che “Il 97% degli scienziati è d’accordo: #climate il cambiamento climatico è reale, è causato dall’uomo, e questo è pericoloso”.

Nel 2014, il suo Segretario di Stato John Kerry ha riferito che il 97% degli “scienziati del mondo ci dice che questo è urgente”. E nello stesso anno, la CNN ha riferito afferma che “il 97% degli scienziati concorda sul fatto che il cambiamento climatico sta accadendo ora, che sta danneggiando il pianeta e che è causato dall’uomo”.

Narratore

Questo è più o meno ciò che la maggior parte delle persone pensa quando sente lo slogan del 97%: ogni scienziato crede che il cambiamento climatico causato dall’uomo sia una crisi urgente.

Ma ci sono milioni di scienziati nel mondo. Quanti ne sono stati censiti esattamente? Quando sono stati esaminati? Chi l’ha fatto? E su cosa si sono trovati d’accordo esattamente?

John

Scopriamolo insieme. Sono John Robson e questo è un Climate Discussion Nexus Fact Check sullo slogan del consenso del 97%.

Per cominciare, ci sono alcune idee che praticamente tutti gli scienziati accettano. Ad esempio, che gli uccelli discendano dai dinosauri, anche se questa idea è stata respinta come altamente eccentrica. E quando si tratta di clima, non c’è bisogno di un sondaggio per dire che l’anidride carbonica è un gas serra, il che significa che probabilmente ha un effetto di riscaldamento generale. Questo è noto dalla metà del 1800. E se si facesse un’indagine, si troverebbe un accordo scientifico schiacciante su questo punto.

Inoltre, ci sono molte indicazioni che il mondo è un po’ più caldo ora di quanto non fosse a metà del 1800, la fine di un periodo di raffreddamento naturale chiamato Piccola Era Glaciale.

Infine, praticamente nessuno contesta che gli esseri umani abbiano cambiato l’ambiente del nostro pianeta, rilasciando emissioni nell’aria, modificando la superficie terrestre, mettendo cose nell’acqua e così via.

Queste non sono idee controverse e sono accettate anche dalla maggior parte degli scettici del clima. Quello che non accettiamo è che qualcuno di loro dimostri che gli esseri umani sono l’unica causa del riscaldamento globale, o che il cambiamento climatico è una minaccia pericolosa.

Se il 97% degli scienziati ci credesse, sarebbe preoccupante. Anche in questo caso, dovremmo comunque trovare un piano i cui benefici superino i costi. In ogni caso, il livello di consenso sul fatto che il problema sia stato creato dall’uomo e urgente sarebbe certamente degno di nota. Ma il fatto è che su questo non sono d’accordo.

Uno sguardo ravvicinato ai dati delle indagini che abbiamo, e non ce n’è molto, ci dice che sì, c’è un grande accordo sul fatto che la CO2 sia un gas serra in una certa misura, che la Terra si sia riscaldata negli ultimi 160 anni e che gli esseri umani influenzino l’ambiente circostante. Ma i dati del sondaggio ci dicono anche che c’è molto meno accordo su tutto il resto, compreso il fatto che ci troviamo di fronte a una crisi.

Da dove viene questa affermazione del 97% e perché è così ampiamente ripetuta?

Narratore

L’affermazione del 97% sembra essere iniziata con una storica della scienza di nome Naomi Oreskes che, nel 2004, ha affermato di aver esaminato 928 articoli sul cambiamento climatico su riviste scientifiche, che il 75% di loro approvava la “visione consensuale” che “il clima della Terra è influenzato dalle attività umane” e che nessuno lo contestava direttamente.

Nel 2006, in An Inconvenient Truth di Al Gore, questa scoperta si era in qualche modo trasformata in “un massiccio studio di ogni articolo scientifico in una rivista peer-reviewed scritto sul riscaldamento globale negli ultimi 10 anni e hanno preso un grande campione del 10%, 928 articoli, e sapete il numero di quelli che non erano d’accordo con il consenso scientifico sul fatto che stiamo causando il riscaldamento globale e che è un problema serio? Su 928, zero”.

John

Era una bufala. Gore ha preso uno studio che ha rilevato che il 75% approva l’idea che gli esseri umani hanno qualche effetto sul clima e lo ha trasformato in prova che il 100% degli scienziati crede che sia un problema serio. Non fa una cosa del genere.

Narratore

E nemmeno la manciata di altri sondaggi sull’argomento. Ad esempio, cinque anni dopo, nel 2009, una coppia di ricercatori dell’Università dell’Illinois ha inviato un sondaggio online a oltre 10.000 scienziati della Terra ponendo due semplici domande: sei d’accordo sul fatto che le temperature globali sono generalmente aumentate da prima del 1800? e Pensi che l’attività umana sia un fattore che contribuisce in modo significativo? [Nota: Hanno fatto anche altre domande, ma non hanno riportato le domande o i risultati nella pubblicazione.]

John

Non hanno individuato i gas serra, non hanno spiegato cosa significasse il termine “significativo” e non si sono riferiti al pericolo o alla crisi. Qual è stato il risultato?

Narratore

Delle 3.146 risposte ricevute, il 90% ha detto sì alla prima domanda, che le temperature globali sono aumentate dalla Piccola Era Glaciale, e solo l’82% ha detto sì alla seconda, che l’attività umana è stata un fattore che ha contribuito in modo significativo.

È interessante notare che tra i meteorologi solo il 64% ha detto sì alla seconda, il che significa che un terzo degli esperti nello studio dei modelli meteorologici che hanno risposto non pensava che gli esseri umani giocassero un ruolo significativo nel riscaldamento globale, per non parlare di uno dominante.

Ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione dei media è stato che tra i 77 intervistati che si sono descritti come esperti di clima, 75 hanno detto sì alla seconda domanda. 75 su 77 è il 97%.

John

Ok, non ha attirato l’attenzione dei media il fatto che abbiano preso 77 risposte su 3.146. Ma questo è il trucco statistico chiave. Hanno trovato un consenso del 97% tra il 2% degli intervistati. E anche così era solo che c’era stato un certo riscaldamento dal 1800, cosa che praticamente nessuno nega, e che gli esseri umani sono in parte responsabili. Questi esperti non hanno detto che era pericoloso o urgente, perché non era stato loro chiesto. [Nota: o come indicato sopra, se lo sono stati i risultati non sono stati riportati.]

Finora l’affermazione che il 97% degli “scienziati mondiali” stia dicendo che c’è una crisi climatica è pura finzione. Ma aspettate, direte voi. Ce ne devono essere di più. Sì, ci sono. Ma non molti.

 

 
 
 

SANREMO E IL TELEVOTO? TRUCCATO, DA SEMPRE!

Post n°1813 pubblicato il 18 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

A parte il fatto che lo sanno perfino i sanpietrini di Roma che Sanremo ed il televoto sono "truccati".

Adesso poi che anche Amadeus, si è tolto dalle pa... dall'impaccio, pardon... non dormiremo più la notte e staremo in ansia.

Intanto, la trasmissione TV "Striscia la Notizia" è tornata sul caso del televoto alla finale di Sanremo 2024. Pinuccio, uno degli storici inviati, questa sera - 17 aprile - parlerà dei 7 milioni di voti che sembrerebbero mancare all'appello. A distanza di mesi "la faccenda non è ancora chiara e la RAI, tv di Stato non sembra intenzionata a dare spiegazioni, preoccupandosi solo di chi dovrà sostituire Amadeus alla conduzione del Festival, piuttosto che del sistema di voto. Che evidentemente ha qualche falla", si legge nel comunicato che anticipa la puntata.

Una fonte avrebbe svelato a Pinuccio che "in totale le preferenze non validate sarebbero circa 7 milioni, a fronte del milione e 600mila di quelle registrate", questi numeri sarebbero "riferibili a soli due operatori telefonici, quindi presumibilmente destinati a salire ancora". "Se le proporzioni fossero davvero queste, il televoto sarebbe stato falsato", ha commentato l'inviato di Striscia.

Sanremo 2024 è stato vinto da Angelina Mango. Nonostante la finale sia ormai storia, qualcosa sembrerebbe non tornare, almeno secondo i controlli di Striscia. Durante la finale lo stesso Amadeus si era trovato costretto a parlare dei problemi legati al televoto (molti artisti avevano anche condiviso dei post sui loro canali social per invitare i fan a continuare a provare a votare. 

Il Codacons aveva subito espresso i suoi dubbi: "Eventuali problemi tecnici e anomalie durante la raccolta dei voti del pubblico potrebbero infatti alterare l'esito della gara e falsare la classifica finale del festival - aveva dichiarato l'Associazione dei consumatori all'AdnKronos - Per tale motivo attendiamo gli accertamenti del caso e chiarimenti da parte dei soggetti responsabili, a partire da Rai e società telefoniche, e se saranno confermati disservizi o irregolarità siamo pronti a chiedere dinanzi le autorità competenti l'annullamento dell'intera classifica finale di Sanremo 2024".

 

 
 
 

SCEMPI COMPIUTI IN NOME DEL GREEN: SI RINGRAZIANO DRAGHI E LA MELONI!

Post n°1812 pubblicato il 17 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

La Meloni, un esempio di come raggiungere l’apice della carriera politica e la disgrazia in così breve tempo! Una persona così insipida ed impreparata come il Presidente del Consiglio in carica, raramente la si incontra. Capace solo di prendere in giro il proprio elettorarato, promettendo tanto e poi facendo, una volta eletta, tutto il contrario. Nel frattempo, mentre assistiamo impotenti al suo malgoverno, si stanno prendendo l’Italia, pezzo a pezzo. E nel silenzio generale. Di chi sto parlando? Dei fanatici e degli speculatori del green! Con la scusa del verde e delle energie rinnovabili, infatti, interi territori passano in questi ultimi mesi, nelle mani delle multinazionali, che si nascondono dietro società paravento, per portarsi via porzioni del nostro Paese. Senza che nessuno dica niente. Campi coltivati, terreni agricoli, boschi, tratti di mare, colline, pianure e montagne diventano dall’oggi al domani, proprietà privata di colossi stranieri nell’indifferenza dei “sovranisti” di governo (e qui concedo grosse e grasse risate…) e di gran parte degli italiani che non se ne accorgono perchè non ne sanno nulla. Almeno fino a quando l’esproprio non bussa alla loro porta.

 

Dal quotidiano La Verità del 16 aprile c.a., si apprende che questo è già  successo alla famiglia Montemurro, che da anni ha un’azienda agricola biologica a Grottole, provincia di Matera: il terreno è stato espropriato perché lì dovrà sorgere una centrale elettrica. È successo a Donato Eusepi, allevatore di Piansano, in provincia di Viterbo: il suo terreno è stato espropriato perché lì, sorgerà una stazione fotovoltaica. È successo a Nadia Brignone in Val Bormida: i terreni del suo compagno saranno espropriati perché lì sorgeranno sette pale eoliche. E poi rischia di succedere a Andrea Maggi, risicoltore di Vercelli, a Roberta De Quarto viticoltrice a Lizzano in Puglia, a Francesco Fossa, agricoltore a Sassoferrato nelle Marche: tutti i loro terreni sono inseriti nei progetti per la realizzazione di impianti ad energia rinnovabili. 

 

Dunque secondo il decreto semplificazioni del 2021 del sicario d’Italia per eccellenza, Mario Draghi, possono essere espropriati senza se e senza ma, per essere assegnati a un’altra società privata, quasi sempre straniera. Il punto è che gli espropri per interesse pubblico sono sempre esistiti: si prendono pezzi di terreno ai privati per costruire opere per l’intera comunità, utili a tutti, come un argine di un fiume, una strada o una ferrovia. Anzi in alcune occasioni si sono registrati abusi al contrario, quando venivano espropriati terreni per opere inutili, indennizzando i proprietari con montagne di denaro. Qui invece si espropria ad un privato non per il benessere comune, quanto per costruire ed accrescere la ricchezza di un altro privato (per lo più multinazionali, per lo più straniere). 

 

Proprio così: si toglie a un privato (l’agricoltore, l’allevatore, etc) e si dà a un altro privato. Tutto ciò in nome del green. Ma come è possibile che in nome del green, la cui veridicità nonostante il procedere incessante, sia tutta da dimostrare, la tutela della proprietà privata passi in secondo piano nonostante un sedicente governo sovranista, populista, che da sempre si è schierato dalla parte della proprietà privata, come pure in quelle regioni governate da partiti che si dichiarano promotori della tutela della proprietà privata e che fanno di questo il loro vanto e un punto di forza? 

 

E come è mai possibile che in nome del green si possa permettere a società straniere di diventare indisturbate proprietarie di pezzi del nostro territorio, anche in quelle regioni governate da partiti che fanno della tutela dell’italianità il loro punto di forza?

 

L’origine di questo scempio, che si sta compiendo nel disinteresse di (quasi) tutti, è in un provvedimento del 2021 di Mario Draghi, al quale evidentemente gli scempi compiuti sin’ora, non sono sufficienti. Questo provvedimento di cui parlo è precisamente il decreto Semplificazioni, numero 77, del 31 maggio 2021. Dietro un aggettivo che evoca benevolenza (le semplificazioni …) si nasconde come spesso accade una perfetta orchestrazione. Quasi nessuno se n’è accorto quando fu approvato, tutti presi com’erano dall’applaudire il Santo Mario moltiplicatore dei vaccini, e poi del: “volete la pace o il condizionatore acceso?”. E pochi se ne accorgono ora, anche se il decreto sta provocando ingenti danni coi suoi effetti malefici sotto gli occhi di tutti. Con le «semplificazioni», infatti, Draghi stabiliva che in nome del supremo interesse green, si potevano fare due cose fino ad allora severamente vietate: 1) espropriare anche i terreni coltivati e i boschi (fino ad allora era possibile costruire impianti eolici e fotovoltaici solo su aree degradate, cave, capannoni dismessi etc); 2) espropriare i terreni coltivati e i boschi per darli non allo Stato ma ad altre società private. Il combinato disposto di queste due “meravigliose” semplificazioni, ha prodotto quello di cui ho parlato sino ad ora: pezzi di terreno coltivato e pezzi di paesaggi stupendi che vengono strappati all’Italia e consegnati a colossi privati (per lo più stranieri).

 

In provincia di Nuoro, per esempio, sempre dall’articolo de La Verità, si apprende di quelle che vengono chiamate per la loro bellezza le «Dolomiti della Sardegna», una zona incontaminata che vive di turismo. Ebbene: lì sono stati presentati progetti per 170 pale eoliche. Molte di questi progetti sono stati presentati da un giovane di 30 anni, titolare di 84 società, dietro il quale c’è un colosso spagnolo, la Bahia de Plata Real Estate. A Taranto il progetto per il mega impianto fotovoltaico che distruggerà la tradizionale coltivazione delle cozze, è stata presentato da una piccolissima società la M.Floating Mar Piccolo, alla cui guida c’è Francesca Scollato, un’anziana signora che di rinnovabili naturalmente non sa nulla, ma che è la mamma di un avvocato che lavora per una multinazionale greca (la Mytilineos). La multinazionale greca ovviamente assumerà presto su di sé la realizzazione del progetto, lasciando la signora Scollato alle sue pacifiche faccende domestiche.

 

Potremmo andare avanti all’infinito, il meccanismo è sempre lo stesso: si presenta una piccola società, appena costituita, quasi sempre con capitale minimo (10.000 euro o poco più), magari una testa di legno alla guida, spezzetta i progetti in modo da non dare nell’occhio. Poi dietro spunta il colosso straniero che si prende la società, con annessi tutti i piccoli progetti. I quali piccoli progetti, messi insieme, diventano un maxi progetto che genera profitti a palate, alle spalle di chi è stato espropriato. Ma resta il dubbio: davvero l’ideologia green può giustificare simili soprusi? Davvero l’interesse nazionale è quello di strappare terreni ad agricoltori e allevatori per darli a qualche multinazionale? Davvero si difende il verde distruggendo senza criterio i nostri paesaggi per permettere il business dell’eolico nelle mani degli stranieri? Davvero siamo sicuri che questa è la strada giusta o quel decreto Draghi sta svendendo, un’altra volta, pezzo a pezzo il nostro Paese?

E perché nessuno ne parla? Perché nessuno dice nulla? A Fuori dal Coro, questo problema mi dicono i bene informati, lo hanno tirato fuori già da diverse settimane. E gli stessi hanno annunciato che andranno avanti a denunciarlo, anche prossimamente. 

Tuttavia questo silenzio che circonda l’inchiesta stupisce.

Fate un po’ di casino, pure voi… per piacere.

 

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Evoluzione dell’anima e evoluzione dell’essere umano.

Post n°1811 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr

 

 

L'essere umano evolve solo attraverso l'evoluzione dell'anima.Secondo la tradizione dello Shivaismo del Kashmir, le tappe fondamentali per arrivare all’illuminazione spirituale sono tre: 

1) il risveglio dell’Anima, Jivatma; 

2) la rivelazione del Sé Supremo, Atman

3) la fusione del nostro Sé Supremo Individuale con il Sé Supremo Macrocosmico, Paramatman.

Il risveglio dell’anima è dunque un passo molto importante e propedeutico alla nostra evoluzione, e secondo alcuni trattati il risveglio dell’anima è addirittura una condizione assolutamente necessaria perché qualcuno si consideri essere su una via spirituale.

L’espressione “metterci l’anima” indica appunto quella capacità di “animare”, di rendere vive le nostre azioni quotidiane, sia che si tratti di ciò che facciamo nel lavoro, che nel rapporto con gli altri, e anche nella nostra pratica spirituale (sadhana). Senza questa energia che proviene da dentro di noi è difficile far apparire delle risonanze elevate ed intense, senza le quali non possiamo superare le barriere imposte dai giudizi errati, dalle percezioni mentali uniformi e lineari della mente sensoriale ed istintuale.

Quello stato, quella condizione di animare di cui parliamo è in stretto legame con il centro di forza Anahata Chakra. A livello di questo centro di forza si trova il punto di incontro tra le due dimensioni della coscienza umana: lo Spirito e la Vita. Anahata Chakra è il centro di forza che unifica lo Spirito e la Vita combinando due azioni: da un lato abbiamo il processo di alchimia interiore della vita istintuale, delle energie e delle pulsioni abissali dell’essere umano, e dall’altro lato, a questo livello, Anahata Chakra viene “intriso” dalla forza dello Spirito Supremo, grazie alla straordinaria potenza dell’amore con cui Anahata Chakra si trova in risonanza. 

Un aspirante spirituale dovrebbe agire simultaneamente in entrambe le direzioni, e può farlo veramente bene solo se ha risvegliato la sua anima, cioè se tutto il suo agire è intriso di questo Amore incondizionato.

Essere nella Gioia, senza indugi!

Fino a quando la nostra anima non è risvegliata, fin quando le nostre azioni non sono sostenute da un entusiasmo puro, dalla gioia della Vita, è come se lasciassimo Dio ad aspettare in un angolino, come ad un ideale verso cui tendiamo, ma con l’idea che non si tratti di una cosa cosi immediata… con il pensiero che un giorno ci arriveremo… che un giorno ci impegneremo… “quando” ci saranno le condizioni… E quel quando spesso rimane un non ora, cioè mai.

Cosi, nel frattempo orientiamo le nostre attenzioni, le nostre energie e i nostri sforzi verso gioie più piccole, verso il soddisfacimento di desideri momentanei, che non fanno altro che rimandare, fino a quando… ci siamo dimenticati quale fosse il nostro intento iniziale. E ci dimentichiamo di noi stessi.

Tutto questo avviene perché il nostro animo non è ancora vivo, e la nostra mente non sembra essere capace di comprendere simultaneamente entrambe le direzioni della coscienza, ossia la vita di tutti i giorni e l’aspirazione a quel Qualcosa di Supremo. Come se potessimo realizzarle solo in successione: prima risolvo i problemi quotidiani e poi… Sono le nostre attitudini quotidiane che ce lo mostrano. 

Essere noi stessi è essere nel Cuore

Cosi come un uomo immerso nell’acqua pensa innanzitutto il modo in cui poter ritornare a respirare, prima di ogni altra cosa, cosi dovrebbe agire un aspirante spirituale autentico alla rivelazione del proprio Sé Supremo. Farà di tutto per rivelare il Sé e poi penserà alle altre cose che potrebbe ancora fare in questa vita.

La difficoltà di coltivare una simile attitudine per un certo periodo di tempo, soprattutto nei momenti in cui interferiamo con situazioni piuttosto intense e divergenti come senso, verrà in una certa misura eliminata se perseguiremo la dinamizzazione del centro di forza Anahata Chakra, allo scopo di arrivare cosi a questo stato di risveglio interiore dell’anima.

Alcune modalità pratiche di Risveglio

La dinamizzazione di Anahata Chakra si può ottenere mediante l’Amore più puro ed elevato che possiamo manifestare verso uno o più esseri umani ed ogni altra creatura, ma anche attraverso l’applicazione perseverante di tecniche specifiche, quali ad esempio:

– Asana come Prarthanasana, Bhujangasana, Vajrasana, Gomukhasana, Yoga Mudra;

– Pranayama focalizzando il prana in Anahata, con le specifiche correnti sottili colorate (prime fra tutte il Blu), o con le vocali mantriche;

– Pratiche spirituali quali l’Arte della Benedizione, o la tecnica del Parafulmine, nelle quali diventiamo canali della Grazia Divina;

– la Preghiera del Cuore, vera e propria modalità di Yoga cristiano, descritta in numerose opere dell’esegesi (tra cui menzioniamo i testi di Padre Vannucci, come Lo Yoga Cristiano);

– pratiche di concentrazione mentale sul Cuore, come la meditazione su uno specifico Yantra (di Anahata, di Vayu tattva, di Bhuvaneshwari, del Sé Supremo Atman, ecc.);

– tecniche di Meditazione (Dhyana) quali il Fiore Blu, Laya Yoga con il Bija mantra di Anahata Chakra o Laya Yoga con una delle Grandi Forze Cosmiche (Mahavidya), fino alla meditazione di Rivelazione del Sé di cui la più nota è quella che usava il grande yogi Ramana Maharishi: atma-vichara.

Queste sono alcune delle tecniche che vengono gradualmente insegnate ai nostri corsi di Yoga Integrale EsotericoTantra Yoga e Shivaismo del Kashmir, ma nonostante le Vie del Cuore siano infinite, ciò che rimane il comune denominatore dell’efficacia di queste modalità di risveglio rimane la nostra aspirazione, sincera ed intensa.

In fondo, non è forse l’Amore, l’energia sublime veicolata da Anahata Chakra, la cosa a cui aspiriamo di più?

In fondo, non è forse l'amore ciò che tutte le religioni predicano da sempre?

 
 
 

IL QUANTUM FINANCIAL SYSTEM: È LA FINE DEL DOMINIO DELLE BANCHE? LA PAROLA ALL’ESPERTO ARMANDO SAVINI.

Post n°1810 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

Generalmente in questo blog non si parla di economia, ma il tema trattato oggi è di grande importanza per il futuro dell’umanità, avendo a che fare con la costituzione di nuovi assetti geopolitici. Stiamo assistendo al crollo del vecchio sistema unipolare e alla nascita di un nuovo mondo multipolare, incentrato su un nuovo sistema finanziario, sganciato dal dollaro e dalla sua egemonia: il Quantum Financial System. Ne parliamo con Armando Savini, economista, saggista, già docente a contratto di storia economica, economia e metodi di ricerca per il business.

D. Da pochi giorni è stato pubblicato da Database International Books, il libro "Sovranità, debito e moneta. Dal dominio delle banche centrali al Quantum Financial System". Che cosa è il Quantum Financial System?

R. "Il Quantum Financial System (QFS) è un sistema di pagamenti internazionale incentrato sull’Intelligenza Artificiale e sui network quantistici, che permettono di compensare le transazioni in tempo reale senza l’intervento di banche e banche centrali, garantendo, altresì, una sicurezza finanziaria del 100%. Questo sistema sta già sostituendosi allo SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), grazie anche alle sanzioni contro la Russia, che hanno accelerato l’adesione dei suoi Paesi partner. Essendo, infatti, fuori dallo SWIFT, la Russia ha spostato il suo baricentro economico-finanziario sulla piattaforma di tecnologia cinese CIPS (Cross-Border Interbank Payment System), il sistema internazionale di pagamenti alternativo allo SWIFT, che, invece, è di pertinenza americana. È interessante notare, come questo tipo di informazioni, prima relegato in milieu circoscritti, ora sia di pubblico dominio. Basti pensare a quanto affermato dal Presidente della Federal Reserve Powell qualche giorno fa: «Sono in atto rapidi cambiamenti nel sistema monetario globale che potrebbero influenzare il ruolo internazionale del dollaro".

 

D. Dal punto di vista economico-finanziario e geopolitico, cosa comporta l’entrata in vigore del Quantum Financial System?

R. "Accelera il tramonto dell’imperialismo americano e la fine del dominio delle banche centrali, che sono delle vere e proprie società per azioni, che condizionano gli Stati e i popoli. Un sistema finanziario slegato dal dollaro USA e dalle politiche della FED (Federal Reserve) è il presupposto fondamentale per un cambiamento epocale. Quando non sei condizionato da una superpotenza come quella americana, sei uno Stato sovrano e la Russia lo ha dimostrato. Quando, su ordine di Washington, le sono stati “congelati” i fondi presso le altre banche centrali ed è stata estromessa dallo SWIFT, la Russia ha continuato a vivere di vita propria. Tutti predicevano il crollo del rublo e dell’economia russa, invece, il rublo si apprezza sempre di più - al punto che la banca centrale della Federazione Russa ha dovuto abbassare i tassi di interesse -  e l’economia russa è più solida che mai. Qualche giorno fa, commemorando il 350° anniversario della nascita dell’imperatore Pietro il Grande, Putin ha detto: «Un Paese o è sovrano o è una colonia. E una colonia non ha alcuna prospettiva di sopravvivere alla lotta geopolitica». Per questo è necessario recuperare la piena sovranità. Ora, questo è possibile in un contesto internazionale basato su quello che Aleksandr Dugin chiama «sistema multipolare», cioè, un sistema di Stati-Civiltà. Si tratta di un nuovo sistema-mondo, che necessita di un nuovo sistema finanziario in grado di garantire ad ogni Paese la propria sovranità, la pace e il benessere. Come ho già avuto modo di scrivere su Database Italia, nel nuovo quadro geopolitico, il Quantum Financial System (QFS) gioca un ruolo cardine. Parafrasando MacKinder, potremmo definirlo The Financial Pivot of History, cioè, il perno finanziario della storia. Ultimamente, il Ministro Glazyev ha spiegato che il nuovo sistema sarà caratterizzato da una nuova valuta commerciale sintetica, basata su un paniere valutario cui si aggiungono una ventina di materie prime scambiate in borsa. Tutte gli altri pronunciamenti sul QFS, istituzionali e non, sono nel libro".

 

D. Dalla quarta di copertina, si legge che l’obiettivo principale del suo libro è quello di «aiutare il lettore a capire come le élite finanziarie governano il mondo, influenzando le scelte di politica economica». Come governano il mondo, le élite?

R. "Per rispondere a questa domanda, è necessario comprendere il corretto funzionamento dell’economia, della politica monetaria e fiscale. Questo presuppone la necessità di sfatare molti di quei miti economici, divulgati dalla stragrande maggioranza dei libri di economia che, all’unisono, non fanno altro che demonizzare la presenza dello Stato nell’economia e la spesa pubblica in disavanzo, che, invece, costituiscono il motore per eccellenza del sistema economico, la condizione imprescindibile per uscire dalle crisi, soprattutto, dall’ultima crisi socio-sanitaria. L’altra variabile sono le esportazioni, che, però, durante una crisi mondiale servono a poco. Alla fine, resta solo la spesa pubblica, cioè, l’intervento dello Stato nell’economia, l’unico attore economico in grado di tirare fuori l’economia dalle sabbie mobili della stagnazione, o meglio, della stagflazione. Il mercato da solo non ce la fa. Per uscire dalle sabbie mobili è necessario essere trascinati fuori da qualcuno che abbia i piedi ben fermi sul terreno solido. Non se ne può uscir fuori da soli, tirandosi per i propri capelli come il Barone di Münchhausen. Di qui, la necessità di uno Stato sovrano, in grado di creare moneta e non di mendicarla presso una società per azioni partecipata dalle più grandi banche d’affari del mondo. Nel caso di uno Stato colonia, l’economia è destinata a sprofondare negli abissi della stagnazione, soprattutto se deve obbedire a strutture sovranazionali che operano in direzione opposta alle proprie necessità, perseguendo gli interessi delle grandi banche d’affari. In questo senso, le politiche di austerity sono un tragico esempio. Austerity vuol dire austerità, povertà. Con le politiche della povertà, si può diventare più ricchi? Se viene spostata la ricchezza dal settore non governativo a quello governativo, cioè, se facciamo risparmiare lo Stato (il famoso avanzo di bilancio) e rastrelliamo ricchezza dalle famiglie e le imprese, come faremo crescere gli investimenti e l’occupazione? L’austerità espansiva - cioè, farsi poveri per diventare ricchi – non esiste.  È come pretendere di sfamare i popoli con una carestia oppure di generare talenti con la rigidità mentale!  L’obiettivo delle politiche di austerity – e lo sanno bene anche i grandi pastori dell’ortodossia economica – non consiste nella crescita economica ma serve a spostare la ricchezza dal popolo al Governo e da questo alle banche d’affari, sotto forma di dividendi.

 

D. È possibile pensare, quindi, che il capitalismo globalista sia giunto al collasso? Una crescita economica con maggiori livelli occupazionali sarà di nuovo possibile?

R. Il capitalismo globalista, così come lo conosciamo, ha bisogno di un governo unico mondiale per sopravvivere. Un mostro enorme deve avere anche una testa enorme. Stando alla legge della varietà necessaria di Ashby, un sistema di controllo deve essere complesso almeno quanto il sistema controllato.  Questo vuol dire, da una parte, che il sistema di controllo deve crescere e complessificarsi ma senza inflazionare; dall’altra, ridurre la complessità del sistema controllato, quindi la varietà e la libertà. Per garantire margini di profitto, è necessario poter controllare il grande mercato planetario e, per fare questo, bisogna ridurre la complessità del reale, mediante il processo di omologazione delle masse e spezzando i legami sociali fino all’atomo, cioè, all’individuo, che alcuni vorrebbero liberare non solo dalla società e dalla Chiesa, ma anche da se stesso, relegando la sua psiche in qualche angolo nascosto del metaverso. Una volta annientata l’umanità non ci sarà neanche più il capitalismo, ragion per cui alcuni liberal-conservatori hanno cominciato a frenare il processo di globalizzazione. Gli strumenti tecnici per creare liquidità ed uscire dalla crisi ci sono e ce ne saranno ancora. Abbiamo solo bisogno di una classe dirigente costituita da persone preparate, oneste e coraggiose, in grado di abbandonare le logiche di un mondo vecchio e corrotto, di recuperare le radici di quel pensiero filosofico, che ha fatto risplendere l’Occidente cristiano".

 

FONTE: 

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/32066706/banche-centrali-quantum-financial-system-mondo-vuolo-armando-savini.html

 
 
 

I DATI SULLE TEMPERATURE RILEVATE DA STAZIONI METEO INESISTENTI ALIMENTANO LA FALSA NARRATIVA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

Post n°1809 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAAprevede che luglio, agosto e settembre saranno più caldi del solito. E per coloro che considerano le temperature più calde come problematiche, questo è un motivo significativo di preoccupazione. [enfasi, link aggiunti]

“La Terra sta lanciando una richiesta di soccorso”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres il 19 marzo. “L’ultimo rapporto sullo stato del clima globale mostra un pianeta sull’orlo del baratro.

“L’inquinamento da combustibili fossili sta mandando fuori scala il caos climatico. Le sirene stanno suonando a tutto volume su tutti i principali indicatori: l’anno scorso ha visto un caldo record, livelli del mare record e temperature record sulla superficie dell’oceano. … Alcuni record non sono solo da primato, ma anche da record”.

Il presidente Joe Biden ha definito il clima “una minaccia esistenziale” nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2023. “Guardiamo in faccia la realtà. Alla crisi climatica non importa se sei in uno stato rosso o blu”.

Nel suo discorso del 2024, ha detto: “Non credo che nessuno di voi pensi che non ci sia più una crisi climatica. Almeno, spero che tu non lo faccia”.

Quando si ricordano le temperature del passato per fare confronti con il presente e, cosa più importante, informare la politica climatica futura, funzionari come Guterres e il presidente Biden si affidano in parte alle letture della temperatura dello United States Historical Climatology Network (USHCN).

La rete è stata istituita per fornire un “record climatico storico accurato, imparziale e aggiornato per gli Stati Uniti”, afferma la NOAA, e ha registrato più di 100 anni di temperature massime e minime giornaliere dalle stazioni in tutti gli Stati Uniti.

Il problema, dicono gli esperti, è che un numero crescente di stazioni USHCN non esiste più.

Se ne sono andati fisicamente, ma continuano a riportare i dati come per magia“, ha detto il tenente colonnello John Shewchuk, un meteorologo consulente certificato.

La NOAA produce dati sulla temperatura per oltre il 30% delle 1.218 stazioni di segnalazione USHCN che non esistono più”.

Le chiama stazioni “fantasma”.

Shewchuck ha detto che le stazioni USHCN hanno raggiunto un massimo di 1.218 stazioni nel 1957, ma dopo il 1990 il numero di stazioni attive ha iniziato a diminuire a causa dell’invecchiamento delle attrezzature e del pensionamento del personale.

La NOAA registra ancora i dati di queste stazioni fantasma prendendo le letture della temperatura dalle stazioni circostanti e registrando la loro media per la stazione fantasma, seguita da una “E” per stima.

L’aggiunta dei dati della stazione fantasma significa che i rapporti mensili e annuali della NOAA non sono rappresentativi della realtà“, ha detto Anthony Watts, meteorologo e senior fellow per l’ambiente e il clima presso l’Heartland Institute.

“Se questo tipo di processo fosse utilizzato in un tribunale, allora le prove verrebbero respinte come inquinate”.

Dati critici

La registrazione completa dei dati USHCN del NOAA è disponibile sul suo sito web, rendendolo uno strumento vitale per gli scienziati che esaminano le tendenze della temperatura da prima della rivoluzione industriale.

Jamal Munshi, professore emerito presso la Sonoma State University in California, ha scritto in un articolo del 2017 che, poiché molte delle stazioni dell’USHCN e i loro dati risalgono al 1800, sono stati “ampiamente utilizzati nello studio del riscaldamento globale”.

Stazione meteorologica della Valle della Morte circa 1913-1922Foto del 1922 della stazione meteorologica della Valle della Morte che ha registrato la temperatura più calda del mondo nel 1913.

“La paura del riscaldamento globale antropogenico ha generato un grande interesse per le tendenze della temperatura, in modo tale che anche i minimi cambiamenti nel record di temperatura vengono esaminati e le implicazioni controverse per i loro effetti sul clima, le condizioni meteorologiche estreme e l’innalzamento del livello del mare vengono soppesate rispetto al costo della riduzione delle emissioni come un modo per moderare questi cambiamenti”, ha scritto Munshi.

L’energia e la politica di sviluppo in tutto il mondo sono influenzate da queste valutazioni”.

Shewchuk ha detto che i dati dell’USHCN sono gli unici dati storici a lungo termine sulla temperatura che gli Stati Uniti hanno.

“In questi giorni di apparente ‘crisi climatica’, si potrebbe pensare che il mantenimento delle stazioni di rilevamento della temperatura sia una priorità assoluta, ma invece producono dati per centinaia di stazioni inesistenti. Questo è un modo bizzarro di monitorare un clima che si dice sia una minaccia esistenziale”, ha detto.

“I dati osservati sono reali. I dati alterati e fabbricati non sono reali. Punto.”

Il sito web, noaacrappy, elenca tutte le stazioni fantasma o “zombie”, la loro posizione, da quanto tempo sono state chiuse e poi i link alle registrazioni della NOAA.

Significativamente, la mappa mostra che non tutte le stazioni utilizzate per interpolare i dati di temperatura si trovano vicino alla stazione chiusa.

Quindi, ipoteticamente, è possibile che, dal momento che le stazioni di Oklahoma City sono tutte “zombie”, i dati di interpolazione provengano da Gainesville, in Texas, che è a più di 136 miglia di distanza, ed Enid, in Oklahoma, che è a più di 100 miglia di distanza.

Leggi il resto su Epoch Times

Fonte : Climate Change Dispatch

 
 
 

LA VERITÀ CREA SEMPRE SCONCERTO IN CHI VIVE DI FALSITÀ! LA CENSURA DI ZUCKERBERG (FACEBOOK) È FUORI CONTROLLO!!!

Post n°1808 pubblicato il 15 Aprile 2024 da scricciolo68lbr
 

La censura di Facebook è totalmente fuori controllo e i loro “fact checking indipendenti e imparziali” sono tutt’altro. Ora stanno censurando Climate: The Movie. I presunti “fact checking” forniti da Science Feedback e Climate Feedback (sono due rami della stessa organizzazione) hanno dimostrato molte volte di essere sia di parte che ideologicamente guidati. Il “fact check” del bestseller di Steve Koonin, Unsteaded, effettuato da Climate Feedback, è stato aspramente criticato dal Wall Street Journal in un editoriale della redazione del WSJ.

L’editoriale include quanto segue:

Koonin, il cui accurato libro attinge ampiamente agli studi esistenti, può rispondere nel merito in un’altra sede. È sufficiente dire qui che molte delle affermazioni del “fact check” su cui Facebook si basa non contraddicono il materiale di base, ma piuttosto discutono con le sue implicazioni percepite.

Il fact check attacca il libro di Koonin perché afferma che “l’impatto economico netto del cambiamento climatico indotto dall’uomo sarà minimo almeno fino alla fine di questo secolo”. Minimo è negli occhi di chi guarda, ma il National Climate Assessment degli Stati Uniti ha previsto che i costi climatici dell’America nel 2090 saranno di circa 500 miliardi di dollari all’anno – una frazione del recente stimolo Covid in un’economia che potrebbe essere quattro volte più grande.

Il fact check sull’affermazione che “i raccolti globali stanno aumentando, non diminuendo” replica che “i raccolti globali stanno aumentando, ma questo non costituisce una prova che il cambiamento climatico non stia influenzando negativamente l’agricoltura”. Ok, ma questa è un’argomentazione, non una verifica dei fatti. …

Il commento di Climate Feedback su una riga della revisione riguardante “il numero e la gravità delle siccità” non identifica alcuna falsità, ma sostiene invece che “non ha davvero senso fare affermazioni generiche sulle tendenze globali della siccità”. Forse non ha senso per Facebook limitare la portata delle legittime argomentazioni scientifiche e delle interpretazioni concorrenti dei dati.

Le confutazioni di Steve Koonin al post di Climate Feedback sono qui e qui. Ho anche scritto dell’errato post sul feedback sul clima qui.

In altre parole, i fact checking dovrebbero verificare i fatti, non una differenza di opinione tra due scienziati. I “fact checking” oggi sono troppo spesso editoriali sottilmente mascherati e molto faziosi, che spesso confondono interpretazioni molto di sinistra di dati ambigui con i fatti. Quindi questi presunti “fact checking indipendenti e imparziali” vengono usati da Facebook, e talvolta da Linkedin, come scuse per censurare post e filmati legittimi e ben documentati. La documentazione e i riferimenti dei fatti e delle interpretazioni presentate in Climate: The Movie possono essere trovati qui.

Ulteriori approfondimenti sui palesi pregiudizi e sulla disinformazione che si trovano sui siti web Science Feedback e Climate Feedback:

  1. Il controllo fraudolento e fuorviante di Climate Feedback di un famoso e rispettato articolo peer-reviewed di Ronan Connolly, Willie Soon e 21 co-autori ben qualificati è confutato qui.
  2. Climate Feedback ottiene anche un fact check delle emissioni di CO2 Coalition completamente errata, come descritto qui.
  3. Infine, nel loro fact check di Gregory Wrightstone del CO2 Coalition fanno 13 (bugie?) selvaggiamente scorrette su Wrightstone, come descritto qui.

In sintesi, i siti web Science Feedback e Climate Feedback sono entrambi inaffidabili e fuorvianti. Non si sa perché Facebook e Linkedin ripongano la loro fiducia in un’organizzazione così prevenuta, a meno che non stiano anche spingendo una narrativa ideologicamente prevenuta.

 

La loro critica eccessivamente lunga (4.700 parole!!) di Climate: The Movie è completamente smentita nella mia bibliografia commentata dei punti principali del film, ma posso centrare i punti principali qui sotto.

La prima affermazione, chiaramente falsa, è che il recente cambiamento climatico sia guidato dalla CO2 esclusivamente senza alcun input dal 1750 d.C. dai cambiamenti del Sole o della natura in generale. Questa è un’affermazione non supportata dall’IPCC (AR6, p.5) che è spesso contestata nella letteratura peer-reviewed [Ad esempio: (Soon, Implications of the Secondary Role of Carbon Dioxide and Methane Forcing in Climate Change: Past, Present, and Future, 2007), (Davidson, Stephenson & Turasie, 2016), (Koutsoyiannis, Onof, Kundzewicz & Christofides, 2023) e (Liu, et al., 2014)].

In secondo luogo, ci sono problemi molto seri e ben documentati con le attuali misurazioni del riscaldamento globale sulla superficie terrestre. Questi problemi sono discussi nel film. Science Feedback che tenta, con troppe parole per essere credibile, che le misurazioni siano accurate. I problemi sono tutti ben documentati nella letteratura peer-reviewed [Ad esempio: (Connolly, et al., 2023) e (Soon, et al., 2023)].

In terzo luogo, il film spiega che le temperature odierne sono all’interno del normale intervallo di temperature viste nella storia recente e a lungo termine della Terra e non sono insolite o senza precedenti. Questo fatto è molto ben documentato nella letteratura peer reviewed [Kaufman & Broadman, 2023) e (Scotese, Song, Mills & Meer, 2021)]. La critica di Science Feedback prima si lamenta di questa affermazione e poi è d’accordo con essa.

Poi continuano dicendo che le “tendenze di riscaldamento” sono insolite nell’era strumentale (ultimi 140 anni o giù di lì) rispetto alle antiche tendenze della temperatura, basate su proxy climatici incerti. I proxy climatici utilizzati nell’ultimo rapporto dell’IPCC (AR6) hanno una risoluzione temporale mediana (tempo tra le temperature) di 164 anni (Kaufman, McKay & Routson, 2020). Quindi, come possono sapere se le tendenze proxy sono più o meno di oggi? Vedi qui e qui per i dettagli. Inoltre, vedi questo eccellente post di Renee Hannon sull’impatto del confronto tra le letture giornaliere del termometro e i proxy climatici.

Fanno molte altre affermazioni errate e fuorvianti. Affermano che non ci sono prove che le popolazioni di orsi polari stiano aumentando, lo sono (Crockford, 2022). Sostengono che la Grande Barriera Corallina non ha recentemente raggiunto una dimensione record, quando lo ha fatto secondo Peter Ridd e l’Australian Institute of Marine Science.

Fanno molte altre affermazioni secondo cui le dichiarazioni del film sono fuorvianti, comprese le affermazioni secondo cui i modelli climatici dell’IPCC/CMIP sono accurati, ma l’IPCC stesso ammette che sono difettosi:

Quindi, valutiamo con media confidenza che i modelli CMIP5 e CMIP6 continuano a sovrastimare il riscaldamento osservato nella troposfera tropicale superiore nel periodo 1979-2014 di almeno 0,1°C per decennio, in parte a causa di una sovrastima del modello di tendenza SST tropicale in questo periodo. (AR6 WGI, p.444).

In breve, il post di Science Feedback è chiaramente errato nelle sue affermazioni secondo cui il film è fuorviante. Science Feedback esamina gli stessi dati e fatti esaminati nel film e trae conclusioni diverse rispetto agli eminenti scienziati del film. Hanno un’opinione diversa da quella degli esperti del film. Ciò non significa che gli scienziati nel film abbiano di fatto torto. Guardate voi stessi i dati, il supporto per tutte le 70 affermazioni scientifiche serie fatte nel film può essere trovato qui per coloro che vogliono vedere di più.

Scarica qui la bibliografia.

Leggi il “fact check” di Science Feedback su Climate: The Movie qui.

Questo articolo è apparso originariamente sul sito web Watt’s Up With That?

Fonte : Daily Sceptic

 
 
 
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