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Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 20/06/2022

Il ritorno degli Stones

Post n°1271 pubblicato il 20 Giugno 2022 da scricciolo68lbr

Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022: scaletta concerto, info biglietti e come arrivareRolling Stones in concerto a Milano, San Siro, martedì 21 giugno 2022. Info biglietti, scaletta canzoni, come arrivare, tutte le info

Confermato il concerto dei Rolling Stones a Milano, allo Stadio San Siro, previsto per martedì 21 giugno 2022. Nei giorni scorsi, i fan avevano temuto la cancellazione (o il rinvio, in caso più fortunato) della tappa italiana della band a causa della positività di Mick Jagger al Covid-19. Poi, però, era stato lo stesso leader del gruppo a confermare il live dopo due concerti annullati:

I Rolling Stones sono stati costretti a posticipare il loro concerto allo stadio Wankdorf di Berna, in Svizzera, previsto per il 17 giugno, dopo la positività al Covid. 19 di Mick Jagger. I Rolling Stones sono profondamente dispiaciuti per questo rinvio ma la sicurezza del pubblico, dei musicisti e dello staff del tour hanno la priorità assoluta. Il concerto dei Rolling Stones previsto allo Stadio San Siro a Milano si farà e si terrà come programmato. Lo spettacolo a Berna verrà rimandato per una data successiva. I biglietti del 17 giugno saranno validi per la tappa seguente. I dettagli saranno annunciati il prima possibile.

Dopo quello ad Amsterdam e a Berna, rinviati, quello a Milano ci sarà.

Ecco, a seguire, tutto quello che c’è da sapere sul concerto, biglietti, scaletta delle canzoni e informazioni su come arrivare allo Stadio Meazza, San Siro.

Indice
  1. Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022, biglietti e orari
  2. Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022, Come arrivare
  3. Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022, scaletta concerto
Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022, biglietti e orari

Il concerto dei Rolling Stones allo Stadio San Siro di martedì 21 giugno 2022 è sold out.

L’inizio è previsto alle 19.30 con l’opening dei Ghost Hounds.

Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022, Come arrivare

Come riportato anche da Ticketone, ecco le indicazioni su come raggiungere lo Stadio Meazza, San Siro, a Milano.

Con metropolitana: Linea rossa MM1 – fermata Lotto, Linea lilla M5 – fermata San Siro Stadio. In caso di arrivi da metro diverse, indirizzarsi verso i cambi della linea rossa o lilla e poi direzione San Siro Stadio.

In autobus: Linea 49 da piazza Tirana (direzione San Siro), fermata di Via Harar

Linea 16 da piazza Fontana (direzione San Siro), fermata al capolinea di Piazzale Axum

In treno

Stazione Centrale – P.ta Garibaldi – Lambrate
A quel punto, prendere la linea metropolitana verde MM2 in direzione Famagosta fino alla fermata CADORNA FN. Proseguire poi con la linea metropolitana M1 (rossa) fino alla fermata Lotto.

Stazione Porta Genova
Prendere la linea metropolitana MM2 in direzione Cologno – Gessate fino alla fermata CADORNA FN. Proseguire poi con la linea metropolitana M1 (rossa) fino alla fermata Lotto.

In aereo

Milano Linate
Prendere l’autobus linea 73 fino a San Babila M1. Proseguire poi con la linea metropolitana M1 in direzione Rho Fiera Milano, e scendere alla fermata Lotto.

Milano Malpensa
Utilizzare il collegamento ferroviario Malpensa Express fino a Cadorna FN. Proseguire poi con la linea metropolitana M1 in direzione Rho Fiera Milano, e scendere alla fermata Lotto.

Milano Orio Al Serio
Utilizzare servizio autobus di linea fino a Milano Stazione Centrale. Proseguire poi con la linea metropolitana M2 in direzione FAMAGOSTA, e scendere alla fermata Cairoli. Interscambio con la linea metropolitana M1 in direzione Rho Fiera Milano, e scendere alla fermata Lotto.

Se si arriva in auto al concerto, da Torino (autostrada A4): dopo la barriera proseguire verso Venezia fino allo svincolo per Milano Certosa e seguire le indicazioni per San Siro.

Se si arriva da Bologna , Firenze , Roma ( autostrada A1 ): imboccare la Tangenziale Ovest , uscendo allo svincolo per la Statale 11 ; di qui si raggiunge lo stadio.

Se si arriva da Bergamo , Verona , Venezia , Udine ( autostrade A4 ), dopo la barriera di Milano Est proseguire verso Torino fino allo svincolo per Milano Certosa ; di qui seguire le indicazioni per lo stadio.

Arrivando da Como , Lecco , Svizzera ( autostrada A8 – A9 ), dopo la barriera proseguire verso Milano Certosa ; di qui seguire le indicazioni per lo stadio.

Parcheggi: Sono disponibili in corrispondenza delle fermate della metropolitana Lampugnano, Molino Dorino e De Angeli, ampiamente serviti da mezzi pubblici per raggiungere la location.

Rolling Stones a Milano, San Siro, 21 giugno 2022, scaletta concerto

Street Fighting Man
19th Nervous Breakdown
Get Off of My Cloud
Tumbling Dice
I Wanna Be Your Man
Out of Time
You Can’t Always Get What You Want
Living in a Ghost Town
Honky Tonk Women
You Got the Silver
Connection
Miss You
Midnight Rambler
Start Me Up
Paint It Black
Sympathy for the Devil
Jumpin’ Jack Flash

Gimme Shelter
(I Can’t Get No) Satisfaction

 
 
 

Francia, rinnovo del parlamento... boom di seggi per la Le Pen!

Post n°1270 pubblicato il 20 Giugno 2022 da scricciolo68lbr
 

Persa la maggioranza assoluta all’Assemblée National, sconfitti nelle urne tre ministri appena incaricati e un’ondata senza precedenti di eletti di estrema destra. Senza contare la sinistra di Jean-Luc Mélenchon, primo gruppo d’opposizione. Lo schiaffo che Emmanuel Macron ha evitato alle scorse presidenziali, È ARRIVATO con il voto per rinnovare il Parlamento. Non che i suoi avversari non gliel’avessero giurato, ma fino all’ultimo la maggioranza presidenziale aveva contato di riuscire a strappare, almeno al pelo, i 289 seggi necessari per non dover contare su altre forze politiche. Così non è stato e ora per l’appena rieletto presidente francese le cose si complicano e non poco. Stando alle ultime proiezioni, la coalizione presidenziale Ensemble si è infatti fermata a 234 seggi contro i 141 della sinistra. Subito dopo viene il Rassemblement National di Marine Le Pen che passa addirittura da 8 a 90 eletti (compresa la leader) e tocca un record mai raggiunto prima.

 

Se non è una coabitazione, ovvero quando il Parlamento è in mano a un’altra maggioranza, poco ci manca. Perché d’ora in poi, ogni progetto di legge e ogni singolo atto dovranno per forza ottenere l’appoggio di deputati al di fuori dei macroniani. Elisabeth Borne, la premier che è riuscita a essere eletta, non ha nascosto la preoccupazione dell’Eliseo: “E’ una situazione inedita” che “rappresenta un rischio per il nostro Paese viste le sfide che dobbiamo affrontare, sia sul piano nazionale che internazionale”. Quindi ha lanciato un appello alle forze politiche “di buona volontà” a “unirsi” e a lavorare per “costruire una maggioranza d’azione” per il Paese, costruendo dei “compromessi”. I primi indiziati sono i Repubblicani (75 seggi), ma per il momento hanno garantito che resteranno all’opposizione gelando le prime trattative. Per le analisi complete bisognerà aspettare la conclusione degli spogli, ma per ora c’è una certezza: l’astensione si conferma altissima. Stando alle ultime stime si attesterà al 54%, quindi più alta di domenica scorsa (52 per cento). Nel 2017 votarono ancora meno persone (57%), ma in quel caso Macron aveva trionfato e gli oppositori non avevano interesse a presentarsi alle urne. Stavolta si poteva ribaltare il tavolo e comunque in tanti, tantissimi, hanno scelto di non andare.

 

Facciamo un passo indietro. Era solo il 24 aprile 2022, e Macron si presentava esultante per mano con la moglie Brigitte, sotto la Torre Eiffel: aveva vinto per la seconda volta contro Marine Le Pen e prometteva di rispondere alla rabbia del Paese. Allora, le grida di Mélenchon che prometteva di insidiargli il posto, sembravano minacce destinate a spegnersi nel giro di poco tempo. Così (fortunatamente) non è stato e quel malumore neanche troppo sotterraneo degli elettori, evocato e mai veramente preso seriamente in considerazione dal neo presidente della Repubblica, si è manifestato al momento di votare per il Parlamento. E ora, nel bel mezzo della crisi Ucraina-Russia, di cui non si riesce ancora a prevedere una fine, la BOTTA per Macron è destinata ad avere grosse conseguenze. Per dare un’idea delle proporzioni di ciò che potrà avvenire, la République en Marche, il partito di Macron, solo cinque anni fa aveva preso, da solo, più di 300 parlamentari, mentre in questa tornata se ne deve accontentare di meno della metà. Senza contare che, nelle urne, sono stati sconfitti ben tre ministri appena scelti del capo dello Stato: la ministra della Transizione Ecologica Amélie de Montchalin, quella della Salute Brigitte Bourguignon e quello degli Affari marittimi Justine Bénin. Sconfitti anche altri due volti simbolici del macronismo: il presidente dell’Assemblea Nazionale, Richard Ferrand, e il capogruppo di En Marche in Parlamento, Christophe Castaner. Ce l’hanno fatta invece la premier Elisabeth Borne e al fotofinish anche il ministro degli Affari europei, Clément Beaune. Ora per prima cosa ci sarà un rimpasto: i ministri che hanno perso, l’aveva detto Macron settimane fa, non possono restare. Poi si dovrà aggiustare il programma e capire chi può sostenere i progetti di riforma del capo dello Stato. Per dirla con il ministro delle Finanze Bruno Le Marie: “La Francia non è ingovernabile, ma ci vorrà molta immaginazione per agire”.

La sinistra di Mélenchon, è il primo gruppo d’opposizione. Per Mélenchon è senza dubbio una vittoria, anche se il leader della “Nuova unione popolare ecologica e sociale” sognava davvero di conquistare la maggioranza e imporre una vera e propria coabitazione. Dovrà invece “accontentarsi” di essere riuscito nell’impresa titanica di ricompattare i partiti a sinistra e di disturbare l’equilibrio presidenziale. “La sconfitta del partito del presidente”, ha detto il leader di Nupes, “è totale e non c’è nessuna maggioranza. Noi non rinunciamo all’ambizione di governare il Paese“. Diciamo che il sogno di Mélenchon si è infranto sull’astensionismo: perché quando, al primo turno delle presidenziali, è risultato il più votato nella fascia 18-35 anni, per un attimo i suoi hanno sperato che sarebbe riuscito a riportare alle urne tutta quella fascia di popolazione disillusa e che non partecipa. Quella sarebbe stata la vera chiave per scardinare l’Assemblée Nationale. Detto questo, stasera il clima in casa Nupes era di grande festa perché con un gruppo così in Parlamento, l’opposizione a Macron può dare grandi soddisfazioni.

Ma il risultato senza precedenti è quello della destra di Marine Le Pen. E per la maggioranza presidenziale i problemi non finisco a sinistra, sulla base di quanto detto sopra. Perché da domani Macron ed i suoi, dovranno fare i conti con il numero più alto mai eletto di parlamentari di estrema destra. Un’ondata di quasi 100 deputati (le ultime proiezioni parlano di 90 eletti) che sfondano anche la soglia dei 35 deputati dell’allora Front National eletti nel1986 (e allora con il proporzionale). Se nelle scorsa legislatura neppure avevano potuto formare un gruppo in Parlamento, ora si presentano con una pattuglia che nessuno aveva immaginato sarebbe stata così nutrita. La guiderà la leader, anche lei rieletta, e intorno avrà tutti i fedelissimi e le fedelissime che l’hanno accompagnata in questi mesi e che è riuscita a far entrare in Parlamento. “Il popolo”, ha detto, “ha deciso di inviare un gruppo parlamentare molto potente di deputati del Rassemblement National all’Assemblea nazionale, che diventa così un po’ più nazionale. Questo gruppo sarà di gran lunga il più numeroso nella storia della nostra famiglia politica”. Un’altra rivincita per Marine Le Pen, data per finita dopo aver perso per la terza volta le elezioni presidenziali. Lo avevano detto tutti gli analisti prima del voto di aprile: la sua campagna elettorale sui territori è stata la migliore in assoluto. Non è stata sufficiente per conquistare l’Eliseo, è stata invece fondamentale per far entrare “in massa” i suoi all’Assemblée Nationale.

Ed ora ne vedremo delle belle...

 
 
 

Riflessioni sul voto francese.

Post n°1269 pubblicato il 20 Giugno 2022 da scricciolo68lbr

Pezzo dopo pezzo l'ordine neoliberale sta crollando. Non poteva non crollare: era mal costruito, basato sulla menzogna, sulla creazione del disagio, sul blocco della mobilità sociale, sull'impoverimento delle persone.

Serviva, tra le altre cose, a mantenere al potere alcune vecchie dinastie nobiliari (e basta dare un'occhiata ai commissari UE per rendersi conto di quanto fosse un'istituzione ancien regime, sino a Ursula e al Conte Gentiloni).

Le commissioni UE sembrano dei circoli delle vecchie famiglie nobiliari europee, abilmente aggiornate come agenti del sistema bancario internazionale.

La sconfitta di Macron in Francia può essere lo scivolone che genera una slavina. Ma il dissesto era già in atto da anni, e il dissesto si chiama "astensione". In Francia, paese iperpoliticizzato da secoli, ha raggiunto il 54%.

Sull'astensionismo hanno puntato i partiti elitario-neoliberali (da noi il PD): se le periferie non votano votano però le ZTL, e quelle votano PD. Il sogno del PD era la democrazia delle ZTL, un mondo in cui il popolo, scoraggiato e umiliato, rinunciava volontariamente all'uso del voto.

Nonostante l'astensionismo, tuttavia, in Francia la sinistra popolare toglie la maggioranza a Macron, raggiunge risultati eccellenti, forse 180 deputati (ma su questo staremo a vedere). Macron resta molto al di sotto della maggioranza necessaria per governare da solo.

Nonostante l'astensione la sinistra cresce, diviene decisiva per fare un governo.

Ma che cosa ci dicono queste elezioni?

1) La manfrina "fermiamo le destre" non se la fila più nessuno. E' chiaro a tutti che serve a immunizzare politiche antipopolari, elitarie. E poi, le manganallate di Macron somigliano troppo a quelle della destra che si intende fermare. I Francesi hanno detto a Macron: "Peggio di te non c'è nessuno".

E' ora che gli italiani dicano: Peggio del PD non c'è neanche l'inferno. Questa sarà la sfida per la vita del paese. Sin quando il PD esiste il paese è destinato alla morte lenta, alla colonizzazione, alla deindustrializzazione.

2) L'astensione è stata, per una certa fase, espressione di dissenso. Ora non lo è più: ora serve solo a mantenere il dominio di elites che avrebbero bisogno di dosi massicce di prozac o, alternativamente, di antidepressivi.

Bisogna tornare a votare. Se in Francia una parte degli astenuti avessero votato, Mélenchon avrebbe avuto la maggioranza dei saggi, i francesi avrebbero avuto un governo di sinistra, oggi Assange sarebbe stato naturalizzato: si sarebbe riaperto un orizzonte.

In Italia bisognerà votare, perché solo votando si potrà arrestare il totalitarismo del PD (e del campo largo, che include quella perla di Renzi e di Calenda).

3) Il M5s non so se avrà un futuro. Ma se immagina un futuro con il PD sarà solo un fantoccio per drenare qualche voto, sempre meno voti, per sostenere le politiche neoliberali. Morirà da solo, ancora qualche giorno e neanche se ne parlerà più.

Il poco di futuro il M5s se lo gioca in questi giorni. O sfiducia Draghi, DI Maio, chiede che sia il parlamento a decidere dell'invio di armi, che il parlamento sia informato sul tipo di armi che si inviano, oppure sarà ancora un volta evidente che Conte sta solo cercando di prendere per il culo gli elettori. E quel tempo è passato.

La destra la si ferma solo costruendo una sinistra che non dialoga con il PD. Chi dialoga col PD, con questo PD, è di destra, come di destra è il PD. Ricordo agli asini che Zanone fece la sua ultima legislatura come deputato del PD, e che tutto il partito liberale (che era un partito di destra nella prima repubblica) confluire nel PD.

Dalla Francia arriva un messaggio a Letta: Enrico, stai sereno!

Sta a tutti noi ricordarglielo.

 
 
 

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     IL TIBET NASCE LIBERO

  LASCIAMO CHE RESTI TALE

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Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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