OMELIA DOMENICALE

SANTA PASQUA

Dopo la crocefissione del Signore Gesù  non è rimasta nel calduccio del suo letto per riposare perché l’Amore l’ha obbligata a correre verso i l sepolcro, anche se era ancora buio, sfidando il pericolo che c’era per le strade molto meno sicure delle nostre strade già insicure.

Gli apostoli stessi mentre Maria d i Magdala correva verso il sepolcro erano nel loro lettuccio a riposare perché nel loro cuore non c’era lo stesso fuoco dell’amore che c’era nella Magdalena.

Se in un secondo tempo hanno dato la vita per il Santo Vangelo il merito non è stato tutto loro, ma del Signore Gesù che successivamente si manifesterà anche a loro e dello Spirito Santo che discenderà su di loro come lingua di fuoco.

Noi in questa storia come ci collochiamo?

 Se vogliamo il perdono che ci consente di vedere il volto del Divino che salva la nostra anima, la via  è il pentimento.

Per poterci pentire dobbiamo scoprire di essere peccatori, non come idea ma come verità. Purtroppo il peccato impedisce all’uomo  tutto questo,  anche quando  vede di non essere santo.

Infatti leggendo il brano che racconta del pentimento della Magdalena il primo pensiero è che noi non siamo come lei.

Lei peccava perché aveva bisogno di qualcosa per vivere mentre noi abbiamo peccato per il nostro divertimento.

Non sta noi dire quale peccato è più grave, ma dobbiamo riconoscere che abbiamo peccato pur potendolo evitare.

Il pentimento risolve ogni problema se ci pentiamo in tempo.

 Il digiuno e la preghiera sono i mezzi a nostra disposizione e la nostra speranza per arrivare a pentirci come Maria di Magdala.

 Festeggiamo la Santa Pasqua scambiandoci gli auguri di buona resurrezione e tutto quanto il mondo offre. Fin qui la nostra disponibilità è totale, nessuno rifiuta di risorgere, ma ci siamo dimenticati che per risorgere occorre prima morire e  questo ci crea rifiuto!

Quando auguriamo buona Pasqua o altri ci fanno gli auguri  siamo contenti perché ci stanno augurando di risorgere, ma la resurrezione comprende anche la morte.

Il signore Gesù non ci sta chiedendo di suicidarci per poi risorgere, ma ci sta chiedendo di far morire in noi l’uomo vecchio che desidera solo cose di questo mondo per rinascere a nuova vita simile a quella di Maria di Magdala.

Chi muore in Cristo e risorge con Lui e non cerca più le cose di quaggiù ma solo quelle di lassù.

Se non stiamo cercando solo le cose di lassù non siamo risorti perché non siamo mai morti.

Forse abbiamo cambiato il modo di vivere ma non la nostra vita.

La  nostra vera Santa Pasqua sarà il giorno del nostro vero pentimento e  può cadere in qualsiasi giorno dell’anno.

 Riti e liturgie senza pentimento, se tutto va bene, non servono; c’è persino il pericolo che diventino teatro che vanificano il sacrificio del Signore Gesù.  Nessuna colpa è più grave di questa.

Il Signore Gesù è sceso dalla croce ed è risorto, ma se in noi non facciamo morire l’uomo vecchio, ogni volta che adoriamo le cose di quaggiù  Lo crocifiggiamo di nuovo.

Nella Santa messa spezziamo il corpo che poi ci dona per la nostra salvezza, Lui lo consente perché ci ama, cerca in ogni donna un’altra Maddalena e in ogni uomo un ladrone di destra perché vuole mostrarsi a loro, noi lo amiamo?

Grazie Signore Gesù.