Creato da stefano.caldiron il 07/03/2012
poesie, racconti, considerazioni
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Athena II
Ormai il sole cambiava il colore. Le ombre si allungavano, e il calore del giorno lasciava il passo a una piacevole frescura, a tratti portata dolcemente dal vento del tardo pomeriggio. Nel bosco, in una piccola radura, ai limiti della parte semipianeggiante coltivata ad uliveto, sedevano ormai tutti i soldati e i comandanti che si erano potuti radunare. Dopo avere a lungo taciuto, ascoltato, posto qualche domanda, ascoltato con attenzione le altre domande, e le risposte, dopo avere tracciato segni nella sabbia, dopo che un lungo silenzio era fiorito intorno a loro, dopo che le preoccupazioni e la stanchezza e le domande e lo sgomento avevano sostituito lo stupore e la gioia iniziali, Athena si alzò. Un lieve sorriso ornava il magro volto. Gli occhi, profondi e mobili come sempre, brillavano di una luce profonda, misteriosa. Si alzò in piedi, si pose sul capo l'elmo da guerra, che la contraddistingueva sul campo, ornato di pelli e pietre rosse, e làmine d'oro.
Si mise l'elmo Athena. Si alzò in piedi. Così Athena parlò.
“Fratelli ed amici, l'esercito di Atl sta ripiegando. Loro pensano di potersi rapidamente riorganizzare. La verità è un'altra. La distanza dalla patria gioca nelle loro anime, con il suo peso. Gli uomini sono stanchi, hanno paura. Chi torna indietro deve essere sostituito da forze nuove e più giovani. Molti di quelli rimasti qui, nelle terre occupate, sono sbandati e mercenari. Gli uomini migliori di Atl sono divisi fra difendere le fortificazioni nelle terre occupate e accompagnare le colonne di chi rientra in patria. Molti dei generali rimasti assaporano la vittoria, si ubriacano, cercano le terre su cui passare la loro vecchiaia e bramano richiamare le loro famiglie. Assaporano la vittoria e la fine della guerra. Al seguito dei rinforzi, una volta stabilitisi, arriveranno mercanti, e coloni, e sbandati, a occupare le nostre terre”.
Athena fece una pausa. Sorrise. Da dietro il casco, gli occhi neri fiammeggiavano, infondendo, però, sicurezza a chi li sapeva amici. Tutti avrebbero voluto parlare, chiedere, ma nessuno parlò. La pausa si consumò. Athena sorrise. Era raggiante.
“Attaccheremo” disse. Tutti si posero la domanda. Come, chi attaccheremo? Nessuno parlò. Un'altra pausa si consumò.
“Non attaccheremo quelli che restano. Attaccheremo le colonne del rientro” un brusio, di sorpresa, o di compiacimento, o di disappunto, si levò, discreto, poi scomparve nel silenzio.
“Attaccheremo la colonna principale. Le altre non contano. Sono facili da attaccare, ma ormai Atl conosce le nostre scaramucce. Informazioni e scorte importanti e oro sono tutti nella colonna principale. Nessuno pensa che potremmo attaccarla. Quindi lo faremo.” Tacque. Attese. “L'attacco riuscirà, e le conseguenze, per i nemici, saranno disastrose.
“In seguito riprenderemo le scaramucce. Atl abbandonerà il Mare.”
Athena sollevò la spada al cielo. “Sia fatto il volere degli dèi.” Tutti si alzarono e alzarono al cielo le loro armi, o gli occhi, o il pugno.
“Sia fatto il volere degli dèi” risposero, insieme.
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Inviato da: cassetta2
il 19/09/2022 alle 08:05
Inviato da: stefano.caldiron
il 04/12/2015 alle 15:39
Inviato da: selvaggi_sentieri
il 08/05/2015 alle 08:48
Inviato da: stefano.caldiron
il 14/01/2015 alle 12:55
Inviato da: amorino11
il 08/01/2015 alle 18:00