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Il senso del dovere

Post n°16 pubblicato il 03 Agosto 2011 da rodopiecassandra
 

Io vorrei solo starmene a casa mia.

Tutto qui.

Con la mia tazzina di caffé e le mie piante rinate da poco.

E invece c'è sempre questo stramaledetto "senso del dovere" , ereditato dai miei e che, per giunta, nonostante la repulsione, sto trasmettendo pure ai miei figli.

Così prenderò il treno, andrò dove DEVO andare e starò zitta a ogni provocazione.

"Il senso del dovere" è una brutta bestia: ti resta appiccicato addosso come una medaglia al valore e ti rende vagamente noioso, incolore, impolverato agli occhi degli altri. E decisamente succube.

 
 
 

Non potrą piovere...

Post n°15 pubblicato il 02 Agosto 2011 da rodopiecassandra
 

Se prendo quello che ha detto "Non può piovere sempre" ...

 

 
 
 

Alla finestra

Post n°14 pubblicato il 01 Agosto 2011 da rodopiecassandra

Pioggia, ancora, e neppure il conforto dell’odore della terra bagnata.

Tuoni ovunque. Solo in me c’è silenzio.

Ammutolisco: tra le persiane un pallore livido misto a vento.

Cerco conforto nel rituale domestico, ma il tempo scorre lento e fin troppo veloce: contraddizione che non accetto, ma che dovrei.

Come la goccia nel lavabo che perde. E non tornerà.

Di che ho paura, se ogni paura l’ho già attraversata nella mente?

Solo degli inizi, forse, che si ripetono come incognite gravide di certezze.

E’ la paura che sempre si realizzi quello che intuisco.

 
 
 

Futuribile

Post n°13 pubblicato il 29 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Ah, potersi sorprendere ancora!

Se penso che mio figlio si esalta perché scende a far la spesa su incarico della mamma e torna fiero con lo scontrino pensando che il resto in realtà sia un guadagno!

- Sono andato con una da 20 e ora ho una da 10 con cinque monete, vedi? Sei contenta?

Lo guardo tra perplessa e compiaciuta. Sarà un novello Tremonti da grande.

- E comunque se non ti va bene, la colpa è tua che non mi lasci libero di scegliere.

Va beh ... alle brutte mi diventerà un Alfano.

E farà giustizia a modo suo. 

 
 
 

...il buono che c'č...

Post n°12 pubblicato il 28 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Io vivo in Friuli, in una città non molto grande. Ordinata e abbastanza tranquilla.

Oggi sono stata in ospedale per un agobiopsia. All'atto della prenotazione, in segreteria, a Giugno, un’infermiera era tutta agitata per la maturità del figlio. E’ passato un mese, sono tornata e ho trovato la stessa signora, così consegnando le carte le ho chiesto “Come è andata al suo ragazzo?”. Si è illuminata e mi ha risposto “Ah, si ricorda? Lei è una prof. vero?  Mio figlio vuole entrare in aeronautica”. Mi ha sorriso compiaciuta e io ho ricambiato grata per esser stata riconosciuta a mia volta.

Poi è arrivata una dottoressa. Sicura ma non spocchiosa. Gentile.

Ferma e gentile.

Io tremavo. Per un momento mi son detta che il mio mestiere, a confronto, proprio non serve a nulla. Che questa è la gente che davvero FA.

Mi sono rialzata un po’ traballante e c’erano visi pacati, ritmi umani, un’atmosfera di prassi ma non svogliata né scostante.

Sono uscita rasserenata.

C’è una buona sanità. Esiste.

E’ che nessuno ne parla.

Perché se fai il tuo dovere è scontato.

E non dovrebbe.

 
 
 

Epifania

Post n°11 pubblicato il 25 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Oggi è una di quelle giornate in cui un niente si colora di buono.

Come quando hai una tazza di the fumante fra le mani e s'appanna il vetro della cucina, mentre fuori piove o tira vento.

Una di quelle giornate in cui t'accorgi che essere vivi è molto.

Non so perché mi dimentico ogni tanto di questa cosa così banale: che esserci non è scontato.

Sto camminando con mio figlio. E mi pare magnifico persino che ci sia tutto questo sapore d'autunno in pieno Luglio.

Non vedo foglie cadute. Ma tutte persone che si scaldano in pullover riesumati dal guardaroba accantonato.

Per niente al mondo voglio scordare quest'attimo di semplice felicità.

Ci sono. E questo, già solo questo, significa che posso ancora.

E non è poco.

 
 
 

L'orizzonte degli eventi

Post n°10 pubblicato il 24 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Piove. Scorro le pagine del Web. Amy Winehouse, la droga, Vasco in clinica, il mondo ordinato della Norvegia sotto tiro, la stazione Tiburtina, un rogo, il caos dei treni. Mescolato il tutto con la classifica dei blog.

Tutto mi sembra lontano. O vicino. Che oggi è lo stesso.

Vite che si bruciano in una notizia. Pretesti per discussioni. A posteriori. Quando discutere non serve più.

A un certo punto il  ciglio del buco nero. Quello da cui nulla può uscire, neppure la luce.

E’ un caso. Potresti esserci tu o un altro. E tutto si rimanda e moltiplica come in una lente deformata.

E s’appiattisce.

Nell’orizzonte degli eventi.

 
 
 

Ad imbuto

Post n°9 pubblicato il 23 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Dolina d’erosione lenta. Raccolgo, impermeabile nell’aria, un brusio di pioggia fattosi temporale.

Ho inghiottito, trangugiato e ridotto a silenzio.

E cerco ogni giorno un nuovo baricentro.

 
 
 

Come una pietra che rotola

Post n°8 pubblicato il 22 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Mi ciondola la testa da un lato. E non m’importa. Mi fisso le caviglie gonfie e non voglio bere.

Mi guardo mentre digito al pc questo post, a 48 anni. E mi confondo.

Ero ancora lucida. Chiaroveggente. Ora dipendo da chi m’imbocca e mi pulisce. Non so scrivere. Solo bagliori.

A 48 anni, mentre digito, premonisco l’incoscienza e ne ho paura. Ora che non ho paura non ne ricordo l’odore. Non lo sento.  

C’è Rex in Tv e rido. Di denti non miei. Che non mi servono.

Non cammino. Resto.

A 48 anni, mentre digito il mio futuro, impazzisco.

Ora impazzita, sto in silenzio. Ma non accetto. O forse sì. Non so.

Non so chi sono.

Dovrei rileggermi quello che ho battuto un giorno di Luglio sulla tastiera, mentre ancora potevo.

E non sarebbe servito ad impedirlo.

 
 
 

Peynet. Nonostante ...

Post n°7 pubblicato il 21 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Mi ha fermato Patrizia al supermarket, una pettegola tutta sorrisi di cartapesta, che ha sparlato di me e di Paolo quando ci siamo separati, fingendosi sempre, comunque, solidale ora con l’uno ora con l’altro.

Una voltagabbana.

Una di quelle persone che passano il giorno a cercare argomenti di conversazione e che, per vincere la noia, debbono  rimestare nelle esistenze altrui.

Lascia il marito.

“La ruota gira”, ho pensato.

Il sapore però in bocca era incolore.

Sarà lo specchio che ho rotto l’altro giorno o l’idea che tutto, anche questo incontro, mi sembra assurdo oggi.

I nostri fili s’incrociano in una trama progettata con tanta sapienza da parer casuale.

E forse le paure, in questo stagno di vita, sono solo premonizioni cui non vogliamo dar nome.

Un abbraccio.

Ecco.

L'unica cosa, a conti fatti, che abbia un senso.

 
 
 

Colori

Post n°6 pubblicato il 17 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Suonare senza fare le scale.

Mentre gli altri camminano,

stare.

E sperare che sia significare

questo eterno passare.

Pennellate sul grigio.

Come un urlo di Munch.

 
 
 

Psicologo per ...bulldoghine:))

Post n°5 pubblicato il 15 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Un tempo mi sarei letta un libro. O magari avrei cercato un filmetto di quelli soft con lui e lei che litigano per mezza pellicola e poi si rivelano l’amore arginato dalle stoccate infertesi per tutta la prima parte. Ma nel torpore estivo di un Luglio a 36 gradi, con ventola annessa ma sconnessa, mi sintonizzo su Cielo e mi guardo di fila Dog Whisperer, Top Chef ed Hell’s Kitchen.

Non ho cani in verità, ma mi piace seguire Cesar Millan, il guru del “disciplina, esercizio e poi affetto”. Sarà la mia vena bulldoghina, chissà .

Cesar ragiona secondo l’idea che l’animale diventa aggressivo e in stato d’inquietudine quando deve sobbarcarsi un ruolo che sarebbe il padrone a dover detenere, quello di fornire sicurezze. E invece si rilassa ed è contento se è l’uomo a dettar regole. Il padrone cammina e lui sta a fianco o appena dietro. Ma a guidare con fermezza è l’uomo. Non il cane.

Rifletto su di me.

Effettivamente gran parte della mia ansia nasce dall’idea di dover controllare tutto e dover vigilare su tutto. Divento “dominante” (carinamente parlando) se non ho nessuno cui  appoggiare il fardello delle scelte.

E scarico le tensioni abbaiando agli altri …

Ecco, certe volte si vorrebbe esser sottomessi magari solo per poter deporre il peso di uno stato di perenne allerta.

 
 
 

Frazioni

Post n°4 pubblicato il 15 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Tanto, molto, poco. Qualche, alcuni, parecchi.

Meglio restare sul generico. Sull’impreciso. Per poter cambiare all’occorrenza e raccontare altro.

Più subdola del falso è la mezza verità.

Dire quasi tutto, ma non quello che potrebbe fornire una prospettiva della storia che ci scomoda.

A pensarci, chi mente paradossalmente è più onesto. Sa che potrebbe essere rinnegato, confutato, messo di fronte alle sue responsabilità. La sua menzogna ha un fondo di ingenuità: crede in ciò che dice, secondo il colore del suo sguardo.

Chi invece manovra un magma plastico per confondere chi ascolta, seminando dettagli ed omissioni, sa come muoversi per tornare rapidamente sui suoi passi. E confida nell'umana tendenza a inferire completando gli schizzi delle storie.

Siamo frettolosi. Se c’è una parte di vero, pensiamo basti per considerare vero tutto.

Ma la frazione, pur propria, non è mai l’ intero …

 
 
 

Afa

Post n°3 pubblicato il 13 Luglio 2011 da rodopiecassandra

Oggi mi hai chiesto cosa fosse Atlantide.

Eravamo al semaforo ed era rosso. Davanti alle strisce pedonali, in attesa.

Ho pensato che l’utopia è proprio questo in fondo: una possibilità di movimento scritta sul terreno, e l’obbligo sadico a guardare da fermi  “ciò che sarebbe, se”.

L’Italia. Ecco.

 
 
 

La biblioteca salvata

Post n°2 pubblicato il 12 Luglio 2011 da rodopiecassandra

C’era la sua valigia sulla porta della stazione, piena di libri in versi.

E tziu Cuccu che spulciava le bancarelle dei paesi. A cercare.

-          Che vuoi ancora con questa borsa? Qui tutto appassisce in scenari intermittenti, in maniglie d’ottone ingrassate, in sguardi disattenti che non si fermano a rispondere. Che giri a fare? - mi è venuto di chiedergli ...

-          Non so. Magari si salva un ricordo. Lo racconto. Mi basta. Poi c’è quel ragazzo lì che legge e mi pare ascolti. Forse perciò non è finita ancora.

-          Cosa? - ho sollevato gli occhi sorpresa.

-          La poesia.

 
 
 

Impermeabile

Post n°1 pubblicato il 12 Luglio 2011 da rodopiecassandra

 

Cecilia è il pedone, Elisa la regina, Riccardo armeggia con l’ombrello a simulare il cavallo. Io fisso Giulio che ordina i passi alla torre. Un dio impacciato che sacrifica pezzi per la vittoria e al termine ridacchia di soddisfazione annoiata.

Guardo e non provo nulla. Una sorta di anestesia affettiva per il mondo.

Ancora un momento di pigrizia, inquieta, tra il gocciare del bagno e il rumore della portafinestra che sbatte a ritmi alterni.

 
 
 
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INFO


Un blog di: rodopiecassandra
Data di creazione: 12/07/2011
 

PER TE AMORE MIO

 

Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesci a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.

Alessandro Baricco, da “Questa Storia”

 
 

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