TERRA

hai un sangue, un respiro. Vivi su questa terra. Ne conosci i sapori, le stagioni, i risvegli, hai giocato nel sole....sei radice feroce, sei la terra che aspetta (Pavese)

 

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« Messaggio #204 »

Il sacrificio di Ifigenia, Lucrezio

Post n°203 pubblicato il 18 Agosto 2006 da unlumedaunnume

 Illud in his rebus vereor, ne forte rearis               80
impia te rationis inire elementa viamque
indugredi sceleris. quod contra saepius illa
religio peperit scelerosa atque impia facta.
Aulide quo pacto Triviai virginis aram
Iphianassai turparunt sanguine foede               85
ductores Danaum delecti, prima virorum.
cui simul infula virgineos circum data comptus
ex utraque pari malarum parte profusast,
et maestum simul ante aras adstare parentem
sensit et hunc propter ferrum celare ministros               90
aspectuque suo lacrimas effundere civis,
muta metu terram genibus summissa petebat.
nec miserae prodesse in tali tempore quibat,
quod patrio princeps donarat nomine regem;
nam sublata virum manibus tremibundaque ad aras               95
deductast, non ut sollemni more sacrorum
perfecto posset claro comitari Hymenaeo,
sed casta inceste nubendi tempore in ipso
hostia concideret mactatu maesta parentis,
exitus ut classi felix faustusque daretur.               100
tantum religio potuit suadere malorum.
     Tutemet a nobis iam quovis tempore vatum
terriloquis victus dictis desciscere quaeres.
quippe etenim quam multa tibi iam fingere possunt
somnia, quae vitae rationes vertere possint               105
fortunasque tuas omnis turbare timore!

Più spesso invece
proprio la superstizione generò azioni scellerate
ed empie, come quando in Aulide scelti duci dei Danai,
fior fiore di eroi, macchiarono turpemente col sangue
di Ifigenia l’altare della vergine Trivia. Non appena la benda,
avvolta alle giovani chiome, le ricadde eguale
su entrambe le gote ed ella si accorse che il padre
restava fermo con volto addolorato presso l’altare
e vicino a lui i sacerdoti nascondevano il pugnale sacrificale,
e nel vederla la sua gente non sapeva trattenere le lacrime,
resa muta dal terrore si lasciava cadere a terra in ginocchio.

Né in quel momento era d’aiuto alla sventurata
il fatto che per prima avesse donato al re il nome di padre.
Sollevata da mani di guerrieri fu condotta tremante
all’altare non perché, terminato il sacro rito, venisse scortata
dal luminoso Imeneo, ma perché cadesse, lei pura,
in modo empio, come vittima sventurata, immolata
dal padre, solo perché la flotta potesse partire con un fausto
presagio. A tanto male poté spingere la superstizione!

 
 
 
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Un blog di: unlumedaunnume
Data di creazione: 01/02/2006
 

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