Creato da enricolucre il 09/11/2006
Il blog di Pocco80

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultimi commenti

Povero avanzo di galera, criminalissimo pregiudicato,...
Inviato da: Henry
il 01/01/2011 alle 00:02
 
NISTA NISTA NISTA NISTA NISTA MICHELE NISTA E\\\'...
Inviato da: michele
il 11/12/2010 alle 22:15
 
Mi piace tantissimo Michele Nista. Michele Nista e’ un...
Inviato da: Gianni
il 12/09/2010 alle 20:35
 
Mi e´ caduto oggi l´occhio su un vecchio articolo del...
Inviato da: Michele Nista
il 05/06/2009 alle 00:08
 
Silvio Berlusconi schifoso ipocrita, ti ergi...
Inviato da: Michele Nista
il 13/04/2009 alle 16:44
 
 

 

« LE DONNE E L'8 MARZOESPORTARE LA LIBERTA’ »

ANNO ZERO DELL'INFORMAZIONE

Post n°49 pubblicato il 10 Marzo 2007 da enricolucre
Foto di enricolucre

Il ritorno di Anno Zero, programma di Michele Santoro in onda su Rai Due il giovedì sera, ha scatenato un’aspra polemica, in seguito alla decisione del ministro Mastella di abbandonare lo studio nel corso della prima puntata della nuova edizione. Motivo di contesa, a detta del Guardasigilli Guascone, una sorta di processo messo in atto nei suoi confronti intorno ad una tematica scottante come quella dei DICO. A rigor di cronaca, c’era stato qualche battibecco col giornalista Travaglio e con qualche ospite in studio; ma il gesto “estremo” è avvenuto dopo una battuta del vignettista Vauro: “Sapevo che qui c’erano i comunisti… ora scopro che siamo tutti comunisti e froci”. Naturalmente l’episodio ha avuto forte risalto e ha rispolverato la questione dell’informazione “corretta e completa”, visto che si sono mossi anche i vertici Rai. Faccio una premessa di fondo: non sono un difensore ad oltranza di Santoro né un suo estimatore convinto. Non va neanche, però, contestato il fatto che l’approfondimento politico televisivo non abbia altre voci molto più autorevoli della sua. Tutt’altro. Occorre, dunque, una riflessione seria, che vada oltre ogni forma di scandalo “precostituito” come spesso avviene in determinate situazioni ritenute scorrette dal punto di vista politico. Ammettiamo pure che la trasmissione di giovedì portasse in vetrina una serie di contenuti di dubbio gusto, come da più parti i difensori bipartisan del Mastella “ferito” hanno sostenuto: ma resta anche che nessuno obblighi a vedere una trasmissione che in qualche modo si ritenga sconveniente. Spesso molti se ne dimenticano, perché fa comodo dimenticarsene. La motivazione del “cattivo gusto” poi è stata la stessa che ha portato alla chiusura del Satyricon di Luttazzi, quando sappiamo che in realtà quella fosse solo una scusa formale per nascondere il disagio nei confronti di una voce alternativa e fastidiosa in un palinsesto omologato. E chi sovraccarica ulteriormente l’idea del “cattivo gusto” con l’argomento che sul “servizio pubblico certe cose non vadano dette”, in realtà affossa il concetto stesso d’informazione. Essa, infatti, per essere “onesta ed oggettiva”, non deve ad ogni costo raggrumare le opinioni bipartisan per farne un pacco da consegnare all’ascoltatore senza ulteriori filtri. L’informazione dovrebbe essere alternativa a questo schema, che, contrariamente, è quello oggi diffuso, anche perché palesemente più comodo. Personalmente sono stanco di questo mito del “bipartisan” come garanzia d’informazione dettagliata; sono stanco di servizi televisivi o di dibattiti, dove l’impostazione è praticamente la stessa: interviene Tizio che dice tutto quello che di bello ha fatto; risponde Caio contraddicendo tutto quello che dice Tizio. Questo il succo di qualsiasi programma di approfondimento politico. Sarà pure bipartisan, ma la “completezza d’informazione” non è data dal fatto che ognuno ha detto la sua. Spesso proprio questa metodologia di comunicazione è il sintomo di deformazione, più che di informazione. In Italia, il problema vero è proprio il deficit d’informazione. I cosiddetti telegiornali sono grandi contenitori, alimentati per lo più da esigenze di target, per cui almeno il 43% della propria struttura (nella migliore delle ipotesi) è data da notizie “fittizie”. L’informazione è di per sé constatazione di un dato di fatto con approfondimenti dati da voci alternative (nel senso di libere e non costruite su misura) ed autorevoli. Qualcuno mi dica che “informazione” ci sia nella sfilza di culi  di Studio Aperto o nelle ricette di Gusto o nelle riflessioni “sciapite” della Palombelli? Che “informazione” nei monologhi di Fede o sui carrelli di dichiarazioni di portavoci e capigruppi vari ed eventuali? Una seconda argomentazione deriva dal fatto che i politici scelgono spesso le trasmissioni dove andare, in base alla possibilità di concordare preventivamente le domande e preparare le risposte in una sorta di agone politico falsato in partenza: è il meccanismo trainante dell’”equidistante” (o “equivicina”) Porta a Porta di Bruno Vespa, dove stranamente si fa a gara per partecipare. Se evidentemente non c’è la stessa volontà di prendere parte ad altre trasmissioni, dove il meccanismo è più aggressivo e meno compiacente, questo non depone né a favore dell’ “imparzialità” della trasmissione di Vespa, né a favore dell’onestà intellettuale dei parlamentari. È più facile etichettare come “faziose” trasmissioni prive di compiacenza che accettarne le regole. Negli altri paesi i dibattiti politici sono più incisivi che da noi e tali questioni non sarebbero neanche oggetto di discussione. Il dissidio martelliano dovrebbe scagionare Santoro proprio sul terreno della “faziosità”, trattandosi di un ministro del governo “amico”. C’è poi un altro argomento che nessuno mette fin troppo in rilievo: non è detto che i politici debbano per forza prendere parte alle trasmissioni televisive. Non è una forma vitale, consigliata da qualche dottore, né elemento decisivo per la salvezza ultraterrena. Ultimamente sembra che i politici, sospinti dal loro ego voglioso di ostentazione (che non è diverso dall’ostentazione da Gay Pride che essi stessi volentieri contestano) s’infiltrano in ogni dove pur di dire la loro bella frasetta del giorno stile bacio Perugina. E così li trovi dalla mattina alla sera prima su Omnibus, poi sui tg vari, e via via da Giurato, da Vespa, da Mentana, da Costanzo, da Giletti, dall’Annunziata e sul “rassicurante” divano di Marina La Rosa, “giornalista d’assalto”. Senza rinunciare a qualche comparsata “divertente” su Buona Domenica o Quelli che il calcio. Bisognerebbe forse che anche loro iniziassero a star più in parlamento e meno davanti alle telecamere. Non si sentirebbero tirati in mezzo a “processi” mediatici. Ma se non possono proprio fare a meno di partecipare, non possono indignarsi di un clima avverso e di qualche domanda o considerazione sgradita. Del resto lo stesso Mastella, come da suo stile, si è presentato come il portatore sano di un cattolicesimo ortodosso, che guida le scelte politiche(ci sarebbe da ridire su questo atteggiamento, ma preferisco non entrare nel merito): poteva pur capire che, vista la tematica, nessuno gli avrebbe fatto i complimenti e gridato “Clemente, facci sognare”. Tra l’altro, il ministro in questione ha iniziato a sviolinare la sua appartenenza ad una Chiesa, fatta di preti di periferia che lottano contro la mafia e di grandi santi come Madre Teresa di Calcutta: e questo è molto scorretto. Perché se uno pensa di carpire consensi o applausi citando a sproposito un personaggio di nota popolarità dimostra di essere solo uno sprovveduto o eventualmente un ruffiano. Probabilmente Mastella è sia l’uno che l’altro. Ma lo stile di “tutelarsi” con la demagogia è becero quanto detestabile: è esattamente quello che accade, quando per beccare l’applauso, si tira in ballo il ricordo modaiolo di Giovanni Paolo II. Farsi belli coi meriti altrui. Mentre dei demeriti ci si scorda con faciloneria. Ecco perché Travaglio si è poi riservato di riportare alla memoria del Clemente nazionale i suoi più reali ed intimi legami col senatore Andreotti, in tutta la loro contraddittorietà. Santoro, dal canto suo, è sfociato nel predicozzo alla Baudo. Ma quando ha affermato che “l’arroganza politica in questo paese è diventata insopportabile” ha pronunciato una verità inconfutabile, pur nel suo vago retrogusto demagogico. Ed è grave che, al di là della contestabile puntata di Anno Zero, qualcuno metta già in discussione il prosieguo del programma. Son tutti bravi a dire che va tutelata la libertà di espressione e d’informazione. I fatti ci suggeriscono altro. Ci dicono che l’Italia sia un paese liberale solo nel momento in cui ci si astiene dalle voci differenti. E che nel nome del politically correct siano tutti felici e contenti.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

Ultime visite al Blog

bubi_66la_vedovanerasaffo252006pocco80nunzio.buonauriosharKirapirelli.giordanoW.Redburnriccardo.borgacciellyricdon.cuccosestierraff.angelguidogambassipenelope.2010
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 

I miei link preferiti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963