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I "NUOVI" MOSTRI
Il ritorno di Gelli
di Nicola Tranfaglia
“Il potere della P2 negli anni settanta è innegabile. Un potere di ricatto e di condizionamento che ha riguardato ministri, generali, parlamentari, direttori di giornali e di televisioni. Il ritorno di Licio Gelli come personaggio televisivo sulla ODEON TV è preoccupante perché fa pensare che quel potere trent’anni dopo è ancora intatto o almeno è sopravvissuto in tutto o in parte all’inchiesta parlamentare di ventisei anni fa presieduta dall’on. Tina Anselmi della Dc che mise fuori legge la Loggia e sottolineò il significato politico di quell’associazione segreta in contrasto con la nostra costituzione.
Ricordo che, negli anni settanta e nei primi anni ottanta, tutte le volte che mi capitava di frequentare per ragioni di lavoro qualche Ministero mi rendevo conto dell’esistenza di un’associazione che legava i capi e gli alti funzionari dell’uno o dell’altro ente o Ministero, in base al particolare linguaggio usato o da un modo speciale di offrire la mano per stringerla agli estranei.
Ma successivamente quando, grazie all’inchiesta dei pubblici ministeri Turone e Colombo, vennero resi noti i nomi di alcuni dei soci, da Silvio Berlusconi, allora solo imprenditore e proprietario della Fininvest, a Fabrizio Cicchitto, deputato della sinistra lombardiana del PSI, ai banchieri Roberto Calvi e Michele Sindona, ebbi la sensazione - fatta propria dalla commissione parlamentare - che la Loggia Massonica di Gelli era diventata una potente agenzia per influenzare a fondo la politica italiana.
L’obbiettivo, a leggere il Piano di rinascita democratica ritrovato nella valigia della figlia di Gelli durante un controllo in un viaggio aereo a Fiumicino, era chiaro e ambizioso. E l’aggettivo democratico del piano poteva apparire ironico piuttosto che neutrale. Si trattava di ricondurre a ragione i sindacati eliminando la CGIL, di dissolvere la RAI-TV e dare soltanto alle televisioni private il diritto di trasmettere, di ritoccare la costituzione repubblicana nei punti fondamentali rendendo addomesticata per i potenti la magistratura, inclusa la corte costituzionale, controllando tutta la stampa quotidiana e settimanale e la radio televisione. Insomma trasformando, attraverso alcune operazioni chirurgiche ben condotte, lo Stato democratico, nato dalla Resistenza, in un regime autoritario che si accontenta di salvare le forme quando è possibile ma di influire sulla vita politica, sociale, culturale ed economica in modo da eliminare ogni conflitto e di mantenere saldamente il potere in mano ai soci della P2 e dei loro amici, tutti già presenti nei gradi alti della società.
La P2, a giudicare dai numerosi processi in cui Gelli venne implicato, non disdegnava contatti e affari con gruppi e organizzazioni eversive di destra come peraltro avvenne in America Latina e particolarmente in Argentina dove i generali, autori di un colpo di stato negli anni settanta, apparvero legati a quel gruppo massonico. E, in quell’occasione, il regime militare si macchiò di orribili delitti che riguardarono migliaia di giovani e di oppositori. Non è un caso se il ritorno di Gelli sugli schermi televisivi coincide con i primi sei mesi dell’attuale governo Berlusconi che, in molti decreti e disegni di legge, somiglia tanto al piano di Gelli e ci sta portando, si potrebbe dire, quasi dolcemente verso gli scenari di un’Italia sempre più lontana dalla nostra carta costituzionale e sempre più vicina alla visione immaginata e voluta dal Venerabile della P2”.
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Inviato da: Henry
il 01/01/2011 alle 00:02
Inviato da: michele
il 11/12/2010 alle 22:15
Inviato da: Gianni
il 12/09/2010 alle 20:35
Inviato da: Michele Nista
il 05/06/2009 alle 00:08
Inviato da: Michele Nista
il 13/04/2009 alle 16:44