Post n°78 pubblicato il 09 Gennaio 2018 da CalleDeLaVida0
Carissimo Padre, perdonami, perché ho visto. Oltre la staccionata, un campo illuminato dall'estate, un uomo che preme uno stinco sulla gola di un altro uomo. Acciaio che si fa luce sul collo viscido di sudore. Perdonami per non aver distorto questa lingua nella forma del Tuo nome. Per aver pensato: dev'essere così che ogni preghiera comincia - con le parole Ti prego che mandano il vento in frantumi, in ciò che un ragazzo sente nel suo bisogno di conoscere come il dolore benedica il corpo riportandolo al suo peccatore. L'ora d'improvviso immobile. L'uomo, le labbra premute contro lo stivale nero. Mi sbaglio se amo quegli occhi, se vedo qualcosa di così limpido & azzurro - se imploro che rimanga limpido & azzurro? Mi ha tremato il volto quando l'ombra bagnata gli è sbocciata sull'inguine & è sgocciata nell'ocra del terriccio? Con che rapidità la lama diventa Te. Ma concedimi di ricominciare: C'è un ragazzo che si inginocchia in una casa con tutte le porte sfondate a calci sull'estate. C'è una domanda che gli corrode la lingua. Un pugnale che tocca il Tuo dito conficcato nella gola. Carissimo Padre, che ne sarà del ragazzo non più ragazzo? Ti prego- che ne è del pastore quando le pecore sono cannibali?
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