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La mia anima pagana

Post n°192 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da Terpetrus
Foto di Terpetrus

Forse alcuni di voi sapranno cosa è il Neopaganesimo.

Per spiegarlo, devo prima spiegare cosa è il Paganesimo. Il termine “pagano” deriva dall’antico termine latino “pagus”, che significa “villaggio”. Originariamente quindi i “pagani” erano gli abitanti dei villaggi, gente di campagna insomma.

In seguito, i cristiani chiamarono così tutti i seguaci delle altre religioni, che non fossero ebrei e musulmani.

A quel tempo, dato che i cristiani europei non avevano ancora contatti con le religioni mistico-filosofiche dell’Oriente quali il Buddismo, il Taoismo o il Giainismo, per fare gli esempi più illustri, pensavano che oltre alle tre religioni monoteistiche esistesse solo la cosiddetta idolatria, che significa “culto delle immagini”, cioè culto di una serie di divinità ognuna con il suo aspetto e le sue caratteristiche personali, fossero esse di tipo umano o animale, o misto, o di simbolo geometrico o addirittura vegetale, come nel caso degli alberi divini delle religioni germaniche.

Ma perché chiamare i seguaci del politeismo “abitanti dei villaggi”?

Semplice: perché nel Medioevo, mentre la gente di città era tutta (o si presume lo fosse) convertita al Cristianesimo, i contadini, i pastori e i montanari, gente ignorante e tradizionalista, legata alla Terra, alle acque, ai boschi e agli animali, continuava sovente ad adorare gli antichi Dei della Natura, seguendo la Vecchia Religione e i suoi riti magico-religiosi, intrisi di mille superstizioni.

Nel Medioevo, per molti secoli ancora, nelle zone paludose e montuose, nelle regioni più  isolate d’Italia e d’Europa, nelle profondità delle foreste, ma pare anche in certa parte dell’aristocrazia italica, fedele alle antiche tradizioni classiche, si perpetuarono culti che in genere la gente crede si siano estinti non appena il Cristianesimo prese il sopravvento con gli imperatori da Costantino in poi.

Rimasero invece notevoli “sacche” di Paganesimo qua e là, folklore antico mescolato sovente con le nuove tradizioni cristiane.

Gli Dei che non volevano abbandonare il loro antico dominio non erano gli Dei olimpici dell’antichità classica che siamo abituati a conoscere a scuola. Le divinità dei villici erano Dei e Dee dei boschi, delle fonti, dei fiumi, dei monti, della magia e dell’aldilà, della notte e dei misteri.

Dioniso, Diana, Pan, l’italico-celtico Pennin, e poi Fauni, Silvani, Ninfe, Anguane, Vivene, Lamie, Sirene, Fate, Elfi, Nani e via dicendo, e sopra di tutti c’era la figura della Grande Dea Madre Trifronte, l’italica Diana, la basca Mari, la celtica Briga o Brigitta, che dette il nome alle città di Brescia (Brixia) e Bressanone (Brixen).

Le antiche leggende del folklore popolare consistono di molte tracce di questi antichi culti, in un modo che chi non conosce l’universo infinito del mito, non può neanche lontanamente immaginare.

Questi Dei antichi non se ne sono andati mai del tutto, perché l’uomo occidentale, anche se non lo ammatte mai del tutto, non può fare a meno di loro, come un uomo che lascia la donna amata convinto che in realtà non la ama davvero, e pure, anche se non lo ammette neanche con se stesso, continua ad avere bisogno di lei.

In certi luoghi, in certe regioni d’Europa, tali influenze pagane si sentono molto di più che in altre. Ovviamente le regioni montuose o vicine all’Oriente sono più esposte.

Luoghi come i Paesi Baschi e i paesi celtici come Irlanda, Scozia, Galles e Bretagna, sono enormemente più ricchi di tradizioni di origine pagana.

In Italia, un tasso elevato le hanno certe zone del meridione, dove la Vecchia Religione sembra essersi tramandata fino ai giorni nostri. Una zona molto interessante per esempio è Benevento, dove un tempo c’era il Noce delle Streghe, luogo di raduno di antichi culti pagani.

Quelle che noi chiamamo “streghe” erano in origine presumibilmente una sorta di sacerdotesse magico-sciamaniche, il cui compito era essere il tramite fra la gente delle campagna e le divinità della natura, in qualità di propiziatrici e di guaritrici.

Simili personaggi li si trova nei corrispondenti moderni di tali religioni, nelle Americhe: religioni afro-americane come il Vudù, la Santeria, il Candomblé e l’Umbanda, non sono altro che le trasposizioni degli antichi culti magico-politeistici della costa dell’Africa occidentale mescolate con il culto dei Santi cattolici, e che si sono grandemente diffusi poi anche a popolazioni di altro tipo. Negli Stati Uniti si sono diffusi grazie soprattutto all’emigrazione dal Messico e dai Caraibi.

Comunque, in Italia le Streghe erano tradizionalmente le seguaci della Congrega di Diana, Dea della Luna e delle Selve, della notte e degli animali, della magia e del mistero, del sesso e della fecondità (ben diversa dunque dalla frigida Artemide greca, con cui è stata identificata dalla religione romana ufficiale).

La Diana italica era in realtà la Grande Dea Madre, non semplicemente la vergine cacciatrice delle favole per bambini.

Nell’Alto Medioevo, le Streghe celebravano i loro culti a Diana nei boschi, e facevano uso di sostanze allucinogene, il famoso “unguento delle Streghe”, per procurarsi allucinazioni che loro consideravano “viaggi” per incontrare i loro Dei nel bosco, cavalcando scope e caproni al seguito di Diana.

Così nacque il mito della strega che vola cavalcando la scopa, nell’oscurità della notte, al seguito del Diavolo, immaginato come un Capro Nero.

In realtà, il Capro Nero era anch’esso una divinità pagana della Vecchia Religione, che alla fine fu identificata con il Demonio stesso perché distoglieva i fedeli dalla “retta fede” con i suoi baccanali licenziosi, ricordo di un’epoca in cui il sesso non era ancora considerato peccato, e la divinità e la natura erano considerate una sola cosa….

Altre regioni dove sembra che il Paganesimo sia potuto conservarsi fino ad epoche recenti, sono la Toscana e il Triveneto.

Sembra che i contadini toscani invocassero in preghiere popolari ancora gli antichi Dei etruschi, come Turanna, la Dea dell’Amore o Fufluns, il Dio dei Boschi, fino a poco tempo fa.

Nel Triveneto, invece, ci sono molte strane leggende, come quella di Rocca Pagana, nelle Valli Giudicarie del Trentino, dove la leggenda vuole che sia nascosto il tesoro dell’ultimo sacerdote pagano del Dio delle Fonti, Nettuno, lì celato per proteggerlo dall’avvento del Cristianesimo.

È un fatto che tradizioni stregonesche si siano conservate nel Veneto fin quasi a oggi, e nelle campagne la Strega del paese e suoi “pentolini” erano una tradizione comune.

In Trentino poi c’è il Passo del Tonale, a metà strada fra il Trentino e la Lombardia, che nel mito medioevale era considerato luogo di riunione delle streghe della Congrega di Diana, evidentemente un luogo sacro per la Vecchia Religione dei montanari, e che durante la Caccia alle Streghe dell’Inquisizione all’epoca della Controriforma, con le sue isterie sessuofobie e anti-eretiche, divenne tristemente famoso come sede di sabba demoniaci.

In Germania il Passo del Tonale aveva creato il mito del Venusberg, il Monte di Venere, con la leggenda di Tannhäuser, che ispirò la famosa opera di Wagner. Il Monte di Venere era appunto il monte dove regnava la Dea Venere, accompagnata dalle sue ancelle, dove i piaceri pagani della carne si scatenavano, rifuggendo da ogni ascetismo cristiano, come ultimo baluardo del Paganesimo della Dea Madre contro il monoteismo patriarcale del Verbo di Cristo.

Nella leggenda, Tannhäuser si lasciava irretire dalla Dea Venere mentre si recava in pellegrinaggio a Roma, divenendone l'amante. Una chiara allegoria della forza del Paganesimo che ancora esercitava la sua influenza in luoghi isolati. 

Molte di queste tradizioni sono andate perse a causa dell’avanzare dell’urbanizzazione, del secolarismo e dell’industrializzazione.

Là dove non ha potuto arrivare il Cristianesimo, è arrivata la civiltà moderna.

Tuttavia, paradossalmente, la civiltà moderna in parte ha sortito l’effetto contrario.

Ci sono sempre stati intellettuali, soprattutto negli ultimi due-tre secoli, e che con il passare del tempo sono aumentati di numero, che si sono sentiti affascinati dall’antico Paganesimo.

Il politeismo è molto più attraente del monoteismo.

Il politeismo è la religione delle menti fantasiose, delle anime che non si accontentano di un’unica immagine e verità divine, che non si accontentano di vedere la realtà come un insieme di morti oggetti meccanici, come vorrebbe il materialismo scientista moderno.

Ci sono anime poetiche che in un bosco avvertono mille misteriose presenze, che nella notte vedono di più di un pozzo buio, e quando guardano al cielo, si domandano se le stelle siano qualcosa di più di semplici scintille, e quando guardano la terra e il mare sotto di loro e il cielo sopra, avvertono come un grande respiro, delle forze invisibili che pervadono tutto.

Questo sentimento pagano, che vede e percepisce ancora gli Dei nel mondo della Natura, prima represso dal monoteismo, poi dal positivismo scientista, oggi si è liberato non appena entrambi i due modelli di pensiero nemici sono entrati in crisi.

Di fatto, oggi noi assistiamo alla rinascita di un nuovo Paganesimo, un Neopaganesimo, impegnato a recuperare i frammenti di ciò che non è ancora andato del tutto perduto.

È soprattutto la letteratura fantastica che la fa da padrona in questo recupero. Aspetti neo-pagani, abbiamo visto nei miei precedenti post, ci sono in A. Machen, H.P. Lovecraft, C.S. Lewis e J.R.R. Tolkien, per finire con i romanzi di Marion Bradley Zimmer, autrice de Le Nebbie di Avalon.

È soprattutto poi la ribellione femminista contro il Dio Padre del monoteismo, tramite il recupero del culto della Grande Dea Madre, che è il motore primo del Neopaganesimo,  cominciata nel mondo anglosassone con la pubblicazione di libri come Aradia: Il Vangelo delle Streghe di Charles G. Leland sul culto di Diana in Toscana e Lei di Ryder Haggard, romanzo fantastico ispirato al culto di Iside e alla sua incarnazione nel nostro mondo, prima nell’Africa Nera e poi in Tibet.

Tale culto matriarcale si è poi diffuso tramite la religione Wicca, seguita soprattutto da donne, e votata al culto della Grande Dea Madre e poi secondariamente al Grande Dio Cornuto, immagine del Grande Dio Pan, oscura divinità maschile dei boschi e dell’istinto.

Una parte di me è sempre stata affascinata da tali culti. La mia visione panteistica del mondo sicuramente si sente molto vicina al culto della Grande Dea Madre e il significato mistico di Pan, il Grande Dio Cornuto, il cui nome in greco significa “Tutto” e il cui aspetto, metà umano e metà animale, indica l’unione dell’uomo con la Natura, sono parte della mia anima, come dimostra anche l’avatar del mio profilo.

Indubbiamente, la mia anima fantastica e la mia anima mistica sono tuttuno con la mia anima pagana, e il mio anelito di libertà dell’anima e del corpo, la mia sete di bellezza, sono l’espressione principale di tale anima pagana.

Ma d’altra parte la mia razionalità sa bene che il Paganesimo è stato anche fonte di ogni orribile superstizione: dai mille tabù e mille paure superstiziose, ai sacrifici di esseri animali e in certi casi anche di esseri umani.

Tutto ciò è indubbio e non può essere negato, come vorrebbero fare certi fanatici apologisti neo-pagani.

Inoltre, diciamolo, le streghette che fanno gli incantesimi appaiono abbastanza ridicole nel mondo di oggi.

Certo, c’è ancora un sacco di gente che si rivolge al mago, che crede nelle fatture, nel malocchio, negli indovini, negli oroscopi, nei segni zodiacali. Forse col passare delle generazioni vedremo arretrare questi atteggiamenti, così come vediamo arretrare la fede nei dettami delle chiese cristiane o la fede nel Corano.

Ma di fatto è la Scienza la vera Dea del nostro mondo moderno, ed è inutile negarlo. Ed è lei la sovrana, semplicemente perché funziona. Anche se la gente non sa un kazzo di scienza e non ne capisce niente, bisogna fare i conti con lei.

Almeno, entro certi limiti. La Scienza ti dice come fare per avere luce, energia e calore in casa tua, e se fai come dice, la cosa funziona.

Ti dice come fare per guarire certe malattie, e molto spesso funziona, anche se non sempre. Ti dice come fare per attraversare oceani e continenti velocemente, e funziona.

Certo, non funziona ancora per molte altre cose. Forse un giorno funzionerà anche per quelle, ma non c’è alcuna certezza in proposito. Se alla Scienza chiedi di svelare i misteri del cosmo, magari ti dichiara di averli svelati…. Anche se non ci capisci niente di quello che dici e non puoi verificare, perché mica puoi andare in giro per l’universo a vedere se ha ragione o no.

Salvo poi ritrattare dopo qualche tempo, e presentarti un’altra tesi, e poi un’altra ancora….. basta vedere tutte le infamità che dicono gli scienziati riguardo oggetti scientifici lontani nel tempo e nello spazio,  e quindi inverificabili direttamente, come per esempio il pianeta Marte e gli uomini di Neanderthal. Sia l’uno che gli altri sono stati oggetto di ogni diceria possibile e immaginabile, di ogni ritrattazione e ipotesi presentata come “verità” scientifica…. E nessun uomo comune che gli abbia detto la cosa più semplice che si possa dire: voi siete mai stati su Marte per vedere se c’è vita o no? No, vero? E allora cosa pretendete di dire? Voi avete mai incontrato un Neanderthal per sapere come erano? No, vero? E allora cosa pretendete di dire?

La Scienza è convincente solo per quanto riguarda le cose immediate, cose appunto come la lampadina, la macchina, il frigorifero, le reazioni chimiche con l’acido solforico…. Ma se andiamo ai misteri fondamentali dell’universo e dell’esistenza, essa tace, e dice vaghezze, esattamente come la religione…. Anzi, ancora più vaghe, perché cambia idea continuamente.

E soprattutto, la Scienza non ci ha dato la felicità. L’uomo rimane solo con le sue sofferenze. Magari la tecnologia ha alleviato le fatiche del lavoro, e la medicina ha alleviato le sofferenze della malattia, ma per il resto tutto resta uguale e anzi anche peggio, se pensiamo alle nevrosi della vita moderna, che un tempo non esistevano.

Quindi, di fatto, la Scienza ha il suo territorio nel mondo moderno, ma non possiede tutto, né può possederlo.

Il Neopaganesimo può invocare il possesso di un suo territorio nel mondo moderno?

Forse, ma è difficile dirlo.

Di fatto, i neo-pagani che ho conosciuto io, e che nella maggior parte dei casi rifiutano il termine, considerandosi “pagani” a tutti gli effetti, risultano essere delle persone fuori posto, nel mondo attuale, poco inserite nei problemi del nostro tempo, e decisamente persi in un mondo personale o di gruppo separato dal mondo contemporaneo, chiuso in una visione abbastanza snobistica ma soprattutto inaccettabile per la maggioranza.

Infatti, non ho mai trovato un gruppo o un movimento neo-pagano che potesse spingermi a unirmi a loro.

Trovo inaccettabile la Wicca, con il suo ritualismo magico, e certamente mi irrita il matriarcalismo di alcune seguaci della Wicca o di prospettive e dottrine religiose analoghe, altrettanto inaccettabile del patriarcalismo delle religioni monoteiste.

Trovo inaccettabile il nazionalismo tribale di certe religioni neopagane indoeuropee, come l’Asatru, che volendo ritornare agli antichi Aesir e Vanir, gli Dei della Scandinavia, finisce per avvicinarsi troppo a modelli neonazistoidi.

Non è un caso che alcuni leghisti, il partito che secondo me in Italia più si avvicina a certe istanze e atteggiamenti del fascismo, si dichiarino neo-pagani, e che organizzino feste celtiche dove, di fatto, il celtismo viene interpretato come nazionalismo razzista e tribale.

Trovo ancora più inaccettabile poi quando il Neopaganesimo strizza l’occhiolino a vere e proprie forme di Satanismo.

Tempo fa ho scoperto che in America un satanista ha pensato bene di istituire un Culto di Cthulhu, ispirandosi malamente a Lovecraft (sicuramente, senza avere capito una ceppa di Lovecraft il quale, innanzitutto, vedeva il Culto di Cthulhu come una minaccia spaventosa, non certo come una cosa augurabile).

Insomma, non posso identificarmi nelle forme attuali di Neopaganesimo, anche se sotto un certo punto di vista posso essere definito anche io neo-pagano.

Senz’altro è neo-pagana la mia convinzione dell’unità profonda fra Dio e Natura, come neo-pagana è l’esaltazione della corporeità e dei suoi piaceri. Neo-pagano è il simbolismo religioso che adotto, per cui l’immagine della Dea Madre è generalmente (ma non esclusivamente) più adatta ad esprimere l’essenza divina dell’immagine del Dio Padre, lontano, distaccato e separato dal mondo e dall’uomo.

Neo-pagana è l’idea che la divinità ha diverse manifestazioni e diversi simbolismi, ognuno valido nel proprio ambito storico e culturale, anche se non in tutti, e che non esiste una religione “assolutamente vera” contrapposta a tutte le altre “assolutamente false” o comunque dotate di molto minore verità.

Neo-pagana è anche la mia fede nella reincarnazione, che è una dottrina estranea alle religioni monoteistiche, mentre è originaria delle religioni politeistiche indoeuropee, come l’Orfismo greco, l’Induismo, il Druidismo, che hanno poi trasmesso questa dottrina ad altre religioni più recenti, altrettanto non-monoteiste.

Neo-pagana è la mia fantasia che gioca con le antiche immagini divine, è il mio perdermi nei sogni dell’infanzia sulle misteriose divinità della Natura, il mio sentirmi parte di qualcosa di spirituale non appena entro in un bosco, o passeggio sulla riva del mare.

E neo-pagana è semplicemente la mia religiosità che rifiuta di appartenere alle religioni monoteistiche, anche se ne sente l’influenza.

Ma aldilà di questo, forse non ha neanche più senso definire la mia religiosità come neo-pagana, poiché “pagano” è un termine inventato dai cristiani per definire “gli altri”, i “diversi religiosamente”, gli adepti del Demonio, convinti che si potesse fare di ogni erba un fascio, e considerare “culto del Demonio” tutto ciò che non era adorazione di Cristo.

Il Paganesimo è nato quando è nato il Cristianesimo, prima c’era solo “il culto degli Dei”, genericamente inteso. Nel momento in cui le religioni monoteistiche cesseranno di esistere, o meglio cesserà la convinzione che un uomo possa possedere la Verità, anziché esserne posseduto, allora non si parlerà neanche più di Paganesimo o Neopaganesimo.  

 

 
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