Sapevo così poco di te
che mi son fatto bastare la tua ironia
e le tue parole sfuggenti,
rugiada fresca
per le mie labbra screpolate
(sono uno che si accontenta…)
La tua smania di salvare il mondo,
antidoto alla mia armatura di cristallo,
ha accarezzato in me antichi ricordi
E quando mi hai sorriso
ingenua e maliziosa
hai rianimato il mio cuore malato
Caldo raggio di sole,
aspettavo che rischiarassi
il mio inverno boreale
Eri tu, amore.
Ti ho riconosciuta tardi
e inconsapevolmente audace
ho gridato il tuo nome
nulla avendo più da perdere
Ma avevo paura
di illudermi
di non sperare
di dire le parole sbagliate e perderti
di dire quelle giuste e averti
contro la tua volontà
E quella notte
ho pianto lacrime di gioia
per i tuoi baci senza fine.
Poi, improvviso e inesorabile,
un muro mi ha tagliato fuori
dalla felicità che ci attendeva
E i figli che non avremo più
mi guardano, ora, con i tuoi occhi
dal buio che avvolge anche te
Si dileguano i contorni del tuo viso
trattenerne il ricordo mi affatica
Sei ancora qui:
un pensiero che all’alba
mi viene a cercare
Da lontano, mi chiedi come sto
Sono un astemio ubriaco
in cerca del suo vecchio equilibrio
e bevo a piccoli sorsi interrotti
non potendone più fare a meno
il liquore amaro che mi hai distillato
Temendo le risposte
non domando più nulla
alle tue labbra di granito
Vorrei averti ancora
o non averti mai avuta
perché non riesco a dimenticarti.
Inviato da: piero_marino
il 09/04/2013 alle 14:59
Inviato da: Truman_2000
il 08/04/2013 alle 18:57
Inviato da: piero_marino
il 05/04/2013 alle 23:26
Inviato da: francesconapoli_fn
il 01/10/2010 alle 20:17
Inviato da: discoverysergio
il 23/11/2009 alle 15:58