The Truman ShowLa mia vita è un "Truman Show", ma al rovescio: vivo in un mondo tutto mio, illudendomi di essere il protagonista della storia! |
CITAZIONE
“Ho smesso da tempo di fumare, bevo con moderazione, e in quanto a peccati capitali non li pratico proprio tutti e sette. Se andrò all’inferno, com’è probabile, sarà per aver abusato del cinema, fin da ragazzino. Non credo che ci sarà qualcuno a sostenere che è stato il cinema ad abusare di me: ero minorenne, ma sveglio” - Gianni Amelio
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"Ai funerali saranno presenti numerosi esponenti delle forze dell’ordine. Vestiti da parenti" http://www.spinoza.it/2010/celere-alla-celere |
Me le ricordo. Sì, anch’io me le ricordo bene tutte le volte che ci siamo visti, e non solo perché sono state soltanto tre. La prima volta, quando ci siamo conosciuti, mi hai sorpreso: frastornato dalla tua “freschezza” e dalla tua infantile leggerezza, ho pensato che non potevi andare bene per me, perché avresti messo irrimediabilmente in crisi le mie piccole certezze e la mia vita tranquilla.
Vorrei che ti vedessi, come ti vedo io: semplice e complicata sfuggente come una biscia. o anche la metà: per ciò che non ho fatto. ci basterebbe uno sguardo per tornare a fare pace.
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Regia: Gabriele Salvatores |
L'altro giorno, ero alla stazione della metropolitana: mi sono accorto di lei soltanto quando è arrivato il treno, giusto il tempo di sperare che salissimo sullo stesso scompartimento.
"Io dedico questa canzone ad ogni donna pensata come amore in un attimo di libertà a quella conosciuta appena non c'era tempo e valeva la pena di perderci un secolo in più. A quella quasi da immaginare tanto di fretta l'hai vista passare dal balcone a un segreto più in là e ti piace ricordarne il sorriso che non ti ha fatto e che tu le hai deciso in un vuoto di felicità. Alla compagna di viaggio i suoi occhi il più bel paesaggio fan sembrare più corto il cammino e magari sei l'unico a capirla e la fai scendere senza seguirla senza averle sfiorato la mano. A quelle che sono già prese e che vivendo delle ore deluse con un uomo ormai troppo cambiato ti hanno lasciato, inutile pazzia, vedere il fondo della malinconia di un avvenire disperato. Immagini care per qualche istante sarete presto una folla distante scavalcate da un ricordo più vicino per poco che la felicità ritorni è molto raro che ci si ricordi degli episodi del cammino. Ma se la vita smette di aiutarti è più difficile dimenticarti di quelle felicità intraviste dei baci che non si è osato dare delle occasioni lasciate ad aspettare degli occhi mai più rivisti. Allora nei momenti di solitudine quando il rimpianto diventa abitudine, una maniera di viversi insieme, si piangono le labbra assenti di tutte le belle passanti che non siamo riusciti a trattenere".
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Regia: Juan José Campanella Drammatico (Argentina/Spagna) - 2009 E’ un film sull’amore e sul dolore, sul tempo e sulla prigione: il tempo che il vedovo trascorre alla stazione, aspettando di imbattersi nell’assassino, e quello che il poliziotto cerca di “recuperare” alla fine della sua carriera; la prigione in cui la persona offesa viene reclusa per sempre, e quella in cui il colpevole soggiorna troppo poco, per colpa di uno Stato che non sa rendere giustizia: “lei aveva detto ergastolo…”. E, su tutto, l’idea che l’amore sia uno ed uno soltanto, come la vita, che – da sola – basta appena ad espiare il male commesso. Bella la fotografia, buoni i dialoghi e la sceneggiatura (anche se, a volte, c’è qualcosa che stona: l’assassino beccato in uno stadio gremito e la rincorsa melodrammatica del treno…). Il finale è assolutamente perfetto, nella sua tragicità. Quali personaggi restano nella memoria, mentre scorrono i titoli di coda? A costo di andare controcorrente: Morales e Sandoval battono il poliziotto e la “giudicessa” 4 a zero! Da vedere. |
Regia di Martin Scorsese Con Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow thriller - USA (2010) Lo avevamo lasciato bamboccione che giocava a fare l'adulto sulla “revolutionary road”, sposato ad una donna sull'orlo di una crisi di nervi, che - novella Medea - invece di uccidergli i figli, finiva per morire di aborto; lo ritroviamo, adesso, detective dell’FBI sulla “road to madness”, con un lutto familiare ancora da elaborare, alle prese con un’indagine che lo porterà sull’isola del titolo, in un manicomio criminale, dal quale sembra essersi inspiegabilmente volatilizzata una pericolosa paziente. E, come sempre succede in questo genere di pellicole, i fantasmi del presente fanno riemergere quelli del passato; stavolta, vengono scomodati nientemeno che l’olocausto e gli orrori nazisti, inutile appesantimento di una trama che si compiace della sua complessità: esagerazione nell’esagerazione, i dialoghi in tedesco del protagonista con una specie di dottor Mengele! Leonardo Di Caprio è bravo (ci prova…), ma non sembra affatto credibile: nonostante lo abbiano imbruttito e fatto ingrassare, continua a dimostrare la metà dei suoi anni (sindrome di Dorian Gray?). La messinscena è ben allestita, ma sa tanto di déjà vu: sarebbe stato un bel film, se non avessimo già visto “A beautiful mind” (le allucinazioni ed i complotti provengono direttamente da lì: del resto, anche qui, il primo tempo è di una noia mortale); il colloquio con il criminale semi psicologo sembra ispirato al “silenzio degli innocenti” (ma Hannibal Lecter aveva tutto un altro fascino…) e c’è qualcosa anche di “Shining” e di “Memento”. Finale a sorpresa (sorpresa? A mezz’ora dall’epilogo, ti chiedi solo per quale delle due possibili alternative abbia optato il regista e già il fatto che ti poni la domanda, significa che non c’è nulla di sorprendente), ma tutt’altro che “aperto”: il pazzo si finge scemo per porre fine alla storia. Sinceramente, gliene siamo grati! |
(e speriamo che adesso non aboliscano la magistratura...) Come disse qualcuno, "Dove eravamo rimasti?" Sono rimasto lontano da questi lidi, ormai, da un tempo infinito e vi assicuro che mi siete mancati (se non altro, perchè gli ultimi mesi, e le ultime settimane in particolare, sono stati davvero terribili: qualche problemino di salute, lo stress per l'esame che si avvicinava - e che ho dovuto rinviare anche troppo - e, infine, un vero e proprio black-out mentale che mi ha mandato nel panico a pochissimi giorni dall'orale mi hanno fatto temere - per davvero - di non farcela ). *** Sono passati sette anni da quando è iniziata questa mia "avventura" - era il 2003, quando decisi che ci avrei provato - e, nel corso di tutto questo tempo, ho avuto la fortuna di conoscere persone straordinarie che mi hanno regalato emozioni e ricordi che, lo dico senza alcuna retorica, resteranno per sempre dentro di me. Beh, con la fine di questa esperienza concorsuale, sento che si è chiusa una fase della mia vita: da ora, si volta pagina (ed era anche ora che ciò avvenisse, perchè occorreva andare avanti ed uscire dal limbo nel quale ero finito...): ormai, non ho più scuse, posso e devo dedicarmi anche al "resto" della mia vita. Ringrazio con sincero affetto tutti quelli che, in questo periodo, mi sono stati vicini (anche da lontano, con i loro pensieri e le loro preghiere) e che hanno gioito per me e con me, come se si fosse trattato per davvero di un loro successo personale: a tutti va il mio più sincero ed affettuoso "grazie", di cuore! Infine, un ringraziamento particolare va ad Annamaria ed Antonella, che hanno vissuto con me ogni singola fase di questo percorso, partecipando con pathos a tutto quello che è successo: la prima, in particolare, sopportandomi e supportandomi nei momenti più bui, ha fatto ciò che io - per errore, ma in buona fede - non ho saputo fare per lei (e ti chiedo ancora scusa, per questo!); la seconda - che, ormai, non si libererà più di me! - ha saputo infondermi coraggio e riempirmi di consigli preziosi, avvolgendomi con il suo affetto discreto e materno.
TRUMAN, che non vede l'ora di tornare a fare ciò per cui ha davvero creato questo blog: scrivere la sua prossima recensione cinematografica! |
Regia di Moma Achache Supponente il libro, supponente il film (visto ieri). Di entrambi, parafrasando quello che Pirandello scriveva ne la tragedia di un personaggio, mi sentirei di dire: "Peccato! C'era tanta materia in essi, da trarne fuori un capolavoro! Se le autrici non li avessero così indegnamente misconosciuti e trascurati...". |
Ho fatto un sogno: Berlusconi andava da Fini e, insieme, trovavano un accordo: "il processo breve", vale a dire l'estinzione ope legis di tutti i processi - anche di quelli in corso - che non si concludevano entro un certo termine. Le reazioni delle opposizioni, giustamente, non si facevano attendere: "è una porcheria!" - gridava Casini che, casualmente, si era incontrato con Berlusconi proprio qualche giorno prima. Dopo aver sparato a zero sulla proposta, però, il leader dell'UDC aggiungeva le paroline magiche: "A questo punto, era meglio il lodo Alfano, approvato con legge costituzionale!" |
La Terra Santa
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Il calvario di Stefano La Repubblica, 31 ottobre 2009 *** Come ho letto su Il Foglio dell'altro giorno: "Se un ragazzo entra in carcere con le sue gambe e ne esce morto dopo sei giorni, lo Stato deve spiegare". E la spiegazione deve essere convincente. Potrei aggiungere che ogni imputato, anche quello accusato dei peggiori delitti, è innocente fino a sentenza definitiva. Potrei dire che l'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine o, comunque, nelle strutture carcerarie, anche quando è rivolta contro un condannato in via definitiva, delegittima il sistema giudiziario. |
Versione per gli amanti della sintesi: voterò Marino, senza entusiasmo. E veniamo a Marino. Credo che la sua mozione sia di gran lunga la più moderna e adeguata, relativamente a questi tempi e a un partito che va rifondato. Migliore l’idea di partito, migliore l’idea di paese. Migliore sul piano della concretezza e migliore su quello dell’idealismo, migliore sul piano delle proposte e migliore su quello dei comportamenti. Migliore la squadra, soprattutto: in tutta Italia nelle file della mozione Marino hanno lavorato e si sono fatti le ossa decine e decine di ragazzi in gamba, persone che fino a ieri vivevano ai margini di questo partito – se non addirittura fuori – e hanno trovato spazio per lavorare, imparare e prepararsi. Credo che la candidatura Marino sia decisamente migliore di quella di Bersani e di quella di Franceschini. Migliore naturalmente non vuol dire perfetta. E considerata la qualità e i limiti delle proposte di Bersani e Franceschini, penso che una candidatura terza avrebbe potuto fare un po’ di più, raccogliere più consenso e giocarsela meglio. La candidatura di Marino ha avuto alcuni limiti, frutto per lo più della scarsa dimestichezza di Marino con questo genere di impegni e della grande difficoltà di trasformare un personaggio-bandiera in un un credibile leader di partito. Col passare dei giorni Marino è cresciuto molto come politico, imparando i fondamentali e acquisendo un po’ di mestiere. Credo però che non sia riuscito a convincere fino in fondo gli elettori di essere qualcosa di più che un semplice personaggio-bandiera. Di essere Barack Obama e non Jesse Jackson. Non è manco detto che questo limite fosse superabile, ma a volte ho avuto la sensazione che lui non ci abbia provato, che fosse troppo forte il riflesso e la tentazione del rifugiarsi nel recinto dentro il quale si muove con maggiore dimestichezza. Ma non è questa la ragione fondamentale per la quale domani lo voterò senza entusiasmo. Non mi è piaciuto il fatto che abbia deciso di puntare più sulla rete polverosa e tutt’altro che innovativa di Bettini e Meta piuttosto che su quella fresca, futuribile e in gamba che si era riunita al Lingotto. Mi è dispiaciuto perché ha tarpato le ali alla candidatura, preferendo un gruppo politico alla ricerca di posizionamento a uno in cerca di svolte e vittorie. E mi è dispiaciuto anche perché non è servito: a Roma, il “regno” di Bettini e Meta, la mozione Marino è andata peggio che a Milano, “regno” di Scalfarotto e Civati. Francesco Costa, 24 ottobre 2009 *** Sono d'accordo con Francesco Costa, ecco perchè - vincendo la mia indomita pigrizia - oggi pomeriggio, sono andato al seggio più vicino e ho votato per Ignazio Marino! Forse non servirà a niente, e ho buttato mezz'ora (e due eurozzi ); probabilmente, vincerà Bersani (che ha più esperienza politica di Marino, ma è anche più "invischiato" in certi giochi di potere...); sono certo che stasera, il premier - come ha scritto qualcuno - "si presenterà tutto bello spalmato di cerone, farà un sorriso, e dirà che ci sono stati brogli. che la mamma di bersani è stata vista votare 10 volte, che i suoi sondaggi dicono che lui è il più figo presidente della galassia e tutti lo amano". Dico di più: forse, non sarebbe cambiato nulla, anche se avesse vinto Marino. Non a questo PD, ma nella democrazia. E ho voluto dare il mio contributo, fare qualcosa per dire in quale direzione bisognerebbe andare, secondo me, per cambiare davvero questo paese! |
Regia di Woody Allen Inizia in sordina, ma poi - con l'ingresso in scena di Melody, prima, e della madre, poi - diventa davvero travolgente: il meglio di "Forrest Gump", "Jules & Jim" e "Brokeback mountain", tutto insieme! |
No, il Lodo Polanski no. Per favore. D'accordo, come regista è un genio. Ma è un adulto responsabile delle sue azioni; non può evitare una condanna per aver commesso un reato contro la persona perché a suo tempo ha diretto «Chinatown». O «Il pianista», o «Rosemary's Baby», o «Luna di fiele» (va bene, quando il film uscì c'era chi lo voleva in galera per Luna di fiele, ma è un'altra storia). La mobilitazione dei suoi amici, del mondo del cinema, del ministro degli Esteri francese, dell'Ump, il partito altrimenti moderato di Nicolas Sarkozy, pare degna di miglior causa. Giusto in Francia, i moderati lettori (spesso elettori di Sarko) del Figaro ieri votavano online; e a stragrande maggioranza erano favorevoli a far giudicare il loro concittadino negli Stati Uniti. Intanto, sempre online, i lettori liberal del New York Times scrivevano cose durissime. Meravigliandosi per il «lassismo delle élites europee», che in America è un tormentone conservatore, in genere. *** Sono perfettamente d'accordo con Maria Laura Rodotà: sentivo l'altra sera, al TG2, Lina Wertmuller e un'altra donna dello spettacolo (o, per lo meno, presumo che lo fosse, perchè, in realtà, non l'ho riconosciuta e non ne hanno indicato il nome), dire che Polanski è un genio del cinema e perciò non può essere arrestato. Infine, se mi è consentito, infierisco con il proverbiale "calcio del ciuccio" : ma quale genio del cinema!?! Non ho visto tutti i suoi film, ma andiamo: nulla di che! Personalmente, non avevo la minima idea che fosse stato condannato per una cosa del genere; adesso capisco la trama de "Il pianista": un artista che, grazie alla sua arte, si salva dalla prigionia nazista. |
Regia di Todd Phillips Inutile dire che nessuno ricorda niente: tentano di ricostruire la notte trascorsa, scoprendo, poco alla volta, di aver detto e fatto “cose che voi umani…”. Un dente mancante ed una fidanzata al telefono a cui nascondere la verità, materassi gettati dalla finestra e un ostaggio da riscattare, Mike Tyson e la mafia cinese, una macchina della polizia rubata ed una mercedes da preservare, preservativi usati e borselli scambiati, un matrimonio da annullare ed uno ancora da celebrare. Si ride (poco, ma di gusto) e, su tutto, la scena in cui Alan fa il verso a Dustin Hoffman: da sola, vale il prezzo del biglietto! |
Forse, non tutti sanno che venerdi scorso - 10 luglio - il Ministero della Giustizia ha pubblicato i risultati delle correzioni degli esami scritti del concorso di magistratura che si sono tenuti a Milano, nello scorso mese di novembre. Ebbene, stavolta, sono stato promosso! Giusto per dare due numeri: - agli scritti, ci siamo presentati in più di 5.000; - i candidati che hanno consegnato tutte e tre le prove sono stati 3.193; - i posti messi a concorso erano 500; - i candidati che hanno superato gli scritti ed ora devono fare gli orali sono 309. Come ebbe a dire in ben altre circostanze un uomo a cui mi è capitato di pensare spesso, entrando in un'aula di Giustizia, "Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche, una me la consentirete": grazie! Grazie a tutti, di cuore! |
Sono single da non ricordo nemmeno più quanto tempo (in realtà lo ricordo benissimo, ma si dice sempre così, perchè - oltre a suonare meglio - è sicuramente più dignitoso! ) e, quel che è peggio, molti dei miei amici e parenti - per non dire tutti - sono accoppiati. Il motivo, secondo me, è che molti - nonostante le buone intenzioni - non lo sanno fare! Una cara amica, una volta, fu così gentile da organizzare una serata in pizzeria con alcuni amici, al solo scopo di farmi conoscere una ragazza (si trattava di un appuntamento combinato, del quale fui informato solo quando non potevo più defilarmi: per inciso, la maggior parte degli invitati a quella cena - tutti accoppiati, neanche a dirlo! - era al corrente della cosa; l'unica che, a quanto mi fu detto, non era stata informata era proprio la prescelta: voi ci credete? ). Morale della favola: io ero imbarazzatissimo e, contrariamente al mio solito, non riuscivo a spiccicare una parola, consapevole del fatto che ogni cosa che dicevo avrebbe destato l'attenzione e la curiosità di tutti i commensali ; lei, invece, fingendo noncuranza, guardava in ogni direzione, fuorchè verso di me. Toglietemi una curiosità: ma esperienze catastrofiche di questo tipo capitano solo a me? |
Oggi pomeriggio, mi ero "leggermente" appisolato, come talvolta mi capita, quando all'improvviso ha squillato il telefono o, meglio, nel dormiveglia, ho avuto la sensazione di avvertire - sia pure in lontananza - un rumore familiare che ha cominciato a farsi strada, fino a diventare sgarbatamente insistente, in uno degli anfratti più nascosti del mio cervello: insomma, ad essere sinceri, non so dire a quale squillo sono riuscito finalmente a rispondere, perchè l'ho fatto con un gesto automatico e senza averne piena consapevolezza. Mentre parlavo, ad ogni modo, cercando di dissimulare il mio stato di coma (di solito, quando rispondo con la voce impastata dal sonno e mi chiedono se, per caso, stavo dormendo, per non far sentire in colpa il mio interlocutore, sono solito mentire spudoratamente: "No, figurati! Se n'è scesa un po' la voce, perchè è da un po' che non parlavo!" ) e di richiamare in servizio un minimo di lucidità mentale che mi consentisse di seguire più o meno per grandi linee il senso della conversazione o, per lo meno, quel poco che bastasse a non costringermi a confessare penosamente la verità, mi sforzavo - allo stesso momento e in una lotta, disperata, contro il tempo - di capire chi fossi, dove fossi e, soprattutto, se fosse mattina o sera! Fortuna che non sono ancora così diffusi i videotelefoni! |
Michael Jackson's face was Klimt as drawn by a plastic surgeon
The Guardian, 26 giugno 2009 *** "Ei fu. Siccome immobile, |
Inviato da: piero_marino
il 09/04/2013 alle 14:59
Inviato da: Truman_2000
il 08/04/2013 alle 18:57
Inviato da: piero_marino
il 05/04/2013 alle 23:26
Inviato da: francesconapoli_fn
il 01/10/2010 alle 20:17
Inviato da: discoverysergio
il 23/11/2009 alle 15:58