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The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Aggrovigliamenti e musica

Post n°164 pubblicato il 19 Marzo 2007 da thefairyround

Periodo aggrovigliato questo.
Uno dei miei primi ricordi risale a quando avevo circa 2 anni e mezzo.
C’era il sole.
Stavo giocando sul balcone con delle collane (fortunatamente fatte in casa… e visto che erano nelle mie manine paffute di bambina non proprio angelica sospetto non fossero neanche venute al meglio…) della mamma.
Ricordo il mio disappunto nel rendermi conto che si erano aggrovigliate e che non riuscivo a scioglierle. Non capivo bene cosa e come fosse successo.
All’epoca il mio lato impulsivo era meno sedato dalle abitudini sociali avevo subito optato per un metodo semplice e diretto di soluzione del problema.
Mi ero impossessata (non senza una notevole progettazione strategica per scavalcare le protezioni messe in atto a scopo preventivo dai miei) di un bel paio di forbici col quale avevo dato un taglio netto al groviglio.
Ricordo anche chiaramente la soddisfazione di aver risolto il problema in pochi secondi.
Be’… a essere sincera ricordo ancora anche le urla dei miei…
Ora come ora di sole ce n’è pochino.
E il groviglio pare di giorno in giorno sempre più aggrovigliato.
Con l’aggravante che ho imparato quanto utilizzare le forbici senza troppo pensarci possa essere pericoloso (e doloroso).
Così ho trovato un’altra strada che sembra spesso in grado di rendere meno arruffati i fili della vita, e di alleggerire quel peso che ti fa disperare di ricavarne un senso.
La musica.
Quando suono tutto sembra meno complicato.
Più colorato.
Più scorrevole.
E forse lo è.

immagine

Ultimamente la spalla mi crea ancora qualche problemino nel suonare la viola – quindi non posso mai esagerare con il tempo dedicato alla pratica…
Ma ieri la Ra mi ha fatto provare a suonare la chitarra.
Ok.
Lo so.
Sapendo suonare la viola – avendo pure studiato un pochettino il liuto – è come barare.
La mano sinistra “funziona” in maniera del tutto simile.
Non che ci voglia sta grande abilità a ricavare dei suoni “sensati” anche senza aver mai preso in mano prima una chitarra classica.
Ma anche con questa consapevolezza mi sono sentita una grande (concedetemelo) anche solo a fare 4 accordini semplici semplici con un loro senso.
Ho sentito i fili che si sgrovigliavano.
Magari è solo provvisorio ma è bello comunque.
Credo avesse ragione Garcia Lorca:

La chitarra fa piangere i sogni.
Il singhiozzo delle anime
perdute
sfugge dalla sua bocca
rotonda.
E come la tarantola,
tesse una grande stella
per sospendere i sospiri
che tramano nella sua nera
cisterna di legno.

immagine

B.
 
 
 
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Foto "gambistiche" e montaggio di Alessandro Bonini
...grazie Ale! ;-)

 

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