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The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Matrimoni e risate....

Post n°172 pubblicato il 02 Maggio 2007 da thefairyround

Mia cugina si è sposata una decina di giorni fa.
Temevo e tremavo.
I matrimoni in sé non mi piacciono. Di solito sono noiosamente interminabili.
Quelli dei famigliari, poi, sono ancora peggio.
Incontri persone che non vedi da anni.
Che fanno finta di volerti tanto bene, quando magari non si ricordano neanche come ti chiami.
La mia famiglia, si sa, è piuttosto evanescente – quindi temevo il peggio. immagine

Ma forse aveva ragione la mia nonna.
Quando ero piccola ogni tanto, quando eravamo in campagna tutti insieme, facevo un salto in cucina, dove tra i vetri appannati dal cibo in preparazione, e la pasta stesa sul tavolo di marmo, c’era sempre una regola d’oro che veniva elargita dalla nonna – una specie di massima aurea seguendo la quale tutto sarebbe andato bene.
Bello vivere così, no?
Per un po’ mi sono aggrappata a queste regole d’oro, salvo poi scoprire che alcune erano un po’ troppo soggettive per essere affidabili (ad esempio il fatto di considerare come poco affidabili o comunque dotati di difetti terribilissimi quanti non provenivano dallo stesso paesino di mia nonna era effettivamente un assunto un po’ forte…).

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Ma una la ricordo ancora.
Diceva che quando si va da qualche parte senza nessuna voglia di andarci poi ci si diverte tantissimo.
Ed è stato proprio così per il matrimonio di mia cugina.

La giornata era iniziata abbastanza di fretta.
La mattina 4 ore di lezione di statistica... Poi di corsa a casa a cambiarmi e partenza alla volta della chiesa.
Aspettavo il babbo sulla strada sotto casa mia quando passa un signore sugli 80 – con gli occhi azzurri azzurri.
Mi guarda e inizia ad attaccare discorso.
Mi dice che era nato in questa zona e spesso tornava a farci un giro. Non in macchina perché non gli avevano rinnovato la patente, ma con i mezzi.
Poi mi dice. “Sa signorina, se avessi 20 anni in meno (sì... 80 meno 20 fa 60... diciamo anche 40 in meno va là)... Farei di tutto per rivederla....”
Io (un po’ imbarazzata): “Grazie...”
Lui, tutto azzurro e sorridente. “Sì, perché si vede subito che lei è una persona semplice
Lo fisso con gli occhi a pesce palla.
Una persona semplice?! Sabato, ore 14, vestito di seta bianco crema e nero, scollato, scarpe con il tacco, truccata... Se pensa che io vada in giro così di solito, e mi giudica “semplice”...
Una risonanza magnetica funzionale ci starebbe anche bene.... 
 Lui non nota il mio sguardo e continua, sempre più sorridente e con gli occhini sempre più azzurri. “Sì perché sa.... io ero un ferroviere... e i ferrovieri sono sempre piaciuti... l’avrei conquistata...”.
Terrò presente... Viaggio talmente tanto in treno che di ferrovieri ne vedo a chili... vedi mai che ho avuto da anni l’uomo della mia vita sotto mano, magari sulla Milano-Venezia, e non me ne sono mai accorta?!
E’ poi arrivato il babbo a recuperarmi, e quindi al fascinoso ex-ferroviere ottantenne azzurro non è rimasto che guardarmi andare via...
Però gli occhi erano dolci....

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Arriviamo nel paese dove sarà celebrato il matrimonio e il babbo punta una chiesa diroccata, con un muro cadente, gli altri invasi dai rampicanti, senza vetri, e con strada impraticabile.
Per me è quella!” (serio).
Io: “Come no? Mi pare una scelta decisamente originale....
Lui. “Ma guarda com’è suggestiva...!!!

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Suggestiva lo era. Originale pure. Ma non era la chiesa giusta.
Quando mio padre se ne è reso conto abbiamo perfino trovata quella giusta (che aveva perfino tutti i vetri al loro posto) in un tempo decente.
Siamo arrivati pure in anticipo.
Così ci siamo beccate le prove dei cantori, che si sentivano forti e chiare fin dal piazzale.
Io ho subito pensato che fossero dei simpaticoni i musici e i cantanti.
E che stessero giocando a fare cretinate, visto che la chitarra era scordata e le cantanti prendevano le note intonate tra di loro con la stessa frequenza con cui esce lo zero alla roulette.
Invece purtroppo non scherzavano.
Ho passato metà della cerimonia con gli occhi semichiusi, chiedendo a mio padre. “Ma secondo te li hanno pure pagati?!!!
Con lui che mi diceva: “Ma lo sai che sei una rompipalle?! Ma lasciali stonare in pace poveretti! [e un po' aveva ragione mi sa!]

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Siamo sopravvissuti ai cantori stonatissimi ed è poi iniziata la fase sociale.
Che in primis non prometteva benissimo.
Parenti che fanno le domande più inopportune... Io che mi contengo per non dare risposte ironiche.
Mia zia che mi continuava a ripetere con aria stupita e quasi sconvolta: “Ma sei bellissima!!”, probabilmente dispiaciuta di non potermi ripetere: “...Per fortuna che sei intelligente!”.
(Questo lo diceva anche quando avevo 7 anni, e non credo che si potesse dire molto sulla mia intelligenza).

Il meglio è iniziato sul luogo del rinfresco...
Sono stata l’unica parente degli sposi ad essere messa a un tavolo senza nessun parente (forse avevano paura di quello che avrei potuto rispondere dopo un bicchiere o due di vino...). Ero al tavolo con un gruppo di veneti simpaticissimi.
Con i quali abbiamo iniziato a trovare modalità alternative per ravvivare la serata.
Eravamo quasi riusciti a far credere ad anziani sconosciuti che in realtà eravamo infiltrati al matrimonio. Che lo facevamo da tempo, avevamo una tecnica invincibile... e recuperavamo un sacco di pranzi e cene gratis.
Peccato che sul più bello, quando li avevamo convinti ad aiutarci, dicendoci come si chiamavano gli sposi, è arrivato mio zio (il padre della sposa) a salutarmi calorosamente.... così non solo lo scherzo è crollato, ma i signori si sono pure offesi.
Avevamo poi costruito tutta una storia intorno a uno dei camerieri, che avea l’aria un po’ minacciosa.
Avevamo detto a delle ragazze al nostro tavolo (meno goliardiche di noi) che era un pericoloso killer. Che se appena ti distraevi ti faceva sparire per sempre.
L’atteggiamento misterioso e truce del cameriere in questione rendeva tutto credibilissimo.
Quando poi a metà pranzo noi siamo fuggiti tutti in giardino, tornando solo dopo un’oretta.... la faccia delle commensali era strana... per me un sospetto che fossi mo stati eliminati dal killer ce l’avevano anche avuto.... 

Quando sono andata a casa i famigliari mi guardavano con sospetto...
Ma io ero felice e molto divertita!
B.

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...grazie Ale! ;-)

 

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