Creato da thefairyround il 30/12/2005

The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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(Tra) musica e vita

Post n°63 pubblicato il 24 Marzo 2006 da thefairyround
Foto di thefairyround

Settimana intensa, tanto per cambiare.
Ricca però di momenti di vita.... che regalano sorrisi, arrabbiature, soddisfazioni...
Un po' a cavallo tra la quotidianità e quel qualcosa in più che regala la musica.

Lunedì.
Prove per concerto per oprgano e viola da gamba.
Vi ricordate? Qualche tempo fa vi avevo raccontato della mia trasferta tra i monti a suonare la viola con un organista.
Avremmo in programma di suonare in pubblico domenica 9 (...), così lunedì ho ripreso il treno e sono andata a provare ancora un po'.
Già il viaggio ha avuto momenti divertenti.
Mentre mi preparavo a scendere dal treno un gruppetto di anziane signore locali mi guarda con curiosità crescente. Poi una mi chiede: "Oh signùr! Ma dove l'ha trovato un chitarrone così grande?!"
Io (con sorriso tra il divertito e il rassegnato):"Non è un chitarrone. E' una viola da gamba. Uno strumento barocco che assomiglia un po' a un violoncello".
Sguardo corale perplesso. Risposta corale: "AH!".
E' chiaro che sospettano - anche se non ne hanno la certezza - che le sto prendendo in giro.
Cerco di assumere un'aria seria, matura e responsabile, così magari si fidano.
Poi una ha un'illuminazione per risolvere la situazione e se ne esce tutta felice. "Ma non è il chitarrone... ehm... lo strumento... che è grande. E' lei che è piccolina!".
Rido. Ridiamo.
Poi le prove.
Ribadisco: è bello, facile, rilassante e di grande soddisfazione suonare quando c'è "feeling" musicale tra gli esecutori.
Certo non tutti i pezzi vengono perfetti (sospetto che in alcuni momenti Bach abbia avuto attacchi di sadismo immaginando poveretti come me che a volte annegano nei controtempi, nelle emiole e nelle sincopi). Ma l'insieme era propio bello.
Si sentiva che c'era sotto "qualcosa" (un sentire) ed era questo a dare un valore alla nostra esecuzione, nonostante il mio "animo rapsodico" [definizione del mio insegnante di solfeggio cantato riferita al mio modo di eseguire i brani quando non vado a tempo...].
Una soddisfazione... (la musica in sé non l'animo rapsodico!)
Una volta riscordo che la mia insegante mi disse (un po' scherzando e un po' sul serio): "Ma senti come hai suonato questo pezzo! Sembravi quasi una violista vera!".
Ecco mi sono sentita così: quasi una musicista vera!

Giovedì
Corso di formazione. Lavoro - quello serio - ovviamente. Capita di non avere voglia di fare qualcosa. E giovedì era una di quello volte quando vorresti fare qualsiasi altra cosa, non so lavare le tende o cose simili, ma non quel lavoro. Forse sarà stata l'aria di primavera. Il tragico era che sio io che l'amica/collega che era con me condividevamo lo stesso stato d'animo.
Così prima di andare al corso... abbiamo fatto un giro per negozi, due bar, un negozio di musica, una libreria...
Quando proprio non si poteva più rimandare siamo arrivate nella scuola dove avrebbe dovuto tenersi il corso.
Già l'inzio buttava male.
Nessuno studente.
Poi ne è arrivata una.
E poi.... il terrore.
Il computer non funzionava. E il nostro lavoro necessitava del supporto informatico.
La cosa era da arrabbiatura solenne perché già lo scorso incontro avevamo rischiato di non poter tenere la lezione a causa del malfunzionamento del computer. Il girono prima del corso avevamo ricordato il problema e ci avevano assicurato che era stato risolto.
Sì.... come no....!
Dopo innumerevoli e disperati tenativi abbiamo dovuto arrenderci.
Abbiamo fatto un discorsetto di 10 minuti, salutato tutti e ce ne siamo tornate a casa.
Come buttare via un pomerigigo per l'inefficenza dell'organizzaizone scolastica (lo dico con il dovuto rispetto per tutte le realtà scolastiche che invece funzionano a dovere, naturalmente).

Venerdì [oggi]
Lezione con l'insegnate di soleggio canatato (quello della lippa e dell'animo rapsodico, per indenderci), centrata sull'interpretazione del brano di Hume che dovrei (.......) eseguire al concertino/saggio di giovedì.
Lezione fantastica.
E' bellissimo studiare un brano, capirne la struttura nascosta, riportarne la struttura alla personalità del proprio strumento. E' come prendere un pezzettino di un puzzle e attaccargli tutti gli altri fino ad avere davanti un paesaggio bellissimo.
Abbiamo immaginanto il brano come una serie di domande, come un flirtare dell'autore con la sua donna, e perfino (in un punto) come una canzone dei Beatles (!!), che a parere del maestro (e chi sono io per smentirlo) avevano un che degli autori inglesi del 600 nel loro modo di fare musica.
Ma come viene bellino ora questo pezzo!!!!!
Speriamo che io riesca a essere fedele, nella mia interpretazione in pubblico, alle suggestioni della lezione odierna!

B.

 
 
 
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Foto "gambistiche" e montaggio di Alessandro Bonini
...grazie Ale! ;-)

 

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