Tu e il Paradiso

Immagini sacre, preghiere e pensieri...dal Cielo

 

SE SIETE INFELICI NON RIMPROVERATELO A ME!

 

Io sono la Luce,

e voi non mi vedete.

  Io sono la Via,

e voi non mi seguite.

  Io sono la Verità,

e voi non mi credete.

 Io sono la Vita,

e voi non mi cercate.

 Io sono il Maestro,

e voi non mi ascoltate.

 Io sono il Capo,

e voi non mi obbedite.

 Io sono il vostro Dio,

e voi non mi pregate.

 Io sono il vostro grande Amico,

e voi non mi amate.

Hai ragione, o Gesù, troppo poco ti ricordiamo

e troppo poco ti amiamo, per questo siamo infelici.

Ma le tue braccia aperte ci invitano al tuo cuore

e ci assicurano il perdono.

Nel tuo cuore, fonte di luce,

ritroveremo la forza per seguirti Via, Verità e Vita;

la grazia per ascoltarti Capo e Maestro;

la gioia per amarti Dio di Amore,

Amico di quanti confidano in te. 

 

 

AREA PERSONALE

 

PREGHIERA A PADRE PIO

 

Tu povero nascesti, o Padre Pio 

come fu Cristo, il nostro Redentore,

compagna l'umiltà ti fu fedele,

 immensa la Tua fede nel Signore.

Simigliante a Gesù anche le piaghe, 

che Tu accettasti con rassegnazione

memore del penoso Suo Calvario e della tormentata Sua Passione.

Or che Tu godi dell'Eterna Luce, fulgente, radiosa ed infinita,

continuando a darci il Tuo aiuto 

mostrati a noi quel che Tu fosti in vita.

In questo mondo pieno di tristezza 

dona il sollievo a tutti i sofferenti,

infondi in noi l'amore in ogni cuore, 

la fratellanza tra le umane genti.

Noi affidiamo a Te le nostre pene, 

or che ormai sei più vicino a Dio,

fa quel che puoi per il nostro bene 

intercedi per Noi, o Padre Pio!

 

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Dalle 11 a mezzogiorno:La Crocifissione (1) -Seconda Parte-

Post n°141 pubblicato il 09 Aprile 2013 da osservandoilparadiso

 

Preghiera per disarmare la divina giustizia

 

Gesù, mentre sei sulla croce trafitto, la tua anima non è più in terra, ma nei cieli con il tuo divino Padre, per difendere e perorare la causa delle anime nostre.(2)

Crocifisso Amor mio, anch’io voglio seguirti innanzi al trono dell’Eterno e disarmare insieme a te la divina giustizia. La tua santissima umanità la faccio mia: unita con la tua Volontà, ed insieme con te, voglio fare ciò che fai tu. Permetti, Vita mia, che scorrano i miei pensieri nei tuoi; il mio amore, la mia volontà ed i miei desideri nei tuoi, che scorra il mio palpito nel tuo cuore e tutto il mio essere in te, affinché nulla mi possa sfuggire, e possa ripetere, atto per atto, parola per parola, tutto ciò che fai tu.(3)

Vedo, crocifisso mio Bene, che tu, vedendo grandemente sdegnato il divino tuo Padre contro le creature, ti prostri innanzi a lui e nascondi tutte le creature dentro la tua santissima umanità, mettendoci al sicuro, affinché il Padre, guardandoci in te, per amore tuo, non scacci la creatura da sé. E se egli la guarda sdegnato, è perché tante anime hanno contraffatto la bella immagine da lui creata, hanno pensieri soltanto per offenderlo. E della loro intelligenza che doveva occuparsi di comprenderlo, ne fanno ricettacolo dove annidano tutte le colpe. E tu, o mio Gesù, per placarlo, chiami l’attenzione del divino Padre a guardare la tua santissima testa, trafitta di spine tra spasimi atroci. Così tieni come inchiodate nella tua mente tutte le intelligenze delle creature, per ognuna delle quali offri una espiazione per soddisfare la divina giustizia. Oh, come queste spine scusano tutti i pensieri cattivi delle creature, come voci pietose innanzi alla Maestà Divina!

Mio Gesù, i miei pensieri sono una sola cosa con i tuoi; perciò insieme con te prego, imploro, scuso e riparo innanzi alla Maestà Divina tutto il male commesso dalle creature con la loro intelligenza. Permettimi che prenda le tue spine e la tua stessa intelligenza e che vada con te da tutte le creature, ad attaccare la tua intelligenza alla loro. Voglio restituire loro l’intelligenza, come tu la creasti all’origine, con la santità della tua. [Voglio] riordinare con la santità dei tuoi pensieri tutti i pensieri delle creature in te, e trafiggere con le tue spine tutte le menti delle creature, per restituirti il dominio ed il regime di tutti. O Gesù, tu solo sii il dominatore di ogni pensiero, di ogni affetto e di tutti i popoli. Reggi tu solo ogni cosa; solo così la faccia della terra, che fa orrore e spavento, si cambierà.

Crocifisso Gesù, continui a vedere che il divino Padre, sdegnato, guarda le povere creature e le trova tutte insozzate di colpe e coperte delle più brutte luridezze, da far schifo a tutto il cielo. Oh, come resta colpita la purità dello sguardo divino, quasi non più riconoscendo la povera creatura come opera delle sue mani santissime! Anzi, le creature pare che siano tanti mostri che occupano la terra, che attirano lo sdegno dello sguardo paterno.

Ma tu, o mio Gesù, per placarlo cerchi di addolcirlo, scambiando i suoi occhi con i tuoi, e facendoglieli vedere coperti di sangue e gonfi di lacrime. Dinnanzi alla Maestà Divina piangi, per muoverla a compassione per la sventura di tante povere creature. E sento la tua voce che dice:

“Padre mio, è vero che la creatura ingrata si va sempre più lordando di colpe da non meritare più il tuo guardo paterno. Ma guardami, o Padre, innanzi a te voglio tanto piangere, da formare un bagno di lacrime e di sangue, per lavare queste luridezze di cui si sono coperte le creature. Padre mio, vuoi tu forse rigettarmi? No, non puoi, sono tuo Figlio; e mentre sono tuo Figlio, sono anche il capo di tutte le creature ed esse sono mie membra. Salviamole, o Padre, salviamole”.

Mio Gesù, Amore sconfinato, vorrei avere i tuoi occhi per piangere innanzi alla Maestà Suprema per la perdita di tante povere creature e per questi tempi così tristi. Permettimi che prenda le tue lacrime e i tuoi stessi sguardi, che sono una sola cosa con i miei, e vada da tutte le creature. Per muovere a compassione le loro anime del tuo amore, farò loro vedere che tu piangi per causa loro e che, mentre si vanno lordando, tu hai pronte le tue lacrime ed il tuo sangue per lavarle; e vedendoti piangere, si arrenderanno. Sì, permettimi di lavare con queste lacrime tutte le sozzure delle creature: scendano nei loro cuori, rammolliscano tante anime indurite nella colpa e vincano l’ostinatezza di tutti i cuori.

Con i tuoi sguardi, permettimi che penetri le creature in modo da fare innalzare tutti i loro sguardi al cielo per amarti, invece che smarrirsi sulla terra per offenderti; così il divino Padre non avrà più sdegno nel guardare la povera umanità.

Crocifisso Gesù, vedo che il divino Padre non si placa ancora nel suo sdegno, perché mentre la sua paterna bontà, presa da tanto amore per la povera creatura, ha riempito il cielo e la terra di attestati di amore e di benefici per essa che, quasi ad ogni passo e ad ogni atto, sente scorrere l’amore e le grazie di quel cuore paterno, la creatura, sempre ingrata, disprezzando questo amore, non lo vuole riconoscere. Anzi contrasta tanto amore, riempiendo il cielo e la terra di insulti, disprezzi ed oltraggi, fino a metterlo sotto i suoi immondi piedi, volendo quasi distruggerlo, idolatrando se stessa. Ah, tutte queste offese penetrano fin nei cieli e giungono innanzi alla Maestà Divina! Oh, come si sdegna nel vedere che la vile creatura giunge ad insultarla e ad offenderla in tutti i modi!

Ma tu, o mio Gesù, sempre intento a difenderci, con la forza rapitrice del tuo amore, costringi il Padre a guardare il tuo santissimo volto, coperto di tutti questi insulti e disprezzi, e dici:

“Padre mio, non disdegnare le povere creature: se disdegni loro disdegni me. Deh, placati! Tutte queste offese le porto sul mio volto, che ti risponde per tutti. Padre mio, arresta il tuo furore contro la povera umanità: sono ciechi e non sanno quello che fanno. Perciò guardami bene come sono ridotto per causa loro. Se non ti muovi a compassione per la misera umanità, ti intenerisca questo mio volto insozzato di sputi, coperto di sangue, illividito e gonfio per i tanti schiaffi e colpi ricevuti. Pietà, Padre mio! Ero Io il più bello di tutti, ed ora sono tutto sfigurato, tanto che non mi riconosco più; son diventato l’abiezione di tutti. Perciò, a qualunque costo voglio salva la povera creatura”.

Mio Gesù, possibile che ci ami tanto? Il tuo amore stritola questo mio povero cuore. Volendo seguirti in tutto, permettimi che prenda il tuo santissimo volto per averlo in mio potere, per mostrarlo così sfigurato continuamente al Padre per muoverlo a compassione della povera umanità, che è tanto oppressa sotto la sferza della divina giustizia che giace quasi morente.

Permettimi che vada in mezzo alle creature, e faccia loro vedere questo tuo volto così sfigurato per causa loro, per muoverle a compassione delle loro anime e del tuo amore. E con la luce che tramanda il tuo volto e con la forza rapitrice del tuo amore, faccia loro comprendere chi sei tu e chi sono esse che ardiscono offenderti, e faccia risorgere le loro anime da tante colpe in cui vivono morte alla grazia, perché tutte si prostrino innanzi a te in atto di adorarti e glorificarti.

Mio Gesù, Crocifisso adorabile, la creatura va sempre irritando la divina giustizia, e dalla sua lingua risuona l’eco di bestemmie orrende, voci di imprecazioni e di maledizioni, discorsi cattivi, intese di come meglio uccidere e fare carneficine. Ah! Tutte queste voci assordano la terra e penetrano fin nei cieli, assordando l’udito divino, il quale, stanco di questa eco velenosa che gli manda la creatura, vorrebbe disfarsi di essa, cacciandola da sé lontana, perché tutte queste voci velenose imprecano e chiedono vendetta e giustizia contro di essa stessa. Oh, come la divina giustizia si sente spingere a scagliare flagelli! Oh, come accendono il suo furore contro la creatura tante bestemmie orrende!

Ma tu, o mio Gesù, amandoci di amore sommo, fai fronte a queste voci micidiali con la tua voce onnipotente e creatrice, in cui raccogli tutte queste voci, e fai sentire all’udito del Padre la tua voce dolcissima per rinfrancarlo delle molestie che le creature gli danno, con altrettante voci di benedizioni e lodi, e gridi misericordia, grazie, amore per la povera creatura.

E per placarlo di più, gli mostri la tua santissima bocca, e dici:

“Padre mio, tornami a guardare; non sentire le voci delle creature, ma senti la mia. Sono Io che soddisfo per tutti. Perciò ti prego di guardare la creatura e di guardarla in me. Se la guardi fuori di me, che sarà di essa? È debole, ignorante, capace solo di far male, piena di tutte le miserie. Pietà, pietà della povera creatura. Rispondo Io per essa con questa mia lingua amareggiata dal fiele, inaridita dalla sete, arsa e riarsa dall’amore”.

Mio amareggiato Gesù, la mia voce nella tua vuole far fronte a tutte queste offese. Permettimi che prenda la tua lingua, le tue labbra, e giri per tutte le creature, toccando le loro lingue con la tua, affinché sentendo l’amarezza della tua nell’atto di offenderti, se non per amore, almeno per l’amarezza che sentono, non bestemmino più; che tocchi le loro labbra con le tue, affinché facendo sentire il fuoco della colpa sulle labbra di tutti e facendo risuonare la tua voce onnipotente in ogni petto, possa arrestare la corrente di tutte le voci cattive e cambiare tutte le voci umane in voci di benedizioni e lodi.

Mio Crocifisso Gesù, la creatura, a tanto tuo amore e dolore, non si arrende ancora, anzi disprezzandoti, va aggiungendo colpe a colpe, commettendo sacrilegi enormi, omicidi, suicidi, duelli, frodi, inganni, crudeltà e tradimenti. Ah, tutte queste opere cattive appesantiscono le braccia paterne! E il Padre, non potendo sostenere il peso, sta per abbassarle, per riversare sulla terra furore e distruzione. E tu, o mio Gesù, per strappare la creatura dal furore divino, temendo di vederla distrutta, stendi le tue braccia al Padre, affinché non le abbassi per distruggere la creatura. E aiutando con le tue braccia a sostenere il peso, lo disarmi e impedisci che la giustizia faccia il suo corso. E per muoverlo a compassione della misera umanità ed intenerirlo, gli dici con la voce più insinuante:

“Padre mio, guarda queste mani squarciate e questi chiodi che me le trafiggono, che mi inchiodano insieme a tutte queste opere cattive. Ah, è in queste mani che sento tutti gli spasimi che mi danno queste opere cattive! Non sei contento, o Padre mio, dei miei dolori? Non sono forse capaci di soddisfarti? Sì, queste mie braccia slogate saranno sempre catene che terranno strette le povere creature, affinché non mi sfuggano, tranne quelle che volessero strapparsi a viva forza. E queste mie braccia saranno catene amorose che ti legheranno, Padre mio, per impedirti di distruggere la povera creatura. Anzi ti attirerò sempre vicino ad essa, perché versi su di lei le tue grazie e misericordie”.

Mio Gesù, il tuo amore è un dolce incanto per me, e mi spinge a fare ciò che fai tu. Perciò dammi le tue braccia, ché insieme con te voglio impedire, a costo di qualunque pena, che la divina giustizia faccia il suo corso contro la povera umanità. E per muovere il Padre a pietà delle creature, permettimi che metta nelle tue braccia le tante membra straziate, i gemiti di tanti poveri feriti, i tanti cuori addolorati ed oppressi. Permettimi che vada da tutte le creature e le stringa tutte nelle tue braccia, affinché tutte ritornino al tuo cuore. Permettimi che con la potenza delle tue mani creatrici arresti la corrente di tante opere malvagie e ritragga tutti dall’operare il male.

Mio amabile crocifisso Gesù, la creatura non è ancora contenta di offenderti. Vuol bere fino in fondo tutta la feccia della colpa, e corre quasi all’impazzata nella via del male. Si precipita di colpa in colpa, disobbedisce alle tue leggi e, disconoscendoti, si ribella a te e, quasi per farti dispetto, vuole andare all’inferno. Oh, come si sdegna la Maestà Suprema! E tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, anche dell’ostinatezza delle creature, per placare il divin Padre, gli fai vedere tutta la tua santissima umanità lacerata, slogata, straziata in modo orribile. Mostri i tuoi santissimi piedi trafitti, nei quali contieni tutti i passi delle creature, che ti danno dolori mortali, al punto che sono contorti dall’atrocità degli spasimi.

E sento la tua voce più che mai commovente, come in atto di spirare, che vuol vincere per forza d’amore e di dolore la creatura, e trionfare sul cuore paterno:

“Padre mio, guardami dalla testa ai piedi: non c’è parte sana in me, non ho dove farmi aprire altre piaghe e procurarmi altri dolori. Se non ti plachi a questo spettacolo di amore e di dolore, chi mai potrà placarti?

O creature, se non vi arrenderete a tanto amore, che speranza vi resta di convertirvi? Queste mie piaghe e questo sangue saranno sempre voci che chiameranno dal cielo alla terra grazie di pentimento, perdono, compassione per la povera umanità”.

Mio Gesù, ti vedo in uno stato di violenza per placare il Padre e per vincere la povera creatura. Permettimi che prenda i tuoi santissimi piedi e giri per tutte le creature, per legare i loro passi ai tuoi piedi, e così, se volessero camminare nella via del male, sentendo le catene che hai messo tra te e loro, non possano [farlo]. Deh! Con questi tuoi piedi fa che indietreggino dalla via del male, mettile sulla via del bene, rendendole più docili alle tue leggi. E con i tuoi chiodi serra l’inferno affinché più nessuno vi cada dentro.

Mio Gesù, Amante crocifisso, vedo che non ne puoi più: la tensione terribile che subisci sulla croce; lo scricchiolio continuo delle tue ossa, che sempre più si slogano ad ogni piccolo movimento; le carni che più si squarciano; le ripetute offese che ti giungono, ripetendo passioni e morti più dolorose; la sete ardente che ti consuma; le pene interne che ti soffocano di amarezza, di dolore e di amore; e l’ingratitudine umana che in tanti tuoi martìri ti affronta e ti penetra come onda impetuosa, fin dentro il trafitto tuo cuore, ti schiacciano tanto che la tua santissima umanità, non reggendo sotto il peso di tanti martìri, sta per finire e, delirando di amore e di patire, chiede aiuto e pietà.

Crocifisso Gesù, possibile? Tu che reggi tutto e dai vita a tutti, chiedi aiuto? Ah! Come vorrei penetrare in ogni goccia del tuo sangue e versare il mio per raddolcirti ogni piaga, per attutire il dolore di ogni spina, per rendere meno dolorose le loro punture e per raddolcirti in ogni pena interna del tuo cuore per sollevare le intensità delle tue amarezze. Vorrei darti vita per vita, e se mi fosse possibile vorrei schiodarti dalla croce per sostituirmi in vece tua. Ma vedo che sono nulla e nulla posso, sono troppo insignificante. Perciò dammi te stesso. Prenderò vita in te e in te darò te a te stesso. Così contenterai le mie brame.

Straziato Gesù, vedo che la tua santissima umanità finisce non per te, ma per compiere in tutto la nostra redenzione. Hai bisogno di aiuto divino e perciò ti getti nelle braccia paterne, chiedendo aiuto e soccorso. Oh! Come il divin Padre s’intenerisce nel guardare l’orrendo strazio della tua santissima umanità, il lavorio terribile che la colpa ha fatto sulle tue santissime membra. E per contentare le tue brame d’amore, ti stringe al suo cuore paterno e ti dà gli aiuti necessari per compiere la nostra redenzione. E mentre ti stringe, senti nel tuo cuore più forte ripetere i colpi dei chiodi, le sferze dei flagelli, gli squarci delle piaghe, le punture delle spine. Oh, come il Padre ne resta colpito! Come si sdegna nel vedere che tutte queste pene te le recano fin nel tuo cuore anche anime a te consacrate! E nel suo dolore ti dice:

“Possibile, Figlio mio, che neppure la parte da te eletta è tutta con te? Anzi pare che queste anime chiedano rifugio e nascondimento in questo tuo cuore per amareggiarti e darti morte più dolorosa; e quel che è più, tutti questi dolori che ti danno sono nascosti e coperti da ipocrisie. Ah, Figlio! Non posso più contenere lo sdegno per l’ingratitudine di queste anime, le quali mi addolorano più che le altre creature tutte insieme”.

Ma tu, o mio Gesù, trionfando di tutto, difendi queste anime, e fai riparo con l’amore immenso del tuo cuore alle onde delle amarezze e trafitture che queste anime ti danno. E per placare il Padre, gli dici:

“Padre mio, guarda questo mio cuore: tutti questi dolori ti soddisfino, e quanto più acerbi essi sono, altrettanto più potenti siano sul tuo cuore di Padre, per impetrare grazie, luce e perdono per queste anime. Padre mio, non li rigettare: saranno essi i miei difensori che continueranno la mia vita sulla terra.

O Padre amorosissimo, considera che, se la mia umanità è giunta ora al colmo dei suoi patimenti, questo mio cuore pure scoppia per le amarezze, le intime pene e gli inauditi strazi che ho sofferto per lo spazio di trentaquattro anni, a cominciare dal primo istante della mia incarnazione. Tu conosci, o Padre, l’intensità di queste interne amarezze, che sarebbero state capaci di farmi morire ad ogni momento di puro spasimo, se la nostra onnipotenza non mi avesse sostenuto, per prolungare il mio patire fino a questa estrema agonia. Ah! Se finora ti ho offerto tutte le pene della mia santissima umanità per placare la tua giustizia che pende su tutti, e per attirare su tutti la tua misericordia trionfatrice, ora ti presento questo mio cuore sconquassato, premuto e infranto sotto il torchio di tutti i momenti della mia vita mortale, in modo particolare per i traviamenti delle anime a noi consacrate.

Osserva, o Padre mio: questo è il cuore che ti ha amato di infinito amore, che sempre è stato arso di amore per i miei fratelli, figli tuoi in me; questo è il cuore generoso con il quale ho anelato il patire, per darti la completa soddisfazione di tutti i peccati degli uomini. Abbi pietà delle sue desolazioni, dei suoi continui accoramenti, delle sue angosce, dei suoi tedi, delle sue tristezze innanzi alla morte!

O Padre mio, vi è stato forse un solo palpito del mio cuore che non abbia cercato la tua gloria, a costo di pene e di sangue, e la salvezza dei miei fratelli? Non sono usciti da questo mio cuore sempre oppresso, le ardenti suppliche, i gemiti, i sospiri, i clamori con cui per trentaquattro anni ho pianto e gridato misericordia al tuo cospetto?

Tu mi hai esaudito, o Padre mio, per una infinità di volte e di anime, e te ne rendo grazie infinite. Ma, guarda, o Padre mio, come non può calmarsi il mio cuore nelle sue pene se dovesse sfuggire al suo amore anche un’anima sola, perché noi amiamo tanto un’anima sola quanto tutte le anime insieme. E si dirà che dovrò dare l’ultimo sospiro su questo doloroso patibolo, vedendo miseramente perire anche anime a noi consacrate? Io muoio in un mare di affanni e di pene per l’iniquità e la perdita eterna del perfido Giuda, tanto duro ed ingrato, che respinse tutti i miei tratti amorosi e delicati, e che tanto beneficai, fino a farlo sacerdote, vescovo, come gli altri miei apostoli. Ah, Padre mio, basta questo abisso di pene! Quante anime vedo, scelte da noi per il duplice sacro seguito, che vogliono imitare Giuda, chi più, chi meno!

Aiutami, Padre mio, aiutami! Non posso sopportare tutte queste pene. Vedi se c’è una fibra nel mio cuore che non sia tormentata più di tutti gli strazi del mio corpo divino. Vedi se tutto il sangue che sto versando non sgorghi, più che dalle mie piaghe, dal mio cuore, che si disfa di amore e di dolore. Pietà, Padre mio, pietà! Non per me, che voglio patire sino all’infinito per le povere anime, ma pietà di tutte le anime, specialmente per quelle, di uomini e donne, chiamate al mio santo servizio e al mio sposalizio di amore. Ascolta, o Padre, il mio cuore che, vicino a venire meno alla vita, accelera i suoi palpiti infocati e grida: Per tante mie pene, grazie efficaci di pentimento e di vera conversione ti chiedo per tutte queste infelici anime! Nessuna di esse ci sfugga!

Ho sete, Padre mio, ho sete di tutte le anime, specialmente di queste. Ho sete di patire di più per ciascuna di queste anime. Ho sempre fatto la tua Volontà, Padre mio. Ora questa mia Volontà, che è pure la tua, deh! Fa che sia compiuta perfettamente per amore di me, tuo Figlio dilettissimo, nel quale hai trovato tutte le tue compiacenze”.

O mio Gesù, non resisto più. Mi unisco alle tue suppliche, ai tuoi patimenti, al tuo amore penante. Dammi il tuo cuore, affinché io senta la tua stessa sete per le anime consacrate a te e, con i miei palpiti, ti restituisca l’amore e gli affetti di tutti. Permettimi di andare da tutte e di deporre il tuo cuore in loro. Al suo contatto si riscaldino le fredde, si scuotano le tiepide, si sentano richiamare le fuorviate, ed in loro ritornino le tante grazie respinte.

Il tuo cuore è soffocato dal dolore e dall’amarezza, nel vedere resi vani tanti disegni che avevi su di loro, per la loro incorrispondenza, e nel vedere che tante altre anime, che dovevano avere vita e salvezza per mezzo di quelle, ne risentono le tristi consequenze. Io mostrerò loro il tuo cuore tanto amareggiato per causa loro, lancerò in esse dardi di fuoco dal tuo cuore, presenterò tutte le tue suppliche e tutti i tuoi patimenti per loro: non è possibile che non si arrendano a te. Così ritorneranno pentite ai tuoi piedi, ed i tuoi amorosi disegni su di loro saranno ripristinati; staranno in te ed intorno a te, non più per offenderti, ma per ripararti, consolarti e difenderti.

Vita mia, Crocifisso Gesù, vedo che ancora agonizzi sulla croce, non essendo ancora pago il tuo amore per dare compimento a tutto. Anch’io, sì, agonizzo insieme con te, e chiamo tutti: angeli, santi, venite sul monte Calvario a mirare gli eccessi e le follie di amore di un Dio! Baciamo le sue piaghe sanguinanti, adoriamole, sosteniamo quelle membra lacerate, ringraziamo Gesù dell’operata redenzione. Diamo uno sguardo alla trafitta Madre, che tante pene e morti sente nell’Immacolato suo Cuore per quante pene vede nel suo Figlio Dio. Le sue stesse vesti sono intrise di sangue, il monte Calvario n’è cosparso tutto.

Perciò tutti insieme prendiamo questo sangue, preghiamo la dolente Madre che si unisca a noi, dividiamoci in tutto il mondo e andiamo in aiuto di tutti. Aiutiamo i pericolanti affinché non periscano, i caduti affinché si rialzino, quelli che stanno per cadere affinché non cadano. Diamo questo sangue a tanti poveri ciechi, affinché splenda in essi la luce della verità. E in modo speciale portiamoci in mezzo ai poveri combattenti: facciamo loro da vigili sentinelle, e se stanno per cadere colpiti dal piombo nemico, riceviamoli nelle nostre braccia per confortarli; e, se vengono abbandonati da tutti, se sono disperati della loro triste sorte, diamo loro questo sangue, perché si rassegnino e venga lenita l’atrocità dei dolori. E se vediamo che vi sono anime che stanno per cadere nell’inferno, diamo loro questo sangue divino, che contiene il prezzo della redenzione, e strappiamole a satana.

E mentre mi terrò Gesù stretto al mio cuore per difenderlo e ripararlo da tutto, stringerò tutti a questo cuore, affinché tutti ottengano grazia efficace di conversione, forza e salvezza.

O Gesù, vedo che il sangue a rivi scorre dalle tue mani e dai tuoi piedi. Gli angeli, piangenti, facendoti corona, ammirano i portenti dell’immenso tuo amore. Vedo la tua dolce Mamma ai piè della croce, trafitta dal dolore, la tua cara Maddalena, il prediletto Giovanni, tutti presi da estasi di stupore, di amore e di dolore.

O Gesù, mi unisco con te e mi stringo alla tua croce; prendo tutte le gocce del tuo sangue e le verso nel mio cuore. Quando vedrò la tua giustizia irritata contro i peccatori, io, per placarti, ti mostrerò questo sangue; quando vorrò la conversione di anime ostinate nella colpa, ti mostrerò questo sangue e per virtù di esso non rigetterai la mia preghiera, perché ne ho il pegno nelle mani.

Ed ora, crocifisso mio Bene, a nome di tutte le generazioni, passate, presenti e future, insieme con la tua Mamma e con tutti gli angeli mi prostro innanzi a te e ti dico: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

 Continua.....

 
 
 
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INFO


Un blog di: osservandoilparadiso
Data di creazione: 13/12/2010
 

E' GRADITO ALLA MADONNA E A GESÙ

CHIEDIAMO AI SANTI DI INTERCEDERE PER NOI

Novena a Dio Padre e ai 9 Cori degli Angeli (per qualsiasi grazia)

Novena a S.Gianna Beretta Molla (per avere un figlio) -

Novena a S. Teresa di Lisieux - 

 

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LA MADONNA CI ESORTA A RECITARE IL ROSARIO

 

A Fatima, a Lourdes e a Medjugorje la Madonna ha incitato insistentemente alla recita del Rosario

La Mamma celeste ci ha invitato a recitare il Rosario come arma potente contro il male.

Può sembrare una preghiera ripetitiva, invece è come due fidanzati che si dicono l'un l'altro tante volte "ti amo"... 

"Col Rosario si può ottenere tutto. 

Esso è come una lunga catena che lega il cielo alla terra; 

una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. 

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. 

La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. 

Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. 

Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. 

Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario". 

(S. Teresa )

" Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta, 

Satana mi ha detto : 

Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa ; 

se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario, per me sarebbe finita ! " 

(Don Gabriele Amorh )

 

 
 

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