Tu e il Paradiso

Immagini sacre, preghiere e pensieri...dal Cielo

 

SE SIETE INFELICI NON RIMPROVERATELO A ME!

 

Io sono la Luce,

e voi non mi vedete.

  Io sono la Via,

e voi non mi seguite.

  Io sono la Verità,

e voi non mi credete.

 Io sono la Vita,

e voi non mi cercate.

 Io sono il Maestro,

e voi non mi ascoltate.

 Io sono il Capo,

e voi non mi obbedite.

 Io sono il vostro Dio,

e voi non mi pregate.

 Io sono il vostro grande Amico,

e voi non mi amate.

Hai ragione, o Gesù, troppo poco ti ricordiamo

e troppo poco ti amiamo, per questo siamo infelici.

Ma le tue braccia aperte ci invitano al tuo cuore

e ci assicurano il perdono.

Nel tuo cuore, fonte di luce,

ritroveremo la forza per seguirti Via, Verità e Vita;

la grazia per ascoltarti Capo e Maestro;

la gioia per amarti Dio di Amore,

Amico di quanti confidano in te. 

 

 

AREA PERSONALE

 

PREGHIERA A PADRE PIO

 

Tu povero nascesti, o Padre Pio 

come fu Cristo, il nostro Redentore,

compagna l'umiltà ti fu fedele,

 immensa la Tua fede nel Signore.

Simigliante a Gesù anche le piaghe, 

che Tu accettasti con rassegnazione

memore del penoso Suo Calvario e della tormentata Sua Passione.

Or che Tu godi dell'Eterna Luce, fulgente, radiosa ed infinita,

continuando a darci il Tuo aiuto 

mostrati a noi quel che Tu fosti in vita.

In questo mondo pieno di tristezza 

dona il sollievo a tutti i sofferenti,

infondi in noi l'amore in ogni cuore, 

la fratellanza tra le umane genti.

Noi affidiamo a Te le nostre pene, 

or che ormai sei più vicino a Dio,

fa quel che puoi per il nostro bene 

intercedi per Noi, o Padre Pio!

 

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E' il mese dedicato alla Madonna....La nostra riconoscenza sia almeno questa:meditare e compatire i Suoi dolori

Post n°161 pubblicato il 02 Maggio 2013 da osservandoilparadiso

 

 

 

 

 

MEDITAZIONI SUI SETTE DOLORI DI MARIA SS ADDOLORATA

 (Tratto da: “MARIA REGINA E MADRE DI MISERICORDIA” - DON GIUSEPPE TOMASELLI)

 

 

 Terzo dolore: SMARRIMENTO DI GESÙ

Avvenne che Gesù, all'età di dodici anni, essendo andato con Maria e Giu­seppe a Gerusalemme secondo la consue­tudine della festa ed essendo finiti i gior­ni della festa, rimase in Gerusalemme e non se ne accorsero i suoi parenti. Cre­dendo che Egli fosse nella comitiva dei pellegrini, fecero un giorno di cammino e lo cercarono tra gli amici e i conoscen­ti. E non avendolo trovato, ritornarono a Gerusalemme per cercarlo. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai Dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Quelli che ascoltavano, si stupivano della sua prudenza e delle sue risposte. Maria e Giuseppe, vedendo­lo, si meravigliarono; e la Madre gli dis­se: « Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io, addolorati, ti abbia­mo cercato! - E Gesù rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo trovarmi in quelle cose che riguardano il Padre mio? - Ed essi non compresero il significato di queste parole. E discese Gesù con loro e venne a Nazaret; e sta­va soggetto ad essi. E la Madre sua con­servava tutte queste parole nel suo cuo­re (S. Luca, II, 42).

Il dolore che provò la Madonna nello smarrimento di Gesù, fu tra i più acerbi della sua vita. Più prezioso è il tesoro che si perde, più dolore si ha. E quale tesoro più prezioso per una madre che il proprio figlio? Il dolore è in rapporto all'amore; quindi Maria, che viveva so­lo dell'amore di Gesù, dovette sentire in modo straordinario la puntura della spada nel suo cuore.

La Madonna in tutte le pene conservò il silenzio; mai una parola di lamento. Ma in questo dolore esclamò: Figlio, per­ché ci hai fatto questo? - Di certo non intendeva rimproverare Gesù, ma fare un'amorosa lagnanza, non conoscen­do lo scopo di quanto era avvenuto.

Ciò che soffrì la Vergine in quei tre lunghi giorni di ricerca, non possiamo comprenderlo appieno. Nelle, altre pene aveva la presenza di Gesù; nello smar­rimento mancava tale presenza. 

Dice 0­rigène che forse il dolore di Maria fu intensificato da questo pensiero: Che Ge­sù si sia smarrito per colpa mia? - Non c'è maggior pena per un'anima a­mante che il timore d'avere disgustata la persona amata.

Il Signore ci ha dato la Madonna co­me modello di perfezione e ha voluto che soffrisse, e moltissimo, per farci com­prendere che la sofferenza è necessaria ed apportatrice di beni spirituali la la pazienza è indispensabile per seguire Gesù che porta la Croce. 

L'angoscia di Maria ci dà degli inse­gnamenti per la vita spirituale. Gesù ha una moltitudine di anime che lo amano davvero, servendolo con fedeltà e non a­vendo altro di mira che fargli piacere. Di tanto in tanto Gesù si nasconde a loro, cioè non fa sentire la sua presenza, e le lascia nell'aridità spirituale. Spesso que­ste anime si turbano, non sentendo il pri­mitivo fervore; credono che le preghiere recitate senza gusto non siano gradite a Dio; pensano che sia un male il fare il bene senza slancio, anzi con ripugnanza; in balia delle tentazioni, ma sempre con la forza di resistere, temono di non pia­cere più a Gesù.

Costoro si sbagliano! Gesù permette l'aridità anche alle anime più elette, af­finché si distacchino dai gusti sensibili ed affinché abbiano a soffrire molto. In­vero l'aridità è per le anime amanti una dura prova, spesso un'angosciosa agonìa, pallidissima immagine di quella provata dalla Madonna nello smarrire Gesù. 

A chi è tribolato in questo modo, si raccomanda: la pazienza, aspettando l'o­ra della luce; la costanza, non tralascian­do alcuna preghiera od opera buona, su­perando la noia o l'abbattimento; dire spesso: Gesù, ti offro la mia angoscia, in unione a quella che tu provasti nel Get­semani e che la Madonna provò nel tuo smarrimento! -

ESEMPIO Il Padre Engelgrave narra che una povera anima era angosciata per afflizio­ni di spirito; per quanto bene facesse, credeva di non piacere a Dio, anzi di di­sgustarlo. Era devota della Madonna Addolora­ta; a Lei pensava spesso nelle sue pene e contemplandola nei suoi dolori ne ri­ceveva conforto. Ammalatasi gravemente, il demonio approfittò per tormentarla di più con i soliti timori. La Madre pietosa venne in aiuto della sua devota e le apparve per assicurarla che il suo stato spirituale non dispiaceva a Dio. Così le disse: Perché temi i giudizi di Dio e ti rattristi? Tu tante volte mi hai consolata, compaten­do i miei dolori! Sappi che è proprio Gesù che mi manda a te per darti sollievo. Consolati e vieni con me in Paradiso! -

Piena di confidenza, quell'anima de­vota dell'Addolorata, spirò.

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Un blog di: osservandoilparadiso
Data di creazione: 13/12/2010
 

E' GRADITO ALLA MADONNA E A GESÙ

CHIEDIAMO AI SANTI DI INTERCEDERE PER NOI

Novena a Dio Padre e ai 9 Cori degli Angeli (per qualsiasi grazia)

Novena a S.Gianna Beretta Molla (per avere un figlio) -

Novena a S. Teresa di Lisieux - 

 

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LA MADONNA CI ESORTA A RECITARE IL ROSARIO

 

A Fatima, a Lourdes e a Medjugorje la Madonna ha incitato insistentemente alla recita del Rosario

La Mamma celeste ci ha invitato a recitare il Rosario come arma potente contro il male.

Può sembrare una preghiera ripetitiva, invece è come due fidanzati che si dicono l'un l'altro tante volte "ti amo"... 

"Col Rosario si può ottenere tutto. 

Esso è come una lunga catena che lega il cielo alla terra; 

una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. 

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. 

La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. 

Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. 

Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. 

Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario". 

(S. Teresa )

" Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta, 

Satana mi ha detto : 

Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa ; 

se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario, per me sarebbe finita ! " 

(Don Gabriele Amorh )

 

 
 

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