Cos'è questo Blog.
E' una specie di libro.
Oddio...LIBRO è una parola forte per queste righe.
In realtà come tutti gli accaniti lettori, mi piacerebbe saper scrivere.
Ci ho provato per divertimento e dato che sono pigro, preferisco mettere in un blog quello che ne è uscito piuttosto che farlo pubblicare.
Se vi piace leggete, prometto che sarà breve.
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Post n°3 pubblicato il 02 Dicembre 2011 da Little_Lebowsky
LUNEDI’ 11 GENNAIO
Do un calcio alla porta di casa per chiuderla. Saltellando su un piede solo mentre mi allaccio l’altra scarpa, mi avvio verso l’ascensore . Come sempre, mi giro di corsa per tenerla aperta e tornare indietro a prendere le chiavi dello scooter. La verità è che non e mi alzo dal letto sprizzando gioia per correre in ufficio, ma in qualche modo si deve pur portare a casa uno stipendio, e così dopo aver recuperato il portachiavi richiudo , immaginando fin da adesso il momento in cui rimetterò piede tra le accoglienti mura domestiche tra circa nove ore. Aspetto l’ascensore giurando che stasera butto le immondizie, prima che prendano vita e mi si rivoltino contro. Giuro, giuro ! Umido, vetro e carta. Stasera pulizie. Vestito di tutto punto per affrontare il viaggio nel freddo della mattina, salgo sul mio Neos e parto verso il centro sulla strada che percorro ogni giorno. Scansando il delirio e imprecando gli auguro un ennesimo aumento della benzina, che comunque immagino non le preoccuperebbe più di tanto e proseguo verso la meta. Rischio un paio di cadute sui lavori in corso da tre anni per il tram inaugurato già tre volte e ancora mai partito, e arrivo vivo e vegeto al parcheggio dell’ufficio dove mollo lo scooter. Se in due minuti riesco a togliermi l’attrezzatura anti-freddo e fare le scale per timbrare, stamattina arrivo puntuale. Faccio l’impiegato.
Lavoro in una grande banca del nord-est. Così grande che si è fatta comprare e vendere almeno tre volte negli ultimi due anni. L’ultima volta avevamo ancora i potenziali compratori spagnoli in visita che il Sole 24ore già annunciava ufficialmente che ci compravano gli inglesi. E’ stata una giornata davvero surreale.
Praticamente si naviga a vista. E i capigruppo e direttori vari, si adeguano di giorno in giorno alle nuove direttive. Oggi si devono vendere assolutamente titoli di stato, domani per forza azioni di quella società, dopodomani si molla tutto per proporre libretti di risparmio alle scuole elementari. Faccio il gestore titoli, e come avrete capito il mio lavoro non mi piace per niente. E non mi piace il mio capo. Un carrierista che nonostante sia direttore di una grossa filiale, non legge un libro dall’esame di maturità e non sa una parola di inglese. - Here….money go…(indicando le casse per i prelievi e muovendo le mani come per scacciare delle mosche). Ehm…here money….in. (mostrando gli uffici degli addetti titoli e gesticolando come se arraffasse il piatto di una partita di poker). Quando l’inglese parlando ad un suo amico ha detto qualcosa che conteneva “asshole”, il capo mi ha chiesto cosa volesse dire.
Comunque è lunedì e il primo cliente mette dentro la testa nel mio cubicolo. Ci sono quelli che vengono a versare i soldi per l’assegno scoperto sempre all’ultimo minuto.
Ci sono i clienti silenziosi. Quelli che invece ti raccontano tutta la loro vita. Ci sono quelli che “guardi che io me ne intendo sa…ho un cugino che va a pesca con una guardia giurata e quella gli racconta tutto delle banche”. Quelli che passano le giornate collegati al sito della borsa come se giocassero al videopoker e perdono migliaia di euro ogni mese. Ci sono quelli che fanno le cose di nascosto dalle mogli (o dai mariti).
Lui diceva che il giovedì sera andava al cineforum. Lei, che si era insospettita per il saldo del conto in caduta libera ha voluto andare a fondo della faccenda e quando sono venuti insieme a vedere cosa succedeva lui non ha retto alla fine della sua commedia. I clienti del lunedì mattina invece sono di solito degli ansiosi.
Il signor Forzan è l’esempio tipico dei miei clienti. Quindi erano già assegnati gli avvocati, i notai, i rampolli delle famiglie bene, le mogli e le amanti degli industrialotti veneti. (entrambe le categorie hanno dei soddisfacenti introiti monetari dai suddetti). Il Forzan si siede e mi chiede perché in televisione fanno sempre pubblicità alle azioni della SuperLuce S.p.A e io non gliele abbia ancora proposte. - Signor Forzan, è lei che mi ha chiesto di non rischiare niente. Gliel’ho pure fatto inserire nel contratto. Si ricorda ? Quelle quarantasette pagine che mi ha firmato fronte e retro in cui si diceva di stare alla larga dai rischi oltre il dieci per cento del capitale investito. Forzan non ricorda. Lo sguardo un po’ assente come a tornare indietro nel tempo per recuperare la pagina che gli dev’essere in qualche modo sfuggita. I sistemi adottati sono due: scrittura piccolissima su pochi fogli concentrati, o viceversa contratti ligi alla legge sulla trasparenza e scritti in carattere 12, ma di settanta pagine. A me di fare i budget non me ne frega niente. E così, infischiandomene bellamente delle direttive dall’alto, vendo ai clienti quello che va meglio per loro. Io me le sono fotocopiate e appese sopra lo specchio in bagno. Ogni mattina, leggendo il foglietto mi do una pacca sulla spalla. Cento, mille uomini così e MI MANDA RAITRE non avrebbe più ragione d’essere.
Di certo, nessuno piazzerebbe più titoli, come da ordini di scuderia, che la settimana dopo valgono zero. E succede, credetemi. Nessuno trasformerebbe dei tranquilli pensionati in avidi azzannatori di Call&Put che poi li lasciano senza liquidazione e con un conto in farmacia per pagare i calmanti lungo come il loro portafoglio titoli. Insomma, non sono l’impiegato che la banca desidera. Pensavo che il lavoro fosse: presto soldi, raccolgo soldi. Punto. Invece no. Ci ho messo vent’anni ma ho capito che la cosa è diversa e non è così semplice. E poi ho questa brutta abitudine di fare domande. All’ultima giornata di aggiornamento sui prestiti personali ho chiesto due volte (perché non ci arrivavo proprio) perché non potessimo finanziare più di cinquemila euro a chi lavora da meno di un anno con un posto fisso, ma se lo stesso si impegna a sottoscrivere un piano di risparmio di duecento euro al mese, arriviamo a ottomila. - Il senso non è questo- mi spiegava il Tutor Family Finance. (un nome motivante per dire quellocheinsegnaafareiprestitipersonaliaipoveracci) - Si -faccio io - ma non risparmia mica. Gli diamo tremila euro in più di quanti gliene servano al quattordici per cento e lui ce li ridà un po’ alla volta prendendo lo zero virgola settantacinque. - Ma lascia stare i numeri qui si parla di altro ! Si parla di altro. Insomma a trentanove anni ho capito che i numeri in banca non c'entrano niente. Stiamo facendo opera di educazione.
- Scusi….ragioniere…mi ascolta ? E’ Forzan. L’ho lasciato parlare per due minuti mentre nella mia testa, stavo facendomi un film tutto mio. Poverino. - Come no, signor Forzan. Mi dica tutto. (ovviamente continua...) |
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