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Post n°3740 pubblicato il 21 Maggio 2022 da namy0000
2022, FC n. 20 del 15 maggio Il viaggio di fratel Charles de Foucauld è prima un torrente, poi un fiume per diventare, infine, un mare, nel deserto. Era una persona con talenti incredibili, sapeva fare mille cose. Dio lo aveva scelto da tempo, e quando Charles si scopre stremato spiritualmente dopo anni di eccessi, chiede: “Dio mio, se esistete fate che io vi conosca”. E Dio non si fa attendere. Nella vita di fratel Charles ci sono persone meravigliose: il suo confessore, l’abate Huvelin, il suo vescovo, il comandante amico Laperrine, la sorella Mimì. Marie è colei che è costantemente nel cuore e nella mente di Charles in tutti gli anni della sua vita. La loro unione è particolarmente profonda, nel tempo si eleva, sopravvive alla lontananza, ai cambiamenti di vita di entrambi. Anche nei periodi di maggiore confusione, Charles è sempre molto attento a cosa scrive o dice Marie. Dio trova un canale privilegiato per “parlare” a Charles attraverso Marie, la quale con la sua testimonianza, il suo esserci sempre lo riavvicina alla fede e ne segue tutta l’evoluzione spirituale. Charles de Foucauld giunge alla fede dopo una giovinezza travagliata. Ordinato sacerdote a 43 anni, si reca nel deserto algerino del Sahara, prima a Beni Abbès, povero tra i più poveri, poi più a sud, a Tamanrasset con i Tuareg dell’Hoggar. Vive una vita di preghiera, meditando continuamente la sacra Scrittura, nell’incessante desiderio di essere per ogni persona il “fratello universale”. Muore a 58 anni, la sera del 1 dicembre 1916, assassinato da una banda di predoni di passaggio. Lo specifico della spiritualità di Charles de Foucauld è l’abbandono alla volontà di Dio e voler essere come Gesù. Charles voleva stare all’ultimo posto, come Gesù “discende” nella vita dell’uomo fino a essere l’ultimo, fino alla morte. Egli declina Nazaret in ogni azione e luogo della sua vita: nell’adorazione dell’Eucaristia, nella meditazione della Parola, nel suo portare Cristo a coloro ai quali era sconosciuto come i Tuareg, a rivoluzionare l’idea di missione e di evangelizzazione come l’essere testimone di Cristo senza alcun “orpello” e credere che per convertire occorre la presenza eucaristica di Cristo e la testimonianza del Vangelo con le nostre azioni e il nostro nascondimento. Charles vive pienamente il suo essere fratello universale e apre la sua vita ai musulmani, agli ebrei, ai berberi, con la certezza che si può portare loro Gesù e farlo conoscere solo con la fede e l’umiltà della vita quotidiana. Preghiera di Charles de Foucauld: «Padre mio, io mi abbandono a te, / fa' di me ciò che ti piace. / Qualunque cosa tu faccia di me, / ti ringrazio. / Sono pronto a tutto, accetto tutto, / purché la tua volontà si compia in me / e in tutte le tue creature. / Non desidero niente altro, mio Dio». Nella sua vita, fratel Charles faceva tanti propositi, poi cambiava direzione perché ascoltava, amava Dio e si abbandonava a lui. |
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