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Messaggi del 10/02/2024

Dio amore risana

Post n°3974 pubblicato il 10 Febbraio 2024 da namy0000
 

2024, Ermes Maria Ronchi, 8 febbraio

Dio risana le nostre vite senza porre condizioni

Venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!» [...]

Un lebbroso cammina diritto verso di lui. Gesù non si scansa, non mostra paura. Si ferma in faccia al dolore, al rifiuto del villaggio, così vicino da toccarlo. Il lebbroso “porterà vesti strappate, sarà velato fino al labbro superiore, starà solo e fuori” (Lev 13,46). Dalla bocca velata, dal volto nascosto del rifiutato, esce un’espressione bellissima: «Se vuoi, puoi guarirmi». Con tutta la discrezione di cui è capace: «Se vuoi». E intuisco Gesù toccato da questa domanda grande e sommessa, che gli stringe il cuore e lo obbliga a rivelarsi: «Se vuoi». A nome di tutti i figli dolenti della terra il lebbroso lo interroga: che cosa vuole veramente Dio da questa carne piagata, che se ne fa di queste lacrime? Vuole dolore o figli guariti? Davanti al contagioso, all’impuro, un cadavere che cammina, che non si deve toccare, uno scarto buttato fuori, Gesù prova “compassione”. Il vangelo usa un termine di una carica infinita, che indica un crampo nel ventre, un morso nelle viscere, una ribellione fisica: no, non voglio; basta dolore! Gesù prova compassione, allunga la mano e tocca. Nel Vangelo ogni volta che Gesù si commuove, tocca. Tocca l’intoccabile, toccando ama, amando lo guarisce. Dio non guarisce con un decreto, ma con una carezza. La risposta di Gesù al “se vuoi” del lebbroso, è diretta e semplice, una parola ultima e immensa sul cuore di Dio: «Lo voglio: guarisci!». Me lo ripeto, con emozione, fiducia, forza: eternamente Dio altro non vuole che figli guariti. È la bella notizia, un Dio che fa grazia, che risana la vita, senza condizioni. Che adesso lotta con me contro ogni mio male, rinnovando goccia a goccia la vita, stella a stella la notte. E lo mandò via, con tono severo, ordinandogli di non dire niente. Perché Gesù non compie miracoli per qualche altro fine, per fare adepti o avere successo, neppure per convertire qualcuno. Lui guarisce il lebbroso perché torni integro, perché sia restituito alla sua piena umanità e alla gioia degli abbracci. È la stessa cosa che accade per ogni gesto d’amore: amare “per” non è amore vero, pregare “per” non è preghiera pura. Quanti uomini e donne, pieni di vangelo, hanno fatto come Gesù e sono andati dai lebbrosi del nostro tempo: rifugiati, senza fissa dimora, migranti, donne della tratta. Li hanno toccati, con tenerezza, e molti di questi, e sono migliaia, sono letteralmente guariti dal loro male, e sono diventati a loro volta guaritori. Prendere il vangelo sul serio ha dentro una potenza che cambia il mondo. E tutti quelli che l’hanno preso sul serio e hanno toccato i lebbrosi, tutti testimoniano che questo porta con sé una grande felicità. Perché sei dalla parte giusta della vita.

 
 
 

Marcia dei bruchi

2024, FC n. 5 del 4 febbraio

La terza edizione della Marcia dei bruchi nelle città del Piemonte

Studenti in cammino insieme per la giustizia, la pace, i diritti umani

L’iniziativa, promossa dall’attivista John Mpaliza, coinvolge anche oratori e associazioni

Una certa retorica vecchia e stantia ripete che i giovani difficilmente si lasciano attrarre da tematiche socialmente importanti. La Marcia dei bruchi (www.marciadeibruchi.org), in programma per la sua terza edizione dal 22 febbraio al 27 marzo, è la prova che questi non sono altro che errati luoghi comuni. Basta dare un’occhiata ai numeri al suo esordio, in Trentino Alto Adige nel 2022, vi hanno partecipato 11 mila studenti e circa 50 scuole.

L’anno successivo, in Puglia, i giovani hanno toccato quota 13 mila e il numero di scuole è raddoppiato. Quest’anno sarà il Piemonte a ospitare la manifestazione, come spiega l’organizzatore John Mpaliza, ingegnere informatico italo-congolese, attivista per i diritti umani e camminatore per la pace: «Lo scopo è creare momenti di riflessione e di confronto con i giovani su temi come diritti umani, giustizia, pace, cambiamento climatico e sostenibilità ambientale».

L’idea nasce nel 2021 durante un incontro di Mpaliza con alcuni studenti di Bressanone (Bolzano): «Mi domandarono: “Cosa possiamo fare concretamente per informare i nostri concittadini?”». Nel giro di una settimana arrivò la risposta: gli studenti avrebbero organizzato una marcia. «Mi chiesero di aiutarli e partecipare come testimonial. È così che parte l’idea della Marcia dei bruchi: da un confronto con i giovani». L’edizione del 2024 toccherà le città del Piemonte con arrivo a Torino e coinvolgerà non solo le scuole elementari, medie e superiori, ma anche gli oratori e le associazioni. Il corteo percorrerà il centro fino alla piazza di arrivo dove gli studenti esporranno i lavori fatti in classe, idee, progetti, suggerimenti.

«È importante che i giovani imparino a partecipare e lottare. Il mondo è la nostra casa comune. Siamo interconnessi e siamo tutti sulla stessa barca». Il nome della Marcia arriva da Giacomo, un bambino di 9 anni che descrivendo la manifestazione ha detto: «Insieme e in tantissimi possiamo camminare e, come bruchi, trasformarci e così trasformare anche il mondo».

 
 
 

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