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Messaggi del 27/02/2024

Religioni mal interpretate

2024, lettera a FC n. 8 del 25 febbraio

Se un gruppo pseudoreligioso arriva a rovinare una famiglia

“Sono una docente della scuola secondaria superiore. Scrivo perché il padre di mio figlio è completamente traviato da Alessandro Minutella (50 anni, ex sacerdote scomunicato dell’Arcidiocesi di Palermo) e dal suo gruppo di sedicenti cattolici. Manipolato da loro, ha perso ogni autorevolezza nei confronti del figlio, che lo guarda stupefatto. Quest’uomo, da ciellino e con una formazione rigorosa cattolica, si è trasformato in un minutelliano convinto, prega in latino seguendo messe false on line, parte per fantomatici ritiri, purtroppo frequenti, e legge libri di Minutella. Per questa sua ossessione non ha partecipato neppure alla Messa del funerale di suo padre. È rimasto fuori, sul sagrato, senza pensare minimamente a suo figlio, che, peraltro, ha perso due nonni in pochissimo tempo. Il funerale in chiesa pare non sia “lecito” per Minutella. Ovviamente non vuole che si sappia in giro di questa sua adesione, perché sostiene che ci sia un complotto massonico  contro tutti i minutelliani. Inoltre, su Telegram e su Facebook sono trasmesse dirette di sue false messe o di altre persone vestite da preti. Riti celebrati in alberghi che mi fanno venire i brividi, con ragazzini portati – immagino – da genitori completamente caduti in trappola. Minutella ogni poco cita il diavolo. Ogni post su Telegram è seguito da una richiesta di donazioni. Ma come vengono usati quei soldi? Da docente e da madre mi chiedo come sia possibile che un tale personaggio possa impunemente celebrare messe, come possa indossare abiti talari, come sia possibile che abbia una comunità a Palermo e come mai la Chiesa ufficiale o le autorità giudiziarie non possano fare nulla contro di lui. – Lettera firmata

 
 
 

Investire di più nella pace

2024, FC n. 8 del 25 febbraio

Davvero le armi sono l’unica via? Bisogna investire di più nella pace

Dall’Ucraina ai vari focolai nel mondo: si parla solo di aiuti militari, ma questi non risolvono i conflitti

«Fermatevi… Che cosa deve ancora succedere? Quanto sangue deve ancora scorrere perché capiamo che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione». Sono parole di papa Francesco, nell’Angelus del 2 ottobre 2022. Oggi, a due anni da quel 24 febbraio 2022, noi lo ripetiamo: «Che cosa deve ancora succedere? In nome di Dio e in nome del senso di umanità che alberga in ogni cuore, rinnovo il mio appello affinché si giunga subito al cessate-il-fuoco».

Con dolore ma anche onestà intellettuale dovremmo chiederci: a cosa hanno portato questi due anni di guerra? Dovremmo chiedercelo tutti! Chi da subito ha sostenuto che l’invio delle armi non avrebbe portato a nessuna soluzione di pace, anzi… E anche i tanti politici, opinionisti, giornalisti che senza il minimo dubbio hanno ritenuto che l’unica strada percorribile fosse quella delle armi, inviate all’Ucraina ma in passato fornite anche a Putin. Quali sono i risultati? Una cosa è certa: il numero, impressionante, delle vittime, militari e civili. Questo è l’unico risultato certo. Ed è anche evidente il fallimento della diplomazia. Sempre papa Francesco in quell’Angelus: «Si faccia ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati…». E sarebbe doveroso, oltre a una riflessione “politica”, o meglio sul fallimento della politica, una riflessione che metta al centro il Vangelo. Tra l’altro tutte le parti coinvolte si dicono, almeno a parole, cristiane. E anche chi manda armi, come l’Italia, ma non solo.

Ha ancora senso parlare di “nonviolenza”? O diventa solo motivo di zimbello da parte dei potenti di turno? Di fronte a «una terza guerra mondiale a pezzi» possiamo ancora accettare che la guerra sia ritenuta una possibile strada da percorrere? Perché a parole tutti vogliono la pace, ma poi i fatti, gli investimenti per le armi dimostrano il contrario. Quanto si investe per la pace? E quanto per la guerra? Lo scorso 26 aprile 2023 si è tenuto a Roma un incontro non sul cessate il fuoco, ma sulla ricostruzione dell’Ucraina. Si potrebbe amaramente ripetere con il buon Alberto Sordi «finché c’è guerra c’è speranza». Lo vediamo in tanti luoghi più o meno dimenticati, dal Sudan al Mozambico, alla Repubblica Democratica del Congo. Per non dire di quanto sta succedendo a Gaza. Non ci sono parole! E parlare di pace diventa più pericoloso che parlare di guerra. Le spese militari nel mondo, nel 2022, sono state di 2.240 miliardi di dollari.

Vogliamo la pace o la guerra? I potenti ripetono sempre più spesso «se vuoi la pace prepara la guerra». No, questo non lo possiamo accettare. Siamo all’inizio della Quaresima. Ci ricordiamo le due donne, ucraina e russa, che hanno portato la croce il Venerdì santo 2022. Quella immagine ci parla ancora oggi. Conversione non solo dei nostri cuori, ma – se Cristo è la nostra Pace – convertire le scelte di guerra in scelte di pace.

 
 
 

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