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Messaggi del 02/08/2018

Un'armonia speciale

Post n°2741 pubblicato il 02 Agosto 2018 da namy0000
 

Carlo Acutis, nato nel 1991, genio dell’informatica.

Un ragazzo normale con un’armonia speciale. Usava il computer, giocava con gli amici, conduceva una vita simile a quella dei suoi coetanei ma con delle qualità che gli hanno portato una fama di santità estesa in tutti e cinque i continenti. Per la sua profonda fede, con un amore smisurato per Dio, tanto da incentrare le sue giornate sull’incontro con Gesù nella Messa e nell’adorazione eucaristica e la meditazione del Vangelo attraverso la recita del rosario. La Madonna, diceva, era l’unica donna della sua vita e il rosario l’incontro più galante. Voleva che tutti amassero Dio sopra ogni cosa e capissero l’importanza dei sacramenti. Ed ecco allor le mosre, in particolare quella sui miracoli eucaristici. ‹‹L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo››, affermava, ‹‹Perché nell’Eucaristia Dio si dona a noi e noi impariamo a donarci agli altri››.

E Carlo ha messo in pratica questo, ogni giorno nelle piccole azioni: sotto casa vivevano dei clochard e lui portava loro la cena, coi risparmi comprava loro i sacchi a pelo, aveva una buona parola per tutti. Quando Carlo diceva “ciao” erano come frecce di carità che colpivano i cuori delle persone. Quindi la virtù della carità e della speranza: ‹‹Siamo chiamati tutti prima o poi a ricongiungerci con Dio››, diceva. ‹‹E poi la prudenza e la temperanza. Prudente in tutte le sue scelte, giusto in difesa dei più deboli. Infine la virtù della fortezza per come ha affrontato le difficoltà della vita e la malattia che l’ha portato alla morte››. ‹‹Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita››, diceva Carlo, ‹‹La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi, la felicità è lo sguardo rivoto a Dio››; ‹‹Non io, ma Dio››; ‹‹Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie››, diceva.

Il Web è il luogo che Carlo aveva deputato alla sua evangelizzazione, lui che mise al servizio del Vangelo e della Chiesa le sue capacità informatiche.

Morto nel 2006 per una leucemia fulminante, a soli 15 anni. Si dice che possa diventare patrono del Web.

È stato reso venerabile il 5 luglio 2018 da papa Francesco per aver vissuto in grado eroico le sette virtù cristiane, ed è il primo passo che potrebbe condurre prima alla beatificazione e poi alla canonizzazione.

Ha fedeli in giro per il mondo, catechisti e gruppi di preghiera a lui ispirati, licei e oratori che portano il suo nome.

 
 
 

Christian

Post n°2740 pubblicato il 02 Agosto 2018 da namy0000
 

“Christian Cappelluti, in arte Chris Cappell, nato nel 1975, amava l’America, la musica, la poesia. E amava Dio. fu, per certi versi, un enfant prodige. A 13 anni aveva composto varie canzoni, tutte in inglese. Una si chiamava Ain’t a loser (Non sono un perdente) e diceva: ‹‹C’erano in giro tante mode / che creavano solo confusione. / Io so di essere di un’altra pasta 7 e non ho tempo per le illusioni. / Ora so che la mia strada è la musica››. Avvenne così.

Famiglia borghese, cresciuto nel quartiere dell’Eur, studi all Collegio Massimo dei Gesuiti e maturità scientifica. Si reca negli Stati Uniti dove nel 1997 si laurea in Economia alla Wake Forest University, nel North Carolina. A sedici anni frequentava i corsi estivi del prestigioso Berklee College of Music di Boston, studiava armonie jazz, arrangiava da sé i suoi pezzi. Nel 1993 accompagnò in tournée i Pooh e nel 1995, appena ventenne, compose per la cantante Mina la versione italiana di When you let me go. Firmò con un produttore californiano il contratto per il suo primo album. A 16 anni scriveva riflessioni così: ‹‹Quale significato possiamo dare alla nostra vita? Mentre l’avere è una condizione transitoria e superficiale, l’essere è una espressione meravigliosa, che ognuno vive in modo diverso ed è unica e irripetibile. Il cibo di cui devo nutrirmi è l’amore. L’amore è la sorgente inesauribile di vita e di felicità. Dio è l’amore. A lui ci si arriva soprattutto attraverso l’esperienza quotidiana››. Una religiosità mai ostentata (i genitori scopriranno solo dopo la sua morte che andava a Messa tutte le domeniche) e dal temperamento mistico, come dimostra questo appunto: ‹‹O Dio è totalizzante, o non è Dio; chi ha trovato la “ragione per credere” è disposto a qualsiasi rinuncia pur di non venir meno alla propria fede. Quando si parla di fede, la paura non può nulla contro di essa››.

Christian Cappelluti si spegnerà alle soglie del suo 23° compleanno, il 9 agosto 1998, al Royal Infirmary di Perth in Scozia per un disturbo ematico oscuro. Insopportabile il dolore dei genitori, Franco e Adriana, arrabbiati con Dio per la perdita dell’unico figlio. Ma il lamento, pian piano, come dice il Salmista, si tramuta in danza. Un percorso che Luciano Regolo ha ben ricostruito nel libro Storia di Christian – Ogni vita è per sempre (San Paolo), dove racconta la storia di questo giovane ragazzo, figlio del suo tempo, normale nella sua vita fatta di passioni, amori (la fidanzata Antonella), amicizie. Colpisce, della vicenda umana di Christian, la quantità di testimonianze di personaggi tra i più diversi, tutti concordi nel dire che Christian è stato un buon cristiano, un testimone credibile, un po’ di lievito nella massa. ‹‹Forse la storia di Christian potrebbe dire molto di più di una certa enfasi pastorale che si adotta nei confronti dei giovani››, ha scritto il cardinale Gianfranco Ravasi che lo ha conosciuto personalmente. (FC n. 30 del 29 luglio 2018).

 
 
 

Spietata è la notte

Post n°2739 pubblicato il 02 Agosto 2018 da namy0000
 

“Spietata è la notte. Soprattutto se la guardi dal punto di vista di chi vede arrivare urgenze al Pronto soccorso, quando l’estate e il sabato invitano a ballare, per troppi a sballare sulle rive festaiole delle vacanze. Ragazzi fuori, incoscienti fino al coma, nei casi peggiori, o agitati da miscugli di sostanze imprevedibili, portati dentro dal 118, il più delle volte lasciati al proprio destino da compagnie con cui fino a un minuto prima condividevano il divertimento. Quando il gioco si fa duro, gli altri portano via il pallone. Se anche ci fossero, non sarebbero d’aiuto: nemmeno loro sanno che cosa ci sia dentro, e spesso neppure chi vende la pasticca o rifornisce anonimo in Rete lo sa. Capita che tocchi al medico del Pronto soccorso, mentre li ‹‹riacciuffa per i capelli››, come dicono loro, quando si lavora sul filo di una vita lì lì per andare, avvisare i genitori a notte fonda, perché nessuno degli amici ci ha pensato. Capita ovunque si viva la notte: ‹‹A spanne da una a dieci volte a weekend, anche altri giorni in estate o quando ci sono rave party, concerti, eventi, raduni››. ‹‹Ti arriva i ragazzino, in coma, ma capitano anche a grappoli di 4-5 non per forza della stessa compagnia, ma presenti alla stessa festa, con gradi diversi di gravità: il kit che rileva le sostanze note, al test del sangue e delle urine dà risposta negativa: non trova niente. Ipotizzi un coma etilico, ma il tasso alcolemico nel sangue non è tale da giustificare il coma. A quel punto è probabile che si tratti di una sostanza sconosciuta ai test. Da una parte stabilizzi il paziente: monitoraggio, se necessario rianimazione. Cerchi di recuperare e mantenere le funzioni vitali, per salvargli nell’immediato la vita. Nel frattempo chiami e chiedi lumi sul da farsi, mandi campioni di sangue e urine al laboratorio e si cerca di scoprire il nemico sconosciuto, per mirare la terapia: le droghe sintetiche non sono veleni che si risolvono con un antidoto, tocca curare i sintomi uno a uno. Salvata la vita, spesso un genitore, a quel punto, vorrebbe sentirsi dire che va tutto bene, che è tutto finito, non che si è avvisato un Sert. E invece purtroppo, anche quando un ragazzo se la cava senza danni permanenti (ma ho visto ragazzi in dialisi o trapiantati di rene o di fegato), c’è da preoccuparsi. Da medico e da genitore mi dico che è un problema enorme, un’emergenza sociale, e quando vedo arrivare ragazzini e ragazzine, di 13-14 anni, in coma o quasi, alle 4 di mattina, mi chiedo che cosa non abbia funzionato con gli adulti che hanno attorno››” Racconta un dirigente medico al Pronto soccorso in provincia di Venezia” (FC n.31 del 31 luglio 2015).

 
 
 

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