Un mondo nuovo

Il medico dei giocattoli

FC n. 26 del 30 giugno 2019

Guido possiede uno straordinario senso pratico. È un dono di natura che ha messo a frutto quando riparava gli aerei, un’attività che ha svolto per 37 anni di onorata carriera finché qualcosa o qualcuno ha bussato prepotentemente alla sua porta. Erano i desideri dei bambini meno fortunati, figli di famiglie a basso reddito o in difficoltà, che chiedevano con trepidazione di essere esauditi. Desideri a forma di cavallo a dondolo, di pupazzo dell’incredibile Hulk oppure di Barbie. Da allora Guido P. ha appeso al chiodo la divisa da tecnico dell’Alitalia e ha indossato la colorata tuta di Guido Aggiustagiocattoli, l’esperto in riparazione di balocchi dell’associazione “Salvamamme Salvabebè” di Roma.

Nel suo laboratorio di Via Ramazzini, ogni giorno Guido compie dei veri e propri piccoli miracoli che hanno la peculiarità di regalare il sorriso a migliaia di bambini in tutta Italia, come lui stesso ci racconta: ‹‹Ho cominciato a collaborare con qest’associazione molti anni fa, ancora prima di andare in pensione. Mia figlia Catia lavora qui e mi chiamava spesso quando c’era da riparare qualcosa che non funzionava bene come un computer che non si accendeva oppure una mancata connessione a Internet. Io correvo a dare una mano, e nei magazzini della Onlus vedevo montagne di giocattoli nuovi accatastati da una parte, in attesa di finire in un cassonetto››.

Un giorno Guido ne prende uno e lo osserva bene. All’apparenza è perfetto e pensa che sarebbe davvero un peccato gettarlo nella spazzatura. Afferra una pinza, poi un cacciavite e svita, avvita, taglia i fili non funzionanti e collega gli altri. Infine preme sull’interruttore e, come per magia, il giocattolo si accende. Da allora non ha più smesso. Sono trascorsi otto anni da quella prima riparazione, e migliaia di giocattoli sono passati tra le mani sapienti di Guido, che con pazienza e abilità esemplare li hanno rigenerati e restituito loro una seconda vita. ‹‹Basta poco per riparare un gioco: regalare il sorriso a tanti bambini e sapere che quel gioco farà felice un bimbo che vive in una famiglia povera, figlio di genitori che non saprebbero cosa regalargli per il compleanno oppure a Natale, mi riempie di gioia. Non c’è niente di più brutto per un genitore di non poter festeggiare il suo piccolo adeguatamente, dandogli un giocatolo››, commenta Guido mentre si muove con destrezza tra gli scaffali dell’associazione che traboccano di ogni genere di prodotti per l’infanzia: pannolini, vestitini, biscotti, omogeneizzati e, ovviamente, giocattoli.

“Salvamamme” riceve circa 20.000 giocattoli all’anno. La maggior parte sono in buone condizioni e provengono sia dalle grandi catene di distribuzione sia dalle famiglie che decidono di donare i giochi dei figli: ‹‹Capita spesso che i bambini usino un giocattolo una sola volta e poi non lo desiderino più. Anziché buttarlo noi lo ricicliamo, in questo modo aiutiamo altri bambini e anche l’ambiente››, prosegue Guido, mentre sfoglia a alta voce l’album dei ricordi e racconta con tenerezza di quella volta in cui un bambino era andato sulla pagina Facebook dell’associazione ed era rimasto sorpreso da tutta quella quantità di peluche, orsacchiotti, macchinine e giochi elettronici: ‹‹Ci ha scritto che desiderava un giocattolo in particolare che, guarda caso, era guasto. L’ho riparato e gliel’ho spedito. Ci ha scritto nuovamente per ringraziarci e dirci che lo avevamo reso felice››, spiega Guido con gli occhi lucidi dall’emozione.

O di quella volta, ricorda, ‹‹in cui il figlio di una madre con una situazione difficile alle spalle desiderava una gru gialla. Abbiamo rovistato tutto il magazzino e, alla fine, l’abbiamo trovata. Aveva un piccolo difetto. L’abbiamo riparata e il giorno dopo è venuto a prenderla››.

Oggi Guido l’Aggiustagiocattoli è quasi una celebrità. I bambini lo amano ed è richiestissimo in tutte le manifestazioni dell’associazione.

Se c’è da sistemare una bambola affinché torni a camminare o un trenino che deraglia dalle rotaie, ecco che entra in scena lui: ‹‹Sul serio, la gente mi considera un personaggio?››, chiede un po’ incredulo, ‹‹ma non lo sono. Quello che faccio non è niente di eccezionale, potrebbero farlo in tanti. È sufficiente un po’ di tecnica e di manualità e il gioco, come si sul dire, è fatto››.