Creato da namy0000 il 04/04/2010

Un mondo nuovo

Come creare un mondo nuovo

 

Messaggi di Aprile 2023

Dio regala vita infinita a chi produce amore

2023, Ermes Ronchi, Avvenire 6 aprile

Dio regala vita infinita a chi produce amore

Domenica di Pasqua Anno A.  Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. (...) L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto (...)».

All’alba, alle prime luci, quasi clandestinamente, due donne si recano alla tomba nel giardino. Vuote le mani, vengono solo per visitare la tomba: guardare, osservare, sostare, ricordare. Sono le stesse donne che venerdì hanno abitato, senza arretrare di un centimetro, il perimetro attorno alla croce. Un angelo scese dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Non apre il sepolcro perché Gesù esca, è già uscito, ma per mostrarlo alle donne: il sepolcro è vuoto, il Nazareno è già altrove. Come, non è detto. Il mistero di Dio resta intatto. Donne, angelo, guardie, il brivido della terra, cielo, pietra, alba: tutti sono convocati perché Gesù Cristo cattura dentro il suo risorgere tutto l’universo; è energia che si dirama per tutte le vene del mondo, una forza che ha imbevuto di sé tutta la trama del creato. «E non riposerà più, fino a che non avrà raggiunto l’ultimo ramo della creazione e rovesciata la pietra dell’ultima tomba» (M.Luzi). Le donne hanno il cuore grande abbastanza per parlare con gli angeli: “So che cercate Gesù, non è qui!”. Voi cercatrici, mendicanti dell’amato, continuate, ma con occhi nuovi.
Che bello questo: non è qui!
Cristo c’è, esiste, vive, ma non qui. Non è rinchiuso in nessun luogo. Va cercato altrove, diversamente, via dal territorio delle tombe, è in giro per le strade, un Dio da cogliere nella vita. Dappertutto, ma non qui, fra le cose morte.
Bisogna cercare più a fondo: non c’è luogo che lo contenga, non chiesa, non parole o liturgie. Lui è oltre, sempre oltre è il suo infinito cammino. Non è qui, vi precede, è davanti ad aprire la nostra immensa migrazione verso la vita. È davanti, a ricevere in faccia il vento, il sole, il futuro, la violenza. Andate, vi precede.
Un Dio migratore, abbiamo, che ama gli spazi aperti, che apre cammini, attraversa pietre e spalanca tombe. Pasqua vuol dire ‘passare’. Non è festa per stanziali, ma per migratori, per chi inventa sentieri che facciano scollinare verso più giustizia, più pace, più armonia con il creato, verso terra nuova e cieli nuovi. Vi precede in Galilea. Là lo vedrete. Ucciso a Gerusalemme, risorto a Gerusalemme, ma l’incontro avverrà ai margini, lontano dal centro dei poteri omicidi, in Galilea dove tutto ha avuto inizio con tre anni di strade, lago, pani e pesci, olivi, le lezioni sulla felicità, intese amicali. Devono rileggere tutta la vita di Gesù per capire la sua risurrezione. Devono ripercorrere la sua vita dall’inizio, allora capiranno che Dio l’ha
risuscitato perché una vita così non può finire. Che gesti e parole così meritano di non morire, hanno dentro la vita indistruttibile che Dio regala a chi produce amore.

 
 
 

Alla ricerca di un nuovo ordine

Post n°3854 pubblicato il 05 Aprile 2023 da namy0000
 

2023 Andrea Riccardi, FC n. 14 del 2 aprile

Viviamo un’epoca di tensioni alla ricerca di un nuovo ordine

Molti paesi non si riconoscono nell’egemonia Usa, la Russia sogna l’impero, la Cina è diventata una potenza

Il recente viaggio a Mosca del presidente cinese Xi, che ha lanciato un piano di pace, mostra come lo scenario internazionale sia tanto cambiato. La mia generazione ha vissuto nel 1989 la fine dell’ordine “pericoloso” della Guerra fredda e dell’impero sovietico. Tale crollo è considerato da Putin la grande tragedia della storia russa. Una tragedia da cui Mosca si vuole riscattare, riaffermandosi come grande potenza nucleare. Il recente annuncio dello spostamento delle testate tattiche russe in Bielorussia è l’ultima mossa di una strategia, già espressa dalla difesa della Siria, dal ritorno in Libia, dalla penetrazione in Africa specie a danno della Francia. Ma l’espressione più violenta e azzardata è stata la guerra all’Ucraina, dove i calcoli di Putin sulla fragilità del Paese invaso sono stati del tutto sbagliati.

Dopo l’89 è iniziata una stagione di egemonia americana, in cui gli Stati Uniti erano l’unico impero rimasto. Tuttavia la crescita economica, militare e politica della Cina ha insidiato questa posizione, mentre una serie di paesi non si sono riconosciuti  nella leadership americana. Con la guerra in Ucraina, l’Occidente si è compattato in difesa di Kiev. Il voto dell’assemblea dell’ONU, che condanna l’annessione russa delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Cherson e Zaporizhzhia, ha segnato un successo ucraino-occidentale con 143 voti a favore, 5 contrari e 35 astenuti su 193 paesi.

Ma è un vero successo?

I contrari sono Bielorussia, Siria, Nicaragua, Corea del Nord. Nonostante il numero ristretto, però, gli astenuti sono grandi paesi che abbracciano più di un terzo dell’umanità: Cina, India, Pakistan, Vietnam, Thailandia, Etiopia, Sud Africa. In Africa ben 19 paesi si sono astenuti, mostrando la forte presenza russa nel continente.

Il Presidente brasiliano Lula, che sarebbe dovuto andare a Pechini (ma ne è statoimpedito per motivi di salute) si presenta come il capofila di un Sud globale impegnato per la pace e si prepara a un nuovo attivismo. Intanto l’Europa, nonostante la sua forza economica, non riesce a esercitare un suo ruolo. Il deficit di azione internazionale europea è dovuto anche alla differenza di vedute dei 27 paesi. Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, che sentono fortemente la minaccia russa, vanno all’integrazione delle forze armate. La Polonia si è riarmata e sta per divenire il secondo paese più forte militarmente in Europa dopo la Russia. Differenze anche se di appoggio all’Ucraina, è la posizione di Macron, che segue con attenzione quanto si muove per creare una base negoziale.

Sullo scenario del mondo ci sono sorprese: Iran e Arabia Saudita, scontratisi nello Yemen, si sono avvicinati proprio con la mediazione cinese. Il fatto ha stupito, perché i sauditi sono alleati degli Stati Uniti. Tutto è in movimento. Siamo in un’epoca di cambiamento. Fa pensare quanto scriveva, molti decenni fa, Antonio Gramsci: «Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri». Il mostro principale è la guerra. Ce ne sono poi tanti altri: Stati che divorano la libertà, economie inique, violenza senza limite, mafie onnipotenti, terrorismo. Un panorama preoccupante, in cui fare appello al buon senso dei governanti perché si muovano alla ricerca di un nuovo ordine.

 
 
 

Per la democrazia

Post n°3853 pubblicato il 05 Aprile 2023 da namy0000
 

2023, FC n. 14 del 2 aprile

Shikma in piazza per la democrazia

C’è qualcosa di antico nella sfida che si sta svolgendo  a Gerusalemme fra una donna che ha scelto la prima linea «per salvare la democrazia del suo Paese» e un primo ministro che ha messo in atto una riforma della giustizia che rischia di minare i fondamenti di quella democrazia. Come se nella passione e determinazione , nel coraggio con cui Shikma Bressler guida la protesta contro il premier israeliano Netanyahu si avvertisse un legame diretto con le sue celebri antenate bibliche – Giuditta, Ester, Rut – che lottarono per salvare il loro popolo. A conferma che ogni donna è la somma delle generazioni che l’hanno preceduta.

Madre di cinque figlie, tra i quattro e i 17 anni, 42 anni, l’eleganza gentile di una figura che ispira fiducia, nella vita quotidiana si divideva fra la famiglia e il lavoro come fisica presso l’Istituto Weizmann di Rehovot, uno dei centri di ricerca più importanti del mondo, dove guida il progetto israeliano legato all’acceleratore di particelle del Large Hadron Collider del Cern di Ginevra.

Ma un giorno ha deciso che non poteva rimanere indifferente a quanto accadeva in Israele e ha aggiunto al carnet degli impegni quello politico, cercando di conciliare i suoi diversi ruoli e fondando con i tre fratelli, Eyal, Yarden e Dekel (la sua famiglia vive in Israele da generazioni) il gruppo “Bandiere nere”. Un movimento che, a sorpresa, ha ottenuto un successo insperato, con migliaia di persone che si radunano ogni sabato sera e organizza proteste in tutto il Paese contro Netanyahu. «La bandiera nera è l’avvertimento usato sulle spiagge per segnalare il pericolo che corre la democrazia israeliana e che è iniziato tre anni fa, durante il Covid, quando il Governo cercò di approfittare della pandemia per prendere il controllo degli altri poteri dello Stato», ha detto Shikma nell’intervista che ha rilasciato a Repubblica.

La minaccia arriva dalle riforme volute dal premier israeliano che consentirebbero al Parlamento di ribaltare le decisioni della Corte suprema e ai poteri politici di avere maggior influenza nelle nomine dei giudici. «Dobbiamo dire chiaramente che avere la maggioranza in Parlamento non significa avere il diritto di cambiare le regole del sistema. Abbiamo visto che cosa è accaduto in paesi come la Polonia, l’Ungheria e la Turchia. È urgente impedire che accada anche qui», spiega Shikma nelle piazze e nelle strade, dove è diventata popolarissima e la più importante figura di riferimento. Un messaggio, il suo, di fortissima attualità, che vuole andare oltre lo scontro fra maggioranza e opposizione per ridare voce alla società civile, alla gente che vive i problemi di tutti i giorni, che guarda con angoscia al futuro, mentre è sempre di più vittima degli intrighi del potere, di una partitocrazia che si esaurisce nei propri interessi. Che ricorda come in una vera democrazia chi governa è al servizio della comunità. Se prende altre strade non è più credibile ed è giusto chiederne la rimozione.

Nonostante questo scenario difficile, Shikma rimane ottimista. «Penso che la maggioranza degli israeliani creda nei valori della democrazia. E poi, come diceva mia mamma, ottimisti e pessimisti alla fine condividono lo stesso destino, ma gli ottimisti si godono di più la vita».

 
 
 

Peccato Originale

Post n°3852 pubblicato il 02 Aprile 2023 da namy0000
 

2023, FC n. 14 del 2 aprile

Come spiegare ai bambini il Peccato Originale?

Mio nipote di 8 anni sta studiando la storia dell’evoluzione, e nel contempo frequenta il catechismo per la prima comunione. Come spiegare il concetto di peccato originale? Quando sarebbe stato commesso e da chi? – Nonno Roby

Suggerisco questi passaggi, dice il teologo Tonino Lasconi

Adamo ed Eva non sono nomi di persona come Marco e Sofia, ma ogni Uomo e ogni Donna. Quindi tutti noi.

Il racconto della tentazione non è una Cronaca ma un insegnamento, perciò è importante non fermarsi sui particolari della narrazione (bellissimi: la furbizia del tentatore psicologo, lo sguardo della donna sull’albero buono e bello, la condivisione con l’Uomo, l’affanno per coprirsi con foglie…), ma su quello che essi vogliono veramente comunicare, cioè che l’Uomo e la Donna per essere “a sua immagine e somiglianza” – non come le pietre, le piante, gli animali – devono per forza essere Liberi anche persino di dire No al Creatore.

Il Peccato Originale, perciò, è il Non fidarsi di Dio(-Amore), ma decidere da soli cosa è Bene e cosa è Male.

È Originale, perché da esso derivano tutti gli altri peccati, e quell’albero “che sta in mezzo al giardino” non si trova chissà dove. È dentro di noi e astutamente sibila: “Non ascoltare Dio. Decidi Tu”.

Soltanto Gesù, affidandosi completamente al Padre, ne è stato esente, e dà a noi la possibilità di seguirlo seguendo la sua parola e la sua testimonianza. In questo percorso è necessario tenere presente che il nipote dirà – e se no lo penserà – che come dice la maestra (che su questo campo a conoscenze è rimasta al tempo del catechismo) la Bibbia non è credibile perché non va d’accordo la scienza. È necessario perciò far capire bene che la Bibbia e la Scienza adoperano linguaggi diversi per dire le stesse cose, ovviamente non con ragionamenti ma con esempi efficaci, per esempio quello di Pierino. Che poverino ha avuto febbre alta e forte mal di gola. Come si può raccontare questo fatto? Come il medico che: «Il bambino ha le tonsille infiammate, le dia questa pasticca due volte al giorno, stia al caldo e rimanga a letto». Invece la mamma alle amiche: «Povero cocco! Ha una gola talmente gonfia che non riesce neppure a respirare, e una febbre così alta da dargli i brividi. Pensate che stanotte non ha chiuso un occhio». Chi ha torto e chi ha ragione? Sia il medico che la mamma che vedono il fatto da angolazioni diverse. Così è tra Scienza e Bibbia. La prima vuole spiegare il “cosa”, il “quando”, il “dove”, il “come”. Alla Bibbia interessa il senso di ciò che accade. La Scienza non ha gli strumenti per verificare il senso delle cose; la Bibbia non può sperimentare come fa la Scienza. Sbaglia chi non sa distinguere i due linguaggi e diventa partigiano dell’una o dell’altra.

 
 
 

Le cose di Dio

Post n°3851 pubblicato il 01 Aprile 2023 da namy0000
 

2023, Ermes Ronchi, Avvenire, 30 marzo

Le cose di Dio se gli siamo molto vicini pesano di più 

Quanto volete darmi perché io ve lo consegni? In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».

E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. La domenica delle Palme ci immerge in uno dei momenti più festosi della vita di Gesù: un fiume di sorrisi, dal monte degli ulivi al tempio. E attorno era primavera, allegra e potente, come adesso.

Non ho più dimenticato un dialogo di molti anni fa con un monaco trappista dell’abbazia di Orval, in Belgio. Davo una mano nella “brasserie”, cercando di rendermi utile, quando mi venne da chiedergli: «Padre, ma lei non si è mai stancato di Dio? Di pregare, di pensare a lui, di dargli tutto il tempo? Quando ci si stanca di Dio, cosa dobbiamo fare?».

Mi aspettavo che dicesse: ma come si fa a stancarsi di Dio? Vuol dire che siamo credenti da poco... Invece mi guardò con i suoi occhi profondi, e mi raccontò di una omelia di san Bernardo ai suoi monaci: «nel giorno delle Palme, nel corteo che accompagna il Maestro e i discepoli giù dal monte degli ulivi, c’è chi canta, chi applaude, chi fa ala e stende i mantelli, chi agita rami di palma: un giardino che cammina. Chi più vicino a Gesù, chi più lontano. Ma tutti contenti. C’è però un personaggio che fa più fatica di tutti, anche se è forte, anche se è il più vicino, ed è l’asina con il suo puledro (Matteo 21,2), su cui hanno steso i mantelli, su cui è salito Gesù. Chi sente tutto il peso di quell’uomo da portare su per l’erta che sale dal torrente Cedron verso il tempio e si stanca, è l’asina.

È la più vicina a Gesù eppure quella che fa più fatica. Così anche noi» continuò «quando facciamo fatica, quando sentiamo il peso delle cose di Dio, forse questo accade perché siamo molto vicini al Signore, stiamo portando lui e insieme il peso del cielo sopra di noi, con le sue nuvole scure da spingere più in là. L’importante è continuare: poco dopo c’è Gerusalemme».

La Settimana santa porta con sé i giorni supremi della storia, la Sua vita e la nostra un fiume solo, i giorni della “vendetta” di Dio: quando Dio si vendica di tutta la lontananza, di tutta la separazione, di tutta l’indifferenza, inventando la croce che solleva la terra, che abbassa il cielo, che raccoglie gli orizzonti, crocevia di tutte le nostre strade disperse. La croce è l’abisso dove Dio diviene l’amante. Lassù, le braccia di Gesù, inchiodate e distese in un abbraccio irrevocabile, mai più revocato, sono le porte dell’eden spalancate per sempre, sono dilatazione del cuore fino a lacerarsi, ancor prima del colpo di lancia. Nuova genesi dell’uomo in Dio: l’amato nasce sempre dalla ferita del cuore di chi lo ama. L’uomo nasce dal cuore lacerato del suo creatore. Rivelazione ultima che Dio e la vita sono sempre dono di sé, e non sarai mai abbandonato. Allora nella croce di Gesù risplende davvero la gloria della vita.

 
 
 

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